Capitolo 19: I due giudici

"E’ incredibile che questi guerrieri dalle bianche vestigia siano riusciti ad eliminare tutti gli skulls al mio servizio tranne i quattro più abili", pensò fra se il guerriero coperto da una nera surplice, "Cosmic marionette", tuonò poi Minosse di Griffon, stritolando un guerriero titano con i suoi fili energetici.

"Fire wip", urlò poi Lune di Barlog, il più fedele dei seguaci del gigante di Grifon, uccidendo un altro guerriero di infimo livello.

"Bene, sembrerebbe che abbiamo vinto questi undici sprovveduti rimasti qui fra noi", sentenziò Minosse, divertito.

"Voraci insetti volanti", tuonò allora una voce femminile. Il silenzio calò nella zona, mentre un forte e fastidioso ronzio d’insetti si scatenò.

"No, pietà", supplicò nel medesimo momento uno spectre.

Lune, Minosse, e gli altri due spectres guardarono Giant di Cyclops investito in pieno da uno sciame di mosche, che lo sollevarono in piedi. Pochi secondi, un forte rumore, poi la surplice del Ciclope cadde a terra, per poi ricomporsi, mentre il suo padrone era ormai diventato il pasto degli insetti scatenatigli contro.

"Chi ha osato?", tuonò Caronte dell’Acheronte, uno dei quattro spectres ancora vivi nel palazzo della Giustizia dinanzi al primo cerchio dell’Ade.

"Io, Portia, l’ammaestratrice d’insetti", affermò divertita l’unica titana ancora in piedi. Costei aveva un’armatura bianca di titanio, che appariva stranamente composta da particolari occhi bianchi simili a quelle delle mosche. L’elmo era persino simile al volto di una mosca, così da coprire la faccia di Portia.

"Lune, Caronte, Niobe, preparatevi, questa è la nostra ultima avversaria", sentenziò il gigante del Grifone.

I quattro spectres osservavano la titana. Il palazzo del Giudizio alla prima prigione era ormai un campo di guerra, moltissimi skulls e dieci guerrieri titano erano a terra, senza vita, solo questi cinque combattenti erano ancora in piedi.

"Chi vuole essere il prossimo a morire?", chiese Portia, "Tu, ad esempio, barcaiolo?", domandò rivolgendosi a Caronte.

"Non ho molto da guadagnare in questo scontro", balbettò lo spectre del fiume Acheronte, "ma non posso permettere che il mio comandante, Minosse, cada per mano tua", minacciò alla titana.

"Deep fragrance", tuonò una voce alle spalle di Portia.

Il colpo di Niobe di Deep prese in pieno l’avversaria, stordendola e paralizzandola.

"Ci siamo riusciti", esordì Caronte, rivolgendosi allo spectre di Deep. "Ben fatto, miei soldati", si complimentò il judge di Grifon.

"Ben fatto?", domandò divertita Portia, sollevando le braccia, "Cosa vorreste aver fatto bene gettandomi un po’ di questo fetido odore addosso?", chiese con tono sempre più nervoso.

"Questo soave profumo", tuonò in risposta lo spectre già ucciso una volta da Aldebaran, "ti paralizzerà per poi ucciderti", spiegò soddisfatto.

"Davvero, questa specie di pizzetta dovrebbe paralizzarmi? E dopo quanto fa effetto?", chiese innervosita la titana, "Ormai ti restano appena tre secondi di mobilità", tagliò corto lo spectre di Deep.

"3, 2, 1", contò Portia. La titana sollevò il braccio sinistro verso Caronte, "Sembrerebbe non funzionare", affermò ormai furiosa, "Voraci insetti volanti", aggiunse infine, scagliando lo sciame letale contro lo spectre dell’Acheronte.

"Che cosa?", urlò spaventato lo spectre sconfitto da Seiya, "Rolling Oar", aggiunse infine, deviando gli insetti con il suo remo, che però fu da loro divorato, lasciando il barcaiolo dell’Acheronte disarmato.

Portia si voltò quindi verso Niobe, "Tu non sarai altrettanto fortunato", affermò la titana, indicando con l’indice destro lo spectre di Deep, "Fly sting", tuonò poi.

Il dito della guerriera dalle bianche vestigia brillò di una luce sinistra, poi una sottile linea di energia perforò il pettorale della nera surplice di Deep.

Niobe barcollò indietro, "Cosa mi hai fatto?", si domandò spaventato lo spectre. All’improvviso i bracciali ed i gambali dell’armatura nera si frantumarono, il corpo di Niobe iniziò a gonfiarsi sempre più, diventato orribilmente rosso di colore, finché non esplose, spargendo pezzi della nera surplice in tutta l’area a lui circostante.

