Capitolo 4: Scontro dinanzi alla settima colonna
L’esplosione distrusse la colonna del Nord Atlantico.
"Padre, perdonami, ma credo che morirò in questa battaglia", pensò Kain di Shark, mentre l’ondata e le macerie correvano verso di lui, ferito alle gambe ed alle braccia.
"È presto per morire, generale di Nettuno", esordì una voce, mentre un’immane figura si poneva fra il mariner e l’ondata di energia, salvando la vita del custode della colonna del Nord Atlantico.
Quando Kain riaprì gli occhi vide un cavaliere dalle vestigia dorate dinanzi a se, "Salve, generale", gli disse il gigantesco salvatore, sorridendo.
Aveva capelli legati a coda, una benda gli copriva il collo e le sue vestigia, dotate di ali, avevano due sottili graffi all’altezza del petto.
"Sono Myokas di Sagitter, allievo dell’oracolo di Atena e santo d’oro in nome della Dea", si presentò il custode della Nona Casa, "Tutto bene, cavaliere?", chiese stupito il generale, mentre il cielo marino produceva della pioggia su di loro, "Si, grazie generale, tu sei?", ribatté l’allievo di Seiya.
Lo Squalo d’oro si tolse l’elmo, che ancora copriva il suo volto, "Abel?", balbettò il santo d’oro, "No, cavaliere, sono Kain di Shark, fratello gemello di Abel dei Gemelli e figlio primogenito di Ikki della Divina Fenice", rispose il generale.
Il sorriso scomparve dal volto di Myokas, "Ti consiglio di sederti, amico mio", suggerì al generale ferito, "perché ora ti dovrò raccontare come si è svolto lo scontro al nostro Santuario, concluso da pochi minuti", affermò il santo d’oro.
I due parlarono per alcuni minuti, finché l’allievo di Seiya non giunse al racconto della morte della Fenice, allora, Kain cadde in ginocchio, singhiozzante.
Il pianto di Kain fu interrotto da un terremoto, "Che succede?", chiese il santo d’oro, ma il mariner non rispose, si alzò in piedi, "La colonna del Nord Pacifico", disse, "Neleo", urlò poi, correndo verso il luogo del terremoto.
"Non ti preoccupare per il nostro comandante, generale di Shark", esordì una voce, parlando direttamente alle menti dei due guerrieri, "Chi è costui?", chiese Myokas, percependo la forte voce, ma non il cosmo, "Sono Reptile dell’Anaconda e mi rivolgo a te, prode cavaliere di Atena, con i miei poteri psichici", si presentò il custode della colonna Antartica, "Che è accaduto a Neleo, generale?", urlò il fratello del santo di Gemini.
"Il nostro comandante Neleo è vivo. L’assassino di Zero, che ha abbattuto la sua colonna, lo ha trovato svenuto e fortunatamente lo ha risparmiato, ora però, quel medesimo nemico si dirige da Argo alla colonna del Sud Pacifico. Io e Yakros stiamo andando a supportare il generale di Calamary", spiegò la voce psichica, "Tu, Kain, vai a soccorrere Neleo, che ancora non si è ripreso", suggerì il generale, "mentre, tu, cavaliere d’oro, ti prego, vai ad aiutare il nostro oracolo e la sua allieva alla colonna del Sud Atlantico, percepisco un cosmo temibile in quel luogo", concluse Reptile.
Ambedue i nobili cavalieri accettarono i consigli del custode della colonna Antartica, quindi si divisero.
Nel medesimo momento in cui la colonna del Nord Atlantico crollava, una figura arrivò dinanzi alla colonna del Sud Pacifico.
Una musica accolse nuovo arrivato dalle vestigia bianche. Il guerriero vide subito due figure dinanzi a se: un uomo dai corti capelli chiari con lunghe vesti dall’aureo colore, che lo coprivano completamente, insieme a lui, una fanciulla, dall’armatura a scaglie, i capelli del medesimo colore dell’uomo e gli occhi verdi come smeraldi, ambedue suonavano dei flauti dorati.
"Benvenuto, invasore", lo salutò l’uomo, fermando la sua musica, "Io sono Sorrento, l’oracolo di Nettuno nel suo regno", si presentò l’unico generale sopravvissuto alla passata guerra con Atena, "mentre lei è la mia allieva e colei che mi è succeduto alla difesa di questa colonna, Anfitride di Syren", concluse l’oracolo, indicando la fanciulla, la quale indossava le sue vecchie vestigia, perfettamente conservate.
