CAPITOLO OTTAVO: PORTALI.
La comparsa dei Cavalieri delle Stelle diede nuovo vigore a Pegasus e a Cristal, che approfittarono delle ferite subite da Skoll per lanciarsi contro di lui, caricando i rispettivi pugni di energia lucente e congelante, che diressero verso la ferita che Jonathan gli aveva provocato poc’anzi sul collo. Nello stesso momento Reis balzò sotto la fiera, lanciandosi verso l’alto con la Spada di Luce in mano e aprendo un nuovo squarcio lungo il ventre peloso, mentre schizzi di sangue e di materia organica insozzavano il suolo ghiacciato.
"Sssmettetelaaa!!!" –Ringhiò Skoll, stordito e indebolito dall’attacco congiunto. Fece per muovere un passo avanti ma posò la zampa su qualcosa di appuntito, qualcosa che gli trapassò la carne, dilaniandola in un arco di luce, mentre Reis rotolava via, con la lama intinta di sangue nemico.
"Eri una bellissima creatura, è quasi un peccato doverti distruggere!" –Commentò Jonathan, sollevando lo Scettro d’Oro al cielo, che generò un ventaglio di luce accecante, obbligando persino Pegasus e Cristal a tapparsi gli occhi. –"Ma eri volta al male, ed è questa la fine per gli emissari del caos! Luce dello Scettro, irradia!!!"
Il diamante intagliato a fiore, sulla cima dell’asta dorata, si aprì e migliaia di fasci di energia, simili a lame di luce, riempirono l’aria della corte di Midgard, che mai aveva visto così intenso sole fin dall’epoca della sua costruzione. Skoll venne raggiunto su un fianco, sul viso, sulle zampe, e ovunque si aprirono squarci e macchie vermiglie, finché, incapace di reggersi ulteriormente in piedi, non crollò agonizzante sui detriti della torre, senza riuscire più nemmeno a fiatare.
Prima di spirare, sollevò gli occhi rossastri, riconoscendo la sagoma del Cavaliere del Cigno, a pochi metri da lui, la stessa in cui Loki si era trasformato ore prima. E sogghignò, certo che la vittoria alla fine gli avrebbe arriso. In quel momento Reis, con un secco colpo di lama, gli mozzò la testa, ponendo fine alla sua nefasta esistenza.
"Bleah!" –Esclamò Pegasus alla vista delle viscere della bestia. –"Che odore nauseabondo inquina la bella aria di Asgard!"
"Hai ragione, Pegasus! Sarà opportuno dare fuoco a questa carcassa quanto prima!" –Annuì Jonathan, affiancando il ragazzo.
"Ce ne occuperemo più tardi! Adesso dobbiamo raggiungere Dragone nelle segrete!" –Incalzò Cristal, iniziando a correre, presto seguito dagli altri.
"Ve la siete cavata bene con quel mostro!" –Commentò Pegasus, rivolgendosi a Reis e Jonathan. –"Non sapevo aveste già esperienze con simili creature!"
"L’addestramento a cui siamo stati sottoposti ci ha iniziato anche a prove del genere!" –Si limitò a rispondere Reis, continuando a correre. –"Avalon riconosce l’esistenza di molte creature, alcune delle quali le società moderne definiscono erroneamente come leggendarie, mitologiche o irreali!"
"Non è forse quello che si dice anche di noi Cavalieri?!" –Ironizzò Pegasus.
"Presto o tardi gli abitanti della Terra dovranno convivere con questa realtà!" –Disse Jonathan, quasi sbadatamente. –"Perché appigliarsi a una leggenda potrebbero essere la loro ultima speranza!" –Non aggiunse altro, infilando dietro a Cristal all’interno della fortezza, senza perdersi l’occhiata di sbieco che Reis gli lanciò.
Percorsero corridoi e sale dove giacevano corpi di uomini e di soldati, taluni con le divise della cittadella, altri con le corazze azzurre che Loki aveva donato loro, segni degli scontri che vi si erano consumati, e del passaggio di Dragone e gli altri.
