Capitolo 11: Combattere fino alla fine

Shaina si gettò contro Helene, "Thunder Crow", urlò la sacerdotessa, ma la titana ancora una volta evitò l’attacco.

"Sei forse stupida?", chiese innervosita la donna istrice, "il tuo colpo non ha avuto effetti su di me prima, pensa ora che sei ferita", la schernì Helene.

Tisifone indietreggiò zoppicante, "Forse hai ragione, ho pochissime possibilità di vittoria, ma non posso permettermi di morire così, ci sono troppe anime che già gridano vendetta", affermò la sacerdotessa.

"Vendetta? L’unica vendetta è quella che nostro padre vuole avere sugli dei!", urlò infuriata Helene, prima di espandere i suoi aculei, "Thorns rain", invocò, scagliando il suo attacco contro la sacerdotessa guerriero, che riuscì ad evitarla, facendo leva sulla gamba e sul braccio destri.

"Non so quali atti ingiusti abbiano compiuto gli dei verso tuo padre, ma Shun era un uomo buono e voi lo avete ucciso; gli steel saints erano ormai degli uomini, per di più coraggiosi, tanto da gettarsi contro di voi per primi e li avete massacrati", la accusò Shaina.

"Castalia è stata costretta a sacrificarsi per fermarvi e voi credete di essere nel giusto?", continuò la sacerdotessa guerriero.

"Cosa credi sia giusto, donna?", ribatté ancora più innervosita Helene, "E’ giusto salvare gli innocenti, è giusto combattere per l’amicizia e per la vita e tutti i legami ad essa congiunti", rispose Tisifone, mentre il cosmo intorno a lei aumentava.

"Castalia era diventata mia amica, in questi anni ci eravamo incontrate spesso, legandoci sempre di più", urlò la sacerdotessa, "entrambe eravamo legate a Seiya, il gran sacerdote, per cui ora darò la mia vita", esclamò alla fine, espandendo il suo cosmo.

"Non posso crederci", balbettò, indietreggiando Helene, "il suo cosmo violacea è diventato dorato", affermò stupita la titana.

"Ora subirai la piena potenza del mio <Cobra Incantatore>", avvisò Tisifone, "Thunder Crow", tuonò in seguito, scatenando il suo attacco.

La guerriera dalle bianche vestigia fu investita in pieno.

"Incredibile, si è mossa alla velocità della luce", affermò stupita la titana.

"Shaina è riuscita a danneggiare le sue vestigia", esordì Helyss, "Cosa?", urlò Helene, prima di notare una crepa sul suo elmo, piccola, ma presente.

"Come hai osato, mortale? Ora pagherai", la minacciò la titana, prima di espandere i suoi aculei.

 

"Ora, cavalieri, vi eliminerò per sempre", esordì Juliet, guardando i suoi tre avversari.

Il braccio sinistro della titana si alzò dinanzi ad Eric, la faretra brillò di una luce bianca intensa, lentamente l’arma sembrò aumentare di dimensioni, diventando un gigantesco arco, pari per altezza alla stessa Juliet.

"Hai intenzioni di colpirmi con quello?", chiese Eric, evitando di mostrare la sua paura, "No, cavaliere, con questo attacco eliminerò te ed il musicista alla mia destra, solo il ragazzo alle mie spalle sopravvivrà, però poi mi rimarrà forza sufficiente per colpire anche lui con il medesimo attacco", spiegò divertita la titana

"Ora addio, cavalieri", disse in seguito.

"Faretra dei cieli", urlò la titana.

Una intensissima luce si scagliò contro Eric e Real, un boato, un impatto e tanta polvere.

Quando la polvere si diradò, nessuno vide più la parete rocciosa, ma soltanto la casa dell’Ariete, che ormai era vicinissima.

"Mi dispiace, titana, ma sei stata nuovamente ingannata dalla mia <Deathtrip serenade>", la avvisò Real, che insieme ad Eric si era salvato spostandosi alle sue spalle.

