CAPITOLO TERZO: EROI PER SEMPRE

Alla Terza Prigione, i tre giudici si ritrovarono soli di fronte a Deimos, privo dei suoi berseker. Erano in superiorità numerica, ma ciò non poteva bastare contro chi aveva un’origine divina. –"Rhadamanthys di Wyvern, Minosse di Gryphon e Aiace di Garuda! Voi siete i più forti tra gli specter, eppure i vostro cosmo sembra nulla in confronto al mio!", esclamò ridendo Deimos, "Tu, Minos sarai il primo a morire, per quello che hai detto prima!", continuò, distruggendo l’elmo della surplice del Grifone.

"Me la pagherai! Cosmic Marionette" urlò Minosse, intrappolando il Dio del Terrore, tra i suoi fili. –"E ora ci penso io, Greatest Caution!" urlò Rhadamanthys, lanciando verso il dio, una viverna energetica che centrò lo centrò in pieno, -"A finirti ci penso ioooo! Garuda Flap!", tuonò Aiace, sbalzando in alto Deimos, che ricadde a terra, tre secondi dopo, proprio nel punto dove lo specter di Garuda aveva segnato una X. -"L’avevo detto, in tre t’elimineremo!" esclamò Minosse, ridendo sadicamente, "Non hai scampo, tu, che ti proclami una divinità!", continuò Aiace; quest’ultimo, però, s’accorse di avere ferite sulle braccia e sui piedi, nel momento in cui a Rhadamathys e Minosse perdevano parte dei bracciali.

Deimos si rialzò furioso, ma sereno allo stesso tempo; -"Avete ammirato il potere della mia Falce Divina", esclamò il dio, "che permette di trasportare i danni subiti sugli avversari". –"Chi l’avrebbe mai detto...è davvero un dio, quest’uomo!", disse Aiace, mettendosi in posa da battaglia, -"Dovrò usare pieno potere allora!", affermò Rhadamanthys, che fece partire dall’elmo, dei raggi che colpirono Deimos. –"Potente è il Wyvern Eyes, ma questo lo è di più! Galactic Illusion!", tuonò Aiace, facendo comparire degli occhi, che attaccarono Deimos, atterrandolo lontano da lì.

Il dio si rialzò subito, ancora più arrabbiato: -"Adesso basta, non mi lascio colpire da voi mortali. Terrore Divino!", esclamò il dio, paralizzando i tre specter. Di fronte a loro apparve il loro Signore Hades, e subito dopo un altro essere, che lo trafiggeva con una folgore divina; -"Vi salverò!" disse Minosse, scagliando un pugno, che cadde al vuoto. Era un’illusione e, quando si risvegliarono i Giudici furono colpiti da due raggi di Deimos, che distrusse il corpo dei tre.

-"Adesso posso oltrepassare la prigione", esclamò Deimos, continuando la corsa, ma non arrivò lontano perché venne bloccato da qualcosa. Si voltò, e vide Minosse, con il corpo intatto, bloccarlo con il Cosmic Marionette, insieme agli altri due spectres.

"Maledizione, sono immortali!", esclamò furioso Deimos, -"Hai capito, è un dono di Thanatos, Dio della Morte!", rispose Aiace, "Visto che siamo immortali col corpo, non dobbiamo aver paura di sacrificarci. Quindi ora ti eliminerò al massimo delle nostre forze!", continuò Minosse, aumentando oltre i limiti il suo cosmo, seguito anche dagli altri due Giudici. –"E credete che resterò qui a farmi colpire, a questo punto non mi resta che eliminare la vostra anima!", esclamò Deimos, più che mai arrabbiato, ma non riuscì a muoversi, bloccato da dietro.