"Tu sei l’oracolo di Nettuno?", ripeté la voce maschile del titano, ancora nascosto nell’ombra, "Si, guerriero invasore, mentre tu chi sei?", incalzò il generale.
Il guerriero dalle bianche vestigia si fece avanti, le sue vestigia erano bianche ed integrali, diverse immagini di bellissimi donne alate adornavano i gambali, i bracciali ed il pettorale dell’invasore. Sulle ginocchia e sui gomiti vi erano rappresentate delle note musicali; il suo elmo, invece, era adornato da un sottile corpo di donna, piccolo, ma ben lavorato, che ne adornava il capo, partendo dallo spazio fra i due occhi e giungendo bellissimo fino alla nuca del guerriero.
La prima cosa che però i due custodi della colonna del Sud Atlantico notarono furono gli oggetti collegati all’armatura: un’arpa bianca di magnifica fattura spuntava dalla schiena del guerriero, proprio come delle ali, un flauto era agganciato al centro del pettorale, sembrava quasi impugnato dalla donna rappresentata sulle vestigia; infine due strani oggetti erano agganciati alla cinta del guerriero.
"Sono Mimas, il musico, comandante di secondo grado dell’armata di titani", si presentò il guerriero dalle bianche vestigia.
"Sei anche tu un guerriero che usufruisce del magnifico potere della musica?", chiese Sorrento, "Si, generale. Per ringraziarti, ti concederò di scegliere quale morte preferire, se distruttiva, impetuosa o dolorosa", ribatté il titano con un lieve inchino.
"Ringraziarmi? Di cosa?", incalzò stupito l’oracolo di Nettuno, "Di averci evitato di continuare nell’inutile distruzione di queste colonne, noi siamo scesi qui solo per te e temevamo di dover sprecare molto tempo a distruggere tutte le colonne, di cui finora ne sono cadute solo due", spiegò Mimas, con voce soddisfatta, "quindi ti concedo di scegliere lo strumento che ti ucciderà, mentre l’unico mio subalterno si dirige qui, lasciando vivi gli altri tuoi generali, compresa questa misera fanciulla, se si toglie di torno", concluse il titano.
"Non dire stupidaggini, invasore", urlò Anfitride, intromettendosi fra i due, "non puoi osare tanto dinanzi al mio maestro. Inoltre il suono del mio flauto, che finora hai ascoltato tanto piacevolmente, ti ha tolto gran parte del tuo potere", lo avvisò la mariner, aumentando il suo cosmo, "maestro lo lasci a me", pregò poi la fanciulla, prima di scagliare il suo colpo, "Dead end simphony".
Mimas non si mosse, "Sorrento, se la tua allieva mi minaccerà ancora, sarò costretto ad eliminarla, proprio come un fastidioso insetto", avvisò il titano, avanzando lungo la scalinata.
Una paura terribile invase l’oracolo di Nettuno, "Anfitride, lascialo a me", ordinò Sorrento, iniziando a suonare la sua fatale melodia.
"Oracolo, mi deludi, se speri di eliminarmi con questa tecnica, invece, se questo è il requiem che dedichi alla tua dipartita, mi devo congratulare, è bellissimo", affermò inesorabile il titano.
"Ti concederò la morte impetuosa, che non ti produrrà troppo dolore, ma ti renderà nota la situazione della guerra sull’Olimpo", spiegò Mimas, impugnando il suo flauto, "Guerra sull’Olimpo?", ripeté stupita Anfitride, a cui nessuno dava conto in quel momento.
"Heaven simphony", sembrò sussurrare il titano, prima di innalzare il suo dolce canto.
Sorrento vide una luce intensissima circondare il suo avversario per poi dirigersi verso di lui sotto forma di fanciulle alate, le stesse ritratte sulle vestigia.
Passarono alcuni attimi di luce intensa, poi l’oracolo ricominciò a vedere chiaramente dinanzi a se.
Il generale vide un gigantesco esercito di guerrieri dalle bianche vestigia, fra di loro, due posti in atteggiamento da battaglia, ambedue con armature integrali, dinanzi a loro due giovani gemelli, un fanciullo ed una fanciulla, ambedue dai capelli color del cielo sereno e dagli occhi simili a stelle. Il ragazzo indossava un’armatura rossa come il fuoco, dotata di un arco, mentre la fanciulla un’armatura color dell’argento, anch’essa dotata di arco e frecce. Sorrento riconobbe in loro Apollo, dio del Sole, ed Artemide, dea della Luna e della Caccia, entrambi erano feriti e stanchi.
