Quinto Episodio - Il Regno delle Fate -
Cooney decise di entrare nella seconda grotta che era lui di fronte, ma si bloccò subito. C'era qualcuno alle sue spalle. Si girò di scatto, preparandosi a colpire!
"Fermo!" Una voce forte e decisa, sicuramente di una donna.
Cooney bloccò il colpo, come intimorito dal comando. Rimase per qualche secondo a fissare l'uomo che stava per colpire, ammirò la sua armatura, poiché era diversa dalla sua. Un pettorale leggero, delineava la forma della parte superiore del corpo. Bracciali e gambali, sembravano ricoperti da piume metalliche, mentre alla vita aveva una sorta di intreccio di foglie di varie piante. In testa, l’elmo era una struttura irregolare, fatta da uno strano intreccio di sottili rami di tutte le cromature del legno. Ma malgrado ne fosse rapito, come lo era della sua, capì che essa era di foggia inferiore.
"Non è tuo nemico, lui è un tuo amico come lo sono io!" La donna ritornò a parlare.
Cooney si voltò e vide chi era colei che lo aveva bloccato. Era una guerriera, indossava un'armatura completamente bianca con leggere sfumature scure. Un pettorale uniforme vestiva le sue forme femminili, mentre alle spalle vi era una grossa foglia di betulla come difesa. I bracciali vestiti perfettamente risultavano come due rami dello stesso albero, mentre le gambe erano vestite allo stesso modo, fino a poco sotto il bacino come delle radici. Solo la vita non era protetta, ma lasciata libera per agevolare i movimenti. L’elmo risultava una criniera di foglie ben compattate tra loro, che sembravano mischiarsi ai corti e rossi capelli della donna. Non era bellissima, ma aveva un suo fascino. Il viso aveva un'espressione decisa e sembrava essere molto forte e autoritaria! Cooney rimase di proposito in silenzio leggermente inebetito, per lasciare a lei la parola e per controllare quel discorso!
"Non temere, Ogham Lord di Gort. So che sei nuovo e che hai appena affrontato la prova degli Spettri del Passato. Capisco che non conoscendoci ti troverai spaesato dopo una battaglia così. Ma ora le prove sono finite. Hai trovato il luogo, indossato l'armatura e affrontato i Fantasmi dei precedenti guerrieri di Gort.
"Mi presento, sono Ceridewna Ogham Lord di Beth e guardiana della prima stanza. colui che si trova alle tue spalle è Gregory, Ogham Fighter di Eite. Felice di conoscerti."
Finì allungando la mano e sorridendo!
Il cambio di tono, da perentorio a gentile, fu davvero impressionante. Mentre parlava Ceridewna era riuscita a dare prova della sua buona fede e della sua capacità di affrontare ogni situazione! Cooney non poté fare altro che sorridere e il suo sincero stupore si trasformò in artefatta cordialità. Ma tanto era abile a mentire e fingere che sembrò il massimo della spontaneità.
"Sono felice di fare la vostra conoscenza!" Cooney iniziò a tessere le sue reti.
"Mi spiace di averti attaccato, ma tutto questo combattere e cercare nel nulla, mi hanno messo sulla difensiva." Continuò girandosi verso Gregory
"Ma levatemi una curiosità. Perché noi siamo Lord e lui Fighter?" Era davvero curioso di saperlo.
"Semplice Cooney. Anche le schiere del dio Lugh hanno una gerarchia. Esistono tre tipi di Ogham o meglio quattro!" Ceridewna si bloccò per alzare l'interesse alle sue parole!
"La gerarchia minore, quella atta alla difesa della popolazione e al controllo del regno circostante, è detta Fighter. Vi sono poi i Knigth, i guardiani dei soli e le guardie del corpo del nostro dio. Infine ci siamo noi Lord, la gerarchia superiore e i guardiani del regno delle fate, diviso nelle sue tredici stanze. A capo di tutti vi è il Campione del Tempio. Il guerriero più valente e il rappresentate mortale di Lugh!" Ceridewna illustrò con orgoglio la gerarchia Ogamica.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Cooney sembrò assimilare l'importanza della scoperta e capirne ogni dettaglio che gli era giunto all'orecchio.
"Ti ringrazio dei chiarimenti Ceridewna. Sei stata molto gentile. Ma cosa sono le tredici stanze?"
