Capitolo 4
GENESI
….eppure la strada era già completamente asciutta.
- com’era possibile questo? – si chiese Clod, che, per la verità, si sentiva un po’ frastornato – aveva piovuto realmente o era stato soltanto un sogno? -
Un rumore….un qualcosa nell’aria lo distrasse improvvisamente. Staccò gli occhi da per terra: tutto attorno a lui aveva assunto improvvisamente strani riflessi violacei; il cielo stesso era completamente viola, un viola tetro. Sentì una nausea perforante salirgli dallo stomaco….per un attimo barcollo all’indietrò e…….un ecoso classshhh…….
Ma come era possibile? Aveva messo il piede in una pozzanghera! – ma se fino ad un istante fa era tutto asciutto? – si chiese ad alta voce, attonito.
Eppure la strada era di nuovo tutta bagnata. Tutto viola. E Clod stava respirando affannosamente. Troppi respiri in pochi secondi e troppa poca aria nei suoi polmoni.
Doveva andarsene da quel luogo lugubre e violaceo, si….lo doveva fare.
Cominciò a camminare…..l’aria mancava sempre di più…….sempre meno….aria…da respirare….
- fffffhh…fffhh…ffffhh…. –
Una vampata di caldo….due…nel tempo di un attimo. Adesso era chino a terra, con la testa fra i gomiti. Tutto attorno a lui girava vorticosamente…..viola. Ancora nausea. Un conato di vomito. Stava per svenire, ma poco a poco iniziò a percepire un fischio alle orecchie tramutarsi lentamente in eco, per poi definirsi in voce fredda – è questo che cerchi? –
Clod alzò gli occhi e vide un ragazzo con addosso un armatura. Le spalliere erano bianche a riflessi blu scuri, come il pettorale, che però aveva degli inserti di un colore misto fra il rosso fuoco, l’arancione e l’oro, ma i bracciali e i gambali erano blu e tre piume metalliche scendevano dalla schiena; infine l’elmo era un diadema, che culminava in una specie di corona tripunte, decorata da un ovale schiacciato viola su quella centrale, a contenere una piccola pietra rossa.
- stai cercando la via per continuare o il modo di tornare indietro?- parlò il ragazzo
Eppure era sicuro: aveva già visto quella faccia. E l’armatura….perchè aveva la sensazione di doversene appropriare?
- stai guardando la mia armatura? Se la vuoi vieni pure a prenderla, ma devi decidere se è lei che vuoi oppure i tuoi ricordi passati. – continuò il ragazzo
A tali parole Clod si destò dal torpore che lo aveva attanagliato fino a quel momento. Quali ricordi? Lui non ricordava nulla del suo passato e nemmeno sapeva chi fosse. Nè per quale motivo si trovasse in quel posto, per strada e nè da dove fosse arrivato lì. – ma tu chi sei?- chiese rivolgendosi al ragazzo.
- no, tu chi sei….anzi chi hai deciso che vuoi essere- fu la risposta – devi batterti con me –
- battermi?- ebbe appena il tempo di dire Clod prima che il suo interlocutore si scagliasse contro di lui, travolgendolo con un calcio, talmente veloce che non ebbe nemmeno il tempo di vederlo. – ma cosa…..- ma di nuovo fu interrotto violentemente, questa volta preso alla gola da una stretta soffocante. Non riusciva quasi più a respirare……ancora un po’ e sarebbe morto soffocato da quella stretta e dalla sua stessa saliva. Con un sussulto afferrò i polsi delle braccia che lo stavano costringendo e tentò di liberarsi dalla presa, ma era troppo forte per lui. mentre i suoi muscoli erano flaccidi e mancavano di tonicità. Non ce la faceva più…aveva paura.
La vista cominciò a sfuocarsi, fino a venirgli meno. Improvvisamente voci, immagini e ricordi che credeva perduti….di nuovo li….a pochi passi…… Un sorriso, come di sollievo, prese forma sulla sua bocca, ma subito si tramutò in una smorfia di frustrazione quando fece per toccarli e si accorse di non poterlo fare poiché imprigionato da quella morsa, dalla quale non si stava liberando.