"Cosa?", urlò Juliet infuriata, "Si", rispose il santo del Corvo, "mentre io ti parlavo, lui ha suonato la sua dolce melodia, che ti ha nuovamente ingannato", spiegò il cavaliere d’argento.

"Maledetti", urlò lei, puntando nuovamente la sua faretra verso i tre, "Attenta, la tua energia è fortemente diminuita, lo sai anche tu, se sprechi questo attacco poi sarai sconfitta", la avvisò Robin della Sagitta, "Sconfitta? Da voi? Scherzi, vero?", chiese lei infuriata.

I tre cavalieri combinarono i loro cosmi, "Phantom arrows", urlò il santo della Sagitta, "Stringer fine", urlò il cavaliere della Lira, "Crow’s wings", aggiunse il saint del Corvo.

I tre colpi uniti raggiunsero quasi la velocità della luce.

Juliet li subì in pieno, indietreggiò per l’impatto, ma non riportò alcuna ferita sulle vestigia.

 

"Comandante Belinda, dobbiamo intervenire?", chiese una voce femminile fra le schiere dei titani, "No!", urlò la voce di Belinda, "se quelle due non riusciranno da sole a sconfiggere i loro avversari, o moriranno o saranno umiliate da questa sconfitta", spiegò la comandante di 2° grado.

"Non posso permettermi di ucciderle io stessa per punizione, mi potrebbero servire lungo le dodici case, ma se da sole non riusciranno a sconfiggere quei sei santi d’argento, cosa che stava riuscendo sia a Rhea sia a Sinope, noi di certo non le aiuteremo", ordinò la titana.

 

Helene osservava infuriata Shaina, "Ora subirai il mio colpo maggiore", esordì la donna istrice, quindi scagliò contro l’avversaria alcuni dei suoi aculei, ma la sacerdotessa riuscì ad evitarli con facilità.

"Non si lancia mai due volte lo stesso attacco contro un saint di Atena", la derise Tisifone, potenziata dal settimo senso, "Infatti, donna, quelli non erano i <Thorns rain>", ribatté semplicemente la titana.

La saint dell’Ofiuco si voltò e vide che gli aculei galleggiavano a mezz’aria, dietro di lei, "Stai attenta anche a questi davanti", la schernì Helene.

Tisifone si voltò nuovamente verso l’avversaria e vide altri aculei fermi a mezz’aria dinanzi a lei.

"Ora, proverai il mio attacco migliore", spiegò la titana, quindi alzò la mano destra verso il cielo, "Fasci di spine", urlò poi Helene, calando il braccio come una mannaia.

Gli aculei iniziarono a correre verso Tisifone, secondo diverse traiettorie. La sacerdotessa dell’Ofiuco fu colpita più volte, tanto da perdere completamente l’uso della mano sinistra, la mobilità delle gambe e la spalliera destra.

Helene aprì poi le mani: gli ultimi aculei si fermarono, erano tutti puntati contro Shaina, che era in ginocchio, in un lago di sangue e frammenti di vestigia.

"Hai qualcosa da dire, mortale?", chiese divertita la titana.

Tisifone si tolse la maschera, alzò gli occhi al cielo ed urlò: "SEIYA!".

"Addio", rispose la titana, congiungendo le mani, mentre i vari aculei si conficcavano nel corpo della sacerdotessa, uccidendola.

 

"Maestra Tisifone", urlò Botan alla quarta Casa, in lacrime, avendo capito che la sua amata insegnante era morta.

 

"Tisifone", balbettò Seiya, nelle sue stanze, cadendo in ginocchio piangente, "Perché sei morta in questa battaglia, sarei dovuto morire io, non tu, non è giusto", urlò l’oracolo, alzando gli occhi al cielo.

 

"Maestra", invocò Helyss, avvicinandosi al corpo senza vita della sacerdotessa dell’Ofiuco. La saint del Pittore sollevò il cadavere della sua insegnante, lo appoggiò su una roccia poco lontana, ma comunque al sicuro dallo scontro, prese poi la maschera da terra e la ripose sul suo volto.

