Il ritrovo dei cavalieri
Kiki si trovava nel tredicesimo tempio, era scesa la sera ed intorno al ragazzo si trovavano i resti di ogni armatura d’oro sopravvissuta alla battaglia nell’Ade…
Come potrò ripararle in tempo?
Si chiedeva il giovane quando ad un certo punto avvertì un gelido cosmo positivo dietro di lui, Kiki si voltò
Hyoga
Il cavaliere del cigno avanzava verso l’amico, i capelli erano ora di nuovo risistemati come non lo erano dalla battaglia contro Hades mostrando delle bende sull’occhio sinistro.
Ciao Kiki
Disse sorridendo Hyoga chinandosi sull’amico, il ragazzo osservava l’unico pezzo rimasto dell’armatura dell’acquario…il diadema.
In quel momento la mente del ragazzo parve tornare indietro nel tempo.
Era quasi sera, Athena era in pericolo e la freccia d’oro penetrava attimo dopo attimo dentro di lei, Seiya e Shun dovevano aver già raggiunto la dodicesima casa, Ikki e Sirio erano morti raggiungendo il settimo senso. Nella undicesima casa, due guerrieri si stavano combattendo.
Rinuncia Hyoga, non raggiungerai mai lo zero assoluto
Gridava la voce di Camus di Aquarius. Poi una grande esplosione. La stanza divenne completamente bianca candita, Hyoga era privo della sua armatura disintegrata dalla temperatura cosi bassa del luogo, quella di Camus era ancora integra, a parte il coprispalla destro che era stato congelato.
E cosi sia, l’allievo Hyoga non supererà mai il maestro Camus, soccomberai di nuovo sotto il Sacro Aquarius…cosa?
Disse Camus, infatti anche il suo allievo aveva assunto la posa del Sacro Aquarius, massima tecnica delle energie fredde.
Poco dopo i colpi si scagliarono l’uno contro l’altro…una grande esplosione invase il grande tempio…poi il buio assoluto.
Hyoga…Hyoga
Hyoga riaprì l’occhio e vide Kiki che lo stava guardando
Cosa è successo?
Chiese il fanciullo
Nulla Kiki, solo…ricordi
Disse Hyoga alzandosi e togliendo lo sguardo dal diadema d’oro, il ragazzo poi si avviò verso l’uscita.
Quando fu fuori, Hyoga avvertì un dolce vento tranquillizzarlo, poi prese a scendere le scale per andare al dodicesimo tempio...quello dei pesci.
Salve, Hyoga
Disse una voce, Hyoga alzò lo sguardo verso il lato sinistro e notò una figura ergersi su una colonna ormai caduta, il giovane si mise del tempo per capire chi fosse…ora anche l’occhio destro iniziava a giocare brutti scherzi.
Avanti sono io, Sirio il Dragone
Disse la voce e da quell’ombra quasi netta ne uscì l’amico Sirio. La gioia di Hyoga fu molta e i due amici si abbracciarono felici, da quando Seiya era caduto in quello stato di coma, i loro contatti si erano sempre di più indeboliti fino a non sentirsi più dall’inizio del mese precedente.
Come stai amico mio?
Chiese Sirio sorridente, Hyoga però a quella domanda non sorrise più, anzi il suo volto fu avvolto da un senso di serietà.
Non bene a giudicare da quella faccia
Disse Sirio osservando la sua escrezione, Hyoga non disse nulla e si mise a sedere su uno scalino, anche Sirio poco dopo fece lo stesso.
Scommetto che sei qua per il mio stesso motivo
Disse Hyoga all’amico e stavolta fu Sirio a diventare serio.
Eolo, o meglio suo figlio Noto, mi ha sconfitto in battaglia con un solo colpo.
Spiegò il dragone, Hyoga non ne fu sorpreso e spiegò a Sirio che ora poteva, come un tempo anche i cavalieri d’oro, osservare le battaglie attraverso il cosmo.
E tu invece? Chi ti ha sconfitto?
Hyoga guardò l’amico, gli era sfuggito di mente quella mattina, per tutta la mattinata era stato tutto il tempo felice perché si era dimenticato dello scontro con Bora entrando nel passato.
È stato Bora, il semidio dei venti nordici a sconfiggermi.
Disse Hyoga
E ora cosa vuoi fare? Io sono qua per indossare l’armatura che il mio antico maestro mi lasciò in eredità, l’armatura d’oro della Bilancia.
Hyoga non fu colpito dalle parole dette da Sirio, anche lui era in Grecia per indossare l’armatura del suo maestro, quella di Aquarius.
Anche io sono qua per lo stesso motivo. Speriamo che Seiya possa riprendersi.
Disse il ragazzo biondo, Sirio osservò l’amico poi chiuse gli occhi.
Forse è meglio che lui riposi, lui che ha dato perfino la sua anima per la salvezza dell’umanità.
