Capitolo 8
LA LIRA SPEZZATA
- Davvero pensavi di avermi sconfitto moscerino?!! – esordì il Demone borioso
Nel sentirsi così chiamare, Steo si rese davvero conto delle dimensioni dell’avversario che si trovava davanti – non gli arrivo neanche all’altezza dello stomaco ed è largo quasi due volte me – si disse, osservandolo bene – nonostante la mole, però, ha lanciato il suo colpo segreto sfiorando la velocità della luce... Nella lotta corpo a corpo, cmq, sono nettamente più agile io. Ma se riesce a bloccarmi mi fa a pezzi…..è rischioso….ma non ho altra scelta! –
Senza pensarci su due volte, si lanciò contro il nemico, colpendolo con un calcio volante allo stomaco e facendo contemporaneamente leva con la gamba per darsi lo slancio e affondarne un altro al volto. Drubb, colto di sorpresa, non accennò la minima reazione, per poi subire una serie di pugni diretti ancora allo stomaco.
Il Santo indietreggiò allora di qualche passo, per prendere la rincorsa e tentare un altro calcio volante.
Qualcosa però andò storto: come un bambinone, stufo del solito gioco, il Demone, con una mossa improvvisa, afferrò il proprio avversario per la gamba e, dopo averlo fatto roteare come una mazza da baseball, lo scaraventò in aria.
Nel ricadere, Steo, cercò inutilmente di coordinarsi in volo, ma Drubb, saltando, lo travolse con una ginocchiata sulla schiena.
Il ragazzo cadde in fine a terra, senza riuscire quasi a respirare, trafitto dal dolore.
Come già poco prima, il Divoratore Senza Volto, non gli lasciò nemmeno il tempo di pensare a una reazione e, afferratolo questa volta per il braccio, lo lanciò nuovamente in aria, per poi colpirlo con un calcio e scagliarlo contro una maceria.
Steo sentì un dolore lancinante penetrargli lo sterno – se non fosse per la mia armatura – pensò – mi avrebbe sfondato il torace –
- Vortice della morte! – fu l’ultima cosa che udì, prima di venire travolto e schiantarsi nuovamente a terra, tramortito.
Poi, in stato di semi-incoscienza , si sentì sollevare dal cranio: Drubb era di nuovo su di lui, pronto a dargli il colpo di grazia.
- Sai cosa voglio fare? Voglio tirarti il collo fino a sfilare la tua colonna vertebrale e poi usarla come frusta per frantumarti le ossa…….ma non ti preoccupare ……a quel punto non sentirai alcun dolore…ahahah…perché sarai già morto!!! –
Steo era completamente in balia del nemico.
Respirava a fatica per il dolore, le forze gli stavano venendo meno e anche la vista cominciava lentamente, ma inesorabilmente ad annebbiarsi. Sentiva la voce del Demone latrare a pochi centimetri dal suo collo, ma non riusciva a distinguere una parola: solo suoni ovattati, echi e rimbombi.
- ma tu davvero sei un Santo? – parlò una voce, questa nitida, di fronte a lui – davvero sei un Santo? – ripeté
Il guerriero della Lira si sforzò di mettere a fuoco, fino a riuscire a distinguere, a pochi passi da lui, una piccola figura avvolta nella nebbia: era un bimbo, con gli occhi leggermente a mandorla e i capelli sparati all’insù.
- Iki! - sussultò
- ma tu davvero sei un Santo? – ripeté per la terza volta il bimbo
- ma certo che lo sono….non vedi l’armatura? – rispose Steo, quasi ricatapultandosi, per un istante, al momento del loro incontro.
Ma Iki si fece improvvisamente serio e continuò – e credi che avere un’armatura basti? Credi che sia sufficiente? Un Santo non si perde mai d’animo, nemmeno quando la situazione è disperata! Un Santo non si arrende mai, nemmeno di fronte al più spietato dei nemici! Un Santo non dimentica mai chi è, per lasciarsi sopraffare dal dolore e dalle proprie paure! Perché un Santo è Di Speranza! –
Poi smise per un attimo di parlare, accennando un sorriso, ma subito dopo riprese – devi trovare dentro di te la forza per reagire. Nelle motivazioni. Solo lì troverai il coraggio per vincere. Non arrenderti! Continua a lottare…..continua a lottare…… - e con queste parole indietreggiò un passo alla volta, fino a scomparire nella nebbia.