Due spectres l’avevano bloccato Deimos alla schiena, e non riuscivano a farlo muovere. –"Lune! Caronte! Cosa fate?", chiese Aiacos ai due; -"Noi due abbiamo combattuto già per Lord Hades in questa guerra, ora tocca a voi!", rispose Caronte, guardando in alto. –"Hades è la cosa più importante per noi, e saremo felici di morire per lui. Vi chiediamo solo di proteggerlo sempre, addio amici!", continuò Lune, alzando al massimo il cosmo, e ascendendo al cielo insieme al suo compagno Caronte e Deimos.

"Addio, mio allievo…", esclamò in lacrime Minosse, pensando al suo allievo e amico. Lune era l’allievo prediletto di Minosse, conoscendolo sin da prima che le rispettive stelle si reincarnassero in loro, a cui il Giudice aveva affidato il compito di gestire il Tribunale della Seconda Prigione in sua assenza. Ora stava per morire, e chissà se avrebbero mai più avuto la possibilità di rivedersi. –"…diventerai un eroe per noi spectres, non ti dimenticherò mai!", continuò Minosse, salutando con u gesto del braccio il suo compagno.

Un’esplosione s’udì alla prigione, che sussultò per l’onda d’urto; si alzò un gran polverone, c’era un silenzio tombale, e niente riusciva a spezzarlo. Dei tre guerrieri, non rimaneva nulla, esplosi nell’oscurità dell’Inferno. –"Ci avete salvato! Ve ne saremo grati in eterno!", esclamarono in coro i tre Giudici, rendendo omaggio ai due spectres caduti in battaglia.

"Sono arrabbiatissimo! E’ un oltraggio alla mia carica!", urlò una voce, rialzandosi dal cumulo di macerie provocate dall’esplosione. –"Sei ancora vivo, ma come fai? Un’esplosione del genere bastava ad eliminare anche il più forte tra gli spectres!", esclamò Aiace. –"La divina provvidenza mi ha salvato. Nel momento in cui Lune e Caronte mi bloccavano, sono riuscito a usare il Terrore Divino, come ho fatto in precedenza con voi. E’ solo grazie a questo che sono salvo!", rispose il dio, togliendosi la polvere dall’armatura, in gran parte distrutta, e camminando verso i tre spectres.

Aiace, Rhadamanthys e Minosse si guardarono in faccia. Era la prima volta, che si trovavano un avversario di tale portata, superiore a loro in tutto e per tutto. Del resto era un dio, e come immaginabile non avevano speranza di vittoria. –"Sentite, vedendo Lune morire per Hades, ho capito che è arrivato anche il mio momento. Sarò felice di seguire l’esempio del mio allievo", affermò un affranto Minosse, ricordando ancora una volta Lune, "Spero che voi e Lord Hades mi perdoniate per il mio gesto", esclamò Minosse, stendendo i suoi compagni, dopodichè si girò verso Deimos. Iniziò a correre, e man mano che correva aumentava la sua energia spirituale, mentre pensava agli ultimi avvenimenti.

"Non ci credo, ma è pazzo! Vuole morire con me, ma io glielo impedirò!", disse il dio, lanciando verso il nemico in corsa delle sfere d’energia. Egli però le schivò, continuando la corsa. –"Lord Hades perdonatemi per il mio gesto! Gigantic Feather Flap!!!", urlò il giudice, creando un gigantesco turbine d’aria che s’abbatté con lui, contro Deimos. I due vennero sbalzati verso l’alto, dove Minosse s’aggrappò a Deimos, autodistruggendosi per l’eccessiva potenza scatenata. Gli altri due generali osservarono il loro pari morire con il dio, e l’omaggiarono per il gesto; l’esplosione dell’immenso cosmo di Minosse s’udì per tutto l’Inferno e, in tutte le prigioni, gli Spectres ebbero modo di salutare il loro superiore.

