CAPITOLO SETTIMO: IL CAPO DEI GENERALI

Seiya, appena arrivato alla Colonna del Pacifico del Nord, si fece prendere dai ricordi, non accorgendosi della figura che dietro di lui si stava avvicinando. "Baian, un fiero guerriero! Saresti stato d’aiuto in questa guerra", pensò in quel momento, sentendo poi l’oscuro cosmo apparso. Delle bordate di energia furono scagliate verso di lui, ma il God Saint di Pegasus riuscì ad evitarle, vedendole abbattersi contro la colonna, sulla quale si fece un buco. –"Chi può aver lanciato una bordata d’energia, tanto potente da creare piccoli buchi su una colonna dei mari?", si chiese il saint, vedendo apparire dinnanzi a lui un guerriero.

Questi era dotato di calzari alati, e la sua veste ricordava a Seiya quella degli Angeli di Artemis, affrontati da lui tempo prima; "Seiya di Pegasus! Il terrore degli Dei!", affermò stupito il guerriero vedendo il semplice aspetto del suo avversario, "Immagino che sia pronto a combattere!". –"Dimmi il tuo nome e preparati a combattere!", replicò mettendosi nella sua classica posa di sfida.

"Molti mi conoscono come l’Immortale, ma il mio vero nome è Asis!", disse il guerriero, "Dall’armatura che indossi, presumo che tu sia Seiya di Pegasus! La tua fama ti precede!"; -"Esattamente! Ti fai chiamare Immortale, ma nel corso delle battaglie ho capito che nessuno è veramente immortale!", rispose Seiya, lanciandogli il Fulmine di Pegasus, che travolse l’avversario. Asis l’Immortale subì in pieno il colpo lanciato da Seiya, portato alla velocità della luce, venendo sbattuto contro un promontorio: il guerriero divino era stato trapassato, da una roccia piuttosto appuntita, all’altezza del cuore.

"E’ stato più facile del previsto!", pensò Seiya, avvertendo la scomparsa del cosmo nemico. Il ragazzo era consapevole di non poter perdere tempo, per questo si avvicino al corpo del guerriero olimpo, notando il cristallo e intuì quale fosse il compito di quell’oggetto. Scagliò un pugno verso il cristallo, mandandolo in frantumi; così come successo in precedenza, dopo la distruzione del secondo cristallo, la barriera intorno al Tempio Centrale perse uno degli strati. –"E’ ora di riprendere il cammino!", esclamò Seiya, allontanandosi dalla zona.

Pochi minuti dopo la sua partenza, il corpo di Asis fu percorso da scariche elettriche, e d’un tratto gli occhi del guerriero si riaprirono, mentre si sfilava via la roccia dal cuore. "Te l’avevo detto che ero immortale! Pagherai caro quest’affronto!", disse Asis, "Sentirai la vera potenza di un demone!", iniziando la rincorsa verso il saint di Pegasus.

Più o meno nel momento in cui, alla colonna del Pacifico del Nord, Kanon di Sea Dragon aveva raggiunto la zona del Mar Glaciale Artico, avendo avvertito un cosmo a lui simile ma ostile. Incuriosito da tale scoperta, il Generale si ritrovò di fronte alla Colonna, un tempo custodita dal suo secondo Abadir di Kraken; all’improvviso, una luce accecante si propagò nella zona, ed al suo diradarsi Kanon s’accorse che era stato chiuso in una cupola energetica. "Diavolo, questo non ci voleva! Chi sarà stato a chiudermi qui?", si chiese, per poi mettersi nella posa del suo colpo principale e lanciare la Galaxian Explosion.

La tremenda energia del colpo sembrò, all’inizio, aver creato uno squarcio nella cupola, ma era un’illusione perché essa si rigenerò, facendo arrabbiare il Generale. –"Lascia perdere, è inutile! Non riuscirai mai ad abbattere una barriera di cosmo!", tuonò una voce, proveniente da un ragazzo, indossando una Glory, sceso da delle rocce, "Tutto ciò è opera mia, di Angelus, demone al servizio di Ares e heroes di Ercole! Puoi anche chiamarmi Angel l’Oscuro!", e penetrando nella barriera da lui creata.

"Per uscire via da qui, devi fare solo una cosa eliminarmi!", affermò l’uomo, "E poi dovresti già farlo visto che vuoi appropriarti del mio cristallo!", rivelando l’oggetto nascosto nella sua Glory. –"Non poteva essere meglio di così, ti farò provare un brivido di terrore!", replicò Kanon ridendo sadicamente, pronto a far valere la sua forza. –"ANOTHER DIMENSION!!!", urlò a squarciagola il Generale degli Abissi, richiamando il portale verso l’altra dimensione; Angel non fu minimamente spaventato benché stava per essere risucchiato dalla forza attrattiva del portale, e chiudendo gli occhi finì per chiudere il portale, sbalordendo non poco Kanon.