A quel punto i ricordi svanirono e al loro posto comparvero spaventose visioni di bambini che in lacrime, cadaveri….morte e distruzione ovunque…poi il fuoco si spostò su un gruppo di ragazzi che camminavano per mano: indossavano delle armature. Una rossa aveva delle catene attorno alle braccia; un’altra verde aveva uno scudo su braccio sinistro; uno di loro stringeva in mano uno strumento a corde, forse una lira; una ragazza indossava una corazza color madreperla dai contorni color bronzo. Ma erano feriti e le loro armature piene di crepe. Nonostante ciò camminavano con passo sicuro, stringendosi le mani, con lo sguardo fisso in avanti. Ma la cosa più strana era la sensazione di pace che la vista di quei ragazzi portava nel suo cuore. Guardando nei loro occhi egli vedeva…..Casa…
Poi però si accorse che alle loro spalle era comparso un secondo gruppo di ragazzi, anche loro vestiti di armature, che li stava inseguendo. Gridavano con voci disumane e negli occhi avevano solo odio e morte. tutti tranne uno, quello che li guidava: aveva un’armatura nera con innesti grigio chiaro, ma aveva un’espressione umana dipinta sul volto.
- attenti! State attenti! – provò a gridare, ma la stretta che lo stava soffocando gli impediva anche solo di fiatare.
- allora è questo che vuoi essere? I tuoi bei ricordi valgono così tanto? – sentì una voce di fronte a sé….. – tanto da lasciare che i tuoi compagni corrano un grave pericolo solo perché tu sei troppo indeciso ….troppo nostalgico e piagnucolone per aiutarli? Ne vale la pena Clod? Capisci cosa ti sto dicendo? – la stretta alla gola si fece improvvisamente più forte…. Ormai non aveva più ossigeno nei polmoni…..ancora qualche istante e lo avrebbe ucciso – tu hai solo paura di morire soffocato qui e adesso, mentre io ti sto dicendo che i tuoi amici moriranno per colpa tua- riprese repentinamente la voce – è questo che vuoi? Eh? Vuoi essere questo? Un vigliacco? Alloraaaa? Hai scelto chi cazzo vuoi essereeeee???!!!!! –
- aaaahhhhhh – gridò improvvisamente Clod e istantaneamente una vampa di fuoco e fiamme lo avvolse, liberandolo dalla stretta che lo stava soffocando.
Con la coda dell’occhio vide che il gruppo degli inseguitori aveva ormai raggiunto il primo gruppo, in lontananza. Clod si lanciò sulla scena librando in volo, tramutandosi in una fenice di fuoco, giusto in tempo per fermare uno di questi, proprio mentre stava per colpire alla schiena la ragazza con l’armatura di perla coi propri artigli neri, travolgendolo con un fendente infuocato.
Ora Clod si trovava in un luogo completamente buio…solo buio e fiamme……
Si guardò le braccia e le gambe: indossava un’armatura….ed era la stessa del ragazzo che prima aveva tentato di strozzarlo, ma non ebbe il tempo di pensare oltre che un dolore lancinante lo colpì alla schiena gettandolo al suolo. Raccogliendo le forze si rialzò, per accorgersi che nel buio, tra le fiamme stava dritto in piedi, di fronte a lui, il ragazzo dai neri artigli.
- io sono Korr della Bestia Maledetta e non sopravvivrai al mio secondo attacco – esordì il guerriero – e finito con te, sarà la volta dei tuoi compagni –
- Nooo!!! – gridò Clod lanciandosi contro di lui, nuovamente avvolto nel suo cosmo incandescente.
- muori – fu la risposta Korr – aartiglii dela moorteee!!! –
I due ragazzi si scontarono in volo. Clod, con un pugno infuocato, sfondò il torace del suo avversario, raggiunse il cuore e glielo stappò via dal petto, poi, per un attimo si specchio sui suoi occhi e quello che vide fu un volto disumano e colmo di rabbia, dai lineamenti più simili a quelli di un demone piuttosto che a quelli di un uomo. A quell’immagine provò un misto di orrore e consapevolezza, che fu però interrotto da una fitta all’altezza fegato: gli artigli neri di Korr lo avevano infilzato in pieno.
Clod afferrò il polso della mano conficcata nel suo addome, non allo stesso modo di quando poco fa aveva tentato di liberarsi dalle braccia che lo stavano soffocando: ora si sentiva le proprie membra pervase da una forza inaudita, nonostante il dolore. Strinse quel polso fino a spezzarlo ed estrasse con forza.
-aaaaaahhhhhhh – gridò Clod della Fenice svegliandosi in un sussulto. Era in una stanza semi-vuota, solo un letto e il comodino, illuminati da una candela. - ora ricordo: siamo scesi nei sotterranei e poi sono svenuto – disse fra sé, percorrendo il corridoio appena fuori dalla stanza.