Sull’Olimpo, nel palazzo di Ares, Phobos ed Enio, gli altri due comandanti delle armate della Guerra, andarono dal loro padre. –"Padre, Deimos è…è", balbettò Phobos, -"Lo so figlio mio, Deimos è morto! Questo Hades me la pagherà cara!", rispose Ares, distruggendo i tavoli della sala principale del suo tempio, "Ora tocca a Ercole! Vediamo, cosa riuscirà a fare, quello stolto!", continuò Ares, rifugiandosi nella sua stana privata. In quel momento, una figura imponente, sorridente uscì dal suo palazzo, a Tirinto, e richiamò le sue truppe. –"Iolao, richiama la prima legione. Destinazione: Grande Tempio di Atena", esclamò l’uomo, mentre davanti a lui apparirono una grande serie di guerrieri in armatura.

Ercole, nel suo palazzo di Tirinto, preparava la presa del Santuario di Atene, da grande stratega qual’era. Il Dio della Forza era un uomo imponente, muscoloso come nel mito, con un paio di baffi neri, e lo sguardo di ghiaccio. Seguito dal suo secondo Iolao, aveva organizzato la sua armata in cinque legioni, ognuna delle quali si rifaceva a eventi e personaggi, legati a lui. –"Iolao, è già partita la Legione Mitica?", chiese Ercole, sedendosi sul suo trono.

"Sì, maestro. Saranno dalle parti di Micene in questo momento! In breve tempo, raggiungeranno e conquisteranno Atene!", rispose inchinandosi Iolao, suscitando la risata di Ercole. –"La Legione Mitica è chiamata così, perché tutti i suoi appartenenti non sono altro che i grandi Eroi dell’Antica Grecia, da me protetti!", spiegò il dio, pensando ai tempi, in cui vagava per la Grecia, eliminando Giganti e salvando le persone dai tiranni. –"Iolao, cosa ne pensi? Farò bene a scontrarmi contro Atena, che protegge la Terra, compito che un tempo spettava a me?", chiese il dio, cambiando espressione. –"Ercole, non importa cosa penso io, ma quello che pensi tu. Ci conosciamo da sempre, viaggiavamo insieme, combattendo le ingiustizie. Se vuoi il mio parere, è contrario, dovresti salvare la Terra, anziché tentare di conquistarla in nome di un dio crudele e tiranno", rispose Iolao, salutandolo e andandosene. Ercole fece un segno di assenso, ma sapeva che suo padre, Zeus, non avrebbe retto un tradimento, e così scelse di dimenticare le parole di Iolao, pensando alle sorti della guerra, appena iniziata.

La Legione Mitica aveva da poco superato l’istmo di Corinto, entrando nell’Attica, pronti ad invadere Atene e il Santuario. Lì, intanto, alla Casa di Aries, s’erano riuniti tutti i presenti alle Dodici Case, ed Athena aveva percepito i vasti cosmi degli Heroes di Ercole avvicinarsi. –"L’arrivo di Hypnos ci ha fatto comprendere il pericolo in agguato e, infatti, dei guerrieri si stanno avvicinando.", esclamò la dea; -"Allora ci posizioniamo?", chiesero i vari saint presenti, -"Sì, ognuno di voi Cavalieri d’Oro occupi la propria casa!", rispose Atena.

"E noi altri?", chiesero i vari cavalieri di Bronzo e Argento; -"Icarus e Seiya custodiranno le prime due case, le coppie Virnam-Alexer e Tisifone-Castalia occuperanno le case di Scorpio e Sagitter, mentre nelle restanti case vuote ci saranno i cavalieri di Bronzo", disse Hilda, "Gli altri rimarranno alla Tredicesima Casa con me e Isabel", continuò la donna rivolgendosi a sua sorella Flare e a Kiki. La predisposizione era stata effettuata e tutti si recarono alle rispettive posizioni, in attesa dell’attacco nemico.

