Capitolo 2; Le lacrime delle statue
Il sole del mattino filtrava tra le tende della stanza dove Atena dormiva. Ormai era quasi mezzodì ed era molto insolito che a quella ora lady Isabel non si fosse ancora svegliata, lei così mattiniera non aveva l’abitudine di restare a letto al mattino;Pegasus, insieme a Cristal e Andromeda, preoccupato per questo ritardo aveva cercato di entrare nelle stanze ma i soldati che erano di guardia alla porta glielo avevano a più riprese impedito dicendo di avere ricevuto l’ordine da Atena in persona di non far passare nessuno. Allora il cavaliere ebbe un’idea; andò a chiamare Kiki, che ormai viveva al Grande Tempio con Castalia e gli chiese di trasportarsi con la mente nella stanza di Isabel per scoprire se ci fosse qualcosa di strano. Kiki, riluttante all’inizio, alla fine accettò e in men che non si dica sparì
Quando riapparve vicino al letto di Atena si soffermò per un momento ad osservarla cercando di capire se ci fosse qualcosa che non andava;
Il sole illuminava la pelle della fanciulla quasi a volerla proteggere dall’oscurità della notte passata dal suo viso tuttavia traspariva stanchezza come se si fosse appena addormentata
Kiki capì che a parte questo non c’era nulla di strano e così si trasportò di nuovo fuori delle stanze della dea.
"allora? " chiese Pegasus con aria impaziente.
"non ho notato nulla di strano, dormiva come un angelo sapete? Credo che stanotte non sia riuscita a dormire perché aveva un’aria stanca ma a parte questo tutto in ordine" rispose il ragazzino
"visto Pegasus? Non c’era nulla di cui preoccuparsi probabilmente è solo un po’ affaticata" disse Cristal con tono rassicurante.
"Cristal ha ragione! Tu ti preoccupi sempre troppo per lady Isabel" aggiunse Andromeda.
" Probabilmente avete ragione amici è solo che……non lo so! Ho un brutto presentimento"
"che genere di presentimento?" chiese preoccupato Andromeda.
"non so spiegarmelo e come se sentissi un’ombra incombere su di noi"
I ragazzi si fermarono un attimo a riflettere in silenzio poi improvvisamente un urlo di terrore squarciò la tranquillità di quella mattina.
L’urlo proveniva dalla terrazza dove risiedeva la statua di Atena.
I ragazzi si precipitarono nel punto più alto del Grande Tempio e vi trovarono Castalia terrorizzata che barcollava come se stesse per perdere i sensi.
"Castalia!" urlò Pegasus fiondandosi su di lei per sorreggerla.
"Castalia che è successo?" Chiese il ragazzo spaventato nel vedere la sua maestra in quello stato.
" La statua……la statua" Rispose la sacerdotessa guerriera indicando la statua della dea della giustizia.
"La statua? Cosa vuoi dire?"
"Pegasus……… guarda!" disse Andromeda con la voce tremante.
Pegasus si voltò verso la statua e vide che due rivoli di sangue scorrevano dagli occhi della dea.
La statua della dea custode della giustizia sulla terra stava piangendo lacrime di sangue.
"per gli dei! ma cosa sta accadendo?" Chiese Pegasus guardando i compagni cercando una risposta nei loro volti. "cosa può mai significare? Forse che la pace è finita di nuovo?" chiese Andromeda mentre una lacrima gli solcava il volto.
"sarà meglio informare milady! " esclamò Cristal. "hai ragione. Kiki va a chiamare lady Isabel per favore!". Aggiunse il cavaliere delle 13 stelle.
"subito!" detto questo il fratellino del cavaliere d’ariete si trasportò immediatamente nelle stanze della dea.
I minuti che seguirono prima dell’arrivo di lady Isabel sembravano interminabili. I tre giovani stavano in silenzio cercando di dare un senso a quanto stava accadendo, ma per quanto si sforzassero non riuscivano a trovare una risposta all’enigma delle lacrime di sangue.
"che è successo?"domando Atena giungendo dalle sue stanze con ancora in dosso la camicia da notte.
"La statua milady, guardi!" esclamò Andromeda.
"Santo cielo! Allora la sensazione che ho avvertito ieri notte non era frutto della suggestione!"
disse la dea tra se.
"Isabel cosa succede?" chiese Julian Kedives sopraggiungendo sulla terrazza.
"Julian guarda! Non era suggestione il brivido che abbiamo sentito ieri notte. Temo che un nuovo nemico sia sorto per soggiogare il mondo.". Poi rivolgendosi ai cavalieri disse con tono preoccupato e triste allo stesso tempo " una nuova battaglia ci attende cavalieri"
Le espressioni dei presenti si fecero cupe al suono di quelle parole, la pace era di nuovo finita e questo gettava tutti nello sconforto. Sapevano che questa volta forse non sarebbero riusciti conseguire la vittoria; non c’erano più i cavalieri d’oro, le armature divine erano distrutte e loro stessi ancora non si erano ripresi del tutto dall’ultima battaglia.
