In Nomine tuo Aiolos
Aioria stava scendendo la lunga scalinata che dalla quinta casa portava alla quarta. Il suo passo era pesante e lento. nel suo cuore albergavano il dubbio e il senso di colpa.
Era una giornata speciale per il santuario e Mu e Aldebaran lo aspettavano con Milo alla prima casa. Non era sceso con il cavaliere dello scorpione, perché aveva bisogno di riflettere ancora. Shaka sembrava saperlo e aveva aspettato che lui scendesse. Il custode della sesta casa aveva detto che sarebbe arrivato per tempo e di non aspettarlo.
Ogni gradino sembrava una fatica incalcolabile. Ogni passo verso il fondo, verso l'inizio del santuario e l'arena era un'interminabile e dolorosa fitta sul suo amor proprio.
Credeva di aver trovato un equilibrio dopo la battaglia alle dodici case. Di aver capito l'errore e guadagnato la liberazione nel cuore. Ma non era così. Si sentiva un traditore. Non aveva capito ciò che era più giusto capire, aveva ascoltato la versione più comoda. Il fatto che tutti avessero reagito come lui non lo consolava, anche perché due avevano capito, avevano lasciato che il dubbio albergasse in loro, malgrado il rischio dell'esilio!
"Direi che è ora che tu smetta di pensarci! Non credi Aioria? Non ti sei nemmeno accorto di essere già alla casa dei gemelli!" Il Saint di Leo rimase a guardare Shaka. Era passato davanti a lui e lo aveva aspettato. La fredda casa di Gemini li accoglieva nella sua vastità. Come se niente avesse causato il suo ultimo guardiano. Aiolia provò una sorta di dolore, misto a rabbia, ma il viso di Shaka lo fece calmare. Il guardiano della sesta casa aveva un sorriso dolce e amichevole sul volto. I suo i occhi si aprirono a fessure con una dolcezza non propria del freddo possessore delle vestigia di Virgo. Aiolia si sentì meglio. Shaka era diventato un amico in quegli ultimi giorni e in qualche modo era l'unico a capirlo del tutto.
"Grazie Shaka, mi hai ridato una sorta di pace, almeno un senso di non abbandono."
Aiolia era ancora rigido.
"Direi che gli amici servono a questo. Ma non esitare, ci stanno aspettando e sai quanto Milo sia impaziente, Mu non ti perdonerebbe mai che a causa di un tuo ritardo abbiano litigato per l'ennesima volta!" Shaka Rise.
Aiolia rimase sconvolto dall'allegria dell'uomo più vicino ad Atena. Stava facendo di tutto per farlo sentire a suo agio e non sembrava una forzatura. Era davvero finito il tempo del dolore e della guerra fratricida?
Scesero affrettando il passo, senza più dire una parola. Il passo di Shaka era cadenzato, delicato e perfetto, induceva tranquillità. Quello di Aiolia era pesante e incerto, ma in lui non balenarono più pensieri nefasti e anche nel silenzio, sapeva che il merito era di colui che lo stava accompagnando.
Davanti agli altri tre Gold Saint i due risero. Mu e Milo non si guardavano in faccia e Aldebaran era imbarazzatissimo, troppo tardi!
"Aioria, Shaka è tardissimo, ci stanno aspettando!" Aldebaran gli corse incontro, prendendoli per la mano come a voler spingere il loro passo. Milo si girò procedendo, Mu scosse la testa, sorrise ai due, ma in particolare al leone dorato e poi tutti seguirono il guardiano dell'ottava casa.
All'arena c'erano già molti dei soldati del tempio. Saori era al centro, con Shaina e Marin al suo fianco, stava guardando i cinque guardiani avvicinarsi e annuì con la tesa.
Attorno alla dea Atena c'erano le undici armature d'oro, tutte tranne quella del sagittario che era proprio dietro di lei, con Seiya al fianco. Dietro all'armatura dei Pesci si trovava Shun, mentre a quella della Bilancia, Shiryu. Ikki era nei pressi di quella di Gemini, mentre Hyoga stava ammirando l'armatura di Aquarius. Oltre loro, solo i cinque bronze minori e i cavalieri d'acciaio erano presenti a quello che era il momento più importante per il Saint di Leo.
Aioria però si bloccò all'inizio della grossa arena. Era come bloccato dalla paura i quello che sarebbe successo.Ogni dubbio e ogni remora si erano palesati insieme, bloccandogli le braccia e le gambe e facendogli spalancare la bocca, come se fosse sotto shock. Il primo ad accorgersene fu Mu, che si girò per raggiungerlo e parlargli.
"Aioria, cosa succede. Perché tutte queste paure, perché temi questa celebrazione? Non hai niente da recriminare a te stesso. Hai agito nel meglio dei suoi interessi, anche non sapendo hai sempre servito la tua dea, come puoi sentirti in colpa?"
"Facile per te! Tu hai sempre agito nel giusto. Tu hai capito, Mu. Tu hai saputo chi era nel giusto e hai permesso che la memoria di mio fratello non venisse infangata del tutto. Ma io? Ho dubitato dell'uomo più puro del grande tempio. Ho rinnegato l'amore per mio fratello nel solo scopo di salvarmi la vita, per credere più facilmente a un usurpatore. Come posso non sentirmi in colpa, Mu?" Chinò il capo, soffrendo di dolore.
Mu era senza parole, non era mai stato il migliore dei consolatori.
"Non sei stato l'unico, anche noi abbiamo sbagliato!" Shaka era appena giunto, indicando Milo e Aldebaran al suo fianco che annuivano.
"Ma voi non eravate suo fratello!" Aioria stava piangendo, stringendo forte le mani e digrignando i denti.
