I DUBBI DEGLI DEI
"Non penserete veramente che Ercole punirà la dea Athena per conto del padre Zeus?" disse con tono provocatorio Eolo dio dei venti.
"Secondo me Ercole ha finto davanti al nostro padre e si è cacciato in un bel pasticcio da cui non vedo l’uscita!" ribatté Deimos figlio di Ares e dio del terrore.
"Certo, Ercole è il dio più vicino al padre Zeus ma stavolta ha proprio esagerato!" disse con un tono squillante la regina degli dei.
"Bisogna ammettere che in un duello tra Athena e Ercole, sicuramente Athena avrebbe la peggio !" e continuando "...e se lo stesso Ercole scendesse in campo come vorrebbe il divino Zeus, nulla rimarrebbe del grande tempio!" concluse Eolo.
"Secondo voi, mio marito compirà la missione che gli è stata affidata?" disse irrompendo nella sala la dea della giovinezza eterna.
"Secondo me, tuo marito non porterà a compimento a missione affidatagli, anzi aiuterà Athena a vincere addirittura i padre degli dei!" disse Ares e aggiungendo "... in passato ho avuto a che fare con Ercole e ricordo ancora bene la sconfitta da me riportata, brucia ancora come un onta che non riesco a lavare dal mio onore."
" Mio marito porterà a compimento la missione che gli è stata affidata in qualsiasi modo a lui concerne!" replico Ebe.
"Spero vivamente che sia così, perché in caso sarà lo stesso Zeus a mettere in pratica la punizione." disse con tono provocatorio Deimos.
Ebe vedendo che tutti gli dei che le erano di fronte erano alquanto dubbiosi sulla fedeltà e sulla esecuzione della pena, voltò le spalle e si incamminò verso la porta da cui era entrata.
"Il tuo sposo ha sempre avuto una mano pesante vero Ebe?" disse sogghignando Phobos.
"Se non fossi già sposata a quella sottospecie di toro incrociato con un bisonte e un dinosauro, ti potrei far conoscere il vero piacere, ciò che hai sempre avuto negato da quando sei stata legata a lui!" e dicendo queste parole scoppiò in una malvagia risata il figlio di Ares.
A tale provocazione la dea rispose facendo apparire il suo lucente cosmo biancastro che fece sobbalzare tutti i presenti.
Lo sguardo duro della dea zittì improvvisamente il dio dello spavento che rimase interdetto dal comportamento della dea. Anche gli dei presenti nella sala rimasero sbalorditi e frastornati da quella reazione così ostile della dea nei confronti del figlio di Ares.
Il primo a riprendere la parola fu Dioniso che con dolci parole riuscì a far cessare quello che sarebbe stato uno scontro tra divinità.
"Ora basta, è del tutto inutile combatterci tra di noi non è forse vero Ebe?" disse rivolgendosi direttamente alla dea.
"Mentre c’è ne anche per te Phobos!" e continuando "come fa ancora Zeus a sopportare la presenza di divinità ignobili come te a corte!".
"Se non fosse che ho profonda stima per tuo padre e che senza il suo consenso non alzerei mai la mia mano, ti avrei già eliminato senza tanti rimorsi" e dicendo queste parole voltò le spalle agli altri dei e prendendo sotto braccio Ebe, si accinse a uscire dalla sala.
Nel frattempo Ercole era andato nei giardini pensili dove appoggiato su una colonna Orfeo stava suonando una delle sue tristi melodie.
"Che cosa stai pensando Orfeo?" chiese il dio.
Il cavaliere appena si accorse del dio si inchinò e rispose.
"Quale sarà il futuro per Athena?" disse Orfeo.
"...cavaliere d’argento come ben saprai io devo punire Athena!" disse sospirando il dio.
"Ho una proposta da farti cavaliere d’argento!" replicò ad alta voce Ercole.
"Mi dica mio signore!" disse Orfeo.
"Tra pochi giorni scenderò sulla terra e riunirò nuovamente il mio esercito di cavalieri che come ben saprai è composto da cavalieri d’argento i cui poteri sono aumentati grazie al mio cosmo divino..." e continuando "vorrei la tua partecipazione come mio cavaliere d’argento!"
L‘ex cavaliere della lira sobbalzò a quella richiesta e guardando nei occhi del dio acconsentì a patto che lo stesso padre degli dei avesse dato il suo benestare.
