CAPITOLO DICIASSETTESIMO: IL POTERE DEI NOBILI HEROES
Lungo il versante occidentale di Babilonia, la quale era diventata ormai teatro di cruente battaglie, la Legione delle Fatiche di Ercole si apprestava ad entrare nella città, da quel lato, priva di qualsiasi tipo d’entrata. Per questo, gli Heroes erano costretti a fare una breccia nelle mura, ed entrare incuranti di cosa ci fosse dietro l’ostacolo.
A guidare l’esercito degli Heroes, v’era un giovane dalla corazza d’oro, con un elmo a forme di leone e degli artigli sulle mani e sui piedi; lo splendore della Luna si specchiava nei suoi occhi gialli, quasi confondendosi, mentre dei suoi capelli non poteva esser intravisto nulla, essendo coperti dall’elmo, ma da quelli che gli scendevano dalle tempie, si intuiva che fossero scuri come la notte.
Egli richiamò l’attenzione di altri due suoi compagni, che stavano guardando la città, da piccole rovine, vicino le mura di Babilonia, "Diana! Leonida! Mentre cerco di comunicare con Ercole, voi abbattete questo maledetto muro. Dobbiamo entrar presto nella città!", esclamò il Comandante della Legione.
"Sarà fatto, comandante Ettore del Leone Nemeo!", replicò la ragazza, che chiamò colui che era chiamato Issione, ed insieme si avvicinarono al muro, mentre tutti gli altri compagni si mantenevano alla larga, sapendo che solo quei due avevano il cosmo tale da abbattere il muro della città mesopotamica, avvolto dal Cosmo di Lucifero.
"Tecnica di Distruzione, Sokatsui!", tuonarono in coro di due, rilasciando una grande quantità d’energia che si fuse in una palla blu. Quest’ultima fece esplodere il muro di cinta, creando un enorme buco, dal quale si entrava nella città.
Subito dopo, Ettore riuscì a collegarsi mentalmente con il suo capo Ercole, -"Maestro abbiamo abbattuto le mura protettive, ora entriamo!", lo avvertì Ettore del Leone Nemeo, concludendo il collegamento telepatico, e ordinando ad i suoi sottoposti di entrare in città.
Gli Heroes, come fulmini, penetrarono quindi in Babilonia, fermandosi prima di continuare la loro corsa. "Che vasta città! Non ne avevo mai viste di così grandi, neanche in Grecia!", affermò Leonida di Cerbero, guardando in maniera più approfondita quell’enorme agglomerato di edifici, che s’apprestavano a radere al suolo.
"Ricordatevi che un tempo eravamo i difensori della Terra, prima che il nostro maestro s’affiliasse completamente a suo padre, il sommo Zeus!", disse Ettore, "Sapete bene che nessuno di noi attaccherebbe mai l’umanità e Atena, al contrario degli altri gruppi di combattimento di Ercole, tranne quel traditore di Euristeo. Ma il nostro nemico attuale non è un difensore del pianeta, e ciò ci dice che dobbiamo eliminarlo.
Per questo chi vuol rimanere qui a combattere per primo?", chiese poi il capo-gruppo, alla cui domanda si fece avanti, tra gli Heroes, un uomo del tutto simile al suo capitano, ma un po’ più basso.
"Ettore ci penso io qui! Andate oltre voi!", esclamò il ragazzo, chiedendo di poter rimanere ad affrontare degli avversari, "Ne terrò impegnati alcuni qui, mentre diminuiranno quelli sul vostro cammino!".
"Mi rincresce Gin, ma tu verrai con me! Sei troppo inesperto!", esclamò poi Ettore, negando al ragazzo di fronteggiare da soli nemici, "Fratellino, ci sono altri che possono battere da soli ben venti uomini insieme!", continuò guardando i due che avevano abbattuto il muro di cinta.
"Ma non è giust…", replicò il ragazzo, fermato dal fratello; -"A tal proposito, ci penso io qui!", intervenì Leonida di Cerbero, "Sono il più adatto ad affrontare gruppi di nemici!".