Una mano si posò sulla sua spalla. Un cosmo amico lo rassicurò in parte, un cosmo molto simile a quello di suo fratello, simile in carattere e animo puro, anche se più simile al suo temperamento impulsivo.
"Io ho sentito tuo fratello, quel giorno nel bosco. Lui ti ha perdonato e non ti ha mai giudicato, Aioria. Non rovinare il tuo animo con queste angustie, sorridi del suo riscatto e della ritrovata dea Atena!" Seiya era ora al suo fianco e con lui i suoi quattro compagni.
Era circondato da veri amici, compagni di battaglia, persone fidate, non aveva niente di cui vergognarsi eppure, qualcosa nel suo animo non trovava una vera serenità.
La serenità era qualcosa che solo un animo puro poteva avere, ma lui era davvero puro come dicevano? Poteva il suo cuore essere migliore di quello di coloro che avevano tradito Atena? Lui aveva fallito, aveva tradito suo fratello.
"Aioria ci sei? Atena ti sta aspettando!" Shaina e Marin erano davanti a lui.
Mentre la sacerdotessa di Ophiucus era grintosa e diretta, Marin si mosse ad abbracciarlo. Il corpo di lei sul suo era una sensazione che gli dava un fremito incontrollato. Era qualcosa di magico, ma non era sufficiente a riportargli la serenità. Non capiva perché, ma il rito che Atena voleva fare in nome di suo fratello lo turbava.
"Aioria, so qual'è la tua paura, ma non devi temere. Il tuo cuore è puro e immacolato. Conosco pochi in grado di poter mettere in conto un così grande candore! Non temere per il suo giudizio, sarà positivo!" Saori era ancora lontana, ma gli parlava con dolcezza.
Il Caldo abbraccio di Marin fu sostituito da quello della dea Atena. Tutti i presenti lo avevano rincuorato. Avevano fatto il loro meglio per ridargli la speranza e la volontà di affrontare questa ultima prova. Annuì, sorrise e si mosse verso l'armatura di Leo. Un brusio allegro, segnò il movimento degli altri nelle loro posizioni. Oltre ai possessori e coloro che già erano stati citati, furono Marin e Shaina a prendere rispettivamente i posti del Capricorno e del Cancro. Tutto era pronto!
Atena era al fianco dell’armatura di Sagitter, Guardava Aiola e il suo viso era dolce e accondiscendente. Non potava alcun rancore, non lo vedeva come un traditore, ma era solo il suo profondo amore o era la verità?
"Cavalieri! Oggi è il giorno in cui coloro che hanno avuto un torto saranno riscattati. Sono qui, al fianco dell’armatura di Sagitter per onorare il più puro e giusto dei miei cavalieri. Un uomo che ha dato la sua vita e la sua reputazione per salvare la mia esistenza. Non esiste altro cavaliere più degno del riconoscimento cosmico dei dodici aurei protettori del tempio. Siamo qui tutti per rendere ad Aiolos un degno onore e una giusta sepoltura." Saori era divina in questo momento.
Dopo poco, le sue parole si trasformarono in puro cosmo. La meridiana dello Zodiaco si accese e la fiamma di Aries avvampò. L’armatura d’oro del primo segno si illuminò di un cosmo dorato e si scompose vestendo Mu. Il cavaliere d’oro fu come pervaso da un’estatica comprensione e poi da un giusto riconoscimento di saggezza. Erano svaniti tutti, si trovava alla nona casa e sentiva un bambino urlare di dolore. Corse in fretta per capire cosa stava succedendo. Era un ragazzino simile a Aiola i primi periodi, ma con i capelli più chiari. Lo vide con attenzione e capì che era Aiolos da giovane. Stava urlando di dolore con due ragazzini che non capivano il perché di tale sgomento. Si avvicinò ulteriormente e vide che il piccolo teneva tra le sue mani una colomba morta. Era sicuramente stata colpita dal cosmo debole di un cavaliere e Mu comprese. Aiolos stava piangendo per la morte della colomba a causa sua! Un uomo si avvicinò ignorando il Gold Saint e si pose davanti al giovane.
"Cosa succede Aiolos? Perché soffri è solo una colomba e tu non sapevi che sarebbe passata di li. Ne muoiono tante ogni giorno, non devi angustiarti per la vita di un semplice animale!" Aiolos alzò la testa.
"Ogni vita è importante, nessuna esclusa. Io voglio diventare un cavaliere di Atena, un suo paladino. Il mio compito sarà e dovrà essere quello di salvare le vite dal dolore. Ma come posso farlo se non sono in grado di impedirmi di uccidere una colomba in addestramento. Che colpa aveva questo piccolo animale. Cosa poteva portarla a meritare la morte per mano di qualcuno senza uno scopo?" Aiolos strinse l’animale a se e espanse il cosmo.
Mu fu come atterrito, più ancora di quello che sembrava l’istruttore del tempio. Aiolos stava usando il suo cosmo per curare la colomba, ma non poteva farlo, non con un essere morto. Il ragazzino cadde a terra stremato, ma non lasciò il piccolo corpo inerme, che ancora era stretto al suo petto! Tutti accorsero per sollevarlo, i due compagni erano spaventati e Mu li riconobbe, Saga e Kanon!
La luce che lo aveva portato li lo aveva riportato alla realtà, ma una mano si era posata sulla sua spalla. Aiolos era al suo fianco, gli sorrideva.
"Grazie di aver creduto in me, Mu!" Poi svanì portando il Saint di Aries a inginocchiarsi.
Mu era stanco, ma anche pronto a riconoscere la nobiltà di quell’uomo.