Gli Heroes arrivarono ben presto ad Atene, e da nord, penetrarono facilmente nel Santuario, stranamente indifeso. A comandare la spedizione v’era Achille, l’invicibile eroe greco, Heroes del Centauro. Così come il mito diceva era un giovane ragazzo, forte e vigoroso, dal fisico simile a quello del sommo Ercole. La sua armatura ricopriva la maggior parte del corpo ed era dorata; aveva due grosse coprispalla, un elmo da oplite e comprendeva anche una grossa lancia. Al suo seguito v’erano altri tre guerrieri, Bellerofonte di Chimera, Perseo di Medusa e Giasone del Montone, mentre più in dietro seguivano due schiere di quattro guerrieri.

"Ecco, le Dodici Case, le vedo! Entriamo, presto!", disse Giasone, scattando verso i palazzi, ma furono frenati da una voce. –"Come al solito, hai troppa fretta! Al Grande Tempio, le difese sono ancora elevate, quindi meglio essere prudenti.", rispose Achille, rimettendosi di nuovo a capo del gruppo di guerrieri. Essi arrivarono alla Casa di Aries, ritrovandosi contro Icarus, pronto a difenderla.

"Il mio nome è Icarus Touma, saint di Atena, e difensore dalla Casa di Aries", affermò il ragazzo, "Voi chi siete?"; -"Siamo cavalieri di Ercole, facciamo parte della Legione Mitica. Mi presento, sono Achille del Centauro, capo della legione!", rispose l’eroe greco. –"Achille…sono di fronte al leggendario eroe greco!", commentò Icarus.

"Vedo che la mia fama è sempre alta, del resto è il mio destino essere ricordato nei secoli", affermò l’uomo, mentre uno dei guerrieri avanzò vicino a lui, -"Achille, va avanti, qui ci penso io!", continuò il guerriero, avendo un cenno di assenso da Achille, che oltrepassò la casa, con il resto del gruppo, "Ed ora, siamo solo io e te!".

-"Dimmi il tuo nome, voglio sapere chi sto per eliminare!", esclamò sicuro Icarus, -"Sono Teseo del Minotauro, Heroes della Prima Legione, pronto a combattere in nome di sua maestà Ercole", esclamò il ragazzo. Aveva un’armatura marrone, con parti di pelliccia sugli schinieri e un elmo con delle corna; inoltre possedeva una clava d’oro massiccio.

"Teseo, un mio compagno si chiamava così. Diceva di ispirarsi al Teseo leggendario!", commentò Icarus, ricordando il suo compagno Theseus, al tempo in cui serviva la dea Artemis; -"Noi heroes ci differenziamo perché siamo i veri eroi del mito. Io, sono il vero Teseo, colui che uccise il Minotauro!", ribatté l’heroes, rivelando la sua vera identità. –"Allora, sarà un onore battermi con te! In guardia!", urlò il ragazzo, stendendo Teseo con un destro.

Nel frattempo, il gruppo degli Heroes era arrivato alla Casa di Toro, custodita da Seiya, con indosso la sua armatura divina. –"Bene, ecco quello che aspettavo!", disse Seiya, alzandosi e mettendosi in posizione di combattimento". –"Seiya di Pegasus...sei quello che ha ucciso gli Dei! Interessante sarà il nostro scontro!", esclamò Achille, presentandosi al giovane saint di Atena, e facendo andare avanti gli altri, "Vedremo se sei all’altezza della tua fama!".

Anche se a grande distanza, i due scontri iniziarono nelle rispettive case. Alla prima casa, Teseo si era rialzato dopo il pugno di Icarus, il quale guardava l’heroes con sguardo stupito, ed era pronto a replicare. –"Data la tua forza, non puoi che essere quel mortale, che si credeva forte come gli Dei, e che poi è entrato a far parte degli Angels di Artemis. Ma sì, sei proprio tu, Icarus!", esclamò Teseo, conoscendo la fama del suo nemico, "Non ti basterà solo la fama a sconfiggermi!", continuò l’heroes, colpendo il saint con un calcio e stendendolo poi con un pugno. Aveva subito un pugno ma, Icarus si sentiva debole, incapace di rialzarsi, -"E’ l’Oppressione Divina, uno dei miei poteri: vieni prima colpito e poi ti senti debole, essendo il tuo cosmo oppresso dal mio", esclamò Teseo, rialzando Icarus, prendendolo per il collo, "La tua presunta invincibilità sta per finire!", continuò il guerriero di Ercole, colpendolo con la Clava d’Oro.