Fu Pegasus come al solito a ridare coraggio a tutti compresa Atena:
"non importa! Se mai un nuovo nemico dovesse presentarsi al Grande Tempio sapremo come accoglierlo! Giusto amici?"
"giusto!" esclamarono insieme Cristal e Andromeda.
"bene! Per prima cosa sarà meglio mandare a chiamare Sirio e Phoenix!"
"si!" aggiunse Atena " poi dovremo cercare di capire con chi abbiamo a che fare!"
"Milady lei prima ha parlato di un brivido. Potrebbe essere un indizio per capire chi abbiamo di fronte. Non ha sentito nient’altro ieri notte?"
"no tutto quello che ho avvertito è stato una sensazione di terrore che mi ha percorso il corpo ed è stata la prima volta che ho provato una sensazione simile"
"in che senso?" chiese Andromeda
la fanciulla guardò i suoi cavalieri negli occhi uno per uno poi voltandosi verso levante disse con tono visibilmente scosso.
" voi sapete che io sono l’incarnazione di Atena non Atena stessa. La dea che è dentro di me agisce attraverso il mio cosmo. Ecco! Quello che voglio dire e che…" L’incarnazione della dea fece un grosso respiro come a voler prendere coraggio poi si volto di nuovo verso i cavalieri: " non sono stata io ad avere paura…è stata Atena!"
a queste parole lo stupore si dipinse sui volti dei presenti mentre il silenzio scendeva sulla terrazza; nelle loro menti balzava una sola domanda: quale nemico era così potente da terrorizzare la dea della giustizia in persona?
Certo, non era la prima volta che Isabel provava paura, era successo in tutte le battaglie fin li combattute e non c’era da stupirsi perché nonostante fosse l’incarnazione di una divinità rimaneva sempre un essere umano. Ma la sua parte divina era sempre rimasta intatta, forte nella sicurezza della giustizia e mai intimorita neanche dalle altre divinità. Ma quella volta era stata proprio la regione del suo animo che custodiva la sua più grande forza a essere percorsa da un brivido di terrore.
"Hai ragione Atena, è stata la stessa sensazione che ho provato io" disse Nettuno rompendo l’atmosfera che si era creata
Isabel fece un altro sospiro poi voltandosi verso est aggiunse " Enigmi nell’oscurità! Dovrò meditare a lungo su questo."
Detto questo la fanciulla si incamminò verso le sue stanze:
"Un momento milady!"
"Si, Tisifone"
"Atena. Alcor è giunto da Asegard e chiede di vedervi"
" Fallo passare. Lo riceverò appena mi sarò vestita nella sala del grande sacerdote".
Immediatamente la dea e il suo seguito si diressero verso l’interno per accogliere l’inviato della regina di Asegard.
"sii il benvenuto cavaliere del nord! Cosa ti porta così lontano dalla tua terra?". Disse la dea sorridendo.
Il cavaliere del nord, con indosso la sua armatura bianca come le nevi della sua terra, s’inginocchiò di fronte alla dea della giustizia e con tono rispettoso prese la parola:
"Dea Atena, vengo a nome della mia regina e celebrante di odino Ilda di Polaris. Un fatto inquietante è accaduto nella mia città."
Il volto di Isabel si fece improvvisamente serio come se sapesse già cosa fosse accaduto
"Continua cavaliere, ti prego"
" questa mattina Ilda si era recata come suo solito di fronte all’armatura di Odino per adempiere al suo quotidiano compito di celebrante quando all’improvviso la statua del dio del nord ha cominciato a piangere, non semplici lacrime bensì lacrime di sangue"
l’espressione dei presenti compresa quella di Isabel divenne cupa:
"Alcor devi sapere che anche la statua di Atena ha pianto lacrime di sangue"
"Davvero?" esclamò il cavaliere del nord visibilmente sorpreso
" purtroppo si e né io né il dio Nettuno siamo riusciti a spiegarci cosa sia successo"
vedendo che il dio dei mari era presente Alcor non poté fare a meno di lanciargli un’occhiata carica di risentimento; non poteva dimenticare che era stato lui a imprigionare la sua regina con l’anello del Nibelungo e causando la morte dei cavalieri suoi compagni.
"comunque ti ringrazio cavaliere per il tuo messaggio. Cristal ti mostrerà la statua di Atena. Poi riposa e domani ripartirai per la tua città riferendo alla tua regina che non sappiamo cosa sia accaduto ma che la terrò informata."
Detto questo Cristal fece cenno al cavaliere di Asegard di seguirlo.
Pegasus si avvicinò al trono:
"non può essere una coincidenza! Sta accadendo qualcosa; qualcosa che anche gli dei sembrano temere"
"hai ragione Pegasus. Ma cosa può essere?"chiese la fanciulla visibilmente preoccupata.
"non né ho idea……. ma sarà meglio stare allerta!" rispose il cavaliere.