CAPITOLO VENTINOVESIMO: COSMI RUGGENTI.

Ioria correva lungo la Via Maestra del Grande Tempio, che dal Cancello Principale raggiungeva le Dodici Case, inseguendo un dubbio che l’aveva invaso. Aveva lasciato Yulij a prendersi cura di Tirtha, dando ordine che la ragazza fosse sfamata e curata, ma senza mai perderla d’occhio, convinto della sua innocenza. O quanto meno della sua non volontarietà nei fatti.

Aveva già visto quello sguardo indemoniato, un cuore posseduto dall’oscurità che veniva forzato a compiere azioni che la mente non avrebbe mai accettato. E aveva già provato anche quel sentimento di disperazione susseguente al risveglio, al recuperare coscienza di sé. Lo aveva sperimentato sulla pelle, neppure due anni addietro, quando Arles aveva preso controllo della sua mente, trasformandolo in una macchina per uccidere chiunque avesse varcato la soglia dei leoni. E il ricordo di cosa aveva fatto, del sangue di cui si era imbrattato, lo perseguitava ancora.

Per questo temeva, anzi inorridiva, al pensiero che la storia potesse ripetersi. Se un Demone dell’Oscurità si è annidato nel cuore di Virgo, mio è il compito di liberarlo, mio l’onere di ridargli la luce! Come già aveva fatto con Galan e con Tirtha. Eppure, il pensiero che potesse esistere qualcuno in grado di prendere il controllo della mente del Custode della Porta Eterna lo faceva rabbrividire. Sarebbe come divenire un Dio!

Un battito d’ali lo distrasse proprio mentre metteva piede sulla scalinata delle Dodici Case, facendolo voltare verso lo spiazzo roccioso dove Lady Isabel aveva languito per dodici ore trafitta dalla freccia di Betelgeuse. Un battito d’ali che accompagnò il planare di una figura ammantata di luce che Ioria aveva già incontrato, proprio in quello stesso Grande Tempio, pochi mesi addietro.


"Cavaliere di Leo! I miei omaggi!" –Esclamò Euro, Vento dell’Est, splendido nella sua celeste Veste Divina.

"Li ricambio, nobile figlio di Eos!" –Rispose Ioria, accennando un inchino, salvo accorgersi dei due corpi che il Dio teneva sotto ciascun braccio. Con delicatezza, l’ultimo dei Quattro Venti li depositò a terra, liberandoli dai mantelli in cui li aveva avvolti, per tenerli caldi durante la rapida trasvolata, rivelando ben noti volti.

"Castalia!!! Phantom!!! Cos’è accaduto? Dei dell’Olimpo, chi li ha ridotti in questo stato?" –Incalzò il Cavaliere d’Oro, osservando le corazze danneggiate, i tagli e le ferite sui loro corpi. E il volto di Castalia, privo dell’ormai distrutta maschera.

"Io… Ioria…" –Balbettò il Luogotenente dell’Olimpo, faticando persino nel girarsi su un fianco. –"Devi… sapere…"

Euro lo pregò di non affaticarsi e rimanere disteso, mentre raccontava al Cavaliere d’Oro quanto accaduto sull’isola francese, così come Phantom gli aveva spiegato, notando lo sguardo attento di Ioria corrugarsi in una maschera di preoccupazione.

"Cariddi?! Un altro nemico?! Ma che diavolo succede quest’oggi?! Una nuova guerra?!"

"La sua forza bruta era devastante! A malapena sono riuscito a impedire che ci uccidesse tutti!" –Rantolò il Cavaliere Celeste, riuscendo infine a mettersi seduto.

"Che ne è di Asher e del Professore? Sono salvi?"

"Malconci ma vivi. Euro ha curato le ferite dell’Unicorno che ha preferito rimanere sull’Ile de Ouessant con Rigel, aspettando il rientro della nave scandaglio, incapace di arrendersi, incapace solo di abbandonare il pensiero della ricerca! Quel ragazzo non teme niente, né la malattia né la morte. Che la veda come una liberazione?" –Aggiunse, con un sospiro, prima che un gemito di Castalia attirasse l’attenzione di tutti.