In una stanza, infondo a quello stesso corridoio, Steo della Lira stava assaporando il suo caffè – è buffo ….credo che il gusto del caffè mi evochi in qualche modo qualche sensazione passata….-
- Ma, a proposito, io non ho ancora capito questa cosa della memoria di voi Santi- proruppe Talano
- beh, in sostanza niente di più semplice: il prezzo per aver acquisito il cosmo della costellazione relativa ad ognuno di noi e un’armatura sacra è la perdita di tutti i nostri ricordi. Il bello è che, se per acquisire a pieno tutti i miei poteri ci sto mettendo giorni, la perdita della memoria è stata repentina - rispose Steo
- ma, scusa, ma allora tu cosa senti quando provi a ricordare qualcosa? – gli chiese Talano
- non provo – rispose secco Steo – come faccio a provare a ricordare qualcosa….quando quel qualcosa non so nemmeno cos’è –
- già, giusto….- poi l’uomo dai bianchi capelli continuò – quindi il tuo nome…..-
- quindi non so neanche se sia il mio vero nome - riprese Steo - so solo che l’Angelo della Speranza mi ha chiamato così quando è comparso a me –
Tutti al tavolo guardavano Steo senza sapere cosa dire. Il silenzio durò per alcuni secondi, poi fu proprio il Santo a continuare - in verità non posso proprio dire di non aver più ricordi. È che i ricordi che non sono i miei –
Talano fissava ora il ragazzo, senza riuscire a seguirlo assolutamente.
Accortosi di ciò Steo iniziò a spiegare - tramite la reminiscenza, oltre ai poteri dovuti alla scintilla di energia cosmica con cui l’Angelo mi ha investito, ho anche assimilato tutti i suoi ricordi –
- quindi tu sai…..da dove arrivano gli Angeli? - chiese Talano, quasi timoroso di avere quella risposta
- perché possiate capire davvero tutta la storia dovrei cominciare dall’inizio……mmm…vediamo…allora……- Steo prese un lungo respiro.
- Per prima cosa Dio creò la Terra e, con essa, l’uomo e la donna, a propria immagine e somiglianza. Questi però sembravano essere rimasti vittima della loro natura animale e la ragione non riusciva a prendere il sopravvento sull’istinto, così Dio decise di dar loro una guida: gli Angeli per l’appunto – continuò - i quali inizialmente si presero cura degli uomini e li aiutarono a controllare i propri istinti animali, insegnando loro l’uso della ragione. Inoltre, servendosi dei loro poteri, intervenivano sugli elementi naturali, quali i mari e i venti, o le piogge, o, ancora, il fuoco; il tutto a favore degli uomini e del loro sviluppo sul pianeta. Fu così per molti anni. Poi qualcosa andò storto. Gli Angeli cominciarono a litigare fra loro per il possesso della Terra e si allontanarono dalle persone, apparendo solo sporadicamente, a volte in loro aiuto, altre per prendersi gioco di loro, usandoli per le loro guerre interne, come soldati…..promettendo loro grandi ricompense, come la vita eterna…o l’eterna giovinezza….tutte cose che poi non potevano mantenere. Gli uomini iniziarono a perdere coscienza di ciò che gli Angeli erano all’inizio, cominciando a darsi spiegazioni "umane" sulla loro esistenza. Fu così che iniziarono a chiamarli Dei o Divinità e con tale nome sono giunti sino a noi oggi. Col tempo la razza umana diventò indipendente e capace di evolversi, senza più bisogno dell’intervento delle Divinità. Nel frattempo le guerre tra gli Angeli erano sempre più radicate e sempre più questi si servivano di uomini, per armare i loro eserciti. La situazione degenerò definitivamente quando l’Angelo della Vita, ovvero colui che era stato eletto e posto a coordinare l’intervento di tutti gli Angeli sulla Terra, decise di andare da Dio affinché questi intervenisse per porre fine alle guerre interne che avevano colpito e quasi decimato la specie Angelica. Dio però rispose che gli Angeli dovevano trovare dentro di loro la strada per la salvezza, abbandonando il cammino oscuro che ormai avevano intrapreso e che l’unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di separare il piano Angelico da quello Umano, perché fin troppo loro avevano abusato delle vite degli esseri umani per servirsene per i loro scopi. Angeli e uomini furono separati. Nonostante ciò gli Angeli continuavano a combattersi fra loro, ormai nutriti dall’odio e dalla brama di potere. Fu così che Dio decise di porre fine alla loro specie rendendoli asessuati e impedendo che la loro specie potesse riprodursi. L’Angelo della Vita, però, che era innamorato dell’Angelo della Speranza, impazzì all’idea di non poter più amare come prima la propria compagna e tale pazzia sfociò in una trasformazione cosmica che lo portò a divenire l’Angelo della Paura . incolpando la sua stessa specie per la punizione che Dio gli aveva inflitto, decise di sterminare i suoi simili. Era una furia e l’odio che nutriva nei confronti di quelli che fino a poco prima erano stati suoi fratelli era immenso….e rendeva i suoi poteri immensi. Lo sterminio si fermò solo quando questi si trovò faccia a faccia con l’Angelo della Speranza. L’amore che provava per lei era più forte persino dell’odio sconfinato che ora lo possedeva. Gli Angeli rimasti ancora vivi organizzarono così un contrattacco, approfittando del suo momento di crisi e riunendo le forze. Combattendo tutti insieme riuscirono infine a sconfiggerlo, confinandolo in un'altra dimensione, ma, prima di sparire, questi giurò che si sarebbe servito degli stessi uomini che loro avevano usato, per compiere la propria vendetta, coniando un urlo disumano e terribile. In quello stesso momento, un uomo moriva sulla croce: si chiamava Gesù.