La fiamma di Aries si spense veloce come si era accesa, mentre quella del Toro stava per espandersi!
L’armatura d’oro di Taurus si illuminò di una luce possente e poi si compose sul suo cavaliere! Aldebaran arrancò spaesato nell’arena dei duelli cambiata da quella attuale. Stavano combattendo due guerrieri, la folla inneggiava Aiolos, mentre il Gran Sacerdote era immobile e osservava! Tutto sembrava terribile. Un cavaliere d’oro era davanti a un uomo pressoché nudo. Non aveva speranze. Partirono i primi attacchi e Aiolos si tolse l’armatura. Aveva parato il colpo col braccio e di certo si era leggermente ferito, ma arretrò per continuare la lotta. Fu uno scambio onorevole di colpi fra due guerrieri valorosi, ma ben presto Aiolos ebbe la meglio sul suo avversario! Quando questi espanse un cosmo instabile, Aiolos arretrò e colpì col suo colpo segreto. Le frecce di luce inondarono l’avversario, ormai spacciato. Una detonazione terribile e poi il verdetto. Il braccio dell’uomo era svanito e l’occhio grondava sangue! Aiolos corse da lui a sorreggerlo e guardando il Gran Sacerdote sembrò chiedere pietà. I suoi occhi erano lucidi e splendenti. In essi cerano la compassione e l’amicizia, ma anche Atena. Sembrava che la dea parlasse con lo sguardo di quel suo mirabile cavaliere. Il Giudice del Tempio si alzò annuì leggermente, si voltò e lasciò l’arena.
Mentre la folla inneggiava il suo nome, il Gold Saint di Sagitter, prese il suo avversario e lo portò via dal suo stesso sangue. Poi un’oda di luce.
Aldebaran era Nuovamente al suo posto. Aiolos era davanti a lui con gli occhi che aveva visto nel torneo, gli occhi che riflettevano Giustizia!
"Un cuore nobile e buono, nutre sempre dubbi davanti a una morte o a delle efferatezze! Grazie di aver dubitato e di aver confidato nel tuo cuore, nobile amico!"
Aldebaran lasciò alle lacrime il loro posto, lasciò che esse salutassero il nobile cavaliere, mentre la fiamma del suo segno i estingueva e la successiva si espandeva! Si inginocchiò a tanta nobiltà d’animo.
Ikki sentì che era il suo turno! Sentì il potere dell’armatura davanti a lui espandersi e il suo scomporsi e ricrearsi a pochi centimetri da lui, mentre le fiamme della Fenice lo inondavano e permettevano alle nuove vestigia di proteggerlo per la prima volta.
Era in una piccola stanza e una bambina indifesa giaceva in una culla. Gli ricordava tanto il fratello Shun. Poi un guizzo e un lama veloce non uccise la bambina grazie all’intervento di un uomo. L’intervento di Aiolos aveva anticipato il pugnale del dittatore Arles. Ikki sentì le parole di vanità e bramosia del temibile lato oscuro di Gemini e le coraggiose risposte del Sagittario. In breve Aiolos scappò e Ikki lo seguì per gli impervi passaggi che Atene mostrava in quei luoghi nascosti. Sfuggendo a guardie e a cavalieri di basso rango, Aiolos reggeva la bambina come se fosse sua figlia. Il viso non era spaventato, ma felice. La sua protetta sembrava ricambiare quello sguardo e quell’allegria, come se sapesse che lui la proteggeva. Atena era in lui più di chiunque altro e i brevi scontri con le guardie del tempio lo dimostravano. I suoi colpi non erano mirati a uccidere, ma a tramortire. Era incalzato, con poche speranze di salvezza, ma non voleva uccidere, mai a nessun costo. Poi una luce lo riportò alla realtà.
Davanti a lui l’armatura dei gemelli, al fianco di essa Aiolos. Tra le braccia un involto, simile a quello con cui si fasciano i bambini.
"Proteggere qualcuno per amore è il simbolo della devozione. Dare se stessi per questo sentimento è l’anima della salvezza dell’uomo. In te alberga il maggior amore che si possa chiedere, quello del sacrificio fraterno. Ricordalo e Atena sarà sempre in buone mai, proteggila, come proteggesti e proteggerai tuo fratello!"
Ikki vide l’armatura dei gemelli ritornare un semplice Totem, mentre lui si inginocchiava a capo chino sentendosi indegno di tanta considerazione e onorato delle parole di quell’uomo, più simile a lui di quanto pensasse! Non si avvide dello scadere della fiamma dei Gemelli, mentre rinasceva quella del Cancro!
Come comandata da una forza estranea, l’armatura di Cancer si illuminò di una forte luce dorata, detonò di pura energia e si ricompose davanti a Shaina. La sacerdotessa, guardò stranita la parte vuota del viso. La maschera aveva un non so che di sinistro. Il braccio destro si alzò verso di lei come ad indicarla e poi si perse nel vuoto del viso di quella creatura dorata! Mentre la sua armatura la vestiva come a proteggerla.
Era in un bosco, faceva freddo, le ricordava Asgard, ma non era li, non sapeva perché, ma sapeva di essere in un altro posto. Davanti a lei, Aiolos era in procinto di lanciare il suo colpo verso un cavaliere con un’armatura scarlatta, splendente come un rubino e con rivoli rosso scuro che la sporcavano. Il cavaliere era sconfitto o quasi. Il cosmo era ancora ampio e il Saint del Sagittario non era meno ferito! Doveva essere stata una battaglia difficilissima!
Aiolos alzò il braccio, pronto a lanciare le sue frecce infinite, ma poi ci fu un urlo e una donna si mise davanti al cavaliere scarlatto!