Quando giunsero nelle segrete videro Sirio seduto in posizione meditativa di fronte ad una cella, con Kiki, Bard e gli arcieri in rigoroso silenzio alle sue spalle e i cadaveri di una decina di lupi e Soldati di Brina poco distanti. Il fratellino di Mur fece cenno a Pegasus di non fare rumore, per non disturbare la concentrazione dell’amico, intento a sciogliere i legami che costituivano la runa sigillante che Loki aveva apposto su quella prigione. Una runa di fattura divina, il cui scopo era di mantenere ciò che abbracciava in una posizione di status quo, non accettando alcuna variazione al suo interno. Non poteva perciò essere attaccata frontalmente, ma andava sciolta, facendola venire meno.
Grazie anche all’unione del cosmo di Ilda, Sirio riuscì infine a distruggere i legami intrinseci di Isa, la runa di ghiaccio, permettendo ai prigionieri di uscire da quella gabbia in cui, soprattutto Fiador, temevano di dover restare a lungo.
"Ilda!!!" –Esclamò Pegasus, osservando il volto stanco della Regina di Midgard avvicinarsi, seguita da Enji e da un giovane che non conoscevano.
"Cavalieri di Atena! È una gioia rivedervi, sebbene i tempi siano quanto di più infausto quest’epoca possa offrirci!" –Commentò, cercando di darsi un tono formale, adatto al suo ruolo, per quanto la stanchezza si facesse sentire. –"Temevo che, a causa di Fimbulvetr, Odino non avrebbe ricevuto il mio messaggio!"
"Invece ci ha avvisato in tempo, permettendoci di essere qui per salvarvi! Mia Signora… state bene?" –Si preoccupò subito Cristal, prima di guardarsi intorno confuso. Ilda capì dal suo sguardo quel che il ragazzo stava cercando e le si strinse il cuore al pensiero di confessargli la verità. Ma doveva farlo, perché era forse l’unico adesso, assieme ai suoi compagni, che potesse salvare sua sorella.
"Flare… è con lui! L’ha fatta prigioniera!" –Esclamò infine, sforzandosi di non piangere di fronte a tutta quella gente. –"Dovete salvarla, Cavalieri! Devi salvarla!" –Aggiunse, fissando Cristal con risolutezza.
"Lo farò! Abbi fiducia in me, e nell’amore che provo per lei!" –Decretò Cristal, e Pegasus, Sirio e la stessa Ilda rimasero colpiti dalla dichiarazione dell’amico, soprattutto il primo.
Per quanto sapesse che il ragazzo fosse legato a Flare, e che dopo l’avventura vissuta insieme nella vera Asgard qualcosa tra loro fosse scattato, trasformando la reciproca simpatia in un rapporto più intimo, più profondo, si sorprese di sentirlo parlare in quel modo schietto. Proprio lui, Cristal, il buon ghiacciolo, come l’aveva definito spesso scherzando con Sirio e Andromeda. Ma poi, riflettendoci sopra, Pegasus si sorprese di essere sorpreso, non essendoci i motivi per esserlo in realtà.
Tutti i suoi amici, i compagni con cui aveva diviso la vita fin dal primo scontro su un ring a Nuova Luxor, erano cresciuti e avevano trovato il coraggio di ammettere quel che provavano, di dichiarare il loro amore alle donne che amavano. Sirio a Fiore di Luna, Andromeda a Nemes, e Cristal a Flare. Soltanto lui sembrava non essere in grado di fare altrettanto. Perché? Si chiese, osservando Cristal abbracciare Ilda con affetto. Poteva sconfiggere giganti, mostri e Divinità infernali, ma trovava così difficile esprimere quel che provava, preferendo tenerselo dentro e lasciare che gli divorasse il cuore.
Perché era quella la fine a cui sarebbe andato incontro. Lo sapeva, e persino Ioria, che lo vedeva ormai come un fratello minore, l’aveva avvisato.
Ricordava ancora la conversazione avuta con lui qualche settimana prima, di ritorno dall’Isola delle Ombre, quando il Cavaliere d’Oro l’aveva informato che avrebbe trascorso un po’ di tempo con Reis, adesso che finalmente l’aveva ritrovata.
"Alcune persone aspettano una vita intera per un momento come questo, senza accorgersi, in realtà, che di momenti del genere la vita è piena! Basta solo saperli cogliere!" –Gli aveva detto con un sorriso, ponendogli una mano sulle spalle.
Ma Pegasus non era ancora riuscito a coglierlo.
