IL RITORNO DELLA LUCE

Casa dell’Ariete, Grande tempio.

L’eclisse era ormai un ricordo lontano così come la guerra con Ades appena vinta.

I cavalieri guidati da Asher dell’unicorno giacevano sul nudo terreno con le armature ridotte a brandelli e tra di loro anche le due grandi sacerdotesse guerriere Tisifone e Castalia.

La maschera di Tisifone giaceva sul terreno ridotta anch’essa a brandelli, nulla era rimasto integro dopo i ripetuti attacchi perpetrati da Thanatos il dio della morte e seguace di Ades.

Il terreno macchiato di sangue era cosparso di frammenti delle armature lesionate dai attacchi ripetuti del dio. Ricoperti di ferite sanguinanti, i cinque cavalieri di bronzo e le due sacerdotesse guerriero proteggevano ancora una piccola ragazza.

"Patricia è finita, tuo fratello Pegasus e gli altri cavalieri c’è l’hanno fatta!" disse con tono mesto Castalia.

"Che ne sarà di mio fratello?" chiese la fanciulla.

Il silenzio zittì tutti presenti, solo Geki osò parlare.

"Come immaginavamo, tuo fratello è stato ferito mortalmente dal dio dei morti, ed ora non avverto il suo cosmo!" disse il cavaliere il cui viso venne rigato da due veloci lacrime.

"Non può essere vero !" replicò Tisifone.

"Hai avvertito il cosmo di Pegasus spegnersi!" replico Geki.

"Anche se ora il cosmo di Pegasus è completamente impercettibile, non è detto che sia morto realmente!" disse Castalia.

"Andromeda ..."disse una figura di donna.

Le colonne semi distrutte oscuravano il corpo di una giovane donna dai lunghi capelli e con in mano una frusta.

"Nemes del camaleonte, che ci fai qui?" chiese Castalia.

"Non ho più motivo ormai di portare questa maschera, il mio uomo e compagno di armi non c’è più!" disse Nemes.

E dette queste parole si sfilò la maschera argentata che aveva sempre portato.

Le lacrime solcavano il viso della sacerdotessa guerriero conferendole una bellezza funebre.

Anche Castalia si sfilò la maschera tra lo stupore di tutti.

Lei e Patricia erano due gocce d’acqua, assolutamente identiche se fosse stato per i colore degli occhi.

"...fratello mio..." disse singhiozzando il piccolo Kiki ancora steso a terra per le ferite.

Il sole risplendeva di nuovo nel cielo e ciò era grazie al sacrificio dei cavalieri.

Sarebbe stato compito del futuro cavaliere d’oro dell’ariete, riparare le armature distrutte da dio della morte, compito che sarebbe stato espletato solo molto tempo dopo.

"... e finita!" disse una voce flebile .

Dal buio di un ‘ombra uscì nitidamente un gruppetto di cavalieri.

"Athena!" urlò Asher dell’unicorno.

Tutti si precipitarono verso il gruppetto che dall’oscurità stava emergendo.

Andromeda, Cristal, Sirio, e Phoenix che reggeva tra le sue braccia il corpo del cavaliere del pegaso abbandonato del dolce soffio della vita ed infine lei, la dea della giustizia Athena.

Le armature divine splendevano ai timidi raggi del sole come di luce propria e nonostante avessero riportato seri danni.

"Athena, è finita vero?" chiese Tisifone.

"Si e stavolta per sempre cavaliere!" ribatté la dea.

"Qui a grande tempio i danni sono stati ingenti durante questa guerra sacra." disse la sacerdotessa guerriero dell’aquila. Continuando "la casa del capricorno continua a essere un cumulo di macerie e solo la casa di Libra e dell’Ariete sono intatte!" disse la sacerdotessa.

"Il grande tempio sarà restaurato, tutte le case restaurate, e un nuovo grande sacerdote siederà sul trono lasciato vacante prima dal cavaliere dell’ariete, poi da quello di gemini e in seguito da quello di libra." completò la dea.

"L’ordine dei cavalieri d’oro deve essere nuovamente ricostituito, così come quello dei cavalieri d’argento e persino quello dei cavalieri neri! io ordino così" disse Lady Isabel.

"Ho già deciso chi sarà i nuovo grande sacerdote." e continuando "e penso che sia giusto aprire la possibilità del pontificato a chi non è della casata dei cavalieri d’oro!".

"Ha già in mente qualcuno milady?" chiese desideroso Asher.

"Si!" rispose la dea .

"Occupiamoci ora del cavaliere di Pegasus!" e dicendo queste parole fece avvicinare a se il cavaliere della fenice che teneva ancora in braccio il corpo inanimato."

Tisifone scoppiò in lacrime così come Castalia alla vista del cavaliere.

"Si è posto a mia difesa facendomi da scudo all’attacco di Ades..." disse tra e lacrime la dea.

"Non riuscirò a farlo tornare in vita !"disse tristemente la dea Athena.

"Il suo corpo è insensibile al calore e il suo spirito vaga per la desolazione di Ade...!"replicò Andromeda.

"Pegasus tornerà in vita!" disse una voce esterna.

Tutti si girarono e con stupore videro Julian Kedives accompagnato dal fidato Syria, ex generale dell ‘Atlantico del sud. Entrambi indossavano l’armatura, e tra lo stupore generale Nettuno stesso ridiede la vita al cavaliere di Pegaso.

"Ecco fatto!" disse il dio dai lunghi capelli azzurri.

Pegasus riaprì gli occhi, uno alla volta .

Il sole lo faceva apparire un bambino che si era appena risvegliato.

"Patricia dove sei?" furono le sue prime parole.