"Decisione più che ottima! Allora Leonida rimane qui, e se serve collegati mentalmente con me, che ti manderò degli aiuti!", commentò Ettore, ordinando al gruppo di proseguire lasciando Leonida, pronto ad affrontare i nemici.
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Leonida di Cerbero si assicurò che i suoi compagni fossero abbastanza lontani da dove si trovava lui, dopodiché rise per un attimo, nel contempo concentrando e proprie energie nelle sue braccia muscolose. Effettivamente tutto il suo fisico, nel complesso, era massiccio, il migliore tra quelli degli Heroes, sia del suo gruppo che del complessivo esercito di Ercole: il suo splendido viso lo rendeva poi un bellissimo ragazzo, amato da moltissime donne e ninfe olimpiche.
"E venite ora, demoni di merda!", urlò deciso il ragazzo, concentrando nelle mani, l’energia accumulata dalle braccia. Poi con essa scagliò un pugno nel terreno, sul quale si creò un gigantesco cratere, che devastò gran parte della zona, abbattendo le numerose cosa nei pressi: addirittura, il muro protettivo della città, che in precedenza era stato distrutto dallo stesso Leonida e da Diana dell’Amazzone, andò completamente in frantumi per intere decine di metri, "Accorrete, accorrete che troverete una bella sorpresa!".
Nel giro di alcuni minuti, degli oscuri cosmi giunsero nella zona dell’esplosione, trovando l’Heroes Leonida ad aspettarli. Uno di essi, un vecchio con una lunga barba e indossante un lunga tunica bianca, arrivò in groppa ad un cavallo; un altro raggiunse la zona muovendosi nell’ombra come una lince, mentre infine un altro arrivò sotto forma di corvo, e alla vista di Leonida si ritrasformò in un ibrido, dalla metà superiore del corpo dalla forma di corvo, mentre dalla vita in giù le sue gambe demoniache erano rosse e indossava lunghi schinieri.
Trai i tre prese la parola quello con la tunica bianca, "Ignobile uomo! Guarda cos’hai fatto alla nostra città, pagherai per tale affronto!", esclamò quello con la lunga tunica bianca, "Siamo Furcas il Cavaliere Infernale, Malphas il Corvo Demoniaco e Abaddon l’Apocalisse, appartenenti ai Chaigidel di Belzebù, il trio demoniaco che in tempi immemori si scontrò contro alcuni Saint di Atena, riportando una sconfitta di misura contro due di loro, quello d’oro di Capricorn e quello di bronzo di Pegasus.
D’allora siamo ricordati per la nostra resistenza, per esserci opposti a gente che recava in sé il potere divino dell’Excalibur e del Nono Senso, cosa che non penso qualcuno di voi olimpici potrebbe fare. Oggi contro il <<trio divino>> conoscerai l’odore della sconfitta!", spiegò ancora il demone.
"Io sono Leonida di Cerbero, Heroes di Ercole, pronto a combattere contro voi inutili demoni. Vi precipiterò nell’Inferno dal quale provenite!", replicò Leonida, presentendosi ai tre.
Il Trio subito attaccò Leonida che si mise in posizione di combattimento, lasciandosi colpire dai pugni nemici. Essi, tuttavia, non risultarono efficaci poiché l’Heroes aveva usato qualcosa per difendersi dalle scariche di pugni. Facendo esplodere in minima parte il suo cosmo, Leonida fece allontanare i suoi nemici; -"Vedo che l’Iron Defense ha funzionato per parare i vostri pugni, e da ciò deduco che il vostro livello di forza a stento raggiungere il più debole del nostro gruppo!", spiegò Leonida, iniziando a concentrare le sue energie per quello che riteneva l’attacco giusto, per dar una lezione a quegli sfrontati demoni.
Nel frattempo, Furcas il Cavaliere Infernale scrutava attentamente Leonida, alla ricerca di un punto debole, ma ricordando anche le mosse da lui effettuate precedentemente, non riuscì a trovar ciò che sperava; allo stesso tempo, Malphas ed Abaddon stavano cercando di mettersi d’accordo sul nuovo assalto da portare, soltanto guardandosi con gli occhi.
