Capitolo 11

UN OMBRA

Ghismy, Demone dell’ Ombra Assassina, era ormai giunto in Piazza Castello e stava per mietere l’ennesima vittima: un uomo sulla quarantina stava contorcendosi su se stesso, apparentemente in preda a forti convulsioni.

- ti prego, non so niente di quello che vuoi sapere….non so neanche di che cosa parli! Ti prego smettila….cosi mi uccidi… aahhh….nooo…..ah! – gridò l’uomo prima di cadere a terra morto, con l’osso del collo spezzato.

- che noia….che spreco di tempo….che umiliazione! – sbottò il ragazzo dalle nere vestigia – che senso ha cercare spremendoli uno ad uno? E per cosa ottenere poi? Mer**, solo mer**: ecco cosa sono questi umani. – poi, portandosi la mano alla fronte, continuò – eppure quella donna, prima, mi ha detto di aver sentito parlare di un rifugio. Ha detto che era qui, in una via nei pressi di questa fottuta piazza. Ma è stata l’unica a dirmi qualcosa di interessante. Ammesso che non fosse un mero tentativo, per farsi risparmiare la vita….. No, non credo. Era troppo spaventata per mentire. Forse non troverò il portatore, ma se continuo a cercare in questa zo… -

Qualcosa, però, attirò improvvisamente la sua attenzione, dapprima incuriosendolo e distraendolo dai propri ragionamenti, poi lasciandolo esterrefatto: dalla zona del Valentino, una fenice infuocata, di proporzioni immani, si stava innalzando verso il cielo.

La visione durò non più di una decina di secondi, quando il grosso uccello di fuoco si estinse nel blu del meriggio, lasciando al suo posto nove colonne di fumo nero.

- ma che cos’era? se non sbaglio proviene dalla zona in cui è Dahuto! Mmm…. – disse fra sé il Demone pensieroso – ognuno di noi è partito con compiti precisi….. però Lesma potrebbe non essersi accorto…. E poi la situazione laggiù sembra farsi interessante. Si, ho deciso – concluse sorridendo maliziosamente – vado a vedere cosa sta succedendo, e chissà che la sorte non mi riservi destino migliore di quello attuale, qui a far da spazzino! -

Nel frattempo, al Parco del Valentino, Clod della Fenice era accasciato a terra, accanto al Santo della Lira, ancora svenuto.

- complimenti, bella mossa! Di sicuro effetto scenico! Peccato che, tra il combattimento e spegnere questo dannato incendio….abbia dato fondo a tutte le energie residue – disse, con evidente ironia, rivolto all’amico – eh, vedo che ascolti interessato….ihihih…. – poi cambiò improvvisamente espressione e una maschera di preoccupazione si dipinse sul suo volto – se solo questa maledetta ferita….si decidesse a rimarginare…. È come se mi avesse trapassato lo stomaco con quei maledetti artigli – proseguì, toccandosi gli addominali, poco sotto il costato – non è di certo migliorata, da quando mi hanno portato al rifugio e… non sembra accennare a farlo –

Per un attimo pensò di coricarsi e recuperare le forze, ma non si sentiva tranquillo – in questo momento, in campo aperto, saremmo troppo vulnerabili, se dovessimo subire un altro attacco, senza contare che, nelle condizioni attuali, di due non ne facciamo uno – pensò, caricandosi il compagno sulle spalle.

Proprio in quel momento avvertì due cosmi oscuri e vasti avvicinarsi, da opposte direzioni – perfetto! Questo è il peggio che potesse accadere….due Demoni assieme….. adesso, non reggerei uno scontro simile – ricordando le parole di Korr, quando, nel loro primo scontro, si guardò bene dall’affrontare due Santi da solo, sebbene uno fosse ferito e debilitato – non ho altra scelta: devo trovare un nascondiglio. -

Si guardò velocemente intorno – tutto questo fumo, almeno, dovrebbe giocare a nostro favore…… Se riesco a stare nascosto per un po’, quando saranno qui, potrei approfittarne per defilarmi senza essere visto. Se tentassi di allontanarmi adesso, invece, il rischio di imbatterci in uno dei due sarebbe troppo alto – ragionò in fretta, poi avvistò un grosso cumulo di macerie rocciose sulla sinistra – mi nasconderò la dietro; il rumore del fiume, inoltre, sarà un ulteriore vantaggio per noi, mentre per loro sarà più difficile trovarci. –

- ahia! ….qualcosa mi ha colpito alla testa… - si guardò nuovamente intorno: inizialmente non notò nulla, poi vide qualcosa brillare in lontananza, a intermittenza.

Con passo incerto, si diresse verso il luccichio e quando fu a pochi metri una voce lo chiamò: ehi, tu! Sono qui…. Qui … –

La voce proveniva da dietro a una roccia.

- Chi va là? Gridò Clod, con tono sicuro – ma nessuna risposta.

- d’accordo, se vuoi giocare a nascondino, chiunque tu sia, ti stanerò – disse, cominciando a bruciare il proprio cosmo – Ali della ………. –

- no, no! Aspetta, esco! – lo interruppe ancora quella voce e, zampettando goffamente, fece capolino la sagoma di un ragazzino smilzo e scuro di carnagione.

- e tu cosa ci fai qua? Chi sei? – chiese stupito, ma sollevato il Santo

- mi chiamo Hammed – rispose il ragazzino – vivo qui con gli altri….. Ti ho visto combattere con quel Demone….. ha ucciso molti di noi, ma un piccolo gruppo è riuscito a mettersi in salvo! –

- un gruppo hai detto? E dove siete? Puoi portarci da loro? – fu la richiesta ansiosa del suo interlocutore

- si, dobbiamo raggiungere il tubo, prima che ne torni un altro! – fece segno di seguirlo, Hammed

- tubo? E che cos’è? –

- è un posto sicuro, vieni! – e si incamminarono

- stiamo andando verso il fiume – si disse Clod, pensieroso: tutto quel paesaggio desolato, il terreno carbonizzato e il fumo negli occhi, cominciavano a pesargli addosso, come se lui stesso dovesse sorreggerne il peso. Eppure non era nulla di così diverso dal resto della città. Perché dunque si sentiva invaso da tale malessere? Era forse la fatica per lo scontro appena terminato ed il successivo sforzo per estinguere l’incendio? o era qualcosa di più? Qualcosa radicato nel più profondo del proprio animo?

Tutti questi pensieri furono bruscamente interrotti da una fitta di dolore – aagh! Ancora quella maledetta ferita – ringhiò, fermandosi per un attimo

- tutto bene? – gli chiese Hammed – vuoi che lo porti un po’ io il tuo amico? –

- tu? – rispose il Santo, quasi divertito – devi metterne su di muscoli, prima di poter portare un peso simile sulle spalle. Mi sembra già tanto che sopporti il peso della tua pelle! –

- guarda che tu non è che sei questo colosso….. – disse in tutta risposta il ragazzino, con aria perplessa – dai, vieni, manca poco –

Queste parole gettarono Clod in un nuovo flusso di pensieri: anche se aveva acquisito poteri straordinari e forza e velocità incredibili, il suo fisico non era cambiato per niente; alto e magro, non aveva certamente l’aspetto di una persona particolarmente allenata alla lotta, o di un guerriero. Eppure quell’aura infuocata che si portava dentro e che tirava fuori al momento di uno scontro gli dava una sicurezza incredibile nei propri mezzi ed un senso di forza inaudito.

- eccoci! Esclamò in fine Hammed – siamo arrivati. Quello è il tubo! –

- sei sicuro? A me sembra di non vedere niente – protestò allora il Santo della Fenice

- ti ho detto o no che è un luogo sicuro? – rispose il ragazzino – se non lo sai che c’è non si vede e per quale motivo uno che non lo sa dovrebbe ficcarsi fin li? Dai andiamo! –

Scesero in fretta da una scalinata che li portò sulla riva del fiume, poi camminarono per circa 100m, fino ad arrivare ad una rientranza, dalla quale si vedeva effettivamente spuntare un grosso tubo, che sembrava condurre da qualche parte. Ma non fecero tempo ad entrarvi che qualcosa fermò i loro passi: dal buio del tunnel spuntò, infatti, una donna, la quale, con aria spaventata, si sbracciava e gridava – Kedy… Kedy… -

- cosa succede Java? – le chiese subito Hammed

- oh, grazie al cielo sei qui! Dimmi che Kedy è con te, te ne prego! –

Il ragazzo fece cenno di no con la testa, così la donna continuò – era un po’ che diceva che voleva andare da te….. ci siamo distratti solo un attimo e… Kedy è scappato! Non lo troviamo più! –

- che cosa? Avete perso mio fratello? Devo andare a cercarlo! – disse Hammed, voltandosi di scatto per correre via.

- aspetta un attimo – intervenne però Clod, bloccandolo per un braccio – se torni indietro avrai poche possibilità di trovare tuo fratello e ancor meno di tornare indietro vivo. Presto altri Demoni saranno qui. Lascia che vada io a cercarlo. Hai visto che me la so cavare no? Voi prendetevi cura del mio amico; fate in modo che si riprenda e ditegli di portarvi al rifugio. Io vi raggiungerò li con Kedy, quando l’avrò trovato. –

- sei davvero sicuro poterlo fare? Me lo prometti? – chiese il ragazzino

- certo che si – rispose il Santo, coricando l’amico, che aveva a spalle, per terra – adesso portatelo dentro –

Clod rifece il percorso a ritroso, seguendo la riva del fiume, fino alla scalinata di pietra e la risalì saltando i gradini due a due; poi, sempre di corsa, si diresse verso la zona del precedente scontro con Dahuto, ma, poco prima di arrivarvi, giunto in uno spiazzo, si fermò di scatto.

- sai bene che non posso lasciarti in vita, ora che hai visto il loro rifugio. Perché non esci allo scoperto, Demone? – tuonò ad alta voce

Nessuna risposta. D’un tratto si accorse che una figura alle sue spalle si stava muovendo verso di lui. Repentinamente staccò tre piume metalliche da una delle code della sua armatura e, con un guizzo, gliele scagliò contro. Le piume centrarono il bersaglio in pieno volto, ma lo trapassarono da parte a parte, senza scalfirlo minimamente.

Il Santo della Fenice sgranò gli occhi: quella che aveva di fronte era un’ombra!

- ma cosa…. – ebbe appena il tempo di biascicare, che dovette preoccuparsi di schivare una serie di pugni ed un calcio a spazzare.

Clod li parò tutti facilmente, evitando il calcio con un salto, poi passò al contrattacco, bruciando il proprio cosmo e colpendo l’avversario con un pugno infuocato, ma, come le piume prima, gli passò attraverso. Colto alla sprovvista e in disequilibrio cercò di ricomporsi in fretta e di voltarsi verso il nemico, che però lo bloccò per un braccio colpendolo prima con una gomitata all’altezza del rene e poi con una ginocchiata allo stomaco.

Il Santo indietreggiò dal dolore, piegandosi su se stesso – ma che creatura è mai questa? è intangibile quando la attacco, ma i suoi colpi vanno a segno come quelli di un guerriero in carne e ossa – disse, guardando l’ombra che sembrava quella di un uomo magro e con la schiena incurvata in avanti. L’unico particolare ad evidenziarsi era il mento a punta che sporgeva da un viso piatto e privo di lineamenti.

L’ombra tornò all’attacco con una raffica di pugni, poi calci e poi ancora pugni, sempre più veloci.

Clod li schivò uno ad uno, poi incrociò le braccia per pararsi da una spallata, quando si sentì attraversare da parte a parte. Una volta alle sue spalle, l’avversario lo bloccò per il collo e lo colpì con 5 pugni alla schiena; poi lasciò la presa e, rapidamente, indietreggiò di qualche passo.

- adesso basta! – ringhiò il Santo dal cosmo incandescente e gli si gettò contro tentando di colpirlo con calci e pugni rapidissimi, che andarono tutti a segno, ma senza tangere il bersaglio, il quale, a un certo punto, come stanco di un gioco diventato ormai noioso, gli affondò prima un pugno allo stomaco e poi un montante, sbalzandolo indietro.

Senza lasciargli il tempo di reagire l’ombra continuò la sua offensiva, con una raffica di colpi all’addome ed un calcio volante che lo prese in pieno in faccia e atterrandolo.

Contorcendosi su se stesso, Clod strinse i denti per non urlare, portandosi le mani all’altezza dello stomaco. Avvertendo una sensazione di umido le ritrasse all’istante: erano piene di sangue.

- maledizione! Si è completamente riaperta…. – si disse, riferendosi alla ferita provocatagli da Korr, Demone della Bestia Maledetta.

Poi il dolore lasciò il posto alla rabbia – chi sei?! Vieni fuori vigliacco! – gridò con quanto fiato aveva in corpo – che razza di guerriero sei, che resti nascosto, facendo combattere un’ombra al tuo posto! –

- un’ombra? – rispose una voce da un punto indefinito – quella non è una semplice ombra, ma una marionetta guerriera! Più precisamente la mia ombra. Una marionetta che controllo magistralmente e che, nelle mie mani, a quanto pare, è ben più temibile di tutti i Demoni che hai affrontato fin ora. Ma voglio darti una possibilità, mi sei simpatico. Ho saputo da una delle umane che ho ucciso, che c’è un rifugio, nascosto in una via nei pressi di Piazza Castello. Ovviamente tu ci sarai stato. Dimmi dov’è precisamente e ti riserverò una morte rapida e indolore! -

Il Santo, che era rimasto ad ascoltare, nell’intendo di individuare il proprio nemico, a quelle parole fu colto da un impeto d’orgoglio e, raccogliendo le forze, si rialzò in piedi, bruciando il cosmo infuocato di cui era padrone – puoi anche fotterti per quel che mi riguarda! Ora mi sbarazzerò della tua ombra e poi vengo a prendere te, preparati! Se gli attacchi diretti non possono scalfirla….vediamo come reagisce alle tecniche psichiche! Fantasmaa Diabolicooo!!! –

Il colpo segreto si rivelò rapido e preciso come già era stato in precedenza per ben due volte, prima con Korr e poi con Dahuto, ma questa volta gli effetti non furono gli stessi.

Infatti l’ombra non accusò il minimo sintomo; anzi, con una gomitata lo colpì al collo, per poi sferrare tre violenti calci diretti alla schiena e alle gambe.

Clod crollò sulle proprie ginocchia all’istante ed il suo avversario ne approfittò per scagliare l’offensiva finale: compiendo una giravolta su se stesso, atterrò sulle mani ed affondò un quarto calcio, più lento, ma ben più potente dei precedenti, prendendogli in pieno il braccio destro e parte del torace e scaraventandolo via.

- hahahahaha! Che stupido! Un attacco di tipo psichico su un ombra! Ahaha ah ah! Questa poi – scoppiò a ridere il Demone, ancora nascosto-

Il Santo della Fenice, nel frattempo, restava a terra stordito e dolorante, senza rispondere alle risa provocatorie del nemico – ridi… ridi pure, vile vigliacco…. – disse fra sé – che possa davvero un’ombra essere più forte di un uomo? O, forse, sono io che, in queste condizioni, sono ridotto ad un ombra….l’ombra di me stesso! In ogni caso non cantare vittoria fino a che non avrò smesso di lottare – e, con le ancora in bocca, tentò di alzarsi sulle braccia, ma – aaahh! Maledizione! – fu colto da due atroci fitte di dolore: una, la solita, allo stomaco, dove la ferita lasciatagli in dono dalla Bestia Maledetta non aveva ancora smesso di sanguinare, ora copiosa più che mai e l’altra al braccio – ah… caz**! Deve essere rotto…. –

Un rumore di passi gli fece capire che il suo avversario era finalmente uscito allo scoperto: era un ragazzo smilzo e pallido, coi capelli unti, gli occhi privi di iride e la schiena ricurva; l’armatura, tutta nera e senza decorazioni, si caratterizzava solo per l’elmo a forma di serpente. La marionetta ombra era scomparsa.

- cosa si prova a vedere il proprio avversario che viene a ucciderti e non poter fare niente perché…..ridotto a larva!? Ora morirai per mano di Ghismy dell’Ombra Assassina. Strali Assassiniii!!! – gridò puntando il taglio della mano verso il cielo e caricando il cosmo oscuro.

Clod lo guardava dritto negli occhi – questa volta è la fine – pensò.

Ma qualcosa di inaspettato accadde.

- maa…e questa da dove spunta? – esclamò esterrefatto e scocciato Ghismy, guardando il proprio braccio bloccato da una catena.

Ma non fece in tempo a reagire che si sentì scaraventare in aria, per impattare poi violentemente al suolo.

Il Santo ne profittò per dondolarsi su un lato e, facendo leva sul braccio sinistro, riuscì a tirarsi su e rimettersi in piedi.

Ora aveva davanti un ragazzo di media altezza, magro, con occhi e capelli castani ed un ciuffo più lungo che spioveva sul viso, andando a contornare la guancia destra. Indossava un’armatura rosso cremisi, con due catene argentate attorcigliate sugli avambracci; l’elmo, a forma di diadema, culminava con una specie di luna rovesciata all’insù, anch’essa d’argento e con una punta più corta nel mezzo.

- il mio nome è Ric di Andromeda e vengo in nome di Speranza – parlò il ragazzo –

-io sono il Santo della Fenice, mi chiamo Clod – si presentò altrettanto il suo interlocutore, poi proseguì - non che non sia particolarmente lieto di fare la tua conoscenza, in questa situazione, ma….come hai fatto…. –

-a trovarti? – lo interruppe il Santo di Andromeda – beh, ho incontrato un ragazzino di nome Kedy….che si era perso e l’ho aiutato a ritrovare il suo rifugio. Ma, quando sono stato lì,

un altro ragazzino, più grande, mi ha raccontato che un altro Santo era tornato indietro a cercarlo e che eri ferito. In più mi ha detto che li c’è un terzo Santo, anch’egli ferito, ma che si stava riprendendo. E così sono tornato indietro anch’io: sono giorni che vago alla ricerca di altri Santi. Ma tu, piuttosto, pensi di farcela a camminare? Mentre venivo qui ho avvertito una presenza cosmica oscura dirigersi verso il fiume. Potrebbe trattarsi di un secondo Demone e potrebbero essere tutti quanti in pericolo –

- si…io a camminare ce la faccio benissimo, ma….tu…- rispose Clod titubante

- non preoccuparti! – lo interruppe ancora Ric – sono un Santo esattamente quanto te, solo che a differenza tua…..sono ancora tutto intero! –

- il Santo della Fenice rispose con un sorriso, poi aggiunse – d’accordo, però stai attento a quel verme: si nasconde e combatte usando la propria ombra, che è intangibile, tranne che, come puoi ben vedere, al momento di sferrare i suoi attacchi. –

- finche avrò la mia catena, non potrà nulla contro di me: essa è arma formidabile ed è in grado di scovare qualunque nemico, ovunque si nasconda! – fu la risposta del suo nuovo alleato

Clod fece un cenno con la testa e poi si incamminò a passo sostenuto verso il tubo.

- aspetta un attimo bello! Crederai mica che ti lasci andar via così! – ringhiò il Demone

Ma l’unica cosa che ricevette per risposta fu l’attacco del Santo di Andromeda – Onde del Tuono! – che gli scagliò contro la propria catena.

Ghismy riuscì a schivare l’offensiva per un soffio, compiendo un salto mortale all’indietro.

-e va bene… Marionetta Ombra! – e, a quelle parole, la sua ombra si staccò letteralmente dal suolo, ponendosi in piedi, di spalle al proprietario. – ora vediamo cosa realmente potrà il tuo giocattolo contro il mio guerriero ombra! – e, con un rapido scatto, andò a nascondersi tra le macerie.