"Ti prego non uccidere mio marito, ti prego, non porre fine alla vita del padre di mio figlio!" Aiolos si blocco!
La donna era in cinta, Shaina guardò al scena con un certo senso di Dejà vu! Le ricordava quando Aiola aveva attaccato Seiya e lei lo aveva protetto con il suo corpo.
Nobile di cuore, Aiolos abbassò il braccio, spense il suo cosmo e sorrise alla donna!
"Evitare questa guerra era il mio compito, ma tuo marito mi ha attaccato. Sarei tornato ad Atene dopo lo scontro per chiedere rinforzi, ma pare non sia necessario, visto che anche in voi abita un animo pacifico! Antinoo, spero tu accetterai una pace e non continuerai il tuo forte attacco su Atene e sugli uomini!" L’uomo annuì e Aiolos sorrise.
Abbassate entrambe le guardie tutto sembrò pacifico e tranquillo! Shaina notò il bellissimo viso di Aiolos, illuminato dalla pace, era meraviglioso, simile a quello di Seiya quando Arles risultò sconfitto.
Il paladino di Atena si avvicinò alla donna e le porse la mano in segno di pace, lei la prese i suoi occhi si rigarono di lacrime di gioia. Entrambi si allontanarono dal marito e lui si alzò come per seguirli.
Un bagliore di luce scarlatta prevenì ogni azione e Aiolos e la donna furono investiti da un colpo di potenza pari a quello di Aldebaran! Shaina non riuscì a trattenere un urlo di stupore e spavento. Aiolos e la donna erano a terra. Lei grondava sangue e già il terreno attorno, leggermente spruzzato di neve, era ora rosso. Le mani erano sulla pancia, in posizione protettiva del bambino che non avrebbe mai visto ne la luce, ne sa madre!
"Morrai ora Aiolos di Sagitter! La tua testa sarà il mio regalo per il mio signore, mentre le tue ali lo saranno per Atena! Preparati a essere sconfitto!"
Il Guerriero stava movendo le mani in un onda di potere, mentre il suo cosmo si espandeva in potenza pari a quella di un cavaliere d’oro, investendo tutta la zona. Poi una luce dorata si insinuò in tutta l’area e nessun altro cosmo la disturbò. Il Cavaliere Rosso era come impietrito da tutta quella potenza. Cercò di arretrare, ma le sue gambe erano bloccate. Aiolos si alzò ferito a morte, ma possente come un dio.
"Era tua moglie e portava nel suo grembo tuo figlio. Come… Come hai potuto ucciderli. Come può un uomo mettere davanti alla sua ambizione la sua famiglia! Non sei degno di vivere, ma nemmeno di essere pianto da qualcuno! La tua sconfitta sarà infamia sul tuo nome, tutti sapranno che non hai vinto e cosa hai fatto!" Aiolos era di ghiaccio!
L’Infinity Break partì come una bomba che detonava su una catena di altre bombe, diventando sempre più forte. Quando colpì il suo avversario, neppure Atena lo avrebbe potuto fermarlo. Il nemico non ebbe nemmeno il tempo di vedere il colpo che era già svanito, lasciando solo la sua armatura vuota, ancora composta come se avesse un cavaliere dentro. Aiolos piangeva e singhiozzava per ciò che era successo!
Shaina si ritrovò nell’arena dei duelli, sconvolta e rapita. L’armatura di Cancer ora guardava atena e lei si inginocchiò mentre Aiolos le si avvicinava.
"l’amore è la più grande forza che un cavaliere può usare, non dimenticarlo mai, tu che per amore hai dato il tuo corpo e che per amore hai visto morire un amico!"
Poi svanì e Shaina rimase in estasi, mentre la fiamma del Cancro lasciava spazio a quella del Leone.
Aioria sentì il peso di questo momento! Lo aveva atteso con terrore e sgomento, cosa sarebbe successo?
L’armatura del leone si illuminò di una possente luce e poi vestì il suo legittimo proprietario, fino a quel momento tutto come per gli altri. Poi avvenne qualcosa di strano.
Aiola era nel luogo dove suo fratello lo aveva condotto per il suo primissimo allenamento. Si vide piccolo, indifeso e spaventato. Suo fratello era alto al suo confronto, ma meno imponente di quanto se lo ricordasse. Le parole sgorgavano dalla bocca del neo Saint del Sagittario. Erano le parole di un uomo di fede e di un grande cuore. Erano come le ricordava, come le sentiva dentro di se ogni giorno che ripesava a quei momenti!
"Atena è la dea della giustizia! Lei è colei che salva gli uomini e protegge dal male! In essa vi sono i fondamenti che tutti gli esseri umani dovrebbero seguire, poiché lei darebbe la vita per noi! Molti dimenticano presto ciò che gli è stato dato. Ma chi diventa suo cavaliere non deve mai dimenticare l’onore di essere al suo fianco. Il dono di essere il protettore della protettrice della nostra razza! Noi abbiamo avuto in dono le armature e mai dobbiamo dimenticare il perché ci sono state date! Ricordatelo ora e sempre, anche quando tutto il mondo potrebbe sembrare contro di te. Atena è sempre dalla parte dei suoi cavalieri, anche quando essi si sentono perduti. Basta credere in lei e la strada sarà sempre certa davanti a noi. Perché essa condurrà all’amore di Atena e alla sua Giustizia!"
Aiolia stava piangendo mentre il fratello parlava al giovane se! Non poteva credere che quelle parole fossero ancora così forti.