"Ha bisogno di cure immediate! Credo che, oltre alle ferite esteriori, abbia lesioni interne!" –Spiegò il Luogotenente dell’Olimpo, rivolgendosi a Ioria, che annuì, prima di percepire, al pari dei compagni, una violenta esplosione cosmica deturpare l’armonia della Collina della Divinità. Un’esplosione che, Ioria non aveva dubbi, proveniva dal cuore delle Dodici Case, dal Sesto Tempio della Vergine. –"Che sta succedendo? A chi appartiene questo cosmo oscuro?"

"Non c’è tempo per le spiegazioni! Devo andare!" –Incalzò Ioria, prima di chiedere a Euro di assistere la Sacerdotessa dell’Aquila ancora per un po’, fino al suo ritorno.

Il Vento dell’Est assentì, osservando con preoccupazione il Cavaliere di Leo scattare lungo la scalinata di marmo, con la stessa eroica determinazione che aveva sempre ammirato in Pegasus e nei loro antesignani, gloriosi eroi del Mondo Antico al cui fianco aveva combattuto. Il Luogotenente rimase qualche secondo a soppesare la situazione, prima che lo sguardo di Euro gli togliesse ogni dubbio.

"Fa’ attenzione! Sei ancora molto debole!" –Gli disse, ponendogli una mano su una spalla.

Phantom annuì, prima di correre dietro al Cavaliere di Leo.

***

"Virgo avrebbe ucciso Pavit?!" –Esclamò il Luogotenente dell’Olimpo, sfrecciando assieme a Ioria lungo la scalinata del Grande Tempio. –"Non è possibile! Le sue lunghe meditazioni lo hanno reso il Cavaliere più vicino agli Dei! Come puoi credere che sia stato posseduto? Tirtha deve essere sconvolta! Deve esserci un’altra spiegazione!"

"Vorrei non crederlo, infatti." –Si limitò a commentare il custode del Quinto Tempio, superando la magione da lui presieduta e continuando a correre verso la casa successiva, dove avrebbero avuto tutte le risposte. –"Ma senti anche tu questo cosmo che invoca disperatamente aiuto! È Libra! E sta combattendo alla Sesta Casa!"

"Ma contro chi?!" –Rifletté Phantom, non riconoscendo, nel cosmo di tenebra che lo sovrastava, l’impronta del Cavaliere di Virgo.

Una deflagrazione violenta fece sussultare entrambi, spingendoli ad aumentare l’andatura e a raggiungere con un balzo il piazzale di fronte al Sesto Tempio. Dall’interno, inequivocabili, provenivano rumori di lotta. Senz’altro attendere, Ioria e Phantom si lanciarono nel corridoio principale, giungendo in fretta al centro della casa, dove il Cavaliere d’Oro della Vergine li stava aspettando.

"Benvenuti!" –Sogghignò, avendo percepito le loro energie avvicinarsi e ben sapendo di non poter far altro che accoglierli, senza nascondersi più. –"Oltre al Leone anche l’Eridano Celeste! Che simpatica rimpatriata! Manca solo l’Aquila a completare il vostro triangolo!"

"Virgo!!! Che stai dicendo? Torna in te, amico mio, te ne prego!" –Esclamò Ioria, muovendo un passo avanti. –"L’ombra ti possiede, ma tu puoi cacciarla! Hai la forza e la sapienza per riuscire nell’impresa in cui io fallii!"

"In molte cose hai fallito, Cavaliere di Leo! Non vorrai perdere tempo ad enumerarle tutte? Se non ricordo male, Lothar del Sudario di Cristo dipinse un quadro particolarmente efficace delle tue molteplici mancanze! Ahr ahr ahr!" –Sghignazzò il custode del Sesto Tempio. –"Un quadro… a tinte fosche!" –Aggiunse, liberando un turbine di fiamme oscure che avvolse il Leone d’Oro, scaraventandolo contro il colonnato e abbattendolo in parte.

"Ioria!!!" –Gridò Phantom, indeciso sul da farsi.

"Non temere, ardito Luogotenente! Gli farai presto compagnia!" –Sibilò il suo interlocutore, piegando a terra il Cavaliere Celeste con la forza del pensiero, mentre un rogo di tetre vampe nasceva attorno a lui, intrappolandolo. –"Prima di dirci addio, consentimi di farti un regalo! Ti sarà utile per scendere con maggior foga i gradini del Tartaro, spinto dal desiderio di riabbracciare i tuoi congiunti! Ahr ahr!" –E gli afferrò il cranio, stringendogli la fronte in un’algida presa e vomitandogli nella mente una caterva di immagini.