Ceridewna rise di gusto!
"Non sai proprio niente allora. Peggio di quello che mi avevano detto! Devo ammettere che è da molto tempo che non capitava più una cosa simile."
Cooney la guardò indeciso se ridere o prendersela.
"Non fraintendermi, ma non è facile diventare Sacro Guerriero e non sapere niente del proprio ordine!" Ceridewna trattenne le risa per rispetto.
"Le tredici stanze sono la colonna portante del regno di Lugh e l'unico accesso al tempio che permette di venerarlo. Esse sono in uno strappo tra il Regno delle Fate vero e proprio e la nostra realtà umana. Sono una sorta di bolla fuori da ogni mondo, in cui solo gli eletti possono accedere!"
"Questi eletti sarebbero gli Ogham Lord?"
"Non solo, anche gli altri Ogham, ma loro hanno un accesso limitato e devono chiedere a noi il permesso per avanzare e tornare indietro! Spesso nemmeno con il nostro desiderio possono farlo. Ma ogni tanto altri passano, ma solo su permesso speciale di Setanta, il Campione del Tempio o di Lugh stesso!"
"Insomma mezzo mondo va avanti e indietro per queste inaccessibili stanze!"
Cooney ironizzò su ciò che aveva sentito. Del resto visto da un profano, quel luogo inaccessibile aveva già troppa gente che lo frequentava!
"Non essere sarcastico adesso. Diciamo che il controllo è ferreo e non è facile passare senza essere autorizzato. In più solo i tredici guardiani possono muoversi indisturbati. Chiunque altro deve essere o accompagnato da uno di noi o avere il permesso di tutti! Non è facile, te lo garantisco!"
"Ora mi è più chiaro. Perdonami, ma non è facile per chi come me viene da un mondo più terreno, capire i meccanismi di questi luoghi mistici. Grazie per la pazienza."
Ceridewna gli sorrise e gli pose la mano sulla spalla.
"Ora siamo compagni, Cooney e non ci sono limiti alla nostra collaborazione."
L'Ogham Lord di Beth sentì un fremito toccando Cooney, ma non lo diede a vedere. Qualcosa in quell'uomo era in contrasto con le sue percezioni positive.
"Sei pronto a risalire le stanze fino alla tua e poi verso il tempio?" Cooney annuì.
Si mossero con calma. Ceridewna consegnò a Gregory l'incombenza di vigilare in sua assenza e poi portò Cooney attraverso il luminoso passaggio della grotta.
Abbagliato dalla luce, Cooney ci mise alcuni secondi per capire che l'ambiente era completamente cambiato. Si trovava in una stanza circolare molto ampia. Essa sembrava fuori da ogni tempo e spazio e era costruita in una maniera assurda e incredibile! tutto attorno, a fare da pareti, vi erano tronchi di betulla. Erano talmente addensati uno all'altro, da non lasciare alcun spiraglio che permettesse di vedere oltre. Il soffitto era ancora più assurdo. Sulla sua testa Cooney vide miriadi di foglie e rami sottili. Essi si compattavano in maniera gradevole, ma totale. Tanto da sembrare un'unica entità che copriva l'intero tetto. Ma malgrado non ci fosse uno spiraglio per far passare la luce, la stanza era piacevolmente illuminata. Da dove giungesse il bagliore non era chiaro, ma sembrava che la pianta stessa fosse la fonte di tale illuminazione.
Era meraviglioso. Tutto naturale e magico al tempo stesso. Sembrava di trovarsi all'interno della natura, una realtà nuova che nessuno aveva mai visto prima.
Ceridewna sorrise vedendo la faccia di Cooney. Anche se qualcosa in quell'uomo non le piaceva, doveva ammettere che il suo sguardo di ammirazione era veramente bello da vedere. Qualcosa che lei aveva provato molto tempo fa, al suo primo ingresso nella magica stanza.
"Benvenuto nella mia dimora, la prima stanza, la stanza della Betulla. Proseguiamo?"
Come se fosse stato ridestato da un sogno, Cooney scosse la testa e annuì ancora rapito. Davanti a lui, contro la parete, in direzione della sua accompagnatrice, percepì una distorsione. Ceridewna vi passò attraverso, facendogli cenno di seguirla. Lui lo fece con molta riluttanza, fino a che non fu dalla parte opposta.