Non si avvide nemmeno di essere già fuori da quel ricordo. Le lacrime avevano annebbiato la sua vista. Ma quando suo fratello lo baciò sulla fronte si inginocchiò d’istinto.
"Hai sempre creduto in me, fratello. So che dentro te non hai mai smesso di farlo! Non disperare per ciò che io penso, perché anche nell’errore hai sempre seguito Atena! Per questo ora sei nel seno della giustizia!" Poi svanì!
Aioria era felice e triste nello stesso momento, suo fratello lo aveva perdonato, ma lui sapeva che non avrebbe più potuto rivederlo.
La luce di Leo si spense, mentre l’azzurra fiamma della vergine si preparò a illuminare il cerchio.
Shaka era impassibile come sempre, pronto a quello che sembrava uno strano momento introspettivo. Guardava l'amico Aiolia con una certa speranza e non fu tradito nel vedere il suo viso alla fine della fiamma di Leo. Non ebbe il tempo di pensarci troppo a causa dello scomporsi della sua armatura e nel sentirla ricoprire il suo corpo. Tranquillamente accettò che tutto accadesse, lasciandosi trasportare dalla situazione.
Era ora alla fine del Grande tempio, nel suo punto più sacro, alla statua di Atena. Davanti ad essa Aiolos, giovanissimo, non più di cinque anni, ma troppo simile al piccolo Aioria da non essere riconosciuto. Il piccolo guardava Atena come un bambino normale guardava la madre.
"Bella Vero, Aiolos?" Sion si avvicinava al giovane con passi calmi.
"Meravigliosa, Grande Sacerdote, non riesco ad allontanarmi da lei!" Il bambino sorrideva.
"Cosa vedi in lei, piccolo mio?" Sion così dolce era una novità per Shaka.
"La madre di tutti gli uomini, colei che li può aiutare nel pianto. Mi ha aiutato molto arrivare fin qui! Grazie Sommo Sion!"
"Sono stati così cattivi con te? Non mi sembri il tipo da piangere per niente!"
"Hanno offeso mia madre, lei in questi giorni è molto debole e non può compiere i suoi riti e gli altri la chiamano eretica, così voglio compierli io!"
"I bambini ripetono ciò che i genitori ignoranti dicono, non sono cattivi. Non prendertela. Ti va di dimostrare a tutti che la tua famiglia è pura di cuore?"
"Si sommo Sion, come posso?"
"Accetta di diventare cavaliere e nessuno potrà più infangare la tua famiglia!"
"Davvero Signore, davvero mi permetterà di essere cavaliere della dea Atena?" Aiolos sprizzava di gioia!
"Si, bimbo mio. Ma prima devi essere pronto a dare tutto per la dea e la giustizia. Sei pronto a rinunciare alla tua libertà per quella degli altri uomini?"
"Si! Sono pronto!" Non una parola di più solo uno sguardo fiero e attento.
Sion abbassò la testa e scompigliò i capelli di Aiolos ridendo. Lo prese per la mano e lo scortò verso l'interno del tempio. Una forte luce sorprese Shaka e poi tutto tornò normale.
Il Saint di Virgo riflettè su quello che aveva visto. Il Giovane Aiolos era già un cavaliere devoto e fedele prima di sapere che sarebbe stato un Saint. Lui era un religioso, un fedele seguace della filosofia buddista e poi fedele seguace della dea Atena, ora aveva visto cosa significava devozione e dentro di se sentì un vuoto. Poi Aiolos apparve al suo fianco, la mano strinse la sua. Era qualcosa di strano per un cavaliere che poco aveva a che fare col contatto. Il sorriso del Saint del sagittario e una cortissima frase:
"Proteggi Atena con la tua fede!"
Bastò a ridare la serenità a Shaka, che si inginocchiò a terra, lasciando all’armatura della Vergine di tornare Totem!
La sesta fiamma si spense, mentre quella della Bilancia cominciò a prendere fuoco!
Shiryu guardò la meridiana con un misto di curiosità e reverenza. Aveva osservato cosa stavano facendo gli altri cavalieri e quando l'armatura del suo vecchio maestro si compose davanti a lui non ebbe timore. Poi il suo scudo, appena giunto con l'armatura, si illuminò in sincrono con i due di quella di Libra. La luce accecante lo fece distrarre abbastanza da non capire subito da dove venisse il rumore d'acqua che sentiva. Poi vide che si trovava ai cinque picchi, il suo maestro era sul suo spuntone a guardare l'acqua, mentre dietro di lui c'era Aiolos.
"Sono lieto di incontrarti qui, Aiolos. Cosa ti ha condotto in Cina?"
"Una missione che ha una grande importanza per me! Qualcosa che va oltre gli ordini del sommo Sion." Aiolos era freddo nel guardare la schiena del vecchio.
"Sapevo che prima o poi sarebbe successo, lo sentivo nelle stelle, chiedi pure, ma sappi che la risposta che avrai non ti soddisferà." Il maestro era come sempre molto calmo.
"Sono anni che lei è qui ai cinque picchi. In Grecia si continua a combattere e una forza oscura sembra incombere su di noi, ma lei non torna ad Atene, perché? Perché non svolge i suoi compiti di Gold Saint o non lascia l'armatura a un altro cavaliere e perché il Grande Sacerdote appoggia tutto questo?"
"Voi giovani, siete tutti uguali, Aiolos. Anche i più dotati e straordinari non possono astenersi dal porre domande ad altri, quando potrebbero facilmente trovare le risposte dentro di loro. Credi davvero che io sia qui per oziare? non sono convinto che sia questa la risposta che ti aspetti." un breve momento di silenzio nacque fra i due.