Rapide, come lame di luce, si susseguirono davanti ai suoi occhi, senza che Phantom potesse fermarle o metterle in ordine. Riuscì solo a discernere un luogo che ben conosceva, il simbolo dei suoi affetti più cari. La casa che suo padre aveva edificato con duro lavoro, per accogliere e coccolare la moglie incinta. Una casa adesso sporca di sangue.

"Nooo!!!" –Gridò il Luogotenente olimpico, portandosi le mani alla testa, sul punto di esplodere da un momento all’altro, tanto violento e repentino era stato quel rigurgito di dolorose immagini.

"E invece sì!" –Sibilò il Cavaliere di Virgo, sollevando l’avversario con un turbine di fiamme roventi e scaraventandolo via, proprio addosso a Ioria che si stava rimettendo in piedi, togliendosi i detriti e i calcinacci di dosso. –"Restate a terra, strisciate, luridi vermi! Leccate il fango da questa corazza di latta dorata e forse vi risparmierò!"

"Sei… fuori di testa…" –Mormorò il Cavaliere di Leo, aiutando Phantom a rialzarsi.

"Mai stato più lucido, in verità! Lo stesso non posso dire del tuo compagno, il vecchietto dalla carnagione viola ringiovanito solo per morire ventenne!"

"Il… Dohko?! Dov’è Libra?"

"Proprio qua! Non l’hai visto?" –Sogghignò perfido il padrone della Sesta Casa, accendendo il trono usato come braciere e rivelando il corpo massacrato del Cavaliere d’Oro, colà disteso, la corazza affumicata e distrutta in più punti, il sangue che colava fuori dalla bocca spalancata, scivolando fino a terra. Di fronte agli occhi sgomenti di Ioria e Phantom, l’uomo che chiamavano Virgo intinse un dito nella gola del Custode della Settima Casa, bagnandolo di linfa vitale, e lo assaporò, saziandosene avidamente. –"Corroborante! Merita allora nutrirsi di sangue d’oro!" –Ironizzò, prima di sollevare un oceano di vampe cremisi.

"Per Atena, quale orrore!!! Tu… non puoi essere Virgo… non hai niente della sua purezza! Sei un mostro!!!"

"Ed infatti non è Virgo il mio nome scarlatto!" –Sghignazzò, mentre le fiamme che lo attorniavano si allungavano, rivelando le sue vere fattezze. –"Sono un vecchio amico! Desideroso di una rimpatriata! Ahr ahr ahr!"

"Che… cosa?! Non può essere! Flegias?!" –Esclamarono sbigottiti Phantom e Ioria. –"Ma tu sei morto… ucciso dai Cavalieri dello Zodiaco sull’Isola delle Ombre!"

"Potrei mai essere ferito da quei dilettanti? Il mio corpo è stato distrutto ma lo spirito primordiale che mi sorregge a correnti ben più impetuose può resistere! Io sono la quercia delle tenebre, l’Yggdrasill che sorregge l’impero dell’ombra! E voi, ai miei occhi, siete solo parassiti, e come tali vi estirperò!"

"Farneticanti ciance!!! Per il Sacro Leo!!!" –Tuonò allora Ioria, scattando avanti e generando un reticolato di energia che presto si chiuse su Flegias, il quale, nient’affatto impressionato, si limitò a far esplodere il suo cosmo.

"Kaan!!!" –Gridò, mentre le vampe che lo attorniavano si chiudevano a cerchio su di lui, in modo da formare una cupola difensiva su cui i raggi di luce si schiantarono, estinguendosi uno dopo l’altro, per quanto Ioria potesse reiterare l’assalto.

"Non è possibile! Quella tecnica… è di Virgo!!!" –Esclamò sbalordito il custode del Quinto Tempio, prima che Flegias muovesse un braccio, smuovendo l’intero apparato difensivo e tramutandolo in una bomba di fuoco oscuro, che investì Ioria, schiantandolo molti metri addietro.

"Perspicace il ragazzo! Non si direbbe!" –Ironizzò il Rosso Fuoco, prima di portare lo sguardo su Phantom, che nel frattempo aveva espanso il proprio cosmo celeste. –"Tu invece non mi piaci!" –Aggiunse, mentre il Luogotenente Olimpico liberava il Gorgo dell’Eridano, che sfrecciò verso Flegias alla velocità della luce.