Barcollando, Icarus si rialzò, guardando l’heroes, che si beffava di lui. "Ridi ora, perché non avrai più occasione di farlo", disse Icarus, alzando le mani in alto e creando un lancia energetica. Iniziò a correre, e raggiunse Teseo, fulminandolo con la Lancia Energetica, per poi continuare con forti scariche elettriche. L’Heroes risentì molto del colpo, che gli aveva danneggiato parte dell’armatura e, provocato molti tagli sul corpo. –"Devo dire che il colpo era potente!", replicò Teseo, leccando il sangue di una piccola ferita sul volto, -"Provo un profondo rispetto per uno come, forte quanto un dio! Mi dispiace doverti eliminare!".

"E credi di potermi battere così facilmente, ancora non hai visto nulla", rispose alla provocazione Icarus, -"Ricordi la leggenda del mio riconoscimento da parte del mio defunto padre, Egeo?", chiese l’heroes, -"Non m’interessano queste storie, ma se vuoi raccontarla fa pure!", commentò il saint di Atena.

"Ebbene, mio padre Egeo impose che per il mio riconoscimento, quando sarei diventato grande, avrei dovuto sollevare una durissima pietra, e prendere lo scudo e la spada celati lì sotto. Una volta giovane, m’incamminai verso Atene, affrontando mille avventure, e arrivato alla mia città sollevai la pietra, riprendendomi le armi che mi appartenevano.", spiegò Teseo, "Ora la potenza di quella spada si riverserà contro di te! Spada del Giudizio!", urlò l’heroes, generando mille fendenti che raggiunsero Icarus.

Icarus fu lanciato lontano da lì, contro una colonna, abbattendola e svenendo allo scontrarsi con essa. Per la prima volta, sentiva tutta la sua forza finire, cosa mai accaduta, e non poteva fare nulla per riprendersi. "Adesso è davvero finita" pensò in quel momento, ma nella sua mente apparvero le figure di Lady Isabel e di sua sorella Castalia. "Non puoi arrenderti, fallo per l’umanità…" gli diceva Isabel, "…e per dimostrare di avere la forza di un Dio", replicò Castalia, incoraggiandolo a non arrendersi.

"Hanno ragione, la resa mi renderebbe un vero mortale, cosa che non potrò mai accettare", pensò il saint, trovando la forza di rialzarsi, circondato da una forte aura azzurra. –"Ma come hai potuto resistere alla Spada del Giudizio?", chiese turbato Teseo, notando l’energia emanata dal nemico, "Ma non importa, stavolta ci rimarrai sul colpo", continuò lanciando di nuovo il colpo. Icarus, però, riuscì a schivarla, alzandosi in volo, sorretto dalle ali del suo equipaggiamento, -"Sono stato un Angel di Artemis, e ho ricordo ancora qualche trucco che mi ha insegnato", disse il ragazzo, planando verso Teseo e scontrando la sua scarica contro lo Scudo dell’heroes, producendo un forte boato.

"No, non ce la farai a sconfiggermi da solo….", esclamò l’eroe Teseo, il cui scudo aveva moltissime crepe, "Vedi, sono diventato un personaggio mitico per le mie imprese. Se venissi sconfitto da te, sarei rinnegato da Ercole, e offuscherei le mie gesta. Per questo non posso lasciarti vincere, mi dispiace, Impeto del Minotauro", gridò il ragazzo, "Sentirai ora, tutta la potenza del mio cosmo e della potenza del Minotauro!"; il corpo di Icarus venne bloccato da catene energetiche mentre una carica si abbatteva verso di lui. –"Non riuscirò a liberarmi, è finita! Addio amici.. addio Seiya, proteggi Atena!!!", urlò Icarus, sentendo vicina l’energia di Teseo e la propria fine, rimanendo però prima abbagliato da un piccolo flash dorato.