"Caronte, Lune, avvicinatevi", ordinò allora Minosse, disgustato dalla morte di Niobe.

I due spectres corse dal gigante che li comandava, "Siete così codardi da dovervi coalizzare contro di me", affermò disgustata Portia.

"Dobbiamo riuscire a distrarla e poi colpirla con le nostre tre tecniche più potenti", sibilò Minosse ai suoi due subalterni, "Mio signore", esordì lo spectre di Barlog, "lasci che la distragga io, poi voi due la colpirete mortalmente, senza il mio aiuto, probabilmente", propose il fedele giudice dell’Ade.

Lo spectre di Barlog buttò a terra il suo elmo, quindi sollevò la mano destra verso la titana, "Reincarnation", tuonò infine, mentre un fascio di energia colpiva in pieno petto l’avversaria.

Caronte e Minosse scattarono ai lati della titana, mentre questa sembrava immobile, "Non ci posso credere", balbettò allora Lune, stupefatto.

I due spectres si fermarono per le parole del terzo guerriero vestito con una surplice, "A cosa non credi, Lune?", tuonò il judge di Grifon, "Che non riesce a leggere i miei atti", affermò divertita Portia.

"Voi uomini, miseri esseri inferiori, convinti di dominare sulla terra spensieratamente, senza dovere niente a nessuno, né alle divinità, né ad altri uomini, né ad altri esseri viventi", affermò infuriata la titana, "come sperate di battermi?", urlò alla fine.

"Così", tuonò all’improvviso Minosse, aprendo le mani dinanzi alla titana, "Cosmic Marionette", invocò infine, bloccando con i suoi fili energetici la nemica, "Forza, Lune!", ordinò inseguito.

"Fire wip", aggiunse lo spectre di Barlog, ripresosi dallo stupore. La frusta di fuoco bloccò alla cinta la nemica.

"Ora!", tuonò Minosse, "Noi dilanieremo il suo corpo e tu, Caronte, lo disperderai nell’ambiente", concluse il gigante del Grifone.

Il judge delle prigioni maggiori tirò a se i fili d’energia, decapitando ed asportando gli arti alla sua avversaria, nello stesso tempo, il fedele giudice dell’Ade, strinse le spire della frusta, dividendo a metà il corpo della titana.

"Edging current crash", tuonò in seguito il nocchiero dell’Acheronte, scagliando una fortissima corrente contro il corpo dilaniato dell’avversaria.

"Stupidi esseri inferiori", tuonò la voce di Portia, mentre le diverse parti del suo corpo volavano verso la stessa direzione, "pensavate sul serio di poter distruggere delle vestigia di titanio?", domandò disgustata, "ora proverete la vera ira di un essere a voi superiore", tuonò infine.

Le braccia di Minosse caddero lungo il corpo, la frusta di Lune scivolò dalle sue mani, mentre Caronte indicò balbettando la scena dinanzi a se.

Il corpo di Portia si stava componendo nuovamente, ma non aveva più la consistenza di prima, anzi i diversi occhi adesso sembravano avere vita propria, diventando uno sciame di gigantesche mosche bianche, sormontate da un insetto più grande e mostruoso.

"Fly army", urlò l’insetto più grosso con la voce di Portia.

Lo sciame di mosche bianche si gettò contro Caronte, frantumandogli l’elmo ed entrando nel suo corpo.

Lo spectre dell’Acheronte rimase qualche secondo immobile con il capo verso il cielo, quindi l’armatura si sganciò, i vari pezzi furono sollevati in cielo, un fortissimo ronzio si espandeva in tutto il palazzo. La surplice dell’Acheronte ricadde a terra, del corpo del suo proprietario non era rimasto niente, divorato dall’interno dalle mosche.

Lo sciame si gettò quindi contro Minosse e Lune, "State indietro", tuonò quest’ultimo, allontanandole con i veloci movimenti della sua frusta, che le mosche bianche evitavano.

"Lune, non potrai difenderci per sempre", suggerì il judge di Grifon, mentre lo sciame si poneva dinanzi ai due, riprendendo la forma di Portia, che gli fu di nuovo dinanzi.

"Che cosa sei?", domandò perplesso lo spectre di Barlog, "Ti ho già detto che sono Portia, comandante titano di 3° Grado. Ho il potere di trasformare il mio corpo in uno sciame di bianche mosche carnivore", rispose la titana, senza indietreggiare dinanzi alla frusta.