Annoiato, il Maestro di Ombre si spostò di lato, lasciando che la sfera di energia acquatica gli passasse di fianco, smuovendogli semplicemente il lungo crine biondo, prima di avventarsi su Phantom e tempestarlo di pugni. Uno dopo l’altro, in una così intensa sequenza da impedirgli qualsiasi reazione. Con l’ultimo pugno lo schiantò contro il massiccio portone che si ergeva sul versante interno della casa, macchiando di sangue le rifiniture d’oro del fiore intarsiato.

"Non mi sei mai piaciuto, Luogotenente, fin da quando ero un tuo diretto superiore! Mentre tutti si affannavano a compiacermi, e a obbedire prodighi alle direttive del Consigliere di Zeus, tu dovevi sempre puntualizzare, testardo come un Cavaliere di Atena! Avrebbero dovuto darti una delle ottantotto armature, anziché forgiarne una solo per te!" –Commentò Flegias, torreggiando sul ragazzo e fissandolo con astio, prima di raccogliere la saliva in bocca e poi sputargliela in testa. –"Ma tutta la simpatia che Zeus ha avuto per te non basterà comunque a salvarti!" –Ringhiò, calando il braccio su di lui, ma venendo infine distratto da un grido improvviso.

Ioria si era rimesso in piedi e si stava lanciando contro di lui con il pugno destro carico di energia cosmica. –"Lascialo stare, infingardo traditore!"

"E perché mai?!" –Ghignò Flegias, afferrando Phantom per un braccio e tirandolo su di peso, in modo da metterlo sulla traiettoria dell’attacco di Ioria, che lo raggiunse alla schiena, distruggendo la corazza già danneggiata e facendo sputare sangue al Cavaliere Celeste. –"Scudi umani, una tecnica di guerra antica quanto efficace!" –Rise con perfidia, osservando il volto traumatizzato di Ioria e, prima che quest’ultimo potesse abbozzare una qualche strategia di difesa, afferrandogli il collo con la mano destra ancora libera e sbattendolo contro Phantom. –"Cenci da scuotere, ecco cosa siete per me! Sono la lavandaia di sangue che strizzerà i vostri corpi, prosciugandoli fino all’ultima goccia!" –Gridò, mentre sinuose vampe oscure si avvinghiavano addosso ai due Cavalieri, strappando loro urla di sofferenza.

Ioria cercò di reagire, anche per il compagno gravemente ferito. Afferrò il braccio di Flegias con una mano, liberando intense scariche folgoranti, non ottenendo altro effetto che strappargli un sorriso divertito.

"Tifavo per te, in verità!" –Commentò, stordendo il Leone, che non capì cosa volesse dire. –"Con la Sacerdotessa dell’Aquila, intendo! Avresti aggiunto un po’ di fuoco alla sua patetica esistenza! Invece l’hai lasciata a questo fallito che non si regge in piedi! Come farà a soddisfarla, proprio non lo so!"

"Bastardo, non osare permetterti questo tono…" –Ringhiò Ioria, ma Flegias aumentò la presa, piantando le unghie nel collo del Cavaliere.

"Altrimenti?!" –Tuonò, prima di scaraventare entrambi contro il muro dall’altra parte della stanza, facendolo crollare su di loro. –"Te l’ho detto, Ioria, mi sei simpatico! Ma questo tuo atteggiamento non aiuta! Tutt’altro! Ora, per come la vedo io, hai due scelte, e ti assicuro che sono molte più di quante Libra, o il qui presente Phantom, ne abbiano avute! La prima è morire: chiara, semplice, inequivocabile, e sai bene che accadrà se insisti a guardarmi torvo, del resto non hai mezzi per ferirmi. La seconda, che personalmente trovo ben più interessante, è unirti a me. In fondo, a suo tempo, ti schierasti dalla parte giusta, perché non ripeterti? Ah, se è un Demone dell’Oscurità che stai cercando, te lo darò! Del resto chi meglio di me, che l’ho ideata, padroneggia quella tecnica?!"

"Sei… folle, Flegias!!!" –Avvampò Ioria, rialzandosi ed espandendo il proprio cosmo, mentre i detriti crollati su di loro andavano in frantumi al solo contatto. –"I tuoi deliri di onnipotenza, la tua mente malata, ti hanno fatto perdere di vista la realtà! E nella realtà tu sei il nemico e io colui che ti vincerà!"

"Illusione che presto cadrà!" –Strinse i denti il Maestro di Ombre, lasciando turbinare le vampe di fuoco, proprio mentre Ioria, radunate le forze, portava entrambi i pugni avanti, liberando due massicce sfere di energia dorata.

