PENSIERI, RIFLESSIONI

"Athena, non avevi altra scelta ed io lo so bene hai fatto la cosa che avrei fatto io stesso" rifletteva tra se e se il dio.

"Nettuno, Ades o altri meritavano di essere eliminati come presto succederà al dio della guerra e ai suoi tre figli!" e continuando "nostro padre è stato molto duro con te, ma lo ha fatto perché ora la sua autorità potrebbe venire meno, e visto che molti sono gli dei convinti che oramai il potere di Zeus sia un vago e sbiadito ricordo di quello che fu un tempo un temibile e mortale potere!"

Passò attraverso varie sale, mentre i suoi pensieri fuggivano lontano.

Come poteva tradire Athena, la sua più grande alleata nonché la sorella a lui più vicina?

Questo tormento cominciava a perseguitarlo mentre raggiungeva i suoi appartamenti posti in un ala del palazzo degli dei.

Attraverso corridoi e saloni nei quali statue, mosaici, e suppellettile di varia natura facevano sfoggio di se giunse finalmente nei suoi appartamenti presidiati da due guardie poste ai lati dell’ingresso.

"Ben tornato nei suoi appartamenti divino Ercole!" disse una delle guardie poste a difesa.

"Salute a voi guardie reali del palazzo dell’Olimpo!" rispose il dio prima di entrare nei suoi appartamenti.

Apri il pesante portone bronzeo ed ageminato ed entrò in una anticamera di forma rettangolare molto ampia e sostenuta da 10 colonne con capitelli raffiguranti l’amazzonomachia avvenuta tra le forze di Artemide e le forze di Dioniso secoli addietro in cui lui aveva dato un contributo sostanzioso.

Attraversò l’anticamera ed entrò in una sala di forma ottagonale il cui soffitto era formato da una immensa cupola in marmo bianco ellenico.

L’aria profumava di incenso e di altre fragranze mediterranee quali l’arancio che nei giardini della reggia crescevano abbondantemente.

Si tolse i pesanti bracciali d’oro e li posò dentro una scatola dorata.

Si adagio su un triclinio posto come altri al centro della stanza e sorseggiò da un calice un dolce vino dal colore chiaro.

Continuava a pensare il da farsi con Athena e con i pochi cavalieri del grande tempio ancora rimasti in vita, non sapeva come fare.

Non avrebbe mai voluto combattere la sua cara sorella, ma ora il padre degli dei aveva decretato la fine di sua sorella e dei suoi cavalieri e ciò lo aveva sconvolto enormemente.

"Zeus perché lo hai fatto? e poi proprio a tua figlia Athena, la tua adorata Athena" pensava tra se e se il dio.

Un rumore attrasse la sua attenzione fino ad allora incentrata sul cosa fare.

"Posso entrare mio divino sposo?" chiese una fanciulla dai lunghi capelli rosa.

"Certo Ebe, perché non dovresti entrare nelle stanze in cui sei anche tu padrona qui sull’olimpo!" rispose Ercole.

La donna entrò nella grande sala ottagonale e si versò in una coppa d’argento del vino e raggiunse il dio che stava mollemente sdraiato come la postura adottata dai etruschi moltissimi secoli addietro nei loro sarcofagi e urne.

"Cosa ti turba maggiormente mio sposo?" chiese la dea, e continuando "Athena è tua sorella e per giunta un legame forte vi unisce, anzi vi ha sempre unito!"

"...ricordo ancora quando te non eri ancora una divinità, ed eri al servizio di Athena come cavaliere d’oro del segno del toro!" replico Ebe.

"Come potrei mai scordarlo!" aggiunse il dio.

"...presiedevo la seconda casa dello zodiaco e sono stato il primo cavaliere d’oro della storia, l’unico già presente al grande tempio!" disse Ercole.

" eri l’unico cavaliere d’oro già esistente sulla terra, possedevi di natura già il settimo senso e l’ottavo e stavi raggiungendo poco per volta lo stadio di cosmo divino, grazie anche al sangue del padre degli dei che scorre nelle tue vene!" e continuando "...dodici sono state le fatiche che hai dovuto superare perché il consiglio degli dei ti accettasse come dio facendoti acquisire il cosmo divino che ora è padrone in te !" concluse.

"Il cosmo divino, l’essenza della divinità stessa quello che gli uomini chiamano decimo senso e che può risvegliarsi solo per alcune caratteristiche dell’individuo" pensò Ercole.

"Divino sposo, allora quando punirai Athena e i suoi cavalieri?" chiese ardentemente la dea."

"Presto, prima di quanto immaginate!" fu la risposta.

"Sai già come devi fare, oppure stai ancora elaborando un piano?" chiese la dea "Fammi un massaggio e riempimi di nuovo a coppa che ormai è vuota!" chiese Ercole.

Versò nella coppa riempendola fino a metà della stessa di quella dolce bevanda che solo sull’olimpo si può bere e che da l’immortalità e la porse al dio che la bevve tutta d’un fiato mentre le mani di Ebe cominciavano la sua opera.

"UHHMMM un po’ più a destra! ecco lì bravissima!" diceva Ercole dando suggerimenti alla dea su dove massaggiare.

Le sue mani scivolarono dalle spalle fino alla cintola cercando di penetrare nell’intimo del dio.

"Non ho voglia Ebe in questo momento!" fu la risposta di Ercole ai gesti della dea.

"Sei veramente preoccupato per questo incarico, perché i tuoi occhi verdi come la speranza a me non possono mentire e questo tu lo sai!" replicò Ebe.

"Hai ragione mia divina sposa, il pensiero di dover fermare Athena della quale io stesso condivido le idee, mi toglie la voglia anche di fare l’amore con te !"disse con un tono serio il dio.

"Non ti preoccupare troppo, so che non torcerai un capello a Athena e per questo disobbedirai al padre degli dei!" e aggiungendo "...i cavalieri dello zodiaco non possono nelle loro condizioni battere il re degli dei anche se possono uccidere ognuno di noi o almeno il nostro corpo!"

"Cosa hai intenzione di fare ? userai il tuo vero corpo o prenderai a prestito quello di qualcun altro per portare a compimento la missione sulla terra?" chiese la dea.

"Userò questo, il mio. Non utilizzerò mai un corpo senza permesso come Ades o Nettuno hanno fatto in precedenza !" disse severamente.

"Scenderò io stesso sulla terra, e una volta riunito il mio esercito attaccherò il grande tempio compiendo così la volontà di mio padre Zeus" replico il dio.

"Ora basta pensare alla missione, fammi rilassare come sai far te mia adorata sposa!" e detto il bianco peplo che Ebe indossava cadde sul pavimento a mosaico.