Gli Angeli sopravvissuti allo sterminio erano talmente pochi, che si potevano contare sulle dita.
L’urlo della Paura però, era stato talmente potente da frantumare la barriera che Dio aveva creato per confinare gli Angeli e separarli dagli uomini.
Fu così che questi, temendo la vendetta del loro simile, decisero di scendere nuovamente sulla Terra e sterminare la razza umana. Ma questo non sfuggì a Dio che per salvare gli uomini si vide costretto ad imprigionare gli Angeli in una prigione terrena, chiamata Specchio Sacro. Dopo di che vi pose un Sigillo, in modo che questi non potessero aprirla dall’interno. –
- ma perché Dio non li sterminò e si limitò a catturarli? – chiese uno seduto al tavolo
- perché per Dio ogni vita è preziosa, al punto tale che nemmeno egli stesso si sente in diritto di estirparla, nemmeno di fronte a siffatta minaccia – rispose Steo
- è questo gli è costato la perdita dell’unico Angelo rimastogli fedele: la Speranza – proruppe una voce fino a quel momento estranea alla conversazione
- Clod – esclamò la dott.ssa Osadia
Ma il Santo della Fenice si limitò ad un sorriso e continuò - infatti la Speranza riuscì a condurre i suoi fratelli nello Specchio, ma rimanendo imprigionata anche lei. Poi Dio radunò un gruppo di uomini facendogli promettere di proteggere lo Specchio Sacro in modo che nessuno potesse togliere il Sigillo e spiegò loro che avrebbero dovuto tramandare questo compito a chi sarebbe venuto dopo di loro, di generazione in generazione. Ma gli uomini commisero lo stesso errore che fecero secoli prima gli Angeli iniziando a combattersi fra di loro per il controllo del Sigillo che, da simbolo di salvezza qual era, divenne simbolo di potere – poi la sua espressione si fece più seria e proseguì – Questo gruppo, si insediò in quello che oggi è lo stato Vaticano, dicendo di rappresentare Dio sulla terra ed eleggendo un nuovo dio fra gli uomini, che chiamano Pontefice…..tutte cose che Dio non aveva chiesto – poi, cambiando ancora in un’espressione questa volta colma di rabbia – L’unica cosa che dovevano fare era proteggere il Sigillo e invece…a quanto pare, non ci sono riusciti –
- quindi non è possibile che gli Angeli abbiano aperto la prigione dall’interno, ma deve essere stato per forza qualcuno dall’esterno – disse Talano
- si – intervenne Steo – ma non possiamo sapere come ciò sia realmente avvenuto
- mi fa strano parlare in questi termini, ma…potrebbe essere stato l’Angelo della Paura? Ammesso che sia uscito dalla dimensione in cui era stato confinato……che l’abbia fatto solo per avere la possibilità di vendicarsi dei suoi fratelli? – chiese la dott.ssa Osadia
- no, se no li avrebbe sterminati prima che loro iniziassero a sterminare noi – disse Clod – anzi secondo me, è stato proprio il Pontefice a togliere il Sigillo….. mah…..boh….-
- il Pontefice dici….. Piuttosto tu come ti senti? – gli chiese la donna
- ho fatto un sogno….ma ora va meglio – poi girandosi verso Steo - a proposito, c’è una parte del tuo racconto che io non concordo….. secondo me, quelli non sono scesi sulla terra per paura che l’Angelo della Paura si servisse di noi per vendicarsi, ma solo perché erano invidiosi che noi abbiamo ancora il pisello…….-
- Ma vai….aff….-
- Ma buttati…-
- Ma senti questo….si può essere così…-
- Ti sembra il momento di scherzare questooooooo???????-