Sulle prime aveva dato la colpa alle avventure che avevano separato entrambi, lei sull’Olimpo e lui intento a lottare in suo nome, ma in seguito, dopo quel che era accaduto alla Tredicesima Casa, si era sentito in colpa, e forse anche indegno. La rosa di rabbia, come Ioria gli aveva ben spiegato, non aveva creato niente, solo portato al parossismo istinti che ognuno covava dentro. E Pegasus, a causa di questo, aveva tentato di uccidere Atena, la Dea che avrebbe dovuto proteggere, e che invece odiava per non poterla avere, come odiava se stesso, i Cavalieri, il Duca Alman e tutto quel mondo di guerra in cui era immerso. Quel mondo che, se non fosse esistito, gli avrebbe concesso di essere felice con Isabel.
Sospirò, grattandosi la testa, prima di riportare l’attenzione sulla Regina di Polaris, a cui Cristal stava presentando i Cavalieri delle Stelle.
"Jonathan di Dinasty, Cavaliere dei Sogni, e Reis di Lighthouse, Cavaliere di Luce! Appartengono all’ordine istituito dal Signore dell’Isola Sacra per difendere i confini di Avalon!"
"E per una lista infinita di altre cose!" –Ironizzò Jonathan.
"Siete i benvenuti ad Asgard, Cavalieri di Avalon! Qua l’ospitalità è sempre sacra, anche in un momento oscuro come questo!" –Esclamò Ilda, prima che Cristal e gli altri iniziassero a porle domande sull’accaduto. Soprattutto Pegasus era desideroso di sapere chi fosse questo Loki, nemico di Odino, di cui non aveva mai sentito parlare.
"Vi dirò quello che so, Cavalieri, ma prima dovremmo trovarci un luogo sicuro!"
Fu in quel momento che arrivò Andromeda correndo, anticipato dal cigolio delle catene. Sbucò in fondo alla scala che conduceva alle segrete, seguito da un manipolo di guardie della cittadella, che avevano trovato rifugio nei boschi attorno, scampando per miracolo ai massacri dei Soldati di Brina. Li aveva incontrati dopo aver sconfitto Managarmr, rientrando a palazzo, apprendendo da loro della prigionia della Regina.
"Ilda! Amici!" –Esclamò, con un gran sorriso, facendosi loro incontro.
"Andromeda!" –Rispose Pegasus, felice di rivederlo sano e salvo. L’amico si inchinò di fronte a Ilda, salutando poi anche Reis e Jonathan, sorpreso ma felice di trovarli a Midgard, prima di raccontare del breve scontro con il Lupo della Luna.
"La fortezza è di nuovo libera, mia Regina, sia pur danneggiata in alcune zone!" –Esclamò uno degli uomini della guardia. –"Abbiamo perlustrato il Salone del Fuoco e i piani inferiori, sembra che i Soldati di Brina se ne siano andati!"
"E a quelli che c’erano abbiamo dato una bella lezione!" –Commentò Pegasus, sbattendo un pugno nell’altra mano.
"Piuttosto strano… Hanno lasciato Midgard in tutta fretta…" –Rifletté Ilda, prima di fare cenno ai Cavalieri suoi ospiti di seguirla al piano di sopra.
Venti minuti più tardi, dopo essersi effettivamente sincerati dell’assenza di lupi, Soldati di Brina o servitori di Loki all’interno del palazzo, i Cavalieri di Atena e delle Stelle erano riuniti nel Salone del Fuoco, assieme a Kiki, Fiador e Bard. Nonostante la disagevole situazione, Ilda aveva provveduto comunque a fornire agli ospiti un pasto caldo e medicazioni, scusandosi per non poter offrire di meglio in quel momento. Ma né Reis e Jonathan, né Pegasus e gli altri, ebbero da ridire.
Enji arrivò qualche minuto dopo, informando la Celebrante di Odino dei danni subiti dalla fortezza, soprattutto al Cancello Meridionale e al piazzale sul retro, ormai sommerso da cumuli di rocce e ghiaccio. La notizia della distruzione della Statua di Odino parve stancare Ilda, che chinò il capo sconsolata per la perdita e l’oltraggio che Midgard aveva subito.