"Double bolt!!!"

L’attacco si abbatté alle spalle di Flegias, che fu nuovamente lesto a schivarlo, squassando il portone e aprendo infine la via verso il Giardino dei Salici Gemelli. Ma Ioria, che tale eventualità aveva previsto, si era già buttato in terra, sfiorando il suolo e infondendovi il suo cosmo sfolgorante.

"Assaggia le zanne del Leone, figlio di Ares!" –Esclamò, mentre migliaia di folgori lucenti saettavano fuori dal pavimento sotto i piedi di Flegias, intrappolandolo in una gabbia di energia.

"Divertente! Mi fa il solletico!" –Rise questi, prima di radunare il cosmo tra le mani e rilasciarlo sotto forma di un ventaglio di energia infuocata che spazzò via i fulmini. –"Ooohm!!!" –Mormorò, allietato da quello scontro.

"A te adesso, Phantom!" –Disse allora Ioria, rotolando di lato e attirando le vampe su di sé, proprio mentre il Luogotenente dell’Olimpo, che nel frattempo si era rialzato alle spalle dell’amico, liberava il poderoso gorgo di cui era padrone.

La sfera di energia acquatica sfrecciò verso Flegias, che inarcò un sopracciglio, colto per la prima volta di sorpresa. Ma ebbe comunque il tempo di voltarsi in trasversale, osservare il Gorgo dell’Eridano passargli accanto e afferrarlo poi con il palmo della mano, avvolgendolo in oscure vampe di fuoco e rimandarlo indietro.

Phantom si lanciò di lato, per evitare di essere investito in pieno, ma la deflagrazione della sfera, a contatto con il muro retrostante, lo raggiunse comunque, spingendolo avanti, proprio ai piedi del Maestro di Ombre. Di nuovo quest’ultimo sollevò il braccio per colpirlo ma all’ultimo istante lo volse verso destra, proprio dove Ioria era appena apparso con il pugno sfrigolante energia cosmica. Deridendo la prevedibilità del Cavaliere, lo abbatté con una vampa di fiamme nere, schiacciandolo a terra, accanto al compagno sconfitto. Quindi, come un cacciatore di ritorno da una proficua giornata, li afferrò entrambi per un calcagno, trascinandoli fuori, nell’immenso giardino che sorgeva incavato su un fianco della Collina della Divinità.

Le Sacerdotesse del Santuario, e le loro apprendiste, molto si erano adoprate, dopo la fine della Grande Guerra, per riportare quel parco all’antico splendore, occupandosi di seminare il terreno e curare la crescita dell’erba e dei fiori. Il risultato, sia pur non paragonabile alla versione precedente, aveva comunque soddisfatto sia Atena che il Custode del Sesto Tempio, che spesso vi sedeva per meditare. Quest’oggi la sua oscura versione vi si sarebbe adagiata per ammirare il concretizzarsi del suo progetto di dominio. Là, tra i Salici Gemelli, avrebbe atteso l’avvento della grande ombra. E la fine del mondo.

Con un solo movimento del braccio, Flegias liberò una tempesta di fiamme che incenerì parte del giardino, lasciando solo un terreno brullo e sterile. Terreno ove Ioria e Phantom sarebbero stati sepolti, chiarì sghignazzando.

"Ci seppellirò la tua testa invece, figlio di Ares!!!" –Ringhiò Ioria, rimettendosi in piedi e bruciando ancora una volta il proprio cosmo.

"Dubito che riuscirai a farlo, Cavaliere! Dal momento che non ho più una testa! A meno che tu non voglia seppellirci questa… la testa del tuo amico Virgo!"

A quelle parole Ioria fermò il pugno, già carico di rovente energia, invaso da un pensiero che fino a quel momento, travolto dalla furia degli eventi, non aveva considerato. Virgo! Che ne sarà di lui? Se anche colpissimo Flegias, chi feriremmo realmente?

Non seppe rispondersi e il Rosso Fuoco approfittò di quel momento per investirlo con una tempesta di energia incandescente, schiantandolo a terra molti metri addietro. E anche quando si rialzò, stringendo i denti per il dolore, continuò ad essere travolto dal dubbio. Phantom parve comprendere l’esitazione del compagno, non sapendo neppure lui come liberare Virgo da quella possessione che, era chiaro, andava ben al di là di un semplice controllo mentale. No, Virgo non esiste più! La sua coscienza è stata annientata e Flegias vive nel suo corpo! Concluse il Luogotenente dell’Olimpo, giungendo ad una sola conclusione. Si voltò verso Ioria e vide che il ragazzo, con gli occhi lucidi, aveva compreso.