"Cosa stai facendo, ragazzina? Vuoi sotterrare la tua insegnante? Non ne avrai il tempo, ben presto la raggiungerai", affermò in segno di sfida Helene, "Pesa le parole", la avvisò Zadra, ponendosi fra la sorella e la titana.

"Zadra, allontanati, devo affrontarla io, per Tisifone", la avvisò Helyss, "Vuoi sfidarla da sola?", chiese titubante la sacerdotessa dello Scultore, "Si, sorella, utilizzerò l’ultimo simbolo", rispose la sacerdotessa del Pittore, "Vuoi richiamare lo spirito dell’Orso?", ribatté preoccupata la sorella dai capelli rossi, "Si, vai ad aiutare gli altri, ben presto costei sarà morta", tagliò corto la sorella dalla pelle azzurra.

Zadra chinò il capo in segno di approvazione, poi corse via.

"Dove credi di andare?", urlò Helene, "Non ti preoccupare per lei, donna istrice, preoccupati per te piuttosto, stai per incontrare un guerriero in stadio di <Berserganger>", la avvisò Helyss, prima di dipingere dei simboli arcani sulle sue vestigia.

"Un che cosa?", chiese divertita la titana.

Il cosmo di Helyss iniziò ad espandersi, ma a perdere quel suo colore particolare, anche il corpo della sacerdotessa diventò più curvo, mentre la sua muscolatura sembrava aumentare.

"Che ti succede, donna?", chiese preoccupata Helene, la sacerdotessa non rispose, ma si buttò contro la sua avversaria.

La titana espanse i suoi aculei, che si conficcarono nelle braccia di Helyss, che però non provò alcun dolore, anzi ne spezzò alcuni. Con un pugno la sacerdotessa scagliò Helene contro una parete rocciosa, quindi movendosi alla velocità della luce, la colpì più volte, fino a frantumare la copertura del braccio sinistro e romperle il braccio stesso.

Un urlo di dolore partì dalla bocca della titana, che scatenò i suoi "Thorns rain" contro Helyss, allontanandola e ferendola.

La battaglia fra le due stava diventando qualcosa di animalesco.

 

Juliet ed i tre Silver saints si osservavano poco lontano da lì, quando una voce interruppe il silenzio.

"Serve una mano, cavalieri?", chiese Zadra, giungendo sul luogo, "Grande scalpello", urlò poi, attaccando l’arciera, che riuscì a parare l’attacco energetico.

La Malefica scultrice si avvicinò ai tre cavalieri d’argento, "Cosa è successo? Perché sei qui fra noi? Helyss? Shaina? Come stanno?", incalzò Real, "Shaina purtroppo è morta", disse con un filo di voce la sacerdotessa dello Scultore, "E tua sorella?", chiese Robin della Sagitta, "Helyss affronta tuttora da sola l’altra titana, ha richiamato a se lo spirito dell’Orso", rispose la Silver saint.

"Come lo spirito dell’Orso? Ha deciso di combattere come bersergang?", chiese Eric stupito, "Si, cavaliere del Corvo, tu, che sei allievo di alcuni sciamani dovresti conoscere il potere di questa tecnica", affermò la sacerdotessa dai capelli rossi, "Si, anche il mio compagno d’addestramenti, il god warrior di Alioth, utilizzava questa tecnica alcune volte", spiegò lui, "ma potrebbe essere pericoloso, soprattutto se l’effetto finisse troppo presto", aggiunse preoccupato, "Allora dobbiamo sistemare in fretta costei, per andare ad aiutare mia sorella", propose infine Zadra.

"Come possiamo colpirla?", chiese Robin, "I nostri attacchi combinati non sono riusciti a ferirla", affermò il santo della Sagitta, "I miei singoli colpi non potrebbero superare le sue difese", confessò il santo del Corvo, "Nemmeno il mio attacco sonoro migliore potrebbe ucciderla, poiché solo la musica sorpassa le sue vestigia, non l’energia dei suoni", aggiunse Real della Lira, "Io al massimo potrei stancarla con le mie armate, ma il problema non cambierebbe", concluse Zadra.

