LA VERA STORIA DI ASHER

VIII° Capitolo

L’uomo Della Tormenta

Asher si alzò presto la mattina, ma quel giorno anziché allenarsi o andare in giro per Nuova Luxor, decise di andare a trovare i suoi compagni in ospedale. Aveva un appuntamento con Isabel e Mylock alle 11 della mattina, quindi aveva circa tre ore da spendere per se stesso.

Si vestì in fretta, fece colazione e poi uscì dirigendosi verso l’ospedale della città dove sapeva che Ban, Geki e Aspides erano ricoverati.

"Bene… l’ospedale deve essere questo. Che potevo fare? Non potevo certo starmene da solo ad allenarmi senza andare a fargli una visita, sono miei compagni, avrei dovuto vederli già da molto tempo" pensò Asher prima di entrare.

Salì le scale ed entrò nella camera dove c’erano i suoi compagni, con sorpresa si accorse che con loro c’era anche Cristal poggiato al davanzale della finestra con le braccia incrociate.

Il cavaliere del cigno con un ghigno disse:

"Era ora che arrivassi, come al solito arrivi sempre con l’ultimo treno, come sei anni fa… non sei tanto diverso da Pegasus in fondo!"

Asher cercando di contenersi rispose:

"Io arrivo quando voglio e come voglio, e non devi essere certo tu a farmi la predica… ho visto ieri come ti sei presentato al Palazzo dei tornei, l’educazione a quanto pare non è il tuo forte, ma in effetti non lo è mai stata!"

Aspides intervenne subito per calmare gli animi:

"Dai ragazzi… ma siete venuti qui per litigare? Qui c’è gente malata, dovreste comportarvi rispettosamente in un ospedale….ehhh….erhhhh….ETCIUUUU’!!"

Geki che era seduto sul letto affianco a quello di Aspides scoppiò in una risata pazzesca:

"HA HA HA HA!! A quanto pare il colpo di Cristal ti ha lasciato danni permanenti!"

"Senti chi parla, il grande orso che cade come una pera per un solo calcio! Meno male che Pegasus era uno scricciolo spennato!!"

Geki volle puntualizzare le parole di Aspides:

"Guarda che quello che a te è sembrato un calcio in realtà erano un centinaio, chiunque sarebbe crollato!"

Cristal sempre con le braccia incrociate intervenne:

"Dai Geki, lascia stare… quel che è fatto è fatto, evidentemente Pegasus è stato un avversario troppo forte per te!"

Aspides intervenne subito dicendo:

"Si si… mi ricordo…ehhh…ehhhh … EETCIUUUU’…scusate!"

Tutti risero divertiti e Cristal simpaticamente ma non troppo disse:

"Aspides, a te è andata anche troppo bene, è una fortuna che te la sei cavata con un semplice raffreddore, se avessi fatto sul serio non so cosa sarebbe successo… se avessi forzato il colpo difficilmente saresti sopravvissuto!"

Asher girò lo sguardo verso il Cigno ascoltando le sue parole, se davvero Cristal non ha forzato il suo colpo su Aspides, come pretendeva di fermare un attacco simile? Doveva escogitare una difesa adeguata contro la polvere di diamanti di Cristal, ma sembrava davvero impossibile qualunque difesa.

Aspides dopo essersi soffiato il naso a dovere disse a Cristal:

"Bè…accetto la sconfitta, ma se non sbaglio tu ti sei addestrato non tanto lontano dal luogo dove sono stato addestrato io… posso sapere chi è stato il tuo maestro?"

Cristal con orgoglio si espresse:

"Ma certo… il mio maestro non era altro che il cavaliere dell’Aurora Boreale, ovvero il Maestro dei ghiacci"

Aspides spalancò i suoi occhi neri con enorme sorpresa e poi urlò:

"COSA? Il tuo maestro è il cavaliere dell’Aurora boreale? Colui che ha sconfitto il mio maestro?…Tu..tu sei stato allenato da quel formidabile uomo?"

"Esattamente, ma perché urli tanto, cos’è questa storia, come fai a conoscere il Maestro dei Ghiacci?" rispose Cristal con il pugno chiuso.

Tutti i cavalieri che si trovavano intorno al letto di Aspides osservavano gli occhi spalancati del cavaliere dell’Idra. Aspides stava sudando freddo… non avrebbe mai dimenticato quell’attacco, quell’incredibile attacco che il Maestro dei Ghiacci portò contro il suo maestro, anzi, la sua maestra dato che da quello che Aspides stava per raccontare, sarebbe emerso che l’insegnante di Aspides non era altro che una sacerdotessa guerriera, una tra le più feroci e agguerrite sacerdotesse guerriere……

"Me lo ricordo come se fosse adesso… Tutto cominciò due anni fa, la mia istruttrice era una guerriera fortissima e ci allenava alla lotta con grande devozione, almeno così sembrava, in realtà la notte spariva e non si sapeva dove andava e cosa facesse in quelle gelide notti. I giorni passavano, ma quella stranezza non terminava, anzi, spesso portava con se alcuni allievi… non capivo cosa andavano a fare. Un giorno ci radunò tutti e cinque sul lago ghiacciato e con le braccia incrociate ed il viso coperto dalla sua misteriosa maschera chiamò il suo primo allievo, ovvero Docrates, a quest’enorme uomo donò l’armatura dell’Idra maschio: un’enorme armatura di bronzo che spettava al più forte dei suoi allievi! Poi chiamò me donandomi con una certa freddezza l’armatura dell’Idra femmina… a quel punto pensavo che le armature fossero finite, perché in quel luogo ero certo che le armature di bronzo da assegnare erano solamente due… non era così… chiamò gli altri tre allievi che ghignavano ignorandoci completamente… a questi donò tre armature di bronzo delle quali ignoravamo l’esistenza: ad uno di loro assegnò l’armatura del Serpente del mare, era una corazza viscida senza punti solidi, ad un altro assegnò l’armatura del Delfino, una lucida corazza bianca e nera, all’ultimo dei suoi allievi donò l’armatura della Medusa, una corazza stranissima e sinistra.

Dopo averci donato le armature la nostra maestra continuò ad allenarci di giorno, ma di notte spariva portandosi Serpente di mare, Delfino e Medusa al seguito.

Arrivò in un giorno di forte tormenta, nevicava copiosamente, era avvolto in un mantello bianco ed aveva uno sguardo rilassato, non capimmo cosa era venuto a fare, ricordo solo che la maestra ci ordinò di circondarlo, le parole di quell’uomo mi rimasero impresse "Morgana! Sei stata accusata dal Gran sacerdote di tradimento, l’accusa è quella di aver affondato e derubato vari convogli in mare a scopo di lucro, per tale motivo mi è stato ordinato di farvi esiliare immediatamente sull’isola fantasma dei Caraibi, se ti rifiuti di farlo sarò costretto a piegarvi!" Ricordo che Morgana ordinò a me e a Docrates di attaccarlo e così fu ma senza alcun risultato, io fui colpito in pieno stomaco per poi essere proiettato a trenta metri circa di distanza, tentai di rialzarmi ma mi ritrovai con le braccia e le gambe ghiacciate, ero sicuro però che Docrates con il suo micidiale pugno di Ercole abbattesse senza fatica quello strano cavaliere, ma così non fu, anzi al contrario vidi quell’uomo attorcigliare le sue gambe attorno alla testa di Docrates immobilizzandolo all’istante, dopodiché si allontanò lasciandolo cadere sul ghiaccio. Poi quell’uomo continuò a parlare: "Morgana sei una vigliacca, lasci che siano i tuoi cavalieri ad attaccarmi… è deprimevole sapere che in passato il Gran Sacerdote ti abbia dato il privilegio di poter allenare futuri cavalieri, per ciò che fin’ora hai fatto meriteresti la morte… adesso per l’ultima volta chiedo a voi quattro di arrendervi e di recarvi al più presto sull’isola fantasma" Morgana replicò immediatamente nonostante i suoi tre cavalieri rimasti tremavano vistosamente: "Dunque sei venuto a rovinarmi la festa, pensi davvero di sconfiggere la grande Morgana? Serpente di mare, Delfino, Medusa, non abbiate timore e attaccate quest’uomo!" I tre cavalieri con grande prudenza si avvicinarono al Maestro dei Ghiacci che sospirò abbassando le palpebre degli occhi… il primo fu Serpente di mare che in un attimo fu congelato, Delfino tentò di dare un calcio volante al cavaliere dell’Aurora che velocemente lo evitò per poi colpirlo con una fortissima gomitata sulla nuca, facendolo cadere sul manto nevoso a faccia in giù. Medusa, l’ultimo rimasto, attaccò con il suo TOCCO DELLA MEDUSA che però andò a vuoto, le scariche si dispersero nell’aria perché il suo avversario saltò in alto e nascosto dalla tormenta colpì il cavaliere di Morgana sul viso con un potentissimo calcio volante. Praticamente in meno di trenta secondi li eliminò tutti e tre.

Morgana a quel punto si mise in posizione di attacco e corse verso il Maestro dei Ghiacci, il quale senza alcuno sforzo evitava tutti i taglienti affondi della sacerdotessa, poi con estrema velocità colpì Morgana sul ventre con una potente ginocchiata; lei a quel punto indietreggiò, mentre il Maestro dei Ghiacci, senza alcuna pietà osservava la sacerdotessa con estrema calma sperando che si arrendesse e accettasse l’esilio, ma così non fu. Ricordo che di fronte al Maestro dei Ghiacci comparve un enorme aquila a tre teste, ma il cavaliere dell’Aurora Boreale non si fece incantare e prima di sferrare il suo colpo finale disse: "Morgana, i tuoi inutili trucchi con me non attaccano, dovresti sapere almeno quanto me che noi guerrieri del nord sappiamo distinguere le illusioni dalla realtà, ammiro la magnifica aurora boreale che sovrasta la Siberia, ma so controllare il suo incanto e la sua illusione, i tuoi giochi di prestigio sono nullità a confronto… e adesso come promesso ti punirò per non avermi ascoltato prima…POLVERE DI DIAMANTI!!" E vidi lo stesso vento gelido che tu Cristal hai lanciato su di me, ma quello di quell’uomo era più intenso… ricordo che Morgana fu congelata all’istante. Quell’uomo si avvicinò a me e con un sorriso mi disse: "Tutto quello che hai visto qui non è stata colpa tua, continuerai ad allenarti con il tuo compagno Docrates…" Detto questo se ne andò, Morgana e i suoi tre scagnozzi sparirono, non so, forse qualcuno venne a prelevarli, da quel giorno continuai ad allenarmi con il mio compagno di addestramento. Docrates però fu richiamato in patria dopo circa un anno, non so per quale motivo, ma il messaggero fu inflessibile, quindi rimasi solo in Finlandia ad allenarmi e ad aspettare il famoso invito di Alman che attendevo da cinque anni…!"

Cristal pensieroso si espresse:

"Si, in effetti ricordo che il Maestro dei Ghiacci si allontanò per circa due giorni, mi disse che doveva risolvere una questione importante ma per non farci preoccupare non ci disse il motivo"

"Anche tu avevi dei compagni Cristal?" Disse Aspides incuriosito.

Cristal rispose seriamente :

"Si, uno soltanto, si chiamava Abadir ed era molto più forte di me!"

Aspides a quel punto chiese ancora:

"E che fine ha fatto? Dove si trova adesso?"

Cristal con gli occhi chiusi spiegò in poche parole:

"E’ in fondo al mare adesso"

Detto questo Cristal si avvicinò al letto di Aspides e prima di uscire dalla stanza disse:

"Mi spiace per quello che è successo alla tua maestra e ai tuoi compagni, ti assicuro però che se il Maestro dei Ghiacci ha combattuto con loro l’ha fatto sicuramente per una causa giusta, non era uomo da commettere atti criminali, era un’uomo votato alla giustizia!"

"Lo so!" disse Aspides.

Il cavaliere del Cigno aprì la porta per andarsene ma davanti a se incrociò lo sguardo di Sirio il Dragone, i due si guardarono negli occhi con aria di sfida per poi superarsi a vicenda. Cristal andò via e Dragone entrò nella camera salutando tutti chiedendo come stavano i tre pazienti.

Asher si rese conto ancora una volta di come i suoi compagni avevano sofferto durante i loro anni di addestramento nelle terre inospitali dove erano stati mandati, guardò l’orologio e si accorse che era già tardi, in effetti aveva un’appuntamento con Isabel e Mylock, doveva accompagnarli ad una conferenza stampa, quindi salutò tutti e se ne andò!