"Lune", affermò allora Minosse, alle spalle del suo seguace, "utilizza nuovamente la <Reincarnation>", ordinò il gigante, "Ma, mio signore, non è efficace con lei", obbiettò il giudice dell’Ade, "No, mio fedele guerriero, non le è mortale, ma può rallentarla", ribatté colui che comandava l’ormai distrutta armata delle prigioni superiori.

"Reincarnation", tuonò allora il seguace di Hades.

"Bene", esordì Minosse, "adesso segui me, su per queste scale, senza lasciare il bersaglio", ordinò il judge.

I due spectres corsero lungo le scale del Palazzo, quindi uscirono fuori. Lune osservò il ponte in lontananza e più lontano ancora, la seconda prigione, custodita da Faraone, dove probabilmente altri spectres combattevano con altri titani.

"Forza, mio fedele amico e seguace, distruggiamo questo tempio", ordinò Minosse, "Mio signore?", balbettò in risposta Lune, "Dobbiamo rallentarla", tuonò il gigante del Grifone.

"Fire wip", "Cosmic Marionette", tuonarono i due spectres, lanciando i loro colpi migliori.

I fili di energia e la frusta colpirono il muro portante, facendo crollare su se stesso l’intero palazzo.

"Ora corri, dobbiamo portarla nell’unico posto in cui potremo batterla", ordinò in seguito Minosse.

"In quale luogo, mio comandante?", chiese Lune, correndo dietro al suo superiore.

"Non te ne sei accorto?", ribatté Minosse, senza fermarsi, "mentre aveva forma umana non ha evitato alcun attacco, né quello di Niobe, né quelli di Caronte né i nostri, ma lo sciame di mosche bianche temeva la tua frusta. Suppongo che il suo colpo migliore sia anche il suo punto debole, perciò dobbiamo portarla nel luogo in cui le mosche bianche potranno essere facilmente divise e sconfitte", spiegò, indicando la Valle del Vento Nero ed il ponte che la sovrasta.

I due spectres si fermarono proprio sul bianco valico tra il primo ed il secondo cerchio.

Portia non si fece attendere molto, arrivò subito davanti ai suoi due nemici sopravvissuti.

"Ho sempre disprezzato gli uomini, non capisco perché qualche dio li ha creati", affermò disgustata la titana, sollevando il dito indice della mano destra, "Fly sting", tuonò poi, colpendo al braccio sinistro Minosse.

"Mio comandante", urlò disperato Lune, correndo dal judge di Grifon, "Sconfiggi questo mostro, per il nostro sire Hades", esordì Minosse, "io riuscirò a sopravvivere", affermò infine, mentre con i suoi stessi fili energetici si bloccava il braccio sinistro, stringendo con una tale potenza da farlo sanguinare.

Lune sollevò la sua frusta, "Forza attacchi con il tuo colpo più potente", esordì, sfidando la titana, "Fire wip", urlò poi, cercando di colpirla.

Portia fu più veloce e bloccò l’arma dello spectre di Barlog con la mano destra, "Pensi davvero che non abbia percepito quella forte corrente?", tuonò innervosita, "Non sono stupida come voi umani", aggiunse, sollevando il braccio sinistro.

Lune riconobbe la posizione con cui aveva lanciato il colpo fatale a Niobe, quindi agì di conseguenza, "Reincarnation", tuonò, bloccando nuovamente la sua avversaria.

Lo spectre di Barlog ritrasse a se la frusta, quindi prese il corpo svenuto del suo comandante e corse al centro del ponte, "Mio maestro e signore, forse non potremo aiutare il sire Hades, ma almeno impediremo a costei di oltrepassare la Valle del Vento Nero", bisbigliò a Minosse, ormai svenuto.

La frusta di Lune si scagliò più volte contro ponte, distruggendo il punto di contatto fra il primo ed il secondo girone, "Pazzo!", tuonò la voce di Portia alle spalle della titana, "Non puoi punirmi secondo i miseri parametri umani per le mie azioni, io non sono una semplice donna umana", urlò la titana ormai pazza di rabbia.

Lo spectre di Barlog sorrise alla sua nemica, "Potrai anche uccidermi, ma non potrai passare da questo ponte", affermò soddisfatto Lune.

Portia sollevò il braccio sinistro.

Una potentissima luce dorata riempì la zona.

"Minosse", urlarono contemporaneamente Aiace e Rhadamantis, rispettivamente al Cerchio degli Eretici ed alla Giudecca, sentendo il cosmo del loro parigrado scomparire nel nulla.