"Adesso è chiaro! Sono andati a Asgard! Non capivo, sulle prime, perché Loki avesse rapito mia sorella, avrebbe potuto prendere me come ostaggio, ma poi ho compreso che quel che voleva non era lei, ma qualcosa che aveva con sé! L’amuleto di Frigg, capace di far apparire Bifrost!" –Disse Ilda, e Cristal sussultò, ricordando quando se ne era servito. –"In questo modo l’Ingannatore ha potuto raggiungere Asgard, tramando dall’interno in attesa dei suoi servi! Questo era il grande schianto che ho sentito nel cuore, lo spezzarsi di Bifrost, il crollo del Ponte Arcobaleno!"
"Che cosa?! Questo significa che… la via per Asgard… è preclusa?!" –Balbettò Cristal, e anche gli altri si guardarono inorriditi, aspettando ulteriori dettagli da Ilda. –"Ma… e Flare?! Se ha osato torcerle un capello io…"
"Dubito che lo abbia fatto! Loki non è tipo da ammazzare per nulla, deve avere un tornaconto in tutto quello che fa! Se Flare è riuscita ad essere utile allora l’avrà tenuta in vita!" –Spiegò la Regina di Midgard, prima di rispondere alle insistenti domande di Pegasus su Loki. –"Egli è la Divinità più importante del pantheon nordico, al pari dello stesso Odino, di cui rappresenta la nemesi, l’altra faccia della medaglia! Discendente degli Jötnar, Loki ha vissuto per secoli ad Asgard e sulle prime gli Asi parevano quasi ammirarlo, incantati dalla sua astuzia, dalla sua malizia, dalla capacità che aveva di cacciarsi sempre fuori dai guai, e di tirarci fuori anche gli altri! Per quanto molti detestassero i trucchi a cui faceva ricorso, al tempo stesso avrebbero voluto possedere la sua intelligenza! Forte di questo potere, Loki iniziò a tramare nell’ombra, carpendo i segreti degli Dei e usandoli per metterli uno contro l’altro e per averne un vantaggio, aumentando sempre più la sua posizione! Ma un giorno, anch’egli, si spinse più in là di quanto avrebbe dovuto, tentando di uccidere il divino Balder, l’essere più perfetto e armonioso che l’universo avesse creato!"
"Il figlio di Odino?!" –Intervenne Cristal, ricordando l’incontro con il Dio, giusto e solare, che aveva salvato da Hel.
"Proprio lui! Loki riteneva infatti che Balder nascondesse il segreto per fermare il Ragnarök, momento che il Buffone Divino attendeva invece per rovesciare l’ordine costituito e imporre quello degli imperfetti! Un ordine dove avrebbero trovato posto tutti coloro che gli Asi avevano scartato, deriso, umiliato, ucciso, nel corso dei millenni! Quale fosse il senso della profezia neppure Loki lo comprese a fondo, ma io credo fosse da interpretarsi in maniera più estesa! Non Balder stesso avrebbe salvato Asgard, ma i suoi modi di fare, il suo stile di vita, la lucentezza del suo cosmo! Se gli altri Asi, Vani e uomini si fossero comportati come lui, se fossero stati puri come lui, l’inverno non sarebbe mai sceso e non vi sarebbe stato alcun crepuscolo! Invece gli Dei continuarono a scontrarsi tra loro, come gli uomini fecero sulla Terra, e il caos prosperò, liberando Loki dalla prigionia cui gli Asi lo avevano confinato dopo il tentato omicidio di Balder e donandogli nuovo potere, per ordire gli intrighi necessari per avere la sua vendetta! E, c’è da dire, che sulla Terra ha trovato terreno fertile, poiché molti lo hanno seguito, anche uomini pii dal cuore nobile sono stati adescati dalle sue parole, in grado di apparire melodiose a chiunque così volesse udirle!" –Sospirò Ilda, spostando fugacemente lo sguardo sul figlio del Conte Turin.
"Credo che l’interpretazione di Ilda sia corretta!" –Intervenne allora Andromeda, rompendo il silenzio che si era creato. –"Se gli uomini e gli Dei potessero vivere in pace e armonia, le guerre non scoppierebbero più e il male cesserebbe di esistere, invece entrambi falliscono. Continuamente falliscono. E chi desidera il caos, la sovversione dell’ordine, riesce sempre a trovare un aiuto! Ricordate Flegias, amici, e tutti coloro che ha irretito?!"