"Cavalieri, vi ho dato il tempo di decidere chi per primo morirà nel tentativo di colpirmi, ma ormai mi sono stancata, dovrò eliminarvi tutti, anche a costo di perdere tutta la mia energia", spiegò Juliet, alzando il braccio sinistro con la faretra.

"Ho trovato", esordì Real, "Ponetevi tutti dietro di me e quando ve lo dirò attaccatela coordinando i vostri colpi maggiori", suggerì il santo della Lira, prima di iniziare il suonare del suo strumento.

Il suono della Lira era dolce e soave, tanto da far sembrare che le stesse corde si stessero movendo di loro spontanea volontà e si stessero allontanando dallo strumento per scagliarsi contro Juliet.

E così fu, le corde della Lira bloccarono la titana, "Forse non ti stritolerò, ma di certo permetterò ai miei compagni di colpirti", avvisò il santo della Lira, "Ora, amici, attaccatela", ordinò quindi.

Dietro Real tre cosmi si espansero.

Centinaia di piume nere di corvi iniziarono a roteare intorno al corpo di Eric, "Valzer di Piume", invocò il santo del Corvo, "Vai e colpisci", urlò infine, indicando la sua avversaria dalle bianche vestigia, contro cui si diressero le piume nere.

Robin saltò da dietro Real, "Meteor arrows", urlò, scagliando alla massima potenza e velocità il suo attacco più impetuoso.

Zadra concentrò il suo cosmo intorno al braccio destro, dove apparvero cinque sassi che iniziarono a roteare, "In nome di Atena, di Shaina, della Giustizia", esordì la guerriera, "io invoco il colpo del mio maestro, il grande Fabbro", affermò, "Volcano’s rocks", urlò infine la sacerdotessa, mentre una corrente di lava e sassi incandescenti si scagliava contro la titana.

"Cosa pensate di fare", urlò Juliet, espandendo al massimo il suo cosmo, così da liberarsi il braccio sinistro, "Faretra dei cieli".

Il colpo della titana si incontrò con i tre attacchi combinati, producendo un grande boato ed un’intensissima luce.

Quando il caos si diradò, i quattro Silver saints erano volati contro una parete rocciosa, con le vestigia danneggiate, ma anche Juliet era volata via, le sue spalliere erano distrutte, lei era a terra, nel luogo in cui prima vi era la parete rocciosa distrutta da lei.

"Non ho più energie in corpo, potrei attaccarli con i miei pugni, ma non so se resisterei", rifletté la titana, "anche loro sono stanchi, chiederò alla mia comandante un aiuto", pensò Juliet.

"Belinda, mia comandante, mi aiuti, mandi qualcuno ad uccidere costoro, ormai sono stremati", supplicò l’arciera, "No, dovete vincerli da sole", furono le uniche parole della comandante.

Juliet sorrise sotto l’elmo, le sue spalle era piene di cicatrice, la sua energia era molto diminuita, "Non potrò vincerli tutti e quattro, però ne eliminerò almeno uno, per il mio onore di titana", affermò l’arciera, alzando la mano destra contro gli avversari.

Juliet li scrutò attentamente, "Ho deciso", si disse, prima di caricare parte della sua energia nel dito indice, "Sagitta celeste", affermò infine, scagliando il suo attacco.

La freccia di energia si dirigeva verso la stanca Zadra, ferita alle gambe, "Zadra no!", urlò Robin, capendo la traiettoria della freccia di luce bianca.

La Malefica scultrice si chinò, le sue mani erano sporche di sangue, "Robin, perché?", chiese al santo della Sagitta, colpito mortalmente al petto, dalla freccia diretta alla sacerdotessa, "Perché la luce per me sorge attraverso te", furono le uniche parole del santo morente, prima di chinare il capo.

"Real, Eric, vi prego, salvate Zadra, non voglio che muoia", queste furono le ