Capitolo 13
UN AIUTO INASPETTATO
Clod della Fenice avanzava a passo lento in direzione del tubo, dove erano rifugiati i bambini e Steo.
- se continuo così non arriverò mai in tempo – pensò fra sé – ma faccio fatica a respirare….e le forze sono quelle che sono… - poi, dopo qualche passo – mi chiedo solo come farò a reggere il prossimo scontro in queste condizioni –
Improvvisamente arrestò il proprio incedere, portando la mano alla ferita sull’addome che continuava a tormentarlo – non ti lascerò avere la meglio! Troppe vittime innocenti riposano in questo luogo e sento i loro spiriti gridare vendetta; Steo è venuto fin qui a combattere, nonostante le ferite e la condizione precaria, rischiando la propria vita; senza contare che adesso abbiamo un nuovo alleato, il Santo di Andromeda, anche lui impegnato con un nemico difficile. No, non posso mollare! Chiunque tu sia, Demone, ti sconfiggerò sulle le Ali della Fenice! – e riprese a camminare, questa volta ad andatura più veloce, concentrandosi sull’aura oscura che sentiva avvicinarsi costantemente.
Al rifugio del tubo, intanto, il Santo della Lira aveva ripreso conoscenza e stava parlando con Hammed e Kedy, che lo aggiornavano sulla situazione.
- dunque Clod è riuscito a sconfiggere Dahuto, mentre un Santo con la catena, che dice di chiamarsi Ric, ti ha aiutato a tornare fin qui e poi è andato a cercarlo…..a quanto pare le cose si stanno mettendo per il verso giusto… - si disse, bevendo a sorsi dell’acqua da un mestolo di latta.
- ero totalmente disidratato…..dev’essere a causa del mio ultimo scontro……ma non è il momento per piangersi addosso! – esclamò poi con forza, alzandosi in piedi
- aspetta, devi rimetterti seduto! ….. hai ancora bisogno di riposo! – esordì una signora sulla cinquantina, andandogli incontro.
- non si deve preoccupare per me, signora….. anzi, vi ringrazio tutti per esservi presi cura di me, mentre ero svenuto, ma sto molto meglio adesso. – poi, dopo aver abbassato per diversi secondi lo sguardo, fissando il pavimento, pensieroso, continuò – se il mio amico non ha ancora fatto ritorno, è probabile che si sia imbattuto in un Demone, o che comunque si trovi in una situazione di difficoltà. Devo andare ad aiutarlo. E vi prometto solennemente che torneremo indietro appena possibile per portarvi al nostro rifugio, dove per lo meno avrete una sistemazione migliore e più confortevole di quanto lo sia questa caverna, se non più sicura. –
Ma le sue parole furono interrotte dalla percezione di un cosmo a lui nuovo, che si era acceso all’improvviso, per poi spegnersi, nel giro di qualche istante, senza lasciar traccia di sé.
- a chi mai potrebbe appartenere quel cosmo? No, non era quello della Fenice….ma nemmeno quello di un Demone. Che appartenga al Santo di cui mi parlava Kedy? Non posso perdere altro tempo! Devo andare! – scattando via di corsa si rivolse un’ultima volta alle persone nella caverna – torneò, ve lo prometto! Tornerò a prendervi….. -
Anche Clod, nonostante la fatica per la corsa, aveva sentito il cosmo di Andromeda incendiarsi e scompare.
- lo scontro dev’essere al proprio culmine! – pensò – la situazione non mi lascia per nulla tranquillo: quel Demone è viscido….e sleale! Speriamo che Ric tenga alta la guardia e faccia molta attenzione. –
Proprio in quel momento, però, avvertì il cosmo oscuro, che stava inseguendo, virare in sua direzione – bene! Si è accorto che lo stavo inseguendo e ha deciso di venirmi incontro…. A questo punto meglio aspettarlo qui e raccogliere le ultime energie; dopotutto questo viale potrebbe rivelarsi un buon campo di battaglia. –
Ma non ebbe tempo di ragionare ulteriormente su da farsi che dovette schivare una lama diretta al torace – zuhjak! A quanto pare questo Demone viaggia scortato…….ebbene, sia! –
Con una raffica di calci e pugni fiammeggianti atterrò un primo gruppo di cinque sciacalli oscuri; poi altri tre lo attaccarono alle spalle, ma li sistemò con un calcio volante; infine ne arrivarono otto armati di alabarda, che lo attaccarono frontalmente – adesso basta! Ali della Feniceeee! – e li spazzò via con un solo colpo.
- ogni volta che brucio il mio cosmo la ferita mi fa male…. – vittorioso, ma col fiato corto per lo sforzo appena sostenuto, il Santo della Fenice spalancò gli occhi, nel momento in cui si rese conto di aver di fronte a sé il proprio nemico.
Era un ragazzo di media altezza, carnagione olivastra, occhi castani e capelli resati a zero, con un tatuaggio tribale che copriva quasi per intero la parte destra del cranio, per scendere sulla fronte e, in fine, sulla guancia. L’armatura era composta dai bracciali, di colore giallo scuro e formati da diversi piccoli fuscelli metallici, che si intrecciavano fra loro con geometrica precisione, dalla cintura e dai gambali, di stessa forma e colore, che andavano a proteggere anche le ginocchia e dalle spalliere, completamente nere, ricurve all’ingiù. Ma due elementi particolari spiccavano su tutti: il pettorale era uno specchio a forma di esagono allungato, contornato di nero; mentre l’elmo, anch’esso nero, era scolpito sul retro, a disegnare un volto malefico, che poteva sembrare quello di una strega e che il Demone teneva in mano, appoggiandolo al fianco destro.
- per quale motivo non ti sei lasciato abbattere dagli zuhjak? Il tuo cosmo è debole e il tuo corpo pieno di ferite. Non sei sicuramente in grado di sostenere questo scontro e sei provato dall’aver affrontato guerrieri di scarso valore e privi di cosmo! Eppure hai fatto in modo che io percepissi il tuo cosmo, in modo da venirti a cercare. Quindi la domanda è solo una: chi stai nascondendo!?!? – esclamò con tono sicuro.
Clod continuava ad osservare la figura che gli si parava davanti senza proferire parola alcuna, preoccupato dalla consapevolezza della precarietà delle proprie condizioni e dalla strana sensazione che quello scontro fosse perso, ancor prima di essere iniziato.
- cmq, anche al meglio delle tue condizioni, non avresti nessuna possibilità contro di me, perché io sono invulnerabile! – riprese il Demone – nonostante ciò voglio che tu sappia il nome di chi ti ha sconfitto perché io conosco di già il tuo, Clod della Fenice, assassino di Korr della Bestia Maledetta, compagno di tante battaglie! –
Nel sentire tale nome, al Santo tornarono alla mente i ricordi del suo primo scontro e quelli della vittoria ottenuta alla Rinascente e questo bastò per scuoterlo dal torpore in cui era caduto
- per la precisione sono stato io a uccidere anche Dahuto del Carbonaio Infernale …..e poi dimmi, su, quale sarebbe il nome di colui che mi ha già battuto, senza nemmeno essersi misurato con me?! –
Il Demone fece tre passi avanti e lasciò cadere l’elmo a terra aprendo le braccia – il mio nome è Lesma della Gorgonie Malefica! Fatti avanti! – esortò, facendo cenno con le mani.
- e sia! – fu la risposta di Clod, che caricò il proprio cosmo all’istante e lanciò le Ali della Fenice, con quanta forza aveva in corpo – iiiaaaa!!! –
Il fascio di energia infuocata si diresse verso l’obiettivo, centrandolo in pieno. A quel punto, però, accadde qualcosa di inaspettato: l’energia fiammeggiante venne totalmente assorbita dallo specchio sull’armatura del Demone, senza che questo avesse subito alcun danno.
-come è possibile? – biascicò il ragazzo esterrefatto – ha annullato il mio colpo senza muovere un dito… -
- non l’ho annullato – lo interruppe Lesma, con un leggero sorriso stampato sul volto – ed ora te ne accorgerai….a tue spese! - e a queste parole, lo specchio si illuminò di energia incandescente che, convogliando in un onda do fuoco, travolse in pieno il Santo della Fenice, sbattendolo a terra dolorante.
- non può essere! Mi ha rispedito indietro le Ali della Fenice! – commentò a bassa voce, cercando di rimettersi in piedi – come può avere un simile potere? Che tecnica è mai questa? –
Ma non ebbe il tempo di porsi ulteriori domande che il nemico gli piombò addosso, costellandolo di calci e pugni al torace e atterrandolo, per la seconda volta, con un calcio rotante al volto, facendogli volare via l’elmo.
- lasciami indovinare! Sei ammirato e stupito dalla mia tecnica e, allo stesso tempo, ti stai chiedendo come fare per neutralizzarla! Beh, lascia stare: è impossibile! Fossi in te non cercherei neanche di rialzarmi. Starei a terra, aspettando il colpo di grazia. –
Clod era ancora disorientato dai colpi ricevuti, ma riuscì comunque a spostarsi di qualche metro, rotolando su se stesso.
- la ferita….ora è completamente riaperta…non ci voleva – poi, raccogliendo le forze, si rimise in piedi, barcollando.
- davvero intendi riprovarci di nuovo? Ebbene, potrai misurarti di nuovo con la tecnica dello Specchi della Morte, se è questo che vuoi. Ma ti avverto: verrai abbattuto dal tuo stesso colpo, per la seconda volta…..seconda e ultima… -
Nella testa del Santo della Fenice pullulava, ora, una moltitudine di pensieri. Come poteva fronteggiare questo nuovo nemico? La sua tecnica segreta gli appariva insuperabile, unendo attacco e difesa in una volta sola. Forse avrebbe dovuto spostare lo scontro su una lotta corpo a corpo: a quel punto avrebbe annullato il vantaggio del proprio nemico, senza più alcun colpo energetico da riflettere. Ma il fisico lo avrebbe retto? No, ne era sicuro. Una lotta corpo a corpo nelle sue attuali condizioni sarebbe stato andare in contro ad un massacro. Ma allora come fare? Aveva quasi perso ogni speranza.
Poi un’idea illuminò il buio della propria mente – e se tentassi con il Fantasma Diabolico? Potrebbe non essere in grado di respingere un colpo di natura psichica. È un rischio, ma devo tentare. È l’unica possibilità che mi resta! –
Ancora una volta caricò il cosmo fiammeggiante della Fenice e si lanciò all’attacco, correndo verso il Demone.
- un attacco diretto? Sei davvero alla frutta allora…. – furono le parole di Lesma, che si preparava a schivarlo.
Clod però anticipò la mossa e, scattando alla velocità della luce, scagliò il proprio colpo segreto – ecco, ci sono riuscito….ma ho dato fondo alle ultime energie che mi erano rimaste….. –
Ma una voce lo sorprese alle spalle – ti avevo avvertito che saresti stato travolto dal tuo stesso colpo! –
Il Santo si voltò di scatto e fu come se qualcosa gli infilzasse improvvisamente il cervello: un dolore lancinante alla testa; poi le gambe cedettero e stramazzò al suolo, privo di sensi.
- non dovrò nemmeno assestarti il colpo di grazia. Ti sei finito con la tua stessa tecnica.- disse il Demone, osservando il proprio avversario sconfitto.
Ad un tratto, però, qualcosa spostò la sua attenzione.
- un cosmo molto potente si sta avvicinando. Meno aggressivo di quello della Fenice, ma sicuramente non meno potente – tirando un calcio al vuoto sbuffò infastidito – uff! dovrò prepararmi ad un altro inutile scontro. Chiunque sia il mio prossimo avversario, non potrà sconfiggermi. –
Nel frattempo Steo della Lira stava correndo nella direzione in cui aveva avvertito il cosmo del compagno.
- da quando mi sono ripreso è già la seconda volta che sento un cosmo positivo divampare e poi spegnersi. Inoltre, non v’è dubbio, questo era quello di Clod! –
Corse per alcune centinaia di metri fino giungere in un lungo viale. Un corpo era accasciato al suolo, qualche metro più avanti. Si avvicinò, con passo incerto, di alcuni metri, fino a che non ebbe più dubbi: quello che giaceva a terra era il Santo della Fenice.
- fossi in te non mi preoccuperei per chi ormai è spacciato – lo incalzò una voce
Steo si guardò velocemente introno. Niente. Poi improvvisamente alzò lo sguardo: comodamente sdraiato sul grosso ramo di un albero, se ne stava un ragazzo, con un’armatura giallo scuro, un elmo nero e uno strano specchio a coprirgli il torace.
- sei stato tu a ridurre così il mio amico? Rispondi! – urlò minaccioso il Santo
- non pensare male – sussurrò il ragazzo ridacchiando – ha fatto tutto da solo – balzando agilmente giù dall’albero – lo sai che dovrò ucciderti, vero? -
- stessa cosa per me – rispose seccamente Steo, incominciando a bruciare il proprio cosmo – non ci può essere posto per voi Demoni, su questa terra. E non avrò pace fino a che non avrò eliminato anche l’ultimo di voi. Siete giunti sin qui a sterminare le persone che non vi hanno fatto niente. Senza conoscerle nemmeno. Senza nemmeno avere un motivo. – poi prese un lungo respiro e, portando la propria aura al limite massimo continuò – ma noi Santi siamo la risposta umana ai soprusi degli Angeli. E io non posso perdere questo scontro. Onda Sonoooraaaa!!!! –
L’onda di energia viaggiò dritta verso il Demone, accompagnata dal risuonare di armonici che le erano propri, ma, proprio come le Ali della Fenice, fu prima inglobata dallo specchio e poi rimandata violentemente addosso al Santo della Lira che, colto alla sprovvista, non poté altro che farsi travolgere dal suo stesso colpo.
- ah ah ah ah ah – rise Lesma divertito dalla scena – nessuno può sconfiggermi! Sono invincibile! –
- dunque è questo il modo in cui hai sconfitto Clod – disse Steo con un filo di voce, mentre cercava di rialzarsi – hai la capacità di respingere i colpi che ti vengono lanciati contro…. Praticamente impossibile batterti…..se non in un duello corpo a corpo! –
- proprio così! Prima le Ali della Fenice e poi il Fantasma Diabolico gli si sono ritorti contro! Due colpi devastanti, devo ammetterlo…..per qualsiasi guerriero, ma non me! E il tuo amico si è praticamente sconfitto da solo! Buffo, non credi?!?? – sentenziò il Demone soddisfatto.
Il Santo però non replicò neppure e, scattando verso il proprio avversario, lo attaccò con una raffica di calci e pugni .
Lesma non solo riuscì a schivare ogni singolo colpo, ma contrattaccò con una ginocchiata allo stomaco.
Steo indietreggiò di qualche passo, in equilibrio precario. Poi, non dandosi per vinto, tentò un secondo attacco, scagliando un calcio volante, mettendoci tutta la propria forza.
Il Demone, però, parò il colpo con il braccio e, ruotando velocemente su se stesso e abbassandosi allo stesso tempo, lo colpì con un calcio basso a spazzare, scaraventandolo a terra.