"Ora sorella, scagliamo i nostri colpi", esordì il dio del Sole, "Si, fratello mio", rispose la sua gemella e dea della Luna.
"Sagitta solare", urlò il primo, "Sagitta cinerea", aggiunse la seconda, scagliando contemporaneamente le loro fatali frecce.
Passarono alcuni secondi, poi i due dei gemelli si ritrovarono in un lago di sangue, il loro. Una risata femminile e maligna riempì la sala, "Mi dispiace, patetici dei olimpici, ma la <Magica illusione del cielo>, che ho usato su di voi è riuscita a farvi colpire vicendevolmente", spiegò una titana, che apparve dal nulla fra i due fratelli.
Aveva vestigia integrali, adornate da stelle e fiamme, sull’elmo sembrava esserci un fazzoletto a coprirle il volto, non una maschera.
"Brava, Adraesta, si vede che sei l’Illusionista", si congratulò un secondo titano, apparso accanto alla guerriera.
Questo secondo guerriero aveva anch’egli delle vestigia integrali, caratterizzati da un serpente di denti, che gli circondava la cinta ed i pettorali e dei serpenti minori sui gambali ed i bracciali.
"Ora che tu hai fatto in modo che si ferissero fra loro, me ne occuperò io, Metis, padrone della frusta Yajan, di finirli", affermò il titano, avvicinando la mano destra alla cinta.
"Spire della sacra frusta", urlò il guerriero dalle bianche vestigia, afferrando una frusta di denti, che colpì contemporaneamente i due dei, decapitandoli.
Sorrento fu sconcertato dal colpo, che riuscì ad eliminare ben due dei in pochi secondi.
"Visto di cosa siamo capaci noi titani?", chiese Mimas, interrompendo la sua musica e riportando l’oracolo di Nettuno dinanzi alla colonna del Sud Atlantico.
"Maestro", urlò Anfitride, all’oracolo sconcertato, "cosa vi ha fatto? Ho cercato per molti minuti di chiamarvi, la colonna del Nord Pacifico è caduta", affermò preoccupata la guerriera di Syren.
Mimas non si curò minimamente della fanciulla, "Ora, oracolo, è giunto il momento di morire", avvisò il titano, prima di iniziare nuovamente la sua potente melodia, che bloccò tutti i muscoli del sopravvissuto di Syren.
"Atomizer thunder volt", urlò una voce,interrompendo la musica e colpendo alla spalla destra il titano.
Tutti si voltarono a vedere il nuovo arrivato, "Chiedo scusa per l’attacco poco cavalleresco, ma voi titani mi avete stancato", spiegò Myokas di Sagitter, mostrando ai tre.
"Un cavaliere d’oro? Ma ciò vuol dire che Belinda ha fallito", affermò stupito Mimas, "No, purtroppo, quella maligna spadaccina ha ucciso il mio maestro, l’oracolo di Atena, ma dinanzi ai dieci cavalieri d’oro congiunti in un attacco ha preferito la fuga", spiegò il santo d’oro.
"Grazie, cavaliere d’oro, ora posso muovermi", affermò Sorrento, congratulandosi con il nuovo arrivato.
L’oracolo di Nettuno e la sua allieva iniziarono a suonare contemporaneamente, "Anfitride, utilizza la tecnica massima", ordinò Sorrento, "Si, maestro", rispose la fanciulla.
"Glorysong", cantarono i due maestri del suono del flauto.
Mimas cadde in ginocchio, "Un doppio attacco", rifletté il titano, "sono abili questi due, dovrò mostrare la massima potenza del mio flauto", pensò il guerriero dalle bianche vestigia, impugnando il suo bianco flauto e ricominciando a suonare la "Heaven simphony".
Myokas del Sagittario osservava stupito lo scontro, finché non notò che i due custodi della colonna del Sud Atlantico avevano smesso di suonare, solo il loro respiro usciva dai flauti, allora si preparò ad intervenire, quando capì che anche i suoi muscoli erano paralizzati.
"Oracolo, mi sembri stupito? Sarà perché i tuoi muscoli non ti rispondo più?", chiese divertito il titano, in una piccola pausa della sua sinfonia, "questa mia tecnica paralizza i muscoli ed impetuosa arriva fino al cuore, uccidendoti con un infarto", spiegò Mimas, ponendosi dinanzi ad Anfitride, "ma questa non sarà la fine della tua allieva", concluse il titano, posando il suo flauto.