"Questo è dannatamente vero!" –Bofonchiò Pegasus. –"Ma noi non siamo filosofi, Andromeda, siamo Cavalieri e abbiamo il dovere di lottare per ciò che crediamo, anche se questo, spesso, significa abbassarci al livello di coloro che affrontiamo!"
"Mia Regina, come possiamo fare? Se la Tremula Via è crollata, come potremo raggiungere Odino? Voi potreste forse…?!"
"No, Cristal! Trasferirvi ad Asgard non è nei miei poteri! Come l’Olimpo e il Grande Tempio, il cosmo della più possente Divinità di quel luogo preclude qualsiasi possibilità di penetrare al suo interno! Neppure con l’autorizzazione stessa di Odino potrei, perché gli scudi che si sono sovrapposti per millenni fanno della fortezza in cielo un luogo impenetrabile dalla mente umana!"
"Siamo tagliati fuori…" –Mormorò Andromeda sconsolato, al pari dei compagni.
"Pur tuttavia…" –Riprese Ilda, attirando nuovamente l’attenzione su di te. –"Esiste un’altra via, per giungere ad Asgard!"
A quella frase persino Enji sussultò. Per quanto fosse fedele sostenitore del casato dei Polaris e la sua famiglia prestasse servizio a palazzo da secoli, non aveva mai sentito udire una cosa simile, neppure da suo padre, che era stato precettore di corte.
"Un’altra via?!" –Balbettò Pegasus. –"Come Ilda?! Mostracela!"
"Seguitemi!" –Si limitò ad esclamare la donna, alzandosi, con il tridente saldamente in mano, e incamminandosi verso l’uscita del Salone del Fuoco. Pegasus, Andromeda, Sirio, Cristal, Kiki, Reis, Jonathan, Enji, Fiador e Bard la seguirono, scendendo ai livelli più bassi del palazzo, addirittura più in basso delle segrete. –"Loki pensa solo a ciò che gli può essere utile, ma non ha mai capito che il vero potere risiede nella conoscenza! Altrimenti saprebbe che gli antichi creatori furono previdenti! Volevano, è vero, allontanarsi dagli uomini, troppo deboli e corrotti a loro dire, ma al tempo stesso si lasciarono aperti una porta! Una possibilità!"
"Mia signora…" –Commentò Enji, procedendo con una torcia in mano lungo una scala a chiocciola dai gradini così polverosi da non essere stata percorsa da secoli. –"Non sapevo esistesse un altro livello al di sotto delle prigioni!"
"Non crucciartene mio fido Enji, nessuno ne era a conoscenza, neppure Flare!" –Fu la risposta di Ilda, che si fermò, ai piedi della scalinata, di fronte a un muro spoglio. –"Molte volte ho pensato che fosse meglio informarla, nel caso io fossi perita, per evitare che il segreto dei miei antenati, e di tutti i Celebranti che ci hanno preceduto, scomparisse! Poiché solo io so come aprire il passaggio che conduce… ai mondi!"
Il consigliere scosse la testa, non capendo, mentre Ilda avanzava di qualche passo, conficcando la punta del tridente in un incavo del muro, imprimendovi tutto il suo cosmo, che finalmente rivelò nel suo splendore. Sia pur freddo, era comunque carico di vita, pulsante di emozioni, al punto che tutti ne furono ristorati, persino ammaliati.
Quindi Ilda pronunciò alcune parole in norreno, che Pegasus e gli altri non compresero, e persino Cristal ed Enji fecero fatica a capire, essendo probabilmente una versione più antica di quella corrente, e infine mosse la mano, disegnando nell’aria un segno di luce, che a Pegasus parve una B stilizzata.
"Una runa!" –Mormorò Jonathan, che, come Reis, era stato addestrato a tali arti ad Avalon. –"Bjarkan!" –Aggiunse prontamente la ragazza. –"La runa della visione, della rivelazione, del sogno!"
