BATTAGLIA AL GRANDE TEMPIO
Eccoli, i nuovi santi, i guerrieri posti alla guida della giustizia nel mondo per nome ed in nome di Athena; splendidi, con le vesti di platino a simbolo di un intercessione Divina. Astaroth era stato sconfitto da Mur dell’Ariete, ed ora si erigevano al centro del santuario…non erano più uomini… erano veramente delle divinità volute dal padre degli Dei.
"Sento il nemico avvicinarsi, i signori dell’Oblio hanno saputo della scomparsa del cavaliere della Paura"
"Si Saga, avverto i loro cosmi distintamente, ma dobbiamo fare assolutamente una cosa prima di intraprendere lo scontro ultimo."
"Fammi partecipe dei tuoi pensieri, Aphrodite"
"La nostra amata Dea giace in una teca di cristallo nella stanza qui accanto ed il Santuario è in rovina, dobbiamo portarla via da qui, dobbiamo recarci in un luogo dove il suo riposo possa essere eternamente indisturbato"
"Hai ragione cavaliere dei Pesci, Dauko, cosa ne pensi?"
"La porteremo in un luogo sacro… il promontorio delle stelle… Capo Sunion"
"Lasciate che sia io a portarla sull’altura, poi raggiungetemi, ve ne prego cavalieri!"
Milo se ne uscì con una richiesta alquanto inaspettata… si pensava a Micene, a Ioria, a Dauko o più giustamente a Saga… ma nessuno ebbe il coraggio di obiettare
"E sia cavaliere dello Scorpione, adempi al tuo dovere; noi ti raggiungeremo fra poco"
Detto questo, Milo pose una mano sulla teca creata da Shub’Nighurath e vi fece una piccola pressione; il vetro del loculo di Athena si ruppe ed il cristallo venne letteralmente dissolto nell’ aria. Milo con enorme amore prese tra le braccia il corpo esanime di Lady Isabel e si avviò verso l’altura delle Stelle. La veste della Dea era ancora sporca di sangue… il sangue che aveva versato per difendere i suoi dodici amanti. Quando fu abbastanza lontano dal Santuario, Milo cominciò a piangere, proseguendo il suo cammino come se nulla fosse.
"Oh mia Dea, quanto ho voluto essere tuo degno custode come lo fu Blood prima di me, ed ora invece giaci tra le mie braccia esanime… trafitta da un cavaliere che non ha nulla di umano… ed io so… so la verità. So che tu hai voluto farci crescere, hai dato la tua vita stavolta per tutti noi, ci hai teletrasportati ai piedi della casa dell’Ariete, ma io ero conscio, senza forze ma presente. Perché Madre hai voluto dare la vita perché noi prendessimo il tuo posto? Perché non hai fermato Shub’Nighurath al Santuario? Perché ci hai fatto protagonisti di un disegno crudele del fato?"
Arrivato all’ingresso del Tempio delle Stelle, Milo lo varcò deciso, depose con cura il corpo di Milady su di un antico altare di granito, lo stesso che aveva accolto il corpo senza vita di Shion, ucciso da Saga prima della notte degli inganni.
Si inginocchiò a terra e pregò, pregò la sua Dea e fece una promessa solenne in quel luogo Sacro
"Dea Athena, io vendicherò la tua morte e continuerò a portare la tua legge nel mondo, ovunque ce ne sarà bisogno, ed il cavaliere dell’Odio… conoscerà la furia dello Scorpione!"
A promessa terminata, si avvicinò al volto di Lady Isabel e sfiorò le sue gote con le labbra
"Perdonami madre se oso poggiare le mie indegne labbra sul tuo angelico volto… ma ti ho sempre amata… "
Poi uscì, sulla piccola piana che terminava in un profondissimo burrone c’erano ad attenderlo tutti gli altri santi di platino.
"Milo, allora?"
"Shaka, ora Athena può riposare indisturbata, tutto ciò che ha fatto per noi va portato nei nostri cuori e trasmesso a tutte le generazioni che verranno"
"Sarà fatto, cavaliere dello Scorpione"
"Ed ora prepariamoci… stanno arrivando da noi"
"Si, li sento.. avranno molto filo da torcere stavolta"
"Solo una cosa cavalieri… Shub’Nighurath…è mio!"
I cavalieri annuirono, sapevano cosa spingesse Milo ad essere uno dei cavalieri più temibili nel Grande Tempio… quando la sue azioni erano dettate dalla rabbia, era capace di raggiungere uno stato combattivo incomparabile, e tutti sapevano ora, che il cavaliere dell’Odio avrebbe trovato la meta del suo peregrinare: la morte.
Ed ecco le due stelle dal cielo piombare vicino a loro e rivelarsi per la loro vera identità: Shub’Nighurath, cavaliere dell’Odio e Yog Sothoth, cavaliere della violenza. L’inespressività dei loro occhi faceva ora posto ad una rabbia evidente; tuonò quindi il cavaliere dell’Odio.
"Pagherete la morte di nostro fratello cavalieri! Scateneremo la nostra ira contro di voi , nessuna nuova armatura potrà difendervi da noi!"
Mentre Shub’Nigurath parlava, Milo gli corse incontro e cominciò a scatenare l’ira dello Scorpione!
"Taci cavaliere!"
Diceva, mentre una tempesta di colpi inesorabile si scagliava contro il cavaliere dell’Odio che rimase inerme di fronte a tale potenza combattiva
"Non sei degno di parlare, non sei degno di vivere, tu… tu che hai ucciso la nostra Dea, tu che hai profanato la giustizia e che hai reso cieco nella suo furia me, Milo di Scorpio!"
I colpi continuavano a piovere come dettati da una furia inarrestabile
"Morirai cavaliere dell’odio, morirai senza nemmeno avere il tempo di capirne il perché! Hai ucciso non solo la nostra Dea, hai ucciso sogni, speranze, amori, lacrime e sofferenze! Non posso avere pietà di chi si scaglia con la sua furia su di una donna, sulla nostra donna…Milo sarà l’ultimo volto che vedrai! "
Shub’Nighurath fu scagliato a terra, a molti metri di distanza, al limite del burrone di Capo Sunion.
"Che..che..diamine.."
"Alzati cavaliere, io non ho ancora finito!"
Milo sembrava veramente imbattibile, Shub Nighurath aveva il corpo pieno di escoriazioni dai colpi subiti e da quattordici fori da quale sgorgava un liquido verdastro, cioè il sangue di quell’essere che ora come non mai appariva spregevole ed impotente agli occhi del cavaliere dell’ottava casa.
"Fratello, ti aiuterò io!"
Yog Sothoth si lanciò alla volta del cavaliere dello Scorpione, ma dinnanzi a lui si parò Shaka
"Abbiamo un conto in sospeso noi due, cavaliere!"
"Vuoi dunque ancora batterti con me? Non ti è bastata la prima sconfitta?"
"La tua sarà definitiva, cavaliere! In guardia!"
Il cavaliere della Vergine assunse la sua tipica posizione con le mani giunte, tecnica il quale non poteva permettere di sapere se offendesse o difendesse…
"Bene Shaka, ti spoglierò delle tue vesti come già una volta ho fatto, preparati! Folgore Divina!"
Il colpo parti da Yog Sothoth con potenza e precisione e centrò perfettamente Shaka, il quale non ebbe nessuna reazione… come nemmeno il colpo del cavaliere della Violenza.
"Cosa? Come può la tua veste resistere alla Folgore Divina?"
"Cavaliere, la mia armatura di platino è più divina della tua essenza e del tuo colpo… in essa c’è lo scettro di Zeus, in essa c’è il potere dell’universo.. Per il Sacro Virgo!"
Shaka scagliò il suo colpo migliore che prese in pieno il cavaliere della violenza, il quale volò in aria e ricadde a terra… rialzandosi quindi disse
"Niente male Shaka, ma ci vuole altro per abbattere un cavaliere dell’Oblio!"
"Gelo Siderale!"
Shaka evitò il colpo con maestria e si pose dietro Yog Sothoth
"Non sai con chi combatti cavaliere, non sono più chi hai incontrato prima, io…sono…divino!"
"Pazzie! Tu non sarai mai divino! Tu non sei fatto di essenza, ma di materialità e la materia è sempre plasmabile, qualsiasi cosa sia!"
"Stai pronto a salutare per sempre questo mondo!"
Shaka si elevò da terra pronunciando un antichissima preghiera del quale solo lui conosceva il significato.
Yog Sothoth voleva reagire…
"Che succede… sono come bloccato, non riesco a controllare il mio corpo…"
Il cavaliere della Vergine aprì quindi i suoi occhi
"Cavaliere della violenza, tu non sei fatto di essenza, tu sei un uomo, corrotto dalla volontà di Chtuhlu, vi ha soggiogato ed ora credete di essere Dei, ma vi sbagliate, nonostante abbiate parte del potere del vostro Signore, voi non siete assolutamente Dei!"
"Stai farneticando Shaka! Come puoi dire questo? Chtulhu è grande ed il suo potere è infinito, io so chi sono, la follia si sta impadronendo di te io ricordo benissimo le nostre azioni prima che il mondo nascesse!"
"La coscienza astrale del quale sei padrone non è la tua, ma di Yog Sothoth, me ne sono accorto nello scontro di Astaroth con Mur dell’Ariete."
"No, non è possibile, io sono Yog Sothoth, io sono un Dio!!!"
"Allora se così è, il mio colpo non sortirà alcun effetto su di te cavaliere… ma se così non fosse ti perderai nella notte più buia che esista… la morte!"
"Non ho paura di te, avanti cavaliere della Vergine, sono qui e sono il tuo avversario!"
"Mi dispiace cavaliere, che gli Dei possano aver pietà di te!… Divino Nirvana… colpisci!"
Dal corpo di Shaka uscì la sua stessa immagine che entrò nel corpo di Yog Sothoth il quale restò come paralizzato, dopodiché cadde in ginocchio… Shaka stesso si levò in piedi, gli altri custodi di Platino guardavano stupefatti la scena, che era accaduto? Che stava succedendo al cavaliere della Violenza?
Una luce fortissima uscì dalla bocca di Yog Sothoth che si perse nel cielo ed il suo corpo cadde supino a terra.
"Che è successo cavaliere della Vergine?"
"Aldebaran, sono entrato in lui con il mio spirito… ed ho cancellato la sua anima!"
"Cosa? Vuoi dire che ora abbiamo di fronte…nessuno?"
"Il suo corpo è un involucro vuoto ora, l’umano che ospitava Yog Sothoth giace nell’Ade, il suo corpo si perderà nell’infinito! Per il Sacro Virgo!"
Il colpo esploso da Shaka, disintegrò letteralmente la materialità del cavaliere della violenza il quale tornò al suo eterno riposo.
"Shub’ Nighurath succube di Milo, resosi conto della scomparsa anche di Yog Sothoth, invocò Chtulhu.
"Ti prego Signore, dammi la tua forza, dammi il potere per sconfiggere questi tuoi nemici, che il tuo più fedele servitore non ti tradirà mai! Ti prego Chtulhu..ti prego."
Ma dal cielo non arrivò nessuna risposta, ne tanto meno Shub’Nighurath sentiva nuovo vigore in lui.
"Perché mi abbandoni al mio destino Signore?"
"Forse perché il tuo Dio non è altri che una mera illusione!"