- non te ne andare… - sospirò con un filo di voce il Santo
Quindi chiuse gli occhi, concentrandosi per raccogliere le energie rimastegli – non posso ancora arrendermi! Iki ha ragione. Devo trovare dentro di me la forza. Brucia cosmo della Lira! Brucia ed espanditi e dammi la forza per vincere questo duello! –
Drubb non riuscì a rendersi conto di cosa stesse succedendo, nel vedere la sua vittima, che ormai stringeva in pugno, di nuovo avvolta nel cosmo turchese che le era proprio – ma ……come può essere….. – si chiese attonito, prima di trovarsi ribaltato a terra.
Con un colpo di reni, Steo si era liberato dalla presa e lo aveva colpito con un calcio al ginocchio destro, destabilizzandolo e facendolo cadere .
- rialzati…avanti! – ringhiò il Santo
Irritato per l’esser stato colto così di sorpresa, il Demone si rimise in piedi, ma, avvertendo dolore al ginocchio, indietreggiò malamente all’indietro, scoprendo le proprie difese.
- questo è il momento – si disse Steo, preparandosi a sferrare il proprio colpo segreto – Onda Sonoraaa!!!! –
Il gigante non poté altro che lasciarsi colpire in pieno, per rovinare a terra con un fragore senza precedenti.
- maledeeettooo!!! Ora vedrai di che cosa sono capace! - urlò il Demone dalla rabbia
Ma fece solo in tempo a vedere il proprio avversario, lanciato in volo, rompergli il ginocchio, atterrandogli sopra con tutto il suo peso.
- uaaaaa!!!!! Tu sia maledettooooo!!!! – gridava ora Drubb, dal dolore
Colmo d’odio verso chi, in una manciata di secondi, gli aveva rovinato il "gioco", il gigante, con una mossa inaspettata, si lanciò in aria facendo leva sulle baraccia, sfruttando la forza dei propri bicipiti, per poi coordinarsi in volo compiendo un avvitamento e raccogliere a sé il proprio cosmo.
- Vortice della Morte…..spazza via tuttooooo!!!!! – urlò disumano
Steo vide il vortice energetico arrivargli addosso, ma, stavolta, non si fece cogliere impreparato
– Onda Sonora! Iiiaaaah!!! – contrattaccò, concentrando tutto il cosmo nel pugno.
Per la seconda volta, proprio come era stato per Clod e Korr, due cosmi, l’uno contro l’altro: la Lira contro il Divoratore Senza Volto.
Ma questa volta le cose andarono diversamente: il Santo, facendo forza sulle gambe, sfruttò l’attrito sul terreno per non indietreggiare; cosa che non poté fare Drubb, il quale, essendo sospeso a mezz’aria, venne spazzato via, travolto non solo dal colpo energetico dell’avversario, ma dalla spinta d’urto del proprio vortice, che gli si rivoltò contro, facendolo sbalzare all’indietro, impattando in un grosso cumulo di macerie e rimanendone seppellito.
- come vedi, bestione, la forza fisica non è tutto……o, almeno, non sempre…. – sentenziò Steo, prima di lasciarsi cadere a terra dallo sforzo.
- no… fanculo!!!- sbuffò poi – quando ho lanciato l’Onda Sonora, poco fa, devo aver spazzato via alcuni detriti…..ed ora la mia lira è di nuovo scomparsa….. –
- hai ragione, moscerino, la forza fisica non è tutto…. – disse una voce soffocata – a volte è la fortuna che ti permette di vincere…….. ahahah!!! –
Liberandosi dalle macerie che lo imprigionavano, frantumandole con un solo pugno, l’enorme Demone era ora di nuovo in piedi, reggendosi su una gamba sola, di fronte allo sguardo incredulo del Santo, che credeva di averlo, ormai, sconfitto.
Era pieno di ferite, sanguinante e con l’armatura crepata in diversi punti.
