IL FURTO DELL’ARMATURA SACRA
Phoenix saltò sul ring.
"Eccomi, caro fratello! Voglio stringerti con vigore!"
Si preparò a lanciargli un pugno, ma Asher lo fermò.
"Bellimbusto, non tocca a te. Lascialo! E' mio!"
Phoenix si girò appena, colpendo Asher con un pugno. Convinto di averlo schivato, Asher si prepara alla lotta, ma il suo coprispalla esplode e sulla spalla c’è una profonda ferita sanguinante. Cade in ginocchio, sta quasi per svenire.
"Ma come? Non l’ho schivato? Con un solo pugno ha frantumato l’armatura ferendomi gravemente? Devo resistere, sento mancarmi le forze!"
Pensò Asher. A malapena cercò di rialzarsi, ma cadde di nuovo in ginocchio.
Black osservò la scena, pensò al periodo in cui erano "ospiti" nel palazzo di Alman di Thule da bambini, prima che partissero per i luoghi di addestramento. Si ricordò un momento particolare in cui lui ed Andromeda si esercitavano in un duello e quest’ultimo per una rovinosa caduta pianse. Black prese in giro Andromeda, ma arrivò Phoenix e lo spinse, proteggendo il fratello minore, dicendo il suo comportamento non era di codardia, ma perché di animo buono, non gli piaceva combattere ed era costretto a farlo. Poi arrivò Mylock con una scatola contenente i luoghi di destinazione di addestramento. Ognuno pescò un foglio, Andromeda toccò l’isola della Regina Nera, tutti si domandarono cosa fosse e Mylock spiegò chi torna da quel luogo è cambiato nello spirito e nel carattere in male, oppure muore. A quelle parole Phoenix si offrì volontario al posto del fratello, Mylock non acconsentì, ci fu un diverbio, ma poi da Alman di Thule in persona gli concesse questo desiderio. Phoenix partì, ma prima subì una dura punizione da parte di Mylock per non essere stato obbediente.
Ora Black capisce del comportamento di Phoenix, l’isola della Regina Nera l’ha cambiato, non è più il fratello comprensivo di una volta, ma una macchina per uccidere. Decide d’intervenire, con un balzo richiama l’attenzione e si pose davanti a Phoenix. L’annunciatore avvisa del nuovo incontro tra Phoenix e Black, ma Phoenix protesta.
"Rinuncio alla lotta! Il mio vero obiettivo è uccidere tutti i cavalieri ed impossessarmi dell’armatura del Sagittario! Ho visto gli altri scontri, non siete nemmeno paragonabili a me!"
"Phoenix! Non pensare soltanto tu abbia visto e vissuto l’inferno, anche noi l’abbiamo vissuto!"
"Dunque anche tu l’hai visto! Bene, allora raccontami questo!"
Dal pugno di Phoenix partì un raggio luminoso e colpì la fronte di Black.
"Cos’era? Non ho fatto in tempo a schivarlo! Ma dove sono? E’ tutto buio! Vedo… Vedo un pugno enorme, si dirige verso me,devo pararlo, ma non riesco a spostarmi…….NO! Lo spostamento d’aria ha frantumato la mia armatura…….Devo fermarlo! Troppo tardi!"
Black si vide spezzare uno ad uno gli arti superiori e poi inferiori ed infine la testa, rotolante e sanguinante.
"Non posso crederci! Sono morto! No! Com’è possibile? Parlo ancora? Ma cosa mi succede? Che sia…."
Con un urlo, Black si sveglia dall’illusione creata da Phoenix, si porta le mani sulla testa e cade in ginocchio. Ha una fortissima emicrania e rigetta sul pavimento del ring.
"Sei riuscito a bloccare il mio Fantasma Diabolico, bravo! Evidentemente la tua mente è allenata!"
"Phoenix! Nel periodo di addestramento, io l’inferno l’ho visto veramente! Il tuo Fantasma Diabolico è un semplice mal di testa!"
Per un istante, nella mente di Black, riaffiorarono come diapositive i più brutti dei suoi incubi: una landa desolata, un crepaccio, file di uomini e donne con il volto spento ed un’ombra coperta da un mantello nero con l’intenzione di ucciderlo.
Al solo pensiero, Black rigettò di nuovo.
"In un modo o nell’altro ti ho indebolito abbastanza!
MYLOCK! Ora è il tuo turno!"
Con furia, Phoenix da lontano colpì Mylock con un colpo energetico, il quale per il forte dolore svenne. Lady Isabell, a fianco di Mylock, si spaventò, il cuore batteva all’impazzata, si alzò in piedi con gli occhi spalancati.
Ad un segnale di Phoenix comparirono decine di uomini, con armature completamente nere identiche alla sua:
"I cavalieri Oscuri! Pensavo fosse una leggenda ed invece esistono. Pronti ad uccidere senza esitazione per raggiungere il loro scopo. Dei veri e propri mercenari. La loro forza deriva dall’oscurità della notte, come il colore delle loro armature!"
Pensò Asher:
"Ragazzi! Possiamo andare!"
Urlò Phoenix. In quel momento, i cavalieri Oscuri aprirono lo scrigno d’oro, dalla quale comparve l’armatura del Sagittario, ma dietro il piedistallo un’onda d’urto colpì i seguaci di Phoenix, scaraventandoli all’indietro. Dietro l’armatura comparì Ban, nascosto fino in quel momento:
"Sempre il solito!"
Disse sottovoce Asher, quasi sorridente:
"Mio signore lasciatelo a me!"
Ban osservò il suo avversario spiccare un salto nel bel mezzo del pubblico impazzito, con indosso un’armatura identica al Leone Minore e completamente nera. Ban però ebbe un’esitazione, riconobbe il volto dell’avversario, Jasper, suo compagno di addestramento:
"Come và, vecchio caro BAN? LIONET BOMBER DARK!"
Ban fu scaraventato oltre gli spalti. Il pubblico in preda al panico, ancora più sconvolti, si ferirono nel fuggire:
"Phoenix, mio signore! L’armatura è nostra!"
Phoenix fece un cenno con il capo ed il gruppo di cavalieri Oscuri si allontanò, così il cavaliere del Leone Minore Nero, poi li seguì Phoenix stesso:
"Fratello! Non andar via!"
Andromeda si alzò e segui i fuggiaschi. Anche Ban, appena ripresosi, partì all’inseguimento:
"Maledizione! Ma chi era quello con l’armatura uguale a Ban? Non posso restare qui senza far niente! Lady Isabell….."
Disse Asher girandosi verso la ragazza, vedendola in piedi e spaventata. Con grande sforzo, si alzò e partì all’inseguimento:
"Che diamine! Che dolore! In più, il pubblico è nel più totale panico, le loro grida mi provocano un maggiore mal di testa!"
Black, accasciato a terra con le mani sulle orecchie, non riesce a reagire, ma ad un tratto avverte un cosmo. Un cosmo potente e magnifico, che trasmette amore e serenità. E’ una richiesta d’aiuto. Alza appena la testa e non crede ai suoi occhi. Quel cosmo proviene da Lady Isabell, la vede in piedi ed un’aurea bianca avvolge il suo corpo, ma sembra in totale trance, poi smette e ricade svenuta sulla poltrona. Black è sbalordito, ma in cuor suo sente di dover rispondere a quella chiamata e barcollante si avvia all’inseguimento.