"Taci cavaliere dello Scorpione! Tu non puoi sapere cosa lui abbia fatto per l’universo intero, se tu sei qui è grazie al mio Signore, se questo mondo esiste è solo perché lui l’ha voluto…"
"Se volesse ci avrebbe già ucciso… ma non lo ha fatto… non ti domandi il perché?"
"Le tue parole nascondono una troppa fiducia Milo… Odio Totale!"
Milo rimase sorpreso dal colpo di Shub’Nighurat e ne venne travolto, cadendo a terra e strisciando per parecchi metri col suo corpo; dopo pochi secondi si rialzò
"Cavaliere dell’odio, ammetto la mia distrazione e sono stupito dalla potenza del tuo colpo, ma lo Scorpione è ben più duro da uccidere!"
"Avanti cavaliere! Non ti temo, fatti sotto!"
In quel momento Milo ammirò in cuor suo la fermezza e l’aggressività di Shub’Nighurath, ma sapeva che doveva finirlo comunque, era il nemico, era l’assassino di Athena e del suo amore morto con lei…
"Mi spiace cavaliere, ma lo devo fare! Divina Antares!"
Non più l’unghia di Milo s’illuminò, ma la mano stessa e si conficcò senza timore prima nell’armatura fulminea, disintegrando la parte colpita, poi, con estreme crudeltà ed efficacia, nel petto di Shub’Nighurath il quale guardò negli occhi Milo…
"Ho servito fedelmente il mio Signore… ho cercato di capire le sue gesta e le sue motivazioni… spero un giorno di poterti incontrare di nuovo cavaliere…"
Gli occhi di Shub’Nighurath tornarono umani, il rosso sangue che li contraddistingueva era svanito… Milo stava uccidendo un uomo ora.
"…perdonatemi se potete cavalieri, un falso ideale ha segnato la mia esistenza…"
Detto questo spirò tra le braccia di Milo, il quale commosso riuscì solo a dire sottovoce
"Nei Campi Elisi, cavaliere, ci rivedremo nei Campi Elisi"
Appoggiò a terra il cadavere di chi era stato il cavaliere dell’Odio, che sparì dissolvendosi nel nulla. Finalmente l’opera era conclusa, i cavalieri dell’Oblio non erano che un ricordo ora, un ricordo di battaglie e sofferenza, un ricordo di paure e di nuove verità.
Deathmask si avvicinò a Milo che era rimasto li, fermo in piedi, come a perdonare lo stesso cavaliere che fu assassino di Athena, e che era morto allo stesso modo.
"Andiamo Milo…"
"Andiamo."
Il Grande Tempio, sede di una guerra tra gli Dei, era ora completamente avvolto dalla luce del giorno; il sole scaldava le antiche mura delle case e del Santuario come a portare pace tra i Templi.
Ma all’improvviso un potente vento cominciò a spirare sull’altura delle Stelle, il cielo venne divorato da un’affascinate ed incomprensibile notte… tutti i custodi si avvicinarono tra di loro.
"Eccoci cavalieri, ci siamo, il momento tanto agognato ci si parerà dinnanzi con crudele freddezza… questo incredibile cosmo è di colui per il quale i cavalieri dell’Oblio si sono sacrificati… Chtulhu è qui!"
Saga terminò questa frase vedendo dinnanzi a se materializzare una figura di inenarrabile potere, la sua armatura era simile alle altre, i suoi lunghi capelli verdi erano schiavi del vento che li spostava con freddezza, i suoi occhi, come tutti, erano completamente di brace… una voce profonda e terribile si levò dalla sua bocca…
"Voi siete coloro che hanno dissolto i miei custodi? Voi siete coloro che dovranno morire per primi… dopo di voi, l’universo collasserà su se stesso.. io sono Chtulhu, Grande Antico… e sono la vostra meta finale…"
La sua voce echeggiava nell’aria di Capo Sunion e nelle anime dei cavalieri di Platino… ora era il momento di sapere la verità, ora iniziava l’ultima battaglia per la giustizia e per l’universo intero.