IL SIMPOSIO DEI CAVALIERI D’ORO
…passata la notte insonne, Saga decise che le sue vestigia sarebbero rimaste sull’uscio delle stanze private una volta sue, e di Shion prima di lui… lo confortava il pensiero che proprio la sua armatura d’oro, una volta complice di atti di immane malvagità, fosse ora il vuoto custode del riposo di Athena.
L’aria di quel mattino era sobria e fragrante, il sole timidamente chiedeva di uscire all’orizzonte, e questi sembrava volerglielo negare… creando un’atmosfera di pace ed infuocando il cielo di un colore simile al tramonto… tutto si poteva presagire, e Saga in cuor suo sapeva che presto quella calma sarebbe stata infranta da un nuovo nemico…
Spostatosi sull’uscio del santuario contemplò con animo aperto questa meraviglia… ed era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse dell’arrivo di Micene.
"Quali sono i tuoi pensieri, cavaliere dei Gemelli?"
"Lascia perdere il linguaggio formale Micene, la giornata è troppo bella per rovinarla con antiche tradizioni… chiamami Saga… e non Arles, o Grande Sacerdote o Gemini… te ne prego"
In quelle parole c’era tutta l’amarezza ed il rimpianto di non aver mai potuto scusarsi con l’uomo che aveva di fronte… quel Micene… quel cavaliere superiore… era lo stereotipo del cavaliere d’oro perfetto, aveva il carisma, la bontà, la comprensione, l’arte dell’oratoria…. Micene era più di un cavaliere d’oro… e Saga lo aveva sempre saputo.
"Forse hai ragione Saga…"
Si soffermò per un attimo, analizzando bene quel nome che non aveva mai pronunciato… ciò che usci dalla sua bocca fu troppo spontaneo…
"mi sembra più umano chiamarti così…"
C’era un sorriso d’ironia nel volto del cavaliere del Sagittario… Micene aveva già perdonato Saga… non era capace di azioni guidate dall’ira il custode della nona casa, non era capace di portare rancore, nemmeno al suo assassino…
Saga sorrise, era nato a nuova vita con tutti gli altri… fece un gran sospiro e si girò a guardare negli occhi Micene… che era già da un pezzo pronto ad accogliere quello sguardo con il suo…
"Micene, tanto tempo è passato… non voglio mettere in discussione la mia doppiezza o usarla come scusante… ma volevo che tu sapessi…che…."
Quelle parole… due semplici parole non riuscivano a materializzarsi nella gola del cavaliere dei Gemelli…, Saga si sforzò… ci teneva molto a scusarsi, avrebbe pagato qualsiasi prezzo per farlo… ed ora che poteva non ci riusciva.
"..cosa dovevo sapere Saga?"
Micene sentiva con il suo cosmo la situazione interiore che stava vivendo Saga… ma il cavaliere di Gemini doveva farcela da solo… se l’avesse detto, se avesse pronunciato quelle parole la sua parte malvagia sarebbe forse morta per sempre?…
"Micene…mi…m…."
Micene sorrise, era abbastanza per lui, era tanto vedere in Saga la sua tanta sete di bontà e di giustizia, non doveva dire altro… il cuore del Sagittario era colmo di gioia…
"… Micene, mi dispiace!"
Saga lo urlò come se fosse stato colpito da un nemico, e poi ansimò per qualche secondo, come se avesse lavato via la sua parte più oscura… e che da adesso esistesse solo la sua parte giusta. Micene rimase di stucco, sapeva che non avrebbe mai finito quella frase ed invece…
Il suo gesto fu spontaneo, lo invitò ad un abbraccio, Micene aveva le lacrime che rigavano le sue gote, Saga si girò, anch’esso trattenendo un pianto liberatorio che avrebbe espresso solo in battaglia… e mentre il sole trasformava in penombre sottili le maestose figure di loro due, accolse quell’abbraccio come se fosse stato quello di suo padre…
I santi d’oro si svegliarono uno ad uno, anch’essi fecero come Saga… e come aveva fatto anche Micene, si erano spogliati delle vestigia dorate… ed erano tutte li, una vicino all’altra. Nonostante la minaccia di battaglia, i dodici custodi si trovarono insieme nel centro della grande sala; Athena era troppo debole per raggiungerli, decisero di non disturbare il suo…finalmente… dolce riposo.
"che ne dite di fare un simposio?"
L’idea lanciata da Aldebaran spezzò il silenzio e le preoccupazione di tutti
"un simposio tra cavalieri d’oro… lo so che incombe una nuova ed enorme responsabilità su tutti noi… ma, per gli Dei, cerchiamo per un attimo di tornare docili ragazzini!"
Piacque quest’idea ai cavalieri… Aldebaran era sempre stato una persona di buon cuore e sorridente… era stimato da tutti, e poi, un pranzo tutti insieme non l’avevano mai fatto… il pensiero di un momento di ritrovo dopo tanto tempo fece scattare qualcosa in loro… qualcosa di magico… non erano cavalieri al momento… erano tutti fratelli.
Ioria disse:" Un simposio a noi?… ci sta bene, che ne dite cavalieri?"
Tutti annuirono, lo stesso pensiero li aveva sfiorati… sarebbe stato un momento indimenticabile, che avrebbe superato anche la morte… se questa fosse inaspettatamente sopraggiunta.
"Nella stanza vicina deve esserci ancora una dispensa con dell’ottimo vino"
Saga conosceva a menadito ogni più remoto angolo del suo ex palazzo… e si sentì fiero di essere utile.
"Ma sarebbe meglio se fosse freddo…" continuò il cavaliere dei Gemelli
"Ehi, a questo ci può pensare Camus!" disse Aldebaran e l’ironia cominciò a sfociare dentro quel tempio… erano tutti uniti… avevano paura forse… ma chi se ne importava? Per una volta ci si sarebbe divertiti insieme!
"Già…" rispose il cavaliere dell’Acquario…"lasciate che me ne occupi io"
Le risate erano come dei motori che spingevano gli animi dei gold.
"poi se c’è da tagliare il pane, lo faccio volentieri!"
Shura debuttò con queste parole, la sua arroganza aveva lasciato il posto ad un sano pentimento interiore… ricordava spesso le parole dette al Dragone in punto di morte… ed era veramente cambiato!
Ovviamente lo disse apposta. Ed ottenne quello che voleva… una risata fragorosa.
Shaka si alzò… " vado a controllare il riposo di Isabel, sarò con voi tra poco"
Era sempre il cavaliere più vicino a Dio, Shaka della Vergine… colui che aveva il dono dell’ottavo senso… un potere magnifico. Anche se non era stato di compagnia più volte, ora era uguale agli altri… era un uomo… come tutti.
Aphrodite abbellì con stile la stanza
"Le rose sono il fiore preferito di Athena, lo sapevate?"
In fondo, una volta, il cavaliere dei Pesci eseguiva solo gli ordini del Grande Sacerdote… a modo suo era fedele ad Athena… ed ora ne era più che mai suo devoto cavaliere.
"Ottimo lavoro Aphrodite, un tocco di bellezza vero?"
Non si erano mai conosciuti Mur e Aphrodite, non si erano mai visti… eppure erano così vicini ora… il cavaliere della prima e dell’ultima casa…
"Ne dubitavi, cavaliere dell’Ariete?"
Aphrodite disse queste parole con ironia, non più con noia o con senso di sbeffeggiamento come era solito fare… Mur aveva centrato l’obbiettivo, si era proposto in amicizia con colui che non aveva mai visto prima… e per tutta risposta Aphrodite gli fece l’occhiolino, allargando ancora un po’ quelle stupende labbra che sembrava avesse rubato ad una dea.
Mur era ora felice… interiormente si sentiva in pace, realizzò che tutti non avevano più voglia di tenere conto delle loro posizioni… avevano solo voglia di divertirsi, di parlare, di sfogarsi… con degli amici…che fossero legati dallo stesso destino.
Il simposio poté finalmente avere inizio.
"Brindo a noi cavalieri, a noi e ad Athena nostra Dea, alle tante avventure vissute insieme ed al dolce ricordo nei nostri cuori dei fratelli scomparsi nella battaglia degli Inferi"
Milo teneva alto il calice, verso il cielo, verso l’Olimpo… forse voleva indicare il luogo del riposo degli amici caduti nella guerra contro Ades…
"Ed io aggiungerei di brindare anche per ciò che sarà, qualunque strada dovremmo percorrere, la faremo insieme, qualunque sorpresa ci riservi il destino… la supereremo…insieme!"
Era strano vedere Deathmask in piedi con il calice colmo fino all’orlo di buon vino, con gli occhi che brillavano… il cavaliere del Cancro aveva compreso nel passato ciò che successe… ricordava suo fratello adesso, suo fratello che lui stesso aveva ucciso per possedere l’armatura d’oro… e dopo il perdono di Athena e la comprensione delle forze oscure con la sua resurrezione, Deathmask capì cos’era la bontà, il sacrificio… il valore della vita che così avidamente una volta toglieva alle proprie vittime.
"Nobili parole le tue, cavaliere del Cancro!"
Era Shaka, tornato dalle stanze di Athena
Continuò: "volevate forse che io non ci fossi? Che simposio sarebbe stato?"
I cavalieri d’oro sorrisero vedendo il cavaliere della Vergine con gli occhi aperti e felice
"Ehi Shaka, non mi guardare però… potrei anche avere timore di te!"
Dauko conosceva molto bene il potere di Shaka… ma lui disse…
"Non temere cavaliere della Bilancia, non ci sono nemici qui… solo fratelli!"
Dopo il brindisi il simposio continuò, si brindò molto ed il vino scorreva a fiumi, sembrava che fossero una schiera di ragazzi come tanti… pronti a ridere alle battute, a scambiarsi opinioni a sostenersi vicendevolmente.
Ioria e Micene si raccontarono del loro passato con frasi piene di…"e ti ricordi quando…", Mur ed Aphrodite teoreggiavano sulla bellezza… Mur sapeva bene di non poter competere contro di lui, ma erano entrati in perfetta sintonia.. i due cavalieri d’oro.
Sui toni del finir di bere, una frase detta proprio da Aphrodite riportò alla mente vecchi ricordi ed una sorpresa… anche gradita.
"Fratelli, alzo l’ultimo calice agli allievi che abbiamo addestrato tempo fa…"
il brindisi era giusto, c’era chi aveva segretamente addestrato allievi, ed Aphrodite era uno di questi… ma lui conosceva tutte le storie degli altri undici custodi… e continuò…
"Brindo a Kiki, allievo e fratello di Mur… a Geki, allievo di Aldebaran… a Kratis, fedele discepolo di Saga… a Demetrios, allievo diletto di Deathmask… a Brithos, figlio di Marin e Ioria che indosserà le prossime vestigia del Leone, all’allievo che ancora Shaka non ha, al Dragone… discepolo di Dauko… che possa vivere in eterno nel paradiso dei cavalieri, al figlio di Albione che Milo ha preso sotto la sua guida spirituale… a Seiya che non sapeva che Micene lo seguiva passo dopo passo dai Campi Elisi, ad Asher che in segreto, dopo la battaglia del Grande Tempio, s’addestrava al cospetto del suo adorato Shura, come dimenticare poi Hyoga… colui che avrebbe preso il posto di Camus all’undicesimo tempio ed infine… a mio fratello e mio allievo… che gli Dei ti perdonino come hanno fatto con me… mio adorato Eris… brindo a te ed a loro, a tutti loro!"
Il discorso breve ma chiaro del cavaliere dei Pesci aveva messo in risalto l’animo di padre di tutti i cavalieri presenti; che alzarono i loro calici e bevvero… forse qualcuno assieme al vino deglutì un’amarezza per un destino troppo crudele con qualcuno dei suoi allievi.
Il giorno ormai stava per trasformarsi nelle tenebre… e sarebbe divenuto proprio così… un lampo di breve durata cadde dal cielo e distrusse la casa di Aphrodite… un cosmo potentissimo si elevava ora in quel tempio diroccato da immane potenza…
I cavalieri si alzarono
Shaka disse:" Ci siamo fratelli… almeno ora sappiamo chi abbiamo di fronte… onore a noi custodi dorati… seguiamo il destino che gli Dei ci pongono innanzi!"
"SI" venne fuori naturale da tutti i presenti… le dodici armature furono nuovamente indossate dai loro degni custodi… erano davvero pronti?
La figura di un essere umano nell’ombra si stagliava sulla scalinata di rose che conduceva al santuario… il passo deciso… ma era troppo nell’ombra per distinguere chi fosse
" Riconosco un cosmo ostile che pulsa… come un cuore… ma una cosa è certa… chiunque sia dovrà vedersela con noi, con i cavalieri d’oro di Athena!"
Le parole di Micene si stagliarono per il santuario come per avvertire che chiunque sarebbe giunto fino a loro con intenzioni ostili, non sarebbe mai uscito vivo dalle stanze del Grande Sacerdote.