"Un avversario alla mia altezza! Non molti sono riusciti in tale cosa, ma non penso che tu sia un <mortale>!", affermò il ragazzo, domando indirettamente dal Angel;

Vedo che oltre ad essere forte, sei anche intelligente. Ebbene io esisto dall’alba dei tempi! Sono nato quando la Divina Volontà si propagò nell’Universo, proprio mentre si creavano entità cosmiche come Gea o Ponto!", spiegò Angel, "Rappresento tutto ciò che esiste di cattivo a questo mondo, per questo molti finiscono per accostare la mia immagine a quella di Lucifero, il Signore degli Inferi!".

"Sei in vita da così tanto tempo da aver perso la coscienza del capire quando ci si trova di fronte ad un pericolo!", rispose Kanon, "Con me non la spunterai! E’ ora di assaggiare anche tu la morte!", caricando il suo colpo mentale GenrouMaouken, ma venendo fermato da una sorta di energia psichica. Kanon non riusciva a muoversi, completamento paralizzato: -"Mi dispiace! Avverto la malvagità e pericolosità di quel colpo, e non ti permetterò di avvicinarti a me!, disse Angel, annullando l’energia della tecnica del Generale, liberandolo dalla paralisi.

"Spiegami come hai fatto a paralizzarmi senza colpirmi!", ribattè Dragone del Mare, furioso, -"Merito di uno dei miei poteri, ossia il controllo sul piano astrale che mi permette di cancellare la volontà altrui e impossessarmi della sua mente", spiegò Angel, creando una palla d’energia nera, "Questa è la Dark Ball, creata usando tutta la malvagità del tuo cuore. Vediamo quanto ce ne è in te!", scagliando il nucleo energetico verso Kanon talmente forte da sbalzarlo lontano, frantumando in varie parti la Scale di Dragone del Mare.

Visibilmente ferito, Kanon si rialzò, nonostante il suo pettorale fosse quasi completamente sfondato, "Sono fortunato, il Kanon di un po’ di tempo far sarebbe morto a questo colpo! Significa che sono cambiato!", si rincuorò Kanon, "Già una volta ho dimostrato di sapermi sacrificare, per cui stavolta non esiterò a raggiungere il massimo potere", aumentando notevolmente la propria energia, facendo esplodere il suo cosmo. –"GALAXIAN EXPLOSION!!!", tuonò Kanon lanciando il suo mortale colpo, che travolse impetuosamente Angel, sbattendo oltre la barriera da lui creata.

La Glory di Angel era stata frantumata non poco, mentre lui era stordito dalla potenza di quel colpo, considerato in precedenza innocuo. –"Impari la prossima volta a considerare anche gli uomini!", lo derise Kanon, cercando di uscire fuori da quella cupola energetica. Intuì che Angel non fosse morto, quindi si preparò ad accoglierlo nel momento in cui sarebbe entrato.

"Sciocco credi di poter battere me, un essere eterno? Subirai il castigo divino!", esclamò, parlandogli mentalmente, Angel, per poi comparire dietro di lui e centrarlo nuovamente con la Dark Ball. L’effetto del colpo stavolta non era proprio stato significato su Kanon, insospettendo molto il demone, -"La tua anima sembra essersi svuotata di quella cattiveria, avuta in precedenza! Un uomo come te può essersi votato al bene?", chiese Angel, a Kanon esausto.

"Così come successe negli Inferi, ora il male è totalmente scomparso in me! Credo in Atena e Nettuno, voglio che a questo mondo gente come voi Dei non controllino più l’ordine delle cose!", spiegò Kanon, prima di concentrare il suo cosmo nella mano, "Mi sarebbe piaciuto se mio fratello Saga vedesse il mio cambiamento! Sarebbe un onore per me!".

"Gli uomini sono immondizia! E anche tu come tale, lo sei!", replicò convinto Angel, paralizzando con la telecinesi, Kanon. –"La tua sorte è segnata dal momento, in i cui quello sciocco di Nettuno ti ha liberato dalla Prigione d’Ambra!", e prendendolo per la testa, riempiendolo di pugni. Nella zona, si udivano le risate di Angel, che sembrava poter eliminare subito l’avversario; all’improvviso qualcosa scosse la cupola energetica.