Sollevando lo sguardo, oltre Flegias e le sue vampe infernali, il Leone vide i Salici Gemelli ergersi in lontananza, impassibili e imperterriti ai destini del mondo. Avevano resistito agli Urli di Atena, alla Grande Guerra e all’avvento dell’inverno e Ioria si disse certo che sarebbero rimasti in vita fino alla fine del tempo.

Sotto quegli alberi Virgo scelse di morire, per mandare un messaggio ad Atena e continuare la sua lotta. Noi faremo altrettanto, rendendo onore al suo ricordo e tenendo alto il suo nome. Nessun sacrificio sarà stato vano! Avvampò Ioria, mostrando il pugno chiuso, attorno al quale scintillavano folgori dorate.

Phantom, accanto a lui, si preparò per l’ultimo assalto, consapevole di non avere altre forze residue. –"Sia quel che sia, sono contento di morire con te, amico mio!"

Ioria annuì, prima di sfrecciare avanti, avvolto da sfolgoranti fulmini d’oro. –"Per il Sacro Leo!!! In nome di Virgo!!!"

"Padre! Madre! Sorella! Presto saremo di nuovo insieme! Per adesso, vi vendicherò! Gorgo dell’Eridano!!!" –Gli fece eco il compagno, fondendo il proprio assalto con quello del Leone.

"Avete avuto la vostra possibilità di scegliere! Lo avete fatto! Perciò non adiratevi se altrettanto farò anch’io!!! Apocalisse… divina!!!" –Tuonò il Maestro di Ombre, sollevando il braccio destro e scatenando la più devastante tempesta di energia che avesse mai solcato quel terreno.

I raggi di luce di Ioria si estinsero, il globo di energia acquatica venne dilaniato e smembrato, i due Cavalieri furono sollevati da terra e avvolti in spire di fuoco oscuro, che distrusse le loro corazze, ustionò le carni, strappò via pezzi di pelle dai loro corpi, facendoli infine ricadere a terra in una pozza di sangue, mentre tutti i loro sogni e le loro speranze crollavano assieme a loro.

E tutto fu silenzio.

Per qualche minuto Flegias rimase ad osservare i corpi massacrati dei valorosi combattenti per la giustizia, inebriandosi dell’odore del loro sangue. Poi si ricordò di Dohko, il cui cadavere ancora ardeva nel braciere nella Sesta Casa, e si incamminò verso l’interno, per recuperarlo e gettarlo sopra gli altri due, per poi dare fuoco all’intera catasta.

Aveva mentito, si disse con un ghigno perfido. Non li avrebbe sotterrati. Del resto, perché perdere tempo a scavare? Meglio bruciare, meglio che l’odore della loro sconfitta si diffonda per tutto il Grande Tempio e raggiunga quei pochi spauriti soldati che ancora claudicano per difenderlo. Ahr ahr ahr!

"Fe… fermati!!!" –Lo chiamò una voce all’improvviso, facendolo voltare di scatto verso il giardino e strappare un verso di sorpresa.

Ioria era ancora vivo, per quanto visibilmente allo stremo. Era appoggiato su un ginocchio, sanguinante da ogni ferita aperta sul suo corpo, soprattutto al collo, alla tempia destra e a un occhio, e respirava a fatica. Il braccio destro era allungato avanti a sé, sorretto dal sinistro che gli impediva di afflosciarsi, mentre quel che restava del suo cosmo si espandeva attorno a sé, sempre di più, fino a generare una galassia di stelle che sovrastò il Giardino dei Salici Gemelli.

"Ancora non ti arrendi? Sei proprio come Pegasus!" –Commentò il Rosso Fuoco, recuperando la sua baldanza guerriera. –"Ma non puoi fare più niente ormai! Rinuncia Ioria, rinuncia o ti massacrerò con queste mie mani! Senza cosmo, senza tecniche segrete, solo con queste dita ti stuprerò la faccia, rendendola irriconoscibile persino alla tua bella aquilotta!"

"Taci, spergiuro!!! Photon Invoke!!!" –Gridò il Cavaliere di Leo.