In quell’esatto momento, una crepa più profonda si evidenziò sull’elmo, mandandolo in frantumi e lasciandogli il volto scoperto: a fare da contorno ai due grandi occhi azzurri, freddi e spietati, vi era il volto di un giovane ragazzo, con la pelle chiara ed appena un accenno di barba, nera come i capelli ricci e lunghi fino alla mandibola; quest’ultima era larga e massiccia, proprio come il naso, che, però, era dritto e corto.
Steo si stupì di quel viso, così lineare e privo di imperfezioni. Fino a quel momento aveva creduto che il suo avversario fosse sfigurato, forse sviato dal fatto che l’elmo cornuto sembrava una più maschera col compito di nascondere qualcosa, che non una protezione per la faccia, lasciando scoperti solo gli occhi. O forse per via della raffigurazione sul pettorale dell’armatura, deforme e orripilante. Invece ora si trovava a guardare il volto di un ragazzo che poteva avere si e no 25 anni. Volto che, nonostante i lineamenti e la giovane età, di umano non traspariva niente, ma solo rancore e odio.
Il Santo però trasalì lasciando cadere lo sguardo su quello che Drubb stringeva in una mano: la sua lira!
Notando l’espressione dell’avversario, il gigante sussultò d’euforia, brillando gli occhi e con un sorriso beffardo disse – e ora guarda bene….. –
Impugnò lo strumento con ambo le mani, facendo pressione e flettendolo fino a spaccarlo in due, accompagnato da un clangore metallico, che si mischiò al suono delle corde rotte e alle risa malefiche del Demone.
- piaciuto lo spettacolo? – esultò poi, soddisfatto per il gesto compiuto
- la…mia lira… - riuscì appena a balbettare Steo, prima che il nemico gli volasse addosso, colpendolo a raffica con le due parti spezzate dello strumento, usandole come delle spranghe.
Rotolando all’indietro, riuscì in qualche modo a rimettersi in piedi, seppur barcollando vistosamente.
Drubb approfittò della situazione lanciando le sue "spranghe" come due boomerang.
Il Santo evitò la prima, ma fu preso in pieno dalla seconda, che lo colpì al volto, gettandolo a terra.
Il Demone decise allora di ripetere il copione: sentire le ossa dell’avversario spappolarsi, sfondandole dopo averlo lanciato in aria, sarebbe stato il premio a suggello della sua vittoria.
- Impattoooo….Devastanteeeee….. – e, afferrato il ragazzo per un braccio, lo scaraventò in alto, preparandosi a colpire.
Steo, però, aveva già subito quel colpo per ben due volte e non si fece trovare nuovamente impreparato. Con uno sforzo non indifferente ruotò su se stesso e di 180° contemporaneamente, evitando l’impatto col gigante, per atterrare incolume e colpire con un calcio il suo ginocchio destro, già indebolito per la botta presa in precedenza e sul quale si stava reggendo.
Drubb, che non si aspettava quella mossa, cadde a terra stringendo il ginocchio fra le mani e rantolando dal dolore.
- ancora uno sforzo….. devo chiudere qui lo scontro, prima che le forze mi vengano meno – si disse il Santo, prima di gettarsi addosso al nemico, ancora a terra e stringergli il collo con le gambe, tentando di strangolarlo.
- vile !!! è dunque questo il tuo folle piano??? Così non riuscirai mai ad avere la meglio su di me…..e quando mi sarò rialzato ti strapperò la testa via dal collo! – infuriò il Demone, in evidente difficoltà
I due rotolarono per un po’ a terra, in una lotta corpo-a-corpo, più simile, per la verità, ad un incontro di wrestling che non ad un duello fra guerrieri dotati di cosmo. Nessuno dei due sembrava riuscire a prevaricare l’altro, al punto che lo scontro sarebbe potuto andare avanti così fino a che uno dei due non avesse smarrito completamente le forze.
Fu un gesto a decidere lo scontro: Drubb riuscì a conficcare la mano nello sterno del Santo, nella parte scoperta dall’armatura, tra il pettorale e il cinturone, penetrando una ferita, e stava per strappargli via una costola.
Steo, avvertendo una fitta lancinante, tentò una mossa disperata: lasciando per un attimo la presa, sollevò la gamba sinistra in alto e lo colpì alla giugulare con un violento calcio a martello. La gamba destra, impegnata fino a una frazione di secondo prima nella morsa, fece da perno fra il suolo ed il collo del Demone, che si spezzò!
