LA SCONFITTA DI ASTAROTH

 

"Non so chi tu sia cavaliere, ma non potrai nulla contro un custode del Limbo Eterno, è vero, hai annientato il mio colpo, ma non era di certo portato al massimo della mia potenza… devi ancora conoscere il vero Astaroth!"

Così si rivolse a Mur il cavaliere della Paura, ignaro del suo destino ed inconsapevole delle nuove proprietà belliche del cavaliere che aveva di fronte.

"Io sono Mur dell’Ariete, custode della prima casa del Grande Tempio e cavaliere devoto ad Athena… ma ora sono un Semidio come te"

"Un Semidio? Tu? Simile a me?"

Astaroth scoppiò in una risata nervosa, non poteva un umano essere di sostanza divina come lui.

"Il mio maestro Shion mi ha svelato il segreto che gelosamente ha custodito fin’ora; quando Zeus gli donò il suo scettro e gli strumenti di Efesto per forgiare le nuove armature ci fu un patto tra loro. Il padre degli Dei avrebbe fatto in modo di farci diventare di sostanza divina come lui, indossando le nuove armature di Platino, ma a patto che una volta sconfitti voi cavalieri dell’Oblio tornassimo con le nostre vestigia a dimorare nei Campi Elisi… ed io ho accettato."

Anche i cavalieri che ascoltarono rimasero ammutoliti: la causa era giusta, il fine comunque di ritornare nell’aldilà non era da poco… intervenne allora Milo

"Fratelli, alla fine siamo risorti per questo no? Per combattere per Athena, anche se la madre ora non è qui con noi, sicuramente oltre le porte dell’Olimpo che danno nei Campi Elisi la potremo riabbracciare."

"Le tue parole sono giuste, cavaliere dello Scorpione, che il fato si compia… fino ad oggi non avevamo mai combattuto tutti insieme, non eravamo mai stati così uniti per un ideale mai tramontato; eravamo i migliori cavalieri di Athena, e non ci siamo mai sentiti così uniti da sembrare fratelli!"

Deathmask sorrise, e i volti degli altri cavalieri con lui

"Per Athena… fratelli!"

"Per Athena!"

Nel mentre Mur seguiva con orgoglio la scena, erano stati grandi, avevano scelto… da li a poco Shion li avrebbe investiti nuovamente a difensori ultimi della Dea.

"Cavaliere, non voglio sprecarmi in inutili discorsi o sermoni che non servirebbero a nulla, io conosco solo un modo per esprimermi… ed è questo… Terrore Sacro!"

Astaroth non perse tempo ed attaccò Mur, che sembrava distratto dalla commovente scena dei cavalieri d’oro, ma solo in apparenza.

Di nuovo il colpo del cavaliere dell’Oblio era potente, ma con sua enorme sorpresa, il cavaliere d’Ariete lo fermò solo con una mano aperta.

"Cosa? Come è possibile questo? Quale prodigio si è verificato per annullare il mio colpo una seconda volta?"

"Non hai ancora idea di chi hai di fronte cavaliere? Allora te lo dimostrerò!"

Il cosmo di Mur si espanse… tutti percepivano un suo nuovo cosmo

"Sta pulsando, il cosmo di Mur sta pulsando! Come quello di Astaroth!"

Lo stupore di Micene fu enorme, dato che in quel momento aveva capito che il cavaliere della prima casa aveva solo l’aspetto…di umano.

"Esecuzione delle Stelle!"

Dei fasci di luce partirono dal cavaliere d’Ariete ed Astaroth, inerme, venne colpito ripetutamente, venendo trascinato in aria prima, cadendo a terra pesantemente poi.

"Ma… come… come hai fatto cavaliere? Come hai fatto a colpirmi?"

"Te lo ripeto Astaroth, hai di fronte un tuo pari ora, non te la caverai facilmente"

Il cavaliere della Paura cambiò radicalmente aspetto, mostrando ora un volto impaurito ed irato, non poteva ammettere che ci fosse qualcuno in combattimento più forte di lui.

"Questo lo dici tu! Anche se sei come me ora, non puoi avere la mia millenaria esperienza, rimani sempre un mortale, rimani sempre come una goccia di pioggia in un oceano! Nessuno può essermi superiore, e tu non sarai di certo il primo!"

"Continui a non capire…"

"Basta! Ti dimostrerò il contrario cavaliere! Stai pronto a ricevere il mio colpo"

Detto questo, Astaroth corse incontro a Mur, si abbassò e gli mise la mano sull’armatura, come aveva fatto prima con Dauko della Bilancia.

"Incubo dell’Abisso!"

La mano del cavaliere della Paura s’illuminò, ma invece di gettare il suo avversario lontano, provocandogli delle allucinazioni, l’effetto fu che Astaroth venne catapultato indietro per tutta la stanza fino a distruggere con la schiena una colonna del Santuario.

"Non è possibile, non puoi essere immune ai miei attacchi…"

Ma invece, la triste verità per il cavaliere della Paura si delineava molto bene nella sua testa; Astaroth sapeva che non poteva affrontare il grande Mur, tuttavia non voleva perdere… non doveva.

"Ebbene cavaliere, riconosco la tua potenza, non mi lasci altra alternativa!"

Detto questo si staccò da terra e si mise in posizione di croce, come fece Shub’ Nigurath contro Athena e contro le vesti dorate.

"Zyweso, keoso..kaa Astaroth.."

"Attento Mur, è un’invocazione a Chtulhu, scappa finché sei in tempo!"

La preoccupazione di Dauko, curato da Ioria e ripresosi, era dettata da ciò che aveva visto nel giardino di Shaka.