"No! Questo mai, so che lei è uomo di fede e ad Atena devotissimo, ma non capisco e non riesco a darmi pace. In questa situazione un uomo come lei potrebbe aiutare a riportare la luce che tanto fatica a illuminare i visi di tutti i giusti. Perché è solo questa la domanda!"
"Perché devo! Solo questa sarà la mia rispost!. Aiolos, nelle tue parole hai in parte risposto alla tua domanda, rifletti di più su ciò che credi e ciò che vedi e poi capirai. In te il mondo ripone molte speranze. Per questo solo una volta sono stato lontano da questi luoghi, almeno in spirito, per vedere la tua investitura!"
Aiolos spiazzato e con più domande di quelle che aveva all'inizio si volse turbato, allontanandosi, senza nemmeno aver guardato una volta in viso il suo interlocutore.
La luce fu ancora intensa, poi Shiryu si ritrovò al punto di partenza. Davanti a lui Aiolos.
"Hai trovato una risposta a più quesiti di quanti interrogativi io non abbia mai posto. La tua saggezza ha reso possibile la vittoria, sei l'amico che tutti vorrebbero!"
Aiolos prese il suo braccio stringendolo, mentre osservava annuendo di lato, dove traslucido vi era il corpo in lacrime del vecchio maestro. Shiryu si inginocchiò per entrambi.
Come nelle altre occasioni l'armatura tornò totem e poi le fiamme di Libra e Scorpio si scambiarono il ruolo di faro a guida di quella strana giornata.
Milo lasciò che l'armatura lo investisse, concedendole il controllo della situazione.
Era nelle segrete del santuario, un luogo inaccessibile ai molti, dove i più terribili prigionieri erano tenuti. Un uomo urlava talmente forte e singhiozzando talmente di frequente da non essere chiaro ciò che diceva. Sembravano improperi verso qualcuno! Si volse e lo vide giungere dall'angolo del corridoio. Indossava un'armatura d'argento, quella del Piscis Austrinus. Correva con passo pesante, inseguito da tre guardie. Il suo pugno si stava caricando di una intensa luce argentea. Poi un colpo possente e la cella di lato esplose e il prigioniero all'interno fu sbalzato contro la parete. Terrorizzato il detenuto fissava il suo assalitore, come a supplicarlo di non fargli del male.
"Ti piacerebbe la pietà ora? Ebbene è troppo tardi, non hai avuto nessuna remora a uccidere mia madre e i miei fratelli! Ora subirai il mio colpo e il mio odio! Sea Spiral!"
Un'onda di luce sembrò essere un mare in burrasca che a spirale si abbatteva sul malcapitato. Poi una luce dorata fermò il suo corso e miriadi di frecce ne dispersero il potere! Aiolos era ora davanti al Silver Saint e dietro di se vi era il prigioniero. I due devoti della dea si fissarono per un istante lungo una vita, poi il Silver tentò di attaccare, ma il Gold lo precedette e con una sola mossa lo immobilizzò!
"Lasciami uccidere questo mostro, ti prego sommo Aiolos. Non merita di vivere è un assassino!"
"Ma tu no! non ti rendi conto che ti stai macchiando dello stesso crimine? Lui non può affrontarti ed è già imprigionato e in attesa di un giudizio del Gran Sacerdote, voce della nostra dea Atena. Vuoi tu essere superiore al giudizio di Atena, vuoi tu aggirare la sua autorità?" Il suo interlocutore tremava di rabbia.
"Voglio giustizia, voglio vendetta!"
"Parole indegne della stessa frase, parole che mai potranno essere unite tra loro. La vendetta è ingiusta in ogni caso, la giustizia porta la giusta punizione. Ricorda cosa la nostra dea rappresenta e agisci di conseguenza." Silenzio.
I due rimasero immobili, poi il cavaliere senza nome strinse i pugni, ne lanciò uno nell'aria urlando e cadde in ginocchio piangente. Le guardie intervennero per arrestarlo, ma Aiolos lo impedì. Prese per le spalle l'uomo e lo sollevò sorridendogli. Non gli disse niente, ma lo portò con se verso l'esterno, verso la luce che rischiarava gli animi, una luce accecante, che ricondusse Milo al presente. Davanti a lui Aiolos annuiva.
"Tra i tanti hai visto la dea nell'animo di un uomo giusto. Tu hai capito ciò che non ti era stato detto e hai riportato la pace e l'amore. Grazie Milo, sii sempre capace di capire gli animi degli altri."
Il Saint di Scorpio si inginocchiò, lasciando che la sua armatura tornasse inerte e che la luce dello Scorpione si spegnesse!
La Luce del Sagittario fu saltata per una ragione ignota, Seiya era pronto a vedere il suo turno, mentre Marin fu spiazzata, quando la sua armatura e quella del Capricorno si incrociavano, mentre la prima la vestiva e la seconda si poneva davanti a lei come un soldato fedele.
Pochi attimi e Marin non era più nello steso posto. Era alla decima casa. In essa c’era Shura inginocchiato alla statua di Atena e al suo fianco Aiolos, che, turbato, andava avanti e indietro per la struttura!
"Allora hai deciso, non andrai?" Shura si era voltato verso il compagno mentre si alzava.
"No! Non andrò!" Perentorio Aiolos si bloccò e incrociò lo sguardo del cavaliere più giovane.
"Non avrei mai pensato tu potessi violare un ordine del Gran Sacerdote."
"L’ordine è di Arles, non del Gran Sacerdote!" La voce del Gold Saint era stizzita.
"Ma lui ne fa le veci, dovresti imparare a rispettarlo, poi sono solo ribelli!" Shura era altezzoso.