"Ti avevo avvisato che sarei stato costretto a trattarti come un insetto fastidio", la minacciò l’invasore, impugnando gli strumenti musicali che teneva alla cinta, "ora subirai l’attacco distruttivo dei miei piatti", affermò Mimas, mentre due giganteschi piatti si modellavano sulle sue mani.
"Percussione finale", urlò il titano, producendo un suono incredibilmente fastidioso dall’incontro dei due piatti.
L’onda d’urto prodotta investì in pieno Anfitride, frantumando le sue vestigia di scaglie e gettandola contro la colonna del Sud Pacifico, ferita.
"Mimas, comandante", urlò una voce alle spalle del titano.
"Umbriel, ben arrivato", lo salutò il musico, posando i piatti, mentre voltava le spalle alla mariner ferita.
Mimas vide il suo compagno, senza l’elmo, con i corti capelli neri spettinati ed uno dei suoi due occhi blu, sanguinante, "Non preoccuparti per questo, posso facilmente eliminare tutte le colonne con un occhio solo", spiegò Umbriel.
"Intanto elimina quel santo d’oro, così potrò deridere Belinda", ordinò il musico. "Subito", acconsentì il titano appena arrivato, alzando la falce contro l’allievo di Seiya.
"Non così in fretta", disse una voce, mentre dieci fruste si legavano al braccio del titano, bloccandolo.
"Chi osa fermarmi?", chiese il titano dalla grande Falce, "Io, Argo di Calamary, allievo del defunto Shun di Andromeda", disse il custode della colonna del Sud Pacifico, ritirando le sue fruste.
Umbriel fu gettato indietro, mentre due guerrieri apparivano vicino a Myokas, ancora paralizzato, "Non osare toccare un nostro alleato, assassino", avvisò un guerriero dall’aspetto scheletro, "Poiché io, Reptile dell’Anaconda, potrei stritolarti", concluse il generale della colonna antartica, "Hai distrutto due colonne dei mari, devi essere punito", aggiunse un generale armato di una lancia dorata, "Yakros di Tritone è qui per questo", si presentò il generale della colonna indiana.
"Ci siamo anche noi", disse un generale dai lunghi capelli azzurri, che si sorreggeva vicendevolmente con un altro generale, caratterizzato da una protesi simile ad un martello dorato, "Kain di Shark e Neleo di Hammerfish", affermò il generale del Nord Atlantico.
Mimas posò il flauto, "Umbriel, colpisci l’oracolo non appena te lo dirò, non ti preoccupare, né lui né il santo d’oro possono muoversi finché il mio cosmo alimenta la musica che li ha paralizzati. L’allieva dell’oracolo è ormai morta, solo il mio cosmo ne salva ancora il cadavere e questi cinque li paralizzerò subito", affermò il musico, impugnando la sua arpa.
"Serenata dei cieli", cantò il titano.
Kain e Neleo svennero dopo poche note, mentre i tre generali al massimo del potere iniziarono a barcollare, finché del sangue non uscì dalle loro orecchie, allora caddero in ginocchio, "I miei timpani", urlò dolorante Argo, "Come può farci questo?", incalzò Yakros, "La sua musica frantuma i nostri organi interni", disse Reptile.
"Falciata celeste", urlò nel medesimo tempo Umbriel.
Il disgusto si dipinse sul volto dei tre generali ancora in piedi, mentre il titano dalla grande Falce, prendeva la testa dell’oracolo di Nettuno, che lui stesso aveva ucciso.
"Ora ce ne andremo", li avvisò Mimas, "voi non eravate il mio bersaglio", spiegò, espandendo il suo cosmo, "quando andrò via, l’effetto della mia musica scomparirà con me", furono le ultime parole del comandante di secondo grado dell’armata dei titani che aveva invaso il regno dei Mari.
Il primo a riprendersi fu Myokas, che poté muovere convulsamente le gambe, prima di camminare verso i tre generali dei mari a terra, "Non ti preoccupare per noi", disse Reptile, "l’effetto della sua musica è scomparso", spiegò.
Un fragore interruppe il dialogo, la colonna del Sud Pacifico andò in frantumi, sotterrando il corpo di Anfitride, per l’onda d’urto, cadde a terra anche il corpo decapitato dell’oracolo di Nettuno.
"Argo, aiutami a recuperare i loro corpi, per dargli una degna sepoltura,. Yakros, tu aiuta il santo d’oro con i nostri feriti", affermò il generale dell’Anaconda, alzandosi, "Poi ci dirigeremo tutti verso il luogo dove potrete essere curati", affermò Myokas con lo sguardo rivolto al regno dei mari, ormai distrutto.
I titani stavano ancora vincendo.