"Non temere, cavaliere della bilancia, so quel che faccio"

"Kaa, na maa f’than Chtulhu!"

Un’ondata di luce si sprigiono dalla sua armatura ed investì il cavaliere d’Ariete. Quando la luce passò, del grande Mur non c’era più traccia.

"Mur…no!"

Il grido di Saga si sparse nei resti del Santuario, Astaroth ritoccò terra, lentamente, orgoglioso del suo operato.

Ma alle sue spalle apparve di nuovo il cavaliere d’Ariete.

"La tua invocazione non ti ha salvato da me! Estinzione delle Stelle!"

"No!"

Astaroth venne colpito in pieno torace e cadde a terra a molti metri di distanza… ma si rialzò stordito.

"Cavaliere, non è finita qui."

"Sbagli cavaliere della Paura, il nostro combattimento è chiuso e tu sei sconfitto"

"Sciocchezze, finché la mia armatura di stelle è con me, io sarò immortale per voi!"

Ed indicò il grande Mur, ma nel farlo notò delle crepe nella sua veste all’altezza dell’avambraccio destro.

"La mia armatura… non è vero"

E pronunciate queste parole, le vestigia di Astaroth si sgretolarono e si dissolsero al vento.

"Astaroth, con la nuova armatura mi è stato donato un nuovo colpo, che attinge la sua forza non dalle stelle della mia costellazione, ma dal potere divino degli Dei dell’Olimpo.. ora sei tu disarmato di fronte al tuo destino; affrontalo serenamente… e che gli Dei ti possano perdonare."

Mur espanse maggiormente il suo cosmo, finché il bagliore di questo non gli riempì anche gli occhi.

"Non accetterò mai la sconfitta cavaliere! Terrore Sacro, colpisci!"

Il colpo partito da Astaroth stava raggiungendo il cavaliere d’Ariete finché quest’ultimo non allungò le braccia verso il nemico e con un grido di battaglia urlò:

"Divina Onda Cosmica!"

Le braccia di Mur disegnarono di fronte ad esso un semicerchio di luce, e poi con una spinta delle braccia in avanti lo scagliò contro Astaroth ed il suo colpo, quest’ultimo venne completamente smaterializzato e quando colpì il cavaliere della Paura esso gridò

"Altri verranno cavaliere! La mia sconfitta non sarà dimenticata dai miei fratelli e dal mio signore!"

Pronunciate queste ultime parole, anch’esso scomparve nella luce del colpo di Mur.

L’aria soltanto ebbe il coraggio di farsi sentire. Mur era in piedi, i cavalieri entrarono tra le rovine del santuario, erano come intimoriti dal potere del cavaliere d’Ariete. Finché quest’ultimo non spezzò la tensione.

"Ce l’abbiamo fatta fratelli."

Tutti erano commossi, che grande impresa era stata finalmente compiuta. Un pensiero d’amore sincero venne silenziosamente espresso da tutti in riguardo alla loro amorevole madre, che giaceva in una stanza poco distante da loro.

"Bravo allievo, ti sei dimostrato meritevole di tale investitura!"

"Shion, maestro siete qui"

"Si Mur, sono qui ed ho portato le altre undici vesti di platino."

"Bene, che aspettiamo cavalieri!"

"Calmati Camus, dovete sapere che queste vesti divine donano il potere a chi le indossa, e lo avete visto nel precedente scontro, ma una volta divenuti Semidei, non potrete più tornare sulla terra se non in condizioni di assoluto pericolo per il pianeta, come sta succedendo ora. Potrebbero passare millenni prima che veniate invocati, o potrebbe passare l’eternità."

Lo sapevano ora, sarebbero divenuti degli angeli dell’Olimpo, dei nuovi protettori della giustizia, come la Athena prima di loro.

"Accettiamo con gioia Shion, essere portatori di giustizia come lo è stato la nostra Dea è soltanto un onore per noi."

Le parole di Micene esprimevano un profondo senso d’amore e di dovere.

"Se questa è la vostra scelta, a voi cavalieri affido il compito di far regnare la giustizia nel mondo per nome di Zeus e di Athena"

E mentre pronunciava queste parole le armature si componevano sui corpi dei cavalieri d’oro, portandoli a conoscenza di un cosmo profondo ed unico, alla scoperta di nuovi e divini poteri.

"Vi annuncio che le armature di cui ora siete i custodi hanno il potere di donarvi un loro colpo speciale Divino, sarà la coscienza delle armature stesse a svelarvelo, come ha fatto la sua con Mur."

Detto questo, Shion si voltò e cominciò a scendere le scalinate di rose di Aphrodite.

"Maestro dove andate?"

"Non hai più bisogno di me ora, mio allievo, hai brillantemente superato ogni sorta di difficoltà e sei giunto ad uno stadio dal quale non ti staccherai mai più… è tempo ora di tornare nei Campi Elisi, il mio compito qui è finito… abbi cura di te, Mur dell’Ariete, mai come ora sono fiero di te"

Si voltò e con la telecinesi scomparve per tornare da dove era venuto.

"Maestro…"

Tutti i cavalieri erano raccolti attorno al cavaliere della prima casa.

"Avanti fratelli, il cammino è ancora lungo e nuovi nemici giungeranno tra noi a breve… dobbiamo essere pronti."

"Lo saremo Mur"

E Dauko sorrise nello scoprire che quella domanda che si era posto mentre vedeva segnata la sua fine dal colpo di Astaroth, trovava ora risposta in un’alba meravigliosa, piena di sentimento e di amore… e con dodici nuovi eroi.