"Compagni di mille lotte, così, senza una spiegazione, diventano ribelli? Rifletti! Arles non mi piace, non mi convince, non posso credere che Sion gli abbia dato tutto quel potere!"
"Devi fartene una ragione, Aiolos, devi capire che se non andrai potresti essere considerato un complice!"
"Accetterò le conseguenze, ma dovrà accusarmi Sion stesso e non Arles, lui non avrebbe mai il coraggio di farlo!" Il viso di Aiolos era fiero e inflessibile, meraviglioso!
"Ti farò un favore, andrò io al tuo posto, chiederò ad Arles di sostituirti, ma è l’ultima volta che ti proteggo da un’accusa di tradimento!" Shura lo guardò come se avesse fatto un nobile gesto.
Aiolos stava per replicare, ma poi abbassò la testa e si voltò per andarsene.
"Fai pure, Shura. Ma sappi che non sono felice del tuo gesto!" Si allontanò lasciando l’altro senza parole.
Marin si ridestò stupita. Non capiva cosa fosse successo e guardando davanti a se vide Aiolos. Simile in molto al fratello, ma con un’aria più serena.
"Saper mettere in gioco la propria reputazione per ciò che si crede giusto è un gesto meraviglioso! Sei una donna coraggiosa e forte, Marin, grazie di essere devota ad Atena!" Poi svanì.
Marin si inginocchiò, mentre l’armatura di Capricorn tornava Totem.
La fiamma del Capricorno svanì, mentre la fredda fiamma dell’Acquario iniziava a splendere.
L'armatura di Aquarius si scompose in un lampo! Hyoga la sentì sul suo corpo, fu una sensazione inebriante. Un potere incredibilmente ampio iniziò a nascere in lui. Poi una luce forte lo scosse abbastanza da perderlo per alcuni istanti.
Ora non si trovava più nell'arena, ma in un luogo che non conosceva, sicuramente non molto lontano dalla Grecia. Un ragazzo stava provando a colpir una montagna, ma il suo piccolo pugno non era ancora in grado di distruggerla e nemmeno di scalfirla. Dietro di lui il suo maestro intervenne, prima che il dolore si convertisse in pianto. Era Aiolos e quindi il bambino doveva essere Aioria. Hyoga li sentì dialogare le parole confortanti di Aiolos ridiedero vigore al piccolo.
"Troppo sentimento non aiuta a imparare al meglio a combattere, dovresti saperlo, Aiolos" Una figura contro luce apparve e piano piano si avvicinò ai due.
Hyoga lo riconobbe all'istante, era Camus. Il Maestro del suo maestro era giunto li, più giovane di quanto lo ricordasse, ma era lui.
"Il cuore anima il nostro potere, Camus, sei tu che dimentichi qualcosa." Aiolos si girò verso il nuovo venuto.
"I sentimenti distraggono e impediscono la perfetta focalizzazione del nostro obbiettivo!"
"Certo, ma sono anche il motore del nostro agire e la ragione del nostro essere. Senza emozioni e sentimenti non saremmo altro che freddi involucri che combattono senza ideali. Lo stesso amore o la stessa devozione per la dea Atena, sono un sentimento che ci spinge a dare il meglio di noi! Non comprendo il tuo dire, Camus!"
"La devozione è un conto, ma in battaglia ogni sentimento è una debolezza. Ogni nostro fremito è un'arma in mano all’avversario, non dobbiamo combattere con il cuore, ma con la mente." Aioria guardava i due con sguardo stupito.
"La mente è solo uno dei mezzi per raggiungere uno scopo. Ma è con il cuore che possiamo riconoscere Atena nelle cose e nelle persone. Non tutti sono dei nemici e non tutti sono amici. Seguendo il cuore e ascoltando l'amore di Atena noi possiamo raggiungere il massimo dei nostri poteri." Aiolos fece una pausa poi si rivolse al fratello.
"Vedi Aioria, devi rendere i tuoi sentimenti la tua forza, essi sono ciò che hai di più caro e ciò che non devi mai farti portare via. Sii coraggioso e giusto e non fallirai mai." Il giovane annuì.
"Tuo l'allievo, tuo il metodo, io ti ho avvisato, a presto, Aiolos." Camus si girò allontanandosi.
Hyoga rimase a guardare, le orecchie ben tese a quelle parole così note, sembrava di sentire uno scontro tra i suoi due maestri, i due metodi di insegnamento erano così contrastanti, Aiolos la pensava come lui, era rassicurante. Perso nei pensieri si accorse solo dopo di essere nuovamente nell'arena. Aiolos lo guardava con il sorriso sulle labbra.
"Ascolta sempre il tuo cuore, Hyoga. Il tuo sentimentalismo ti ha reso il più fragile dei tuoi compagni, ma hai imparato come convogliarlo in forza, contrastando amici e maestri. La strada che ti ha arrecato dolore rinascerà in felicità. Sappi farla tua ogni volta!"
Il Saint di Cignus si inginocchiò, mentre l'armatura di Aquarius si allontanava da lui per ricomporsi a riposo.
La fiamma dell'Acquario si spense, mentre quella dei pesci si illuminò per concludere il ciclo!