"Lascialo stare, stupido essere!", tuonò un ragazzo apparso dietro Angel l’Oscuro, pochi secondi prima. Con un rapido pugno, lanciò via l’Heroes-demone, rialzando Kanon, incapace di muoversi; -"Ce l’ha fai a rimanere in piedi", chiese a Kanon, il nuovo arrivato.

Egli era un giovane dai lunghi capelli verdi, un viso all’apparenza calmo, dagli occhi celesti e un corpo abbastanza muscoloso. Indossava un maglietta gialla e arancione, mentre i suoi pantaloni, retti da una nera cintura, erano di un colore talmente cristallino, che a Kanon pareva di potersi specchiare dentro. –"Sì, ce la faccio, ma non so se potrò affrontarlo. Mi ha rubato troppa energia!", rispose Kanon, "Ma dimmi, chi sei e perché sei venuto a salvarmi?".

"Speravo che mi facessi questa domanda: il mio nome è Ariel, precisamente Ariel di Sea Dragon, Generale del Nord Atlantico! Nettuno mi ha impedito di acquisire la mia cloth, in quanto provengo dalla Russia ed ha ricordato l’affronto, apportatogli da un antico Dragone del Mar russo", affermò il ragazzo, "Però mi ha contatto mentalmente, perdonando l’antico affronto e incitandomi ad aiutarti in questa missione", scuotendo Kanon, la cui armatura brillo per poi disporsi sul corpo di Ariel.

"Un altro scemo che vuole crepare, bene ce n’è per tutti!", disse Angel, pronto ad affrontare il nuovo avversario, sicuro di poterlo sconfiggere; -"Immaginavo che un giorno saresti venuto a reclamare il tuo ruolo: vai e battilo!", balbettò Kanon, prima di stendersi vicino ad una pietra, a riposare. Ariel di Sea Dragon si voltò verso il suo divino avversario, con un tono in volto, che prometteva battaglia fino all’ultimo sangue.

 

Nel frattempo, al Grande Tempio, Tisifone stava sottoponendo Freyr a duri allenamenti, in modo da fargli affinare duramente la tecnica. "Sembri un ottimo guerriero, se riesci a tenermi testa, ma è il cosmo che devi riuscire ad affinare!", esclamò la sacerdotessa dell’Ofiuco, mentre Freyr era intento a concentrarsi spiritualmente.

"Devo richiamare tutte le mie energie! Sentire tutta la forza e rilasciarla!", pensò il ragazzo asgardiano, concentrandosi al massimo nella meditazione, -"Bravo così, quando sentirai fluire tutta l’energia, falla uscire dal palmo della mano!", gli ripeteva Tisifone. Di colpo, l’energia di Freyr si accumulò nella mano, e con un destro poderoso, la roccia che aveva di fronte fu distrutta. –"Bene, il primo passo è compiuto! Ora dovrai imparare ad espanderlo ulteriormente!", esclamò Tisifone, facendogli segno di seguirla.

I due, dalla sala d’allenamento, arrivarono in una sorta di arena privata fuori dalla Tredicesima Casa. –"Questa è la Sala d’Allenamento, delle Stanze Sacerdotali. Qui vi sono allenati persone come il nostro antico sacerdote Shion, o i suoi predecessori Hakurei e Sage, come un giorno ebbi modo di apprendere da Mur di Aries", disse la ragazza, notando che gli altri Bronze e Silver Saint, si stavano esercitando, sotto la cura, niente meno che di Nettuno, Dio dei Mari.

"Tisifone dell’Ofiuco! Ti ammiro molto per esserti opposta a me, quel giorno!", esclamò il dio del Mare, "Hai una forza di volontà incredibile, e sei di sicuro un’ottima insegnante. Ti prego, lascia a me il ragazzo ed occupati tu dell’allenamento dei Bronze!"; -"Atena stessa mi ha affidato il compito di addestrare questo ragazzo, dall’immensa voglia di combattere, e tu, che ne sei molto amico ultimamente, che sei Dio mi chiedi il permesso?", rispose la ragazza, indirettamente rispondendogli affermativamente. –"Ricorda, devono essere pronti per l’investimento, quindi metti tutta te stessa, per fare acquisire e padroneggiare il settimo senso", raccomandò Nettuno.

Nettuno prese Freyr, conducendolo in una stanza, abbastanza grande, dove si misero l’uno di fronte l’altro. "Fammi vedere cosa sai fare! Prova ad attaccarmi!", lo incitò il dio. Un po’ titubante, ma deciso, Freyr si avventò su Nettuno, lanciandogli contro una pioggia di pugni: il dio non si scansò minimente, lasciandosi colpire dalla raffica. –"Puoi fare di meglio! Se non ce la fai, ti attaccherò io!", replicò il dio del mare, scagliando una sfera, da lui creata, che lo fece volare via; l’asgardiano finì per abbattersi contro un muro, mentre Nettuno gli si avvicinò, fulminandolo.