Furcas, di colpo, si girò verso i compagni e facendo loro un segno con la mano, diede avvio alla nuova mossa d’attacco: il demone dalla lunga tunica scattò velocemente verso Leonida, mentre Malphas lo fece scomparire nel buio della notte insieme a sé stesso, ed Abaddon, tornato alla sua forma animale, volò verso il cielo, scomparendo alla vista di Leonida.
In un attimo, dall’oscurità, i tre demoni riapparvero, attaccando dall’alto e dai due lati, -"Triple Dark Attack!", urlarono insieme i demoni di Lucifero, scaturendo però le risate di Leonida, che si aspettavano un attacco del genere.
"Ahahaha!!! Questo è il tipico attacco di chi ha perso la speranza in battaglia. Sapete qual è l’errore di questa mossa, ebbene è la difesa….", commentò l’Heroes, assumendo la tipica posa di combattimento, e lasciando esplodere il suo cosmo, controllando l’uscita di energia e dirigendola in corrispondenza di Furcas, Malphas ed Abaddon.
Presi dal furore dell’attacco, i tre demoni vennero centrati dall’attacco, e prima che potessero solo gridare dal dolore, vennero disintegrati da questo mondo e di loro non rimase nulla. Un tale rilascio d’energia fino ad allora nella città non si era avuta, neanche quando Leonida poco prima aveva percepito insieme al suo capitano che Flegias, uno dei Comandanti dei Bersekers, aveva iniziato a combattere.
"….la difesa non è assolutamente presa in considerazione, a causa di un attacco come quello, e per questo si rischia contro avversari del mio calibro di venir disintegrati!", disse Leonida, riprendendo il discorso fatto in precedenza ai tre, riguardo il loro triplice attacco.
Per nulla affaticato dallo scontro, Leonida di Cerbero era deciso a scatenare un ulteriore attacco alla zona, per richiamare altri nemici, quando sentì un battito di mani. Proveniva da poco lontano, ai margini del cratere creatosi prima, da una nera figura con un lungo mantello oscuro, che lo copriva interamente, lasciando solo gli occhi gelidi, alla vista dell’eroe olimpico.
"Bellissimo duello Heroes! Uno come te, è degno di battersi con me, Alastor l’Esecutore Infernale!", esclamò il nuovo arrivato, togliendosi il grosso mantello, e rivelando la sua figura di demone dagli occhi azzurro ghiaccio e capelli nero pece.
Egli incuteva stupore e tremore, allo stesso tempo, a causa della sua figura austera e seria, e per di più la sua armatura gli donava un senso di maestosità grandissimo. La corazza era ingombrante, nera come la notte nella quale ci si poteva quasi nascondere; l’elmo era allungato verso l’alto ed aveva delle strisce grigie ai lati, mentre le ali, abbastanza grandi, avevano una forma strana, simile a delle mani.
"Non vedo l’ora si saggiare la tua reale forza. Immagino che non avrai usato neanche metà delle tecniche che conosci, desidero provare la resistenza della tua difesa assoluta!", continuò il demone, impaziente di combattere contro Leonida.
"E allora forza, fatti sotto!", esclamò l’Heroes, invitandolo ad affrontarlo.
Alastor corse velocemente contro Leonida, scagliandogli un forte pugno in faccia, ma l’Heroes non ne risentì neanche stavolta; allora il demone infernale espanse la sua energia facendolo allontanare per vari metri.
"Impressionante la tua forza cosmica, sembri quasi pari a me!", ribatté l’Heroes di Cerbero, pronto a replicare all’offensiva di Alastor. Non tardò ad arrivare una risposta all’attacco, e infatti Leonida iniziò a tempestare l’Esecutore Infernale con raffiche di globi energetici, fino a scaraventarlo quasi fuori dal gigantesco cratere.