Shun vide che l'armatura dei Piscis si componeva davanti a lui, mentre quella di Andromeda lo rivestiva. Risuonando in armonia le due vestigia trascinarono Shun in un'esperienza nuova. Si trovava sulla riva di un fiume e vedeva chiaramente Aphrodite e Aiolos, in abiti civili che passeggiavano nel bel paesaggio. I due sembravano un po’ freddi, come se l'incontro non fosse stato voluto, ma casuale e la cosa non facesse piacere a nessuno dei due. Poche parole e prive di un vero spessore erano le sole che uscivano dalle loro labbra. Poi un ragazzo uscì dal bosco, veloce e rapido scappò tra i due, mentre un uomo da lontano urlava: "Fermatelo è un ladro!" Aiolos non ebbe tempo di assimilare il tutto, che Aphrodite si girò con una rosa rossa in mano e la lanciò contro il giovane furfante. Colpito dal mortal fiore egli si bloccò, privo di ogni funzione motoria. Aiolos non si diede subito pena, ma impedì all’inseguitore di infierire sul giovane. Poi vide che il ragazzo sudava, come se il suo corpo stesse soffrendo. In quel momento comprese che il colpo del compagno non era stato paralizzante, ma mortale. Sconvolto dalle conseguenze, il Saint di Sagitter afferrò Aphrodite. Shun vide lo stupore negli occhi del Gold Saint aggredito. Poi cercò di scrollarselo di dosso, ma si accorse che Aiolos stava per colpirlo. Veloce, il guardiano della dodicesima casa, si mosse a parare il colpo dell’altro Gold Saint. Era frastornato dalla reazione di Aiolos, cosa mai aveva fatto. Shun si accorse di percepire i pensieri e gli stati d’animo dei due. L’odio che traboccava in Aiolos era immenso. Il controllo stava impedendogli di colpire a morte colui che credeva un giusto uomo. Dall’altro canto Aphrodite era furioso per una reazione insensata. Nemmeno un attimo del suo riflettere si era fermato sul ragazzo, per lui non aveva alcuna importanza, era un ladro e non meritava pietà o pensieri, morto avrebbe smesso di arrecar danni.
Il guardarsi dei due durò molto, poi Aiolos reagì veloce e rapido, tanto da dare uno schiaffo a Aphrodite e farlo cadere a terra.
"Salvalo!" Aiolos indicò il ragazzo.
"Un ladro, che cosa vuoi che mi importi della sua vita. Morrà per le sue colpe! Che impari a non infrangere la legge!" Aphrodite si alzò in piedi assestandosi l’abito.
Aiolos non parlò più, si mosse solo in avanti fissando Aphrodite. Il Saint di Piscis arretrò di un passo. Una goccia di sudore scese dal suo viso irritandogli l’escoriazione appena subita. Il lieve dolore lo fece sussultare e con un’altra rosa rossa colpì il giovane, che cadde a terra svenuto ma salvo. Aiolos lo prese, fissò l’uomo, poi il Pesce dorato, si voltò e si incamminò verso il tempio.
"Seguitemi, il Grande Sacerdote giudicherà gli atti e punirà gli empi!" Aphrodite deglutì nervoso.
Shun si trovò come spiazzato nell’arena. Ante se Aiolos disteso e diverso da quello che era prima, gli si avvicinò e d’istinto il Bronze si inginocchiò.
"Shun, tu più di tutti comprendi l’importanza di ogni vita. Conto che tu ora sappia chi necessita essere ucciso e chi dispensare dalla morte. Il tuo cuore è troppo fragile per un guerriero. Ma il tuo animo e la tua devozione sono forti. Con uomini come te al suo fianco, Atena è al sicuro!" Poi svanì.
L’armatura dei Pesci si scompose, mentre l’ultima fiamma si spense.
Appena ogni fuoco fu interrotto, dallo spicchio del Sagittario si espanse una fiamma azzurra, che poi divenne d’oro, allargandosi tanto da invadere tutta la meridiana. L’armatura del segno rispose al bagliore con un altro bagliore. Si scompose e vestì Seiya. Egli come perso vide che tutto era bloccato. Non vi era altro movimento che il suo, era spaesato. Ogni compagno era come statua solo la fiamma della meridiana continuava ad agitarsi. Poi davanti a lui apparve Aiolos, indossante l’armatura che gli spettava di diritto. I due Sagittari si guardarono e si sorrisero, per poi stringersi la mano.
"Seiya, in te sono riposte le speranze del futuro. In te e in tutti coloro che oggi sono qui per darmi onori che non merito. Io ho potuto solo essere un devoto cavaliere. Ma senza il vostro aiuto, Atena non avrebbe mai più regnato su questi luoghi. Se io sono da commemorare, allora voi siete degli eroi viventi, di cui mai smetteranno di parlare le leggende." Aiolos fece una pausa.
"Ascolta, le mie parole. Non dimenticate mai questo giorno e fatelo vostro per le insidie a venire. Il mondo ha bisogno di uomini come voi!" Poi abbracciò Seiya con tanta veemenza da strappare un gridolino al ragazzo.
"Di a mio fratello che sarò sempre con lui e con tutti voi Addio Seiya!" Poi Svanì.
L’arena tornò a vivere e ogni fiamma si spense.
Atena si illuminò di un’energia pura e di una forza innata.
"Noi ti salutiamo, Aiolos di Sagitter. Per anni il tuo nome è stato infangato dal mal dire di uomini che dell’oscurità avevano fatto la luce. Ma io, ora, riconosco te, come eroe e giusto baluardo. Riscatto il tuo nome perché ogni tuo gesto sia da monito o esempio, per nemici o amici. Grazie per tutto ciò che hai fatto e per aver dato la vita in mio nome!" La dea stava piangendo.
Non solo Atena, ma tutti stavano versando lacrime. Mentre la luce calava e il tempo chiedeva riposo, tutti si guardarono in viso e piano piano, privi di parole si avviarono al giaciglio. Solo Seiya e Aiolia si fermarono alcuni istanti e dopo poche parole e un abbraccio i due si salutarono sereni. Felici della giornata che aveva loro ridato un amico e un fratello!