Le Dodici Case furono scosse da un energia immensa, percepita da tutti; alla Casa di Scorpio, Castalia intuì il destino di suo fratello, e cercò di scendere a salvarlo, ma venne bloccata da Tisifone, la quale aveva capito la situazione, e con un cenno della testa gli fece capire che non poteva nulla.

La Casa di Aries era sussultata per la potenza del colpo, e molte colonne erano state abbattute. Dal polverone generatosi, Teseo ne uscì affaticato, ma in piedi e fiero di aver dato una così grande prova di forza e per aver eliminato uno degli avversari più pericolosi, alla conquista del Santuario. Tuttavia, avvertiva un qualcosa di strano nell’aria, qualcosa che avrebbe segnato un cambiamento radicale per le sorti del suo scontro. –"Questa polvere non permette di vedere nulla, è un vero problema!", commentò l’heroes, spazzando via l’ostacolo grazie al suo cosmo.

Fu allora che si accorse di qualcosa che mai poteva immaginare, ma che aveva percepito al momento dell’esplosione del colpo. Di fronte a lui, un uomo aveva fermato il suo colpo, con un solo braccio. Questi aveva una fascia rossa in fronte, vestiva un’armatura d’oro con grandi ali dietro la schiena: -"Evidentemente la fortuna gira dalla tua parte, oggi cavaliere!", affermò l’heroes del Minotauro. –"Icarus Touma, felice di conoscerti! Se permetti, ci penso io a lui!", replicò l’uomo, rialzando Icarus.

"Perché ti sei intromesso straniero? Come hai fatto a fermare l’Impeto del Minotauro, mio massimo colpo, mai fermato da nessuno?" chiese Teseo al nuovo arrivato, -"Dici che nessuno ci è mai riuscito! Ricordo che anche mio fratello riuscì a frenare la forza smisurata del Minotauro e ad ucciderlo!", rispose l’uomo, "Ed era un semplice uomo!"; -"Ma allora tu…tu sei quell’uomo…il più forte tra i Saint di Atena", balbettò spaventato Teseo, "Quel cavaliere che da solo riuscì a eliminare le Divinità Egizie", continuò a parlare spaventato, dalla figura a lui contrapposta. –"Esattamente, il mio nome celeste è Aioros di Sagitter, di Atena cavaliere!", si presentò il ragazzo, turbando ancor più profondamente il nemico.

"La differenza che c’è tra il mio e il tuo cosmo è pari a quella tra Ercole e Zeus", esclamò Teseo, "Nonostante tu sia solo un uomo, sei pari ad un dio per potenza!", continuò, avanzando verso Aioros, -"Non mi piace esprimermi sui miei poteri, preferisco mostrarli", disse il Saint di Sagitter, prendendo in mano l’arco e caricando la Freccia di Sagitter. "Non ti permetterò di scagliarla, Spada del Giudizio", tuonò l’Heroes, iniziando a correre verso di lui.

"Muoviti Icarus, unisci il tuo cosmo al mio!", esclamò il Cavaliere d’Oro, unendo il cosmo dell’altro Saint di Atena, e scagliando la Freccia che trapassò il cuore di Teseo. –"Uhm immaginavo sarebbe finita così…Ercole ho fallito…", balbettò in fin di vita l’heroes, "Arianna perdonami...non volevo abbandonarti", riuscì a dire soltanto prima di morire, col sorriso stampato sul volto. Aioros prese il corpo di Teseo, seppellendolo nel cimitero del Santuario, mettendo una lapida sopra la tomba, che ne ricorda le gesta compiute.