- ce….ce l’ho fatta….hai visto iki?.....ce….l’ho fatta….. – disse con un filo di voce e, subito dopo, perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò in una stanza dalla luce fioca, comodamente sdraiato su un letto.
- ma dove s….ma sono al rifugio!!! – esclamò all’improvviso.
- si, sei di nuovo a casa, ma cerca di stare calmo……il tuo fisico è ancora fortemente provato dallo scontro di ieri – disse la dott.ssa Osadia, che, nel frattempo, si era avvicinata per controllargli una fasciatura – e guarda un po’ chi c’è li? – indicando col dito
Seduta su una sedia, ad un paio di metri dal letto, se ne stava, con la stessa aria imbronciata di quando l’aveva trovata sul treno, la piccola Rai, intenta a pettinare una biondissima bambola.
- hey, ciao! – le disse Steo
- bleaaahhh – le rispose lei
- ecco…è già qualcosa – esclamò ironicamente il Santo, rivolgendosi alla dottoressa
- è stata li tutto il tempo, da quando sei arrivato ed ha anche voluto dormire qui in stanza – raccontò la donna, sorridendo
- aspetta un attimo – la interruppe Steo – dormire qui…..lo scontro di ieri….. Ma che ore sono? –
- è sera…..saranno le 19 circa…. – rispose la dott.ssa Osadia
- siamo usciti ieri mattina…..sono passate più di 24 ore! – poi, dopo essersi fermato qualche istante a pensare, sussultò – ma dov’è Clod?!?!? –
- non ti preoccupare, sta bene anche lui. È nella camera qui a fianco. È messo un po’ peggio di te, ma se la caverà! – lo tranquillizzò lei
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, poi si fermò di nuovo a pensare – e Iki? Dov’è Iki? –
la donna scoppiò per un attimo a ridere, poi disse – sai cosa ha combinato quel moccioso? È scappato dal rifugio ed è andato, da solo, a recuperare l’elmo della tua armatura e la lira. Quando Truck e Talano sono venuti a recuperarvi e vi hanno portato al rifugio, lui si è subito accorto che ti mancava la lira. E così ha pensato bene di andarla a prendere. Ma adesso se ne starà in castigo fino a domani mattina. Certo che, se penso ai rischi che ha corso…..la fuori …da solo…..è stato coraggioso! Non si è neanche fatto seguire –
- pensa te…. – biascicò Steo esterrefatto - quel bimbo…. Quindi sono stati Talano e Truck a recuperarci. Bravi! Così si fa! –
Un cigolio li distolse dal loro discorso e, dalla porta, spuntò Iki.
- Chi ti ha dato il permesso di venire qui? – gli chiese la dottoressa Osadia, facendo di tutto per sembrare arrabbiata
- ehmm….sono scappato dal castigo! – rispose semplicemente il bambino
- la lira è rotta ….è spezzata in due – disse poi, rivolgendosi a Steo – adesso cosa si fa? Puoi combattere lo stesso? –
- combattere? - esclamò Steo – ma ti sembra che uno strumento musicale possa essere usato in uno scontro di battaglia? –
- non lo so….. – disse perplesso Iki. Poi continuò – però ieri, quando mi sono addormentato, ho sognato che eri in un posto strano …..tutto distrutto….e cercavi qualcosa . E quando ti ho chiesto cosa, tu mi hai risposto che stavi cercando la tua lira. Allora io ti avevo chiesto perché la cerchi e tu mi hai detto che è la tua arma più potente. È vero? Puoi combattere lo stesso, adesso che è rotta? Puoi venire a vedere se al rifugio del Valentino ci sono rimasti dei bambini? –
Steo rimase senza parole, di fronte alle parole del bimbo e a quello che aveva sognato e si limitò ad accarezzarlo sulla testa – non ti preoccupare – disse - appena mi sarò ripreso verrò con te al Valentino…..andremo a vedere insieme. Adesso però torna in castigo, o lo facciamo diventare lungo il doppio! –
- no no…vado subito – rispose Iki. E corse via.
- non so neanche spiegarmi come….. – pensò il Santo, guardando il suo piccolo amico
allontanarsi - ma ieri, durante lo scontro, la mia arma migliore sei stato tu…. -