Intuito il pericolo, il Santo della Lira si rialzò più rapidamente che poté, ma fu investito da una raffica di pugni diretti al volto e allo stomaco.
A quel punto, riuscì appena a vedere il suo nemico balzare all’indietro per poi spingersi in alto e colpirlo con un calcio rotante a piedi uniti, sbattendolo violentemente al suolo.
- era dunque questo il tuo piano di riserva? – esclamò trionfante Lesma – sei troppo lento per potermi impensierire, evidentemente fiaccato dalla fatica per gli scontri sostenuti con Drubb e Dahuto. Dovevi pensarci, prima di scendere in battaglia contro di me.
Il Demone sbuffò scocciato, restando qualche attimo in silenzio, poi continuò – anche se, forse, al meglio della condizione, potresti essere un valido avversario…..mi chiedo come possa Drubb essersi lasciato sconfiggere… -
Steo intanto restava a terra, cercando di raccogliere le forze residue – come posso sconfiggerlo? Gli attacchi energetici non hanno alcun effetto su di lui, anzi, mi si ritorcerebbero contro e….è abile a schivare i miei colpi, ma quando colpisce lo fa in modo preciso e violento…. –
Con un ultimo sforzo si rialzò in piedi, fissando il proprio nemico, inerme, sfruttando ogni secondo per prendere fiato e attendendo, ormai allo sbando, la sua prossima mossa.
Qualcosa di inaspettato però accadde in quell’istante. Una voce. Una voce amica. Una voce che già una volta gli era venuta in soccorso, come in sogno e che questa volta era reale…..si ne era certo, non poteva sbagliarsi!
- Steo – parlò quella voce – ecco…ti ho portato la tua lira….. … -
Era Iki, che correva verso di lui con la stringendo la sua lira d’argento tra le braccia – prendi – disse semplicemente il bambino, sporgendo lo strumento al ragazzo – così potrai sconfiggerlo! -
- m….ma…. come…..è di nuovo intatta…la mia lira…. – balbettò Steo incredulo, afferrandola.
- sconfiggi il Demone….. … - furono le parole di Iki, che poi corse via di scatto, in direzione degli alberi, dove ad attenderlo c’erano Concu, Talano e Truck.
- tu pensa solo a combattere - gridò Talano – noi recuperiamo Clod –
- d’accordo – rispose il Santo – e adesso a noi due! – affermò guardando Lesma dritto in faccia e iniziando a suonare la propria Lira
- speri che cambi qualcosa, ora che hai quel giocattolo fra le braccia? – lo incalzò il Demone – avanti, tenta ancora…..respingerò ogni tua tecnica! –
Steo sorrise semplicemente, poi, con estrema pacatezza, sussurrò appena – Overdrive… - e suonò una melodia stridente, dissonante.
Lesma stette ad ascoltare per qualche secondo, senza proferir parola. Poi una smorfia di dolore improvviso gli sfigurò il volto – aaahhh!!!! Che cosa mi sta succedendo?!?! Cos’è questo dolore?!?! – urlò, portandosi le mani alle orecchie, come ad impedire che quel suono gli arrivasse ai timpani – cosa mi stai facendo?!?! Aahh!! Smettila con quell’affare! Dannato! Maledetto! Smettila!!! –
- spiacente – rispose il Santo - prima devo renderti innocuo…. – e, così dicendo, continuò a suonare, aumentando però la velocità d’esecuzione, così come l’emissione del proprio cosmo.
Il Demone intanto era in ginocchio e continuava a contorcersi dal dolore – aaahhh!!!! Bastaaa!!! – quando, d’un tratto, alle grida si accompagnò il clangore cristallino di un rumore nitido e intenso.
Steo smise improvvisamente di suonare.
Seguirono diversi istanti di silenzio.
Poi la Gorgonie Malefica sgranò gli occhi in preda al panico – come….come è potuto succedere???? Nooo!!!! –
Lo Specchio della Morte era in frantumi!