Disse una voce, i due ragazzi si alzarono di scatto, un potentissimo cosmo si avvicinava insieme ad un altro meno potente ma comunque pari a quello di un cavaliere d’oro. Sirio sorrise ed anche Hyoga fece lo stesso mentre le figure di Ikki e Shun si facevano avanti nella scalinata.
Ikki! Shun! Tra le gioie del mondo, questa è la più inaspettata.
Disse Hyoga stringendo una spalla di Shun, il ragazzo dai capelli di smeraldo fece un largo sorriso. Ma subito dopo Ikki lasciò il trio per salire verso il tredicesimo tempio.
Dove vai fratello?
Chiese Shun curioso, Ikki si voltò e disse sorridendo
Servirà il nostro sangue per ripristinare le armature d’oro, non ci avevate pensato?
Sirio sgranò gli occhi, Hyoga e Shun mostrarono stupore, ma tutti e tre seguirono Ikki dentro il tredicesimo tempio.
IKKI….SHUN
Gridò Kiki correndo ad abbracciare i due cavalieri appena giunti.
Ciao Kiki, tutto ok spero.
Disse Shun sorridendo al fanciullo dai capelli rossi, Kiki sorrise allegro mentre una figura entrò nel tempio.
Bentornati Shun di Andromeda e Ikki della Fenice, cavalieri di Athena.
I due fratelli si voltarono mentre la figura esile di Isabel si avvicinava al gruppo.
Lady Isabel, sono felice di vederla incolume.
Disse Shun chinando il capo, Ikki però rimase impassibile.
Athena
Disse con tono pacato il guerriero dell’Araba Fenice.
Ikki, come hai indovinato serve il vostro sangue divenuto quasi divino da quando indossaste le armature divine, per risvegliare il potere delle armature d’oro. Ma esse dovranno poi essere riparate col tempo.
Disse Isabel triste. Ma Ikki sorrise chiudendo gli occhi come soleva fare sempre nei momenti critici.
Non si preoccupi, nel frattempo utilizzeremo ancora le armature di bronzo fino a quando quelle d’oro non saranno pronte.
Disse Ikki, Hyoga lo osservò attentamente… Dopo il sacrificio di Seiya nell’Ade, Ikki era cambiato, non era più il potente guerriero solitario, ma ora un membro della loro squadra in tutti gli effetti, tanto che ora partecipava alle riunioni tra cavalieri.
Quella notte, nella Sesta Casa, Shun, Hyoga e Sirio erano al centro della stanza dove mesi prima era avvenuto lo scontro tra le due Athena Exclamation scatenate da Mur, Milo, Aiolia, Shura, Saga e Camus.
Ebbene, eccoci di nuovo qua, chissà cosa accadrà quando la battaglia contro i venti arriverà.
Chiese Shun, Hyoga e Sirio lo guardarono, il giovane cavaliere di Andromeda chinò il capo.
Non lo sappiamo Shun, è probabile che come Seiya non torneremo in condizioni vive…oppure moriremo.
Disse il Dragone, Hyoga lo osservò poi disse.
Non dobbiamo demoralizzarci Sirio, presto accadrà qualcosa di meraviglioso, forse Seiya si riprenderà e saremo di nuovo uniti.
Ma Hyoga sapeva che ciò non sarebbe stato molto possibile, Seiya era in gravi condizioni e forse non si sarebbe mai più risvegliato.
Nuova Luxor, palazzo della fondazione.
Tisifone si sta allenando, è stanca di dover lasciare a quei quattro ragazzi rimasti in vita la responsabilità della terra, questa volta combatterà anche lei.
Tisifone di Ofiuco
Disse una voce, la sacerdotessa guerriera nonché cavaliere d’argento osservò dietro di se e vide la sua compagna, Castalia dell’Aquila camminare verso di lei. Tisifone dietro la maschera aveva due occhi molto tristi per la compagna: aveva perso il suo amato che era morto davanti al Muro del Pianto ed ora doveva assistere il suo allievo prediletto caduto in coma a causa della maledetta spada di Hades.
Cosi hai intenzione di andartene Tisifone?
Chiese Castalia.
Non so di cosa parli.
Cercò di evitare Tisifone, ma Castalia le mise una mano sulla spalla.
Conosco il tuo cuore triste, Tisifone tu devi restare, andrò io a combattere in nome tuo con gli altri.
Disse la sacerdotessa dai capelli rossi, Tisifone osservò la compagna, un tempo rivale e nemica e fu commossa da quelle parole, ma la donna si fece coraggio e disse.
No, ho lasciato morire molte persone che combattevano in mio nome: i guerrieri del Grande Tempio, Cassios…
Nel dire il nome dell’allievo ebbe un groppo alla gola, ma continuò
E ora…anche Seiya rischia la morte…io devo andare..pe..per lui.
Finì la donna dai capelli verdi, Castalia allora non fece altro che annuire. Poi le due presero ad allenarsi insieme.