"Quale il suo piano mio signore?" chiese il cavaliere.
"Non te lo dirò fino a che non sarò sceso sulla terra, e spero a te non disturbi se preferisco non parlare qui sull’olimpo ma sulla terra dove mi trovo più a mio agio!" chiese Ercole
"Nessun problema mio signore, ma dovrebbe chiedere il permesso al divino Zeus in persona!" e concludendo "...sperando che egli nella sua immensa bontà le dia il permesso!"
"Non devi preoccuparti cavaliere, mio padre mi darà il permesso quando saprà in che modo eliminerò dalla faccia della terra la dea Athena!" concluse il dio.
Intanto nella sala alcuni dei e dee stavano ancora discutendo sul da farsi senza però giungere a nulla .
La sala risuonava delle voci e dei applausi che le varie divinità facevano.
All’esterno Dioniso e Ebe passeggiavano tranquillamente discorrendo in conversazioni sulla natura umana e divina e sul concetto di bellezza.
"Nocciola, un nocciola così vivido che sembra già comunicare tutta la divinità che è in lui!" pensava tra se e se la dea.
Come avrebbe voluto essere la sposa di quel dio, ma non era così, il padre degli dei aveva deciso per lei facendogli sposare un uomo di cui lei non provava niente.
"Destino crudele, stare con un uomo che non ti apprezza, quando so che se fossi accanto a Dioniso tutto sarebbe diverso!" rifletteva Ebe.
Anche Dioniso era dello stesso parere della dea, avrebbe voluto che ella fosse stata la sua divina sposa e non una sua collega, ma il padre degli dei era stato irremovibile e non aveva avuto altra scelta che ripiegare su altre divinità.
Una leggera brezza muoveva la chioma bionda del dio facendolo apparire ancora più bello, superiore persino a Febo Apollo suo fratello, o anche al bellissimo Narciso il cavaliere più bello della storia.
Un panorama in lontananza si stagliava da quei portici rialzati nella reggia di Zeus, dando un senso di solitudine stesso di un eremo nascosto.
Alcuni passi risuonarono in quel camminamento, Ebe e Dioniso voltandosi videro arrivare in lontananza Ercole accompagnato dal musico e cavaliere Orfeo.
Le due figure erano contrapposte l’una dall’altra, la massiccia e alta figura del dio della forza contrapposta alla più esile e bassa figura del cavaliere.
"Disturbiamo la vostra conversazione?" chiese Ercole.
"Assolutamente fratello mio anzi se vorrai unirti alla nostra conversazione sarò ben lieto!" aggiunse Dioniso.
Lo sguardo della dea si rattristò immediatamente, non avrebbe più potuto passeggiare con l’uomo che amava realmente e decise di congedarsi in modo elegante e sbrigativo.
Lo sguardo di Dioniso divenne più mesto in seguito alla partenza della dea.
I due cominciarono a parlare dei più vari argomenti senza arrivare a parlare della missione che entrambi sentivano gravare sulle loro spalle.
Il primo a rompere l’indugio e a chiedere fu Dioniso.
"Fratello mio, cosa intendi fare?" chiese il dio del vino.
"Athena è nostra sorella come ben saprai ed io non la combatterò mai !"disse il dio della forza.
"Nostro padre si infurierà se non porterai a compimento la sua volontà!" e continuando "...ha i comunque fatto bene a prenderti a responsabilità di punirla !".
"Dioniso, nostro fratello Ares ha intenzione di causare insieme ad altre divinità a lui alleate una gigantesca guerra sacra che alla fine lo porterà al trono celeste!" disse con un tono di voce acceso Ercole.
"Lo so bene, e so anche che molte divinità si stanno alleando con lui per poter avere maggiori benefici in futuro!" rispose Dioniso.
"Presto Ades, Apollo, Discordia e Nettuno torneranno in vita e sicuramente almeno due di loro si alleeranno con Ares e le sue forze..." e aggiungendo"...cosa ancora peggiore e che sembra che anche la regina degli dei sembri cospirare contro il divino Zeus!"
"...lo penso anche io, dopotutto io sono stato sempre in guerra con Era e siamo sempre usciti pari da ogni guerra sacra!" disse Ercole.
"Comunque non preoccupiamoci degli altri dei almeno te non te ne devi preoccupare assolutamente!" e finendo "concentrati solo sulla tua missione e nient’altro!", e dette queste parole, entrambi si congedarono.