"Sei debole, per questo devi sprigionare tutta l’energia. Immagina che Asgard venga distrutta…", disse il dio, e leggendogli nella mente, "…e che tua sorella muoia. Per questo devi scatenare tutta la rabbia contro di me!". Freyr si sforzò di rialzarsi, ma non ci riusciva: con le ferite subite era già fortunato ad essere sveglio; "Prendi questo!", urlò Nettuno, lanciandogli contro delle vampe di cosmo, che bruciarono Freyr.

Il ragazzo emise urla incredibilmente forti, tanto che quelli che si stavano allenando rabbrividirono al pensiero di quale allenamento stesse compiendo; -"Arrabbiati, sfogati su di me! Fa emergere il tuo lato peggiore, la forza che deriva dalla rabbia! Pensa che ucciderò a distanza tua sorella!", rispose il Dio, chiudendo gli occhi e concentrandosi per trovare la sorella di Freyr, Freya, la quale era seduta nella villa di famiglia.

La ragazza si sentì per un attimo soffocare, visto l’immane cosmo divino che la opprimeva. "Questa è la punizione per chi si arrende troppo facilmente!", esclamò Nettuno, aumentando la morsa, che aumentò la presa su Freya; -"Basta, stavolta hai esagerato! Nettuno, sei un dio, ma opporsi agli Dei è nel destino degli uomini. Ed questo è il momento di colpirti!", tuonò, arrabbiatissimo, Freyr, il cui corpo era avvolto da un’aura grigia vastissima. Avanzò contro Nettuno, colpendolo con un pugno, in pieno petto, spedendolo lontano.

"Adesso sì! Vediamo se reggerai questo potere!", ribattè felice Nettuno, il Dio dei mari.

 

Ariel di Sea Dragon, in quel momento, alla Colonna dell’Artica, s’era messo in posa di battaglia, pronto ad affrontare Angel l’Oscuro. "Kanon sei un grande guerriero, abile stratega e forte sul piano fisico. Il tuo colpo dimensionale è ottimo, ma inferiore al mio, per cui osservalo bene…Triangolo d’Oro!", urlò il ragazzo, aprendo il portale dimensionale, all’apparenza molto più grande di quello, aperto in passato da Kanon.

"La sua potenza è impressionante, sta risucchiando il nemico, che neanche nell’Altra Dimensione riesco a spedire! E’ il vero Dragone del Mare!", esclamò stupito molto Kanon, -"La forza d’attrazione è grandissima, il mio corpo sta per perdersi nel buco dimensionale", constatò l’Heroes-demone, venendo trascinato dalla potenza della tecnica di Ariel, ma allo stesso tempo riusciva ad espandere minimamente il cosmo.

"Adesso, via!", disse, all’improvviso, Angel, facendo esplodere di colpo il suo vasto cosmo, e riuscendo a chiudere il portale. –"Mi sottovaluti Generale! Non sono così stolto da farmi risucchiare!", continuò il demone, "Prendi questa, NEGATIVITY BEAM!!!", concentrando della materia nera, da lui creata, e sparandola in un raggio, quasi come fosse un cannone.

Il raggio nero centrò il Generale Ariel di Sea Dragon alla spalla, distruggendo ulteriormente i coprispalla e trapassando il ragazzo di parte in parte, in quel punto; "Bella mossa..", balbettò il guerriero di Nettuno, reggendosi la spalla e constatando i danni provocati dall’attacco, "…vediamo se resisterai al mio assalto", dopodichè balzò verso il nemico, ingaggiando una lotta tra calci e pugni. Mentre i due se le davano duramente, Kanon, che nel frattempo stava recuperando le energie, cercava di capire quale fossa il punto di forza del nemico: sapeva che se l’avrebbe trovato, avrebbero sconfitto Angelus molto più facilmente.

"Guardando come combatte, sembra che non voglia attaccare per primo, se non in rari casi; più che altro pare che voglia subire i colpi del nemico!", esclamò guardandolo più profondamente, proprio nel momento in cui Ariel atterrava l’Heroes-demone con un fendente energetico. –"Vai Triangolo d’Oro!", urlò Ariel, tentando ancora una volta con il portale verso il Triangolo delle Bermuda, ma per l’ennesima volta fallì, arrabbiandosi molto di fronte allo sguardo sorridente del nemico.