Il demone si rialzò da terra, seccato dal colpo, ma allo stesso tempo eccitato dal fatto di aver trovato qualcuno, con cui valeva la pena battersi al massimo delle proprie forze. Alastor, allora, si precipitò ancora su Leonida, iniziando una battaglia fisica, a suon di duri affondi: nessuno riusciva a prevalere, poiché Leonida fermava facilmente i calci del demone, mentre Alastor parava efficacemente i pugni dell’Heroes di Ercole.
Alla fine di quel mini duello fisico, i due avversari erano abbastanza affaticati dall’energia spesa per attaccarsi a vicenda, e respiravano a fatica; -"Che resistenza!", esclamarono nello stesso momento, prima di avventarsi ancora l’uno sull’altro, riprendendo il match, che dopo un po’ continuava sugli stessi binari.
Dopo essersi colpiti a vicenda con un pugno in faccia, i due spiccarono un balzo all’indietro, riportandosi in posizione stante, l’uno di fronte all’altro. –"Forse è meglio attaccare con tecniche energetiche", pensò allora l’Heroes, unendo le mani a formare un triangolo, "Tecnica di Distruzione, Waste Flame!", rilasciando una coltre energetica viola, sparata verso l’Esecutore Infernale.
"Cosa credi di fare con quella. La parerò con una mano!", esclamò Alastor, stendendo in avanti una mano, sicuro di fermare il colpo dell’eroe olimpico, che sorridente aveva centrato il suo obbiettivo. Infatti la coltre energetica, al minimo contatto con Alastor, gli incenerì il braccio, ed egli riuscì solo all’ultimo secondo a scansarsi, per evitare di finire disintegrato dal colpo.
Sporco di sangue e dolorante ad un braccio, Alastor si reggeva a fatica, in un duello che lo stava mettendo veramente alle strette: prima lo scontro fisico finito pari e il conseguente affaticamento, poi la perdita di un braccio, ciò lo aveva messo in profonda crisi.
"Ti ho molto sottovalutato, e me ne pento!", esclamò a fatica il demone, "Una tecnica del genere abbrustolirebbe chiunque non abbia un’armatura molto resistente!
Sai perché mi definiscono l’Esecutore Infernale? Ebbene perché al tempo in cui il maestro Lucifero governava gli Inferi, prima che noi demoni venissimo sconfitti dal Dio attuale Hades all’inizio dell’Età Classica, io ero colui che verificava se le pene, inflitte ai danni, fossero rispettate, diretto sottoposto del <<Giudice>>.
Non ho ancora rivelato tutte le mie carte, ma mi sa che è meglio farlo!", esclamò poi Alastor, sempre faticando a parlare. In quel momento, i due sentirono un cosmo immenso esplodere di colpo, lontano da lì.
Intanto, Alastor l’Esecutore Infernale fece esplodere al massimo il suo cosmo, mutando forma al proprio corpo. Sulla sua testa crescerono lunghe corna, delle grandi ossa fuoriuscirono dalle spalle e dalle gambe, mentre la carnagione divenne più rossa, così come i suoi occhi s’incendiarono. "Guarda, Leonida, guarda colui che ti porrà fine alla tua inutile vita!", affermò il trasformato demone, precipitandosi subito sull’Heroes, e stendendolo con un diretto pugno allo stomaco, facendogli sputare sangue.
Inginocchiato a terra, Leonida constatò che il cambiamento aveva potenziato molto sia l’attacco che la velocità di Alastor, e mentre prima con un pugno del demone gli faceva quasi il solletico, ora lo aveva steso. "Dovrò per forza usare il Tekkai per fermare il prossimo colpo!", commentò sorridente l’Heroes, rialzandosi.
"Se permetti, adesso tocca a me. Falciate tutto ciò che incontrate, Cerbero’s Fang!", tuonò l’Heroes, creando un turbine di zanne energetiche che diresse contro Alastor, graffiandolo notevolmente e facendo sanguinare copiosamente.
L’Esecutore Infernale, però, non si fece impensierire da tutto il sangue sgorgato dalla ferita, per cui riprese l’assalto all’Heroes, tentando nuovamente di stenderlo con un pugno, ma stavolta non risultò efficace, poiché Leonida usò la sua difesa assoluta, il Tekkai, per non subire nessun danno fisico.