Le sue ultime parole si persero nell’onda di luce che invase la stanza, obbligando tutti a coprirsi gli occhi per poi realizzare, quando tornarono a vedere, che il muro si era diviso in due, aprendosi all’interno e rivelando un corridoio che si incuneava nell’oscurità. Ilda, senza esitare, vi si tuffò, seguita da Enji e Fiador, che facevano luce con le torce, e dai Cavalieri. Scesero ancora di una decina di metri, sentendo un freddo intenso gelargli le ossa, mentre Ilda riprendeva a spiegare.
"Questo è il luogo più sicuro dell’intera Midgard! Costruito all’alba dei tempi, dal primo Celebrante scelto da Odino, su di esso venne innalzata la cittadella, uno strato dopo l’altro, un’epoca dopo l’altra! Ma, pur con tutte le operazioni di restauro che la reggia ha subito, dopo le guerre che si sono combattute, il nucleo centrale non è mai stato intaccato, né mai potrà esserlo!" –Concluse, giungendo in un’ampia stanza circolare, vasta all’incirca quanto metà del Salone del Fuoco.
"La stanza dei portali!" –Esclamò, sollevando lo scettro e irradiando un po’ di luce, in modo che tutti potessero ammirarla. Ammirarne soprattutto le pareti, perché per il resto la stanza era vuota, priva di qualsiasi mobilio o ulteriore apertura.
Ai muri erano invece stati scolpiti degli archi, decorati con pietre in modo da rappresentare delle porte. Ve ne erano otto in tutto, che, partendo dalla sinistra dell’ingresso, giravano attorno alla sala guardandosi in faccia, come fossero tutti sulla stessa circonferenza.
"I nove mondi!" –Affermò Ilda, richiamando a sé l’attenzione dei Cavalieri, che ancora non avevano ben capito come potessero giungere ad Asgard.
"Nio heimar…" –Disse Cristal, ricordando gli insegnamenti del Maestro dei Ghiacci.
"Nove mondi ricordo, nove sostegni, e l’albero misuratore, eccelso, che penetra la terra!" –Commentò Enji, strappando un sorriso a Ilda, che ben conosceva quella citazione, tratta da uno dei più antichi poemi epici scandinavi. Lo stesso che Lady Isabel aveva citato ai Cavalieri ad Atene, la Profezia della Veggente.
"Fin dall’alba dei tempi, nove sono i mondi in cui è diviso l’universo! Il primo è il Recinto di Mezzo, Midgard, popolato dagli uomini mortali, in cui adesso ci troviamo! Il secondo mondo è Ásaheimr, la terra dove vivono gli Asi, la cui capitale è la grande fortezza di Asgard, ove voi dovete dirigervi! Il terzo mondo è invece Vanaheimr, la regione dove abitano i Vani, la seconda stirpe divina, di cui tu, Cristal, hai già conosciuto un rappresentante, il Sommo Freyr!" –Spiegò Ilda, e il ragazzo annuì al ricordo del Dio della Prosperità. –"Il quarto mondo è Jötunheimr, il regno dei Giganti, dove si trova la Fonte di Mimir, a cui Odino ha spesso chiesto consiglio. Vi abitano gli Jötnar, i giganti alleati degli Asi e precursori di altre stirpe mostruose che invece agli Dei sono avverse. Il quinto mondo è chiamato Álfaheimr e vi dimorano gli elfi chiari, creature leggiadre e amanti della pace e di tutto ciò che è bello e lucente, mentre il sesto è Svartálfaheimr, il mondo degli elfi scuri e dei nani, massimi costruttori e fabbri. Furono loro infatti a forgiare, tra gli altri, Brísingamen, il monile di Flare, la spada Balmunk e molte armi usate dagli Asi e dai guerrieri in battaglia!
Per ultimi ho tenuto i mondi più pericolosi, dove mai vorrei avventurarmi! Il settimo è infatti il nebbioso Niflheimr, situato nel gelido settentrione, sotto il quale si estende Helheimr, l’ottavo mondo, molto simile al precedente e come tale spesso sovrapposti. Questa è la zona più oscura dell’universo, un vero e proprio inferno di ghiaccio, ove dimorano gli Hrmithursar, i Giganti di Brina, con cui Cristal si è già scontrato in passato. L’ultimo mondo è invece Múspellsheimr, il regno del fuoco. È una terra dove il tempo sembra non sia mai trascorso, rimasta all’antico fuoco primordiale. Brucia e arde continuamente e il solo respirare è insopportabile per chi non vi è nato, a causa del calore che la domina. Qua dimorano i Giganti di Fuoco, stirpe solitaria e controversa, che in passato ha donato a Odino sia aiuto che innumerevoli guerre. Rabbrividisco al pensiero che uno di voi possa ritrovarsi in tale abominevole landa!"