Fu allora che Kanon capì come fare a batterlo: "C’è una sola cosa per battere la malvagità!", disse il gemello di Saga, abbassando la testa, "Ed ora la farò brillare al massimo!", urlò, fermando il duello tra Ariel e Angelus; si avvicinò al vero Generale di Dragone del Mare, -"Preparati ad aprire il portale, che ti aiuterò a sigillarlo lì dentro!", gli intimò Kanon, sorprendendolo.

Kanon, privo di corazza, si mise di fronte ad Angelus, suscitando le sue risate. "Ma cosa vuoi farmi senza cloth? Già con essa hai perso, figurati ora!", affermò il demone, rifiutando il combattimento contro di lui; -"Nella mia vita ho compiuto gesta di cui non vado fiero. Ho causato la morte dei miei compagni, causato la sofferenza di moltissime persone, lasciando che il lato malvagio di mio fratello Saga s’impossessasse di lui", ribattè Kanon, "Solo dopo la conversione verso Atena ho capito cosa posso essere; non importa se la mia vita finirà qui perché…", e girandosi verso Ariel, che stava aprendo il portale verso il Triangolo d’Oro "…c’è qualcuno che può sostituirmi meglio. Per questo la morte non mi fa paura, perché ho qualcosa che mi salverà, cioè la speranza! Ed è questa la tua debolezza peggiore!", e dopo aver finito di dire quelle parole, si rivoltò verso Ariel, scatenando al massimo la Galaxian Explosion.

Travolto dalla scarica di energia creata, Angelus sentì per la prima volta, la paura di venire sconfitto, e stranamente la sua Glory si stava distruggendo per il colpo. –"No, non è il colpo che distrugge la corazza. Ma è la speranza che lo avvolge a fare questo effetto, una speranza che sarà la mia rovina!", disse Angelus, rimettendosi in posizione eretta, lasciando che l’energia delle mille galassie esplodesse contro di lui.

"Potrai anche distruggere la mia corazza, a me basta essere vivo di fronte a te!", commentò fiero l’Oscuro demone, per poi rabbrividirò vedendo che lo spazio attorno a lui si restringeva. Era l’effetto del colpo dimensionale di Ariel di Sea Dragon, che lo stava sigillando, retto dalla speranza del colpo di Kanon.

"Da soli non possiamo nulla, ma insieme siamo molto più di te!", esclamò Ariel, suscitando le ire di Angelus, sempre più racchiuso nella dimensione. –"E sia, se proprio devo morire, sigillerò la tua anima dentro di me, Kanon!", replicò furioso il demone primordiale, lanciando un sigillo verso l’ex- Generale del Mare. Quest’ultimo chiuse gli occhi, al pensiero che tutto si concludesse lì; vide scorrere davanti a lui, in un attimo, tutti gli eventi da quel giorno a Capo Sounion al Giudizio Divino: neanche contro Rhadamanthys aveva avuto questa sensazione di vuoto.

Un attimo bastò e stringendo forte i pugni accettò il suo destino, morire per Nettuno ed Atena, le divinità che fino all’ultimo avevano creduto in lui e che un tempo odiava; -"Apri gli occhi Kanon! Non è finita per te!", disse una voce, ed alzando le palpebre, Kanon vide Ariel, di fronte a lui, colpito dal sigillo di Angelus.

"Ahahaha! Sei condannato a soffrire eternamente!", commentò il demone divino, ma furono le sue ultime parole perché la dimensione si richiuse con lui; -"Guarda i casi della vita: hai preso un posto che mi spettava ed ora ti ho prima salvato e poi ti ho donato la vita!", disse sorridendo Ariel di Sea Dragon, "Lascio a te questo titolo, Kanon di Sea Dragon, da ora sei tu il capo dei Generali!", porgendo la mano al suo compagno. Kanon non ci pensò due volte, e contraccambio la stretta di mano, dopodiché una luce abbagliante avvolse Ariel, che in un attimo scomparve.

Quell’evento fu avvertito da Nettuno, nella sala d’allenamento privata del Santuario, il quale stava allenando Freyr. "Un gesto che ti fa onore, mio Generale! Sono stato uno sciocco, la mia brama di vendetta mi ha portato ad escluderti dalle mie schiere e, solo ora ho capito il mio errore", esclamò il Dio del Mare, col volto rigato delle lacrime, "Il tuo sacrificio mi ha aperto gli occhi! Devo presto riformare le schiere dei miei Generali, in attesa di un assalto all’Olimpo!", tornando alla realtà. Riprese lo sconto contro Freyr, il quale iniziava ad emanare un’energia che iniziava a soddisfare il dio; probabilmente, aveva trovato quello che faceva al caso suo.