"Cosmos Open!" –Ripeté divertito il Rosso Fuoco, facendo trasalire l’avversario.

"Co… come conosci la mia sequenza d’assalto?! L’hai visto solo una volta, a esplosione già scatenata!"

"Hai ragione. Vagamente lo rammento. Ma Virgo, invece, lo conosce bene! E sa anche come neutralizzarlo!" –Ridacchiò, concentrando il cosmo tra le mani e liberando un ventaglio di energia infuocata, che si diresse, come un maroso di fuoco nero, contro Ioria.

"Con… tinua!!!" –Esclamò Phantom, balzando davanti all’amico e venendo investito in pieno dall’assalto nemico.

"Nikolaos!!!" –Gridò Ioria, raggiunto dagli schizzi di sangue del Luogotenente, che crollò accanto a lui. E la sua tragica fine gli tolse ogni dubbio. –"Photon Drive!!!"

La pioggia di stelle cadde su Flegias, o almeno così parve al Cavaliere d’Oro, salvo poi accorgersi di non riuscire più a muovere neppure un muscolo. Persino parlare gli risultava impossibile, l’immagine del nemico davanti a lui si fece sfuocata e i suoni lontani. Fu soltanto usando il cosmo che capì che il Maestro di Ombre stava sogghignando soddisfatto.

"Interessante tecnica questo Sacro Virgo! Blocca attacco e difesa nello stesso momento! E mentre eri intento a preparare quel colpo troppo lento ne ho approfittato per toglierti i cinque sensi! Adesso dimmi, Cavaliere di Leo, ancora convinto nei tuoi propositi? Ahr ahr ahr! La sorte che hai scelto è, sì, ben nota, ma non per questo meno terribile!" –Esclamò fiero il Flagello di Uomini e Dei. –"Non affannarti ad urlare, tanto nessuno potrà udirti! Mur è in Asia, e a quest’ora sarà già morto! Atena e Avalon sulla luna, Libra è caduto! Nessuno più resta a difendere il Grande Tempio! Morto tu, la gloriosa casta dei Cavalieri d’Oro scomparirà! Mi sento fiero di questo risultato! Ah già, dimenticavo che non puoi parlare, sarei stato curioso di sapere quale santo protettore avresti invocato! Quale che sia, è un lamento destinato a perdersi nel vento, poiché nessuno verrà in tuo aiuto! Sei solo!"

"Ci sono io!!!" –Parlò allora una voce fiera, risuonando contemporaneamente nella mente di tutti e tre i combattenti, mentre due draghi di ardente energia, uno bianco e uno rosso, incendiavano il Giardino dei Salici Gemelli, abbattendosi infine su Flegias.

Rialzandosi, stordito e sorpreso, il Rosso Fuoco parve incupirsi per un momento, portando la mano destra sul cuore, come se temesse di aver perso qualcosa. Come se quei draghi si fossero cibati del mantello di oscurità che lo vestiva.

Sollevò lo sguardo irato, trovandosi di fronte il guerriero che aveva osato ferirlo. Anche Ioria e Phantom, sia pur deboli, guardarono il nuovo arrivato, non riuscendo inizialmente a riconoscerlo. Alto e robusto, le gambe ben piazzate al suolo, indossava un’armatura che nessuno di loro aveva mai visto, una corazza dall’aspetto simile a quelle indossate da Jonathan e dai Cavalieri delle Stelle.

"Pen… dragon…" –Mormorò il Luogotenente, riconoscendo infine il cosmo del loro salvatore. E sorrise, prima di accasciarsi esanime.

"Riposa, Phantom! Mi occuperò io del Flagello di Uomini e Dei! Ho molti motivi per cui combattere, molte persone da vendicare, altre a cui rendere onore!" –Spiegò il guerriero, togliendosi l’elmo dell’armatura e rivelando il suo volto maschile, su cui brillavano due occhi neri. –"Non abbiamo mai avuto il piacere di affrontarci in uno scontro diretto, sebbene i nostri cammini si siano incrociati sull’Isola delle Ombre! All’epoca, però, vestivo un’armatura diversa, quella dei Cavalieri Celesti, i cui panni ho smesso accettando ufficialmente il mio ruolo!

Sono Ascanio Pendragon, Cavaliere della Natura, Comandante dei Cavalieri delle Stelle e custode dei misteri di Avalon! E sono qui per prendere la tua vita, Anhar!"