"E’ l’ora di cacciar fuori tutto il mio potere, con l’attacco finale!", pensò il demone, vedendo il suo colpo fermato dal Tekkai di Leonida. Il demone richiamò a sé tutte le energie, in preparazione del suo colpo finale, "Hell Ray", tuonò il demone, emettendo dal dito, un grande raggio energetico giallo che colpì Leonida, il quale alzò nuovamente a difesa il suo Tekkai. Tuttavia, dopo alcuni secondi, la difesa assoluta dell’Heroes cedette alla potenza dell’attacco, e così Leonida fu trapassato dal colpo.
Con lo sguardo perso nel vuoto, Leonida ricadde lentamente a terra, sanguinante allo stomaco; Alastor l’Esecutore Infernale fu compiaciuto degli effetti portati dal suo finale colpo, in una sola volto aveva abbattuto il suo ostico avversario. "Alla fine anche uno come te, è caduto!", commentò il demone, pronto a finire il suo avversario.
Alastor, quindi, s’avvicinò a Leonida, caricando un colpo energetico per eliminarlo definitivamente, -"Preparati a raggiungere l’Inferno, Eroe!", urlò il demone, quando qualcosa lo trapassò di colpo all’altezza del cuore, mentre attaccato alla sua schiena v’era un corpo.
"Va..Valefar!"; balbettò dolorante Alastor, riconoscendo un demone alle sue spalle, trapassato insieme a lui, da una spada d’energia, "Chi…chi diavolo è….", continuò balbettando il demone.
Giratosi a fatica, Alastor guardò la persona che lo aveva colpito mortalmente da dietro, ossia una giovane donna dai lunghi capelli neri e dalla corazza blu e rossa, -"Due piccioni con una fava, più facile di così!", esclamò la ragazza, muovendosi alla velocità della luce, afferrando il corpo di Leonida e dopo essersi nuovamente spostata, lo aiutò a rialzarsi.
"Diana, sei venuta a salvarmi!", esclamò affaticato l’Heroes di Cerbero, felice di rivedere la compagna; -"Uhm stavo affrontando questa mezza calzetta, Valefar il Ladro Demoniaco, poi ho sentito l’esplosione di un cosmo e ho costretto il mio stolto nemico a raggiungere questa zona, per poi usare una spada d’energia e fregare sia lui che il tuo avversario!", spiegò Diana dell’Amazzone, "Ti stava per eliminare, da quanto tempo qualcuno non ti aveva messo così alle strette!".
Alastor e Valefar, in un attimo, caddero a terra, esanimi, quasi fossero nulla. I due Heroes si presero alcuni minuti per recuperare un po’ di fiato, poi si rimisero in marcia, verso il Palazzo di Lucifero.
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Dopo i numerosi scontri che si stavano svolgendo e si erano svolti, Lucifero non poteva dirsi di certo felice, dato che fino ad allora tutti i suoi sottoposti erano caduti, o si trovavano in dure condizioni, senza neanche causare perdite ai numerosi nemici. Anche alcuni di cui si fidava personalmente, come Alastor, Dumuzi o Gremory, i quali occupavano la parte più estrema della città, avevano perso i loro march, morti per motivi futili o per l’enorme potenza dei nemici.
"Non ci credo, non è possibile tutto ciò! Dalle sconfitte contro il Creatore, Hades e le due contro Atena, ho sempre radunato tutti i demoni o esseri infernali esistenti; tuttavia sto perdendo!", esclamò furioso e amareggiato il Signore degli Inferi, "Sono solo alla parte estrema della città, ma già stanno mietendo vittime importanti! Mi sa che tra un po’, dovranno scendere in campo anche i Seima Tenshi e i loro vice, e addirittura la mia carta migliore…".
Ancor arrabbiato, Lucifero scagliò un raggio dal proprio dito, incenerendo una statua che lo raffigurava, -"Dovrò per forza usare anche loro….", pensò il Demone Supremo, deciso ad usare il suo asso nella manica, "Baal…Shamash…Enlil…venite subito qui!".