"Uno di noi?!" –Balbettò Pegasus, non capendo.
"Anche se nessuno sa di preciso come i nove mondi siano disposti l’uno rispetto all’altro o su che piano dimensionale si trovino, c’è qualcosa che li unisce tutti, che li lega indissolubilmente: l’Albero Cosmico, che sale fino alle sommità del cielo!"
"L’Albero Cosmico! Yggdrasill!" –Esclamò Cristal. –"Ne discendemmo il tronco fino alle radici per giungere nell’inferno!"
"Quello era uno dei modi di arrivare ad Hel! E questo è un altro, che vi permetterà di seguire il percorso inverso, giungendo in uno dei Nove Mondi, per trovare poi l’Albero dell’Universo e arrampicarvi su esso fino ad arrivare ad Asgard! Un’impresa rischiosa, folle, forse impossibile! Ma non ho alternative valide da proporvi, Cavalieri di Atena, se non attendere passivi il completarsi degli eventi!"
"Mai!" –Affermò Pegasus chiudendo il pugno. –"Spiegaci però Ilda come possono questi archi di pietra aiutarci!"
"Non sono semplici archi, Pegasus, non soltanto! Ma sono dei portali verso gli altri mondi! Per comprenderne l’esistenza, dovete comprendere Odino! Il Signore degli Asi infatti non ha mai avuto eccessiva simpatia per gli uomini, ma al tempo stesso non ne ha mai desiderato lo sterminio! È accaduto, in passato, che l’aria di Asgard lo annoiasse e che si recasse in giro per i mondi, sotto le spoglie di un mendicante. Vafhudr, il vagabondo, così veniva chiamato. E nel suo girovagare aveva modo di apprendere molte cose, e di temerne altre. Così, quando prese la decisione di costruire la fortezza di Midgard, e mandò i suoi figli ad innalzarne le mura possenti, concordò con il primo Celebrante la creazione di un collegamento che entrambi avrebbero potuto usare in caso di estrema necessità: Odino per uscire da Asgard, e i Celebranti per raggiungere la terra degli Asi. Non ho memoria se questi portali siano mai stati utilizzati, probabilmente no, e con il tempo caddero nell’oblio, mentre uomini e Dei si allontanavano sempre più gli uni dagli altri, ciascuno con i suoi problemi, speculari a quelli dell’altro mondo!"
"Perciò questi sono dei varchi dimensionali!" –Intervenne Jonathan, affascinato. –"Non sapevo ve ne fossero anche ad Asgard, ma è probabile che i saggi che li concepirono fossero legati a coloro che crearono il portale di Isla del Sol!"
"Tu li conosci, Cavaliere delle Stelle?" –Chiese Ilda.
"Sulle Ande, di fronte al tempio di Inti, dove sono stato addestrato dal mio maestro, vi è un arco di pietra molto simile a questi, che conduce direttamente ad Avalon! E so per certo che ne esiste un secondo in Egitto! Di altri non sono a conoscenza!"
"Tutto molto interessante… ma la domanda è… funzionano?!" –Esclamò Pegasus, sfregandosi le mani, mentre l’adrenalina iniziava a montare in lui, intrigato all’idea della nuova avventura.
A quella domanda Ilda si avvicinò al centro del salone, piantando il tridente per terra, nel punto di convergenza perfetta degli otto archi e della porta d’ingresso, emanando una luce argentea a cui presto risposero altre luci. Le pietre che componevano i lati e l’arco dei portali presero infatti a illuminarsi, accendendosi di bagliori diversi, che spaziavano dall’oro al rosso all’azzurro. Un arcobaleno di colori che lasciò i Cavalieri di Atena e di Avalon, e i fedeli di Odino, a bocca aperta.
"Meraviglie del Mondo Antico…" –Mormorò Jonathan, con sguardo trasognato.
"Purtroppo le scritte sono scomparse, le rune che adornavano la sommità degli archi sono state rese illeggibili dal tempo, da millenni di mancato utilizzo. Ciò ci impedisce di sapere dove conduca ognuno di questi portali e in quale dei mondi chi varca la soglia potrebbe precipitare!" –Spiegò Ilda, prima di abbassare il tono della voce, riducendola a un sussurro. –"Inoltre… vi è un altro pericolo. Affinché il trasferimento funzioni è necessario che nell’altro mondo esista un portale identico e, non sapendo se e quando siano stati usati, non posso garantirvi che tali portali esistano ancora o se siano andati distrutti in una guerra, per un terremoto o durante un’eruzione a
Múspellsheimr. Se così fosse restereste intrappolati tra due realtà dimensionali, impossibilitati ad andare avanti e incapaci di tornare indietro! Forse tuo fratello…" –E nel parlare si rivolse ad Andromeda. –"Lui avrebbe i poteri per muoversi tra le dimensioni. Ma voi?! Siete davvero disposti a correre questo rischio? A rischiare di perdervi per sempre?!"Sul momento nessuno rispose e Ilda chinò il capo, consapevole della loro scelta. Fece per afferrare il tridente, per toglierlo dall’incavo e spegnere la luce dei portali, quando la voce di Pegasus la riscosse.
"Certo che siamo pronti! Stiamo solo aspettando che tu ci dica come partire!"
"Per salvare Asgard, la Terra e l’umanità correremmo rischi anche peggiori di ritrovarci in chissà quale angolo dell’universo!" –Gli andò dietro Sirio.
"Del resto abbiamo esperienza sul campo delle dimensioni sconosciute, essendo stati risucchiati da un vortice che ci ha portato in fondo al mare e avendo raggiunto l’Inferno da vivi!" –Concordò Andromeda, prima che Cristal concludesse.
"Per coloro che amiamo, noi andremo!"
"E noi verremo con voi, Cavalieri di Atena!" –Intervenne allora Reis. –"Il Signore dell’Isola Sacra ci ha espressamente chiesto di portarvi aiuto e così faremo!"
"Se questa è la vostra decisione…" –Commentò Ilda, trattenendo un sospiro. –"Farò il possibile per aiutarvi!" –E nel dir questo mosse le dita della mano destra, generando una runa che a Pegasus parve un piede di papera stilizzato. –"Yr! La runa della protezione! Che la benedizione del casato dei Polaris possa scendere su tutti voi, Cavalieri della Speranza!"
"Grazie, Regina di Midgard!" –Esclamò allora Pegasus, parlando a nome di tutti i compagni, che annuirono con orgoglio. Dopo di che ognuno si dispose di fronte ad un portale: da sinistra a destra Pegasus, Jonathan, Sirio, quindi, dopo un varco rimasto vuoto, Reis e Andromeda.
"Mi raccomando, Bard!" –Gli disse Cristal, ponendogli una mano su una spalla. –"La difesa della cittadella è ora nelle tue mani! Così come quella della regina! Sii degno di tale onore e stai in guardia, il nemico ha molte facce!"
L’allievo di Orion strinse il braccio del Cavaliere, guardandolo con determinazione, prima che questi prendesse il suo posto di fronte al portale accanto a Sirio.
"In gamba, ometto!" –Sorrise Dragone a Kiki, che annuì, stringendo i pugni.
Ilda osservò i due portali rimasti liberi e si augurò fossero quelli che conducevano a Múspellsheimr e negli Inferi. Quindi espanse al massimo il proprio cosmo, entrando in sintonia con le energie nascoste nei portali, mentre ciascun Cavaliere si avvicinava alla parete scintillante, sfiorandola prima con una mano e accorgendosi di potervi passare attraverso, quasi fosse un velo di luce.
Guardandosi un’ultima volta, Pegasus, Dragone, Cristal e Andromeda si sorrisero, prima di entrare nel varco dimensionale e scomparire. Reis e Jonathan non aspettarono che pochi secondi per fare altrettanto.
Ilda, rimasta in trepidante attesa al centro del salone, con Kiki, Bard, Enji e Fiador dietro di sé, sospirò, chiedendosi che ne sarebbe stato di loro.
"Oh speranza, non abbandonarli!" –Mormorò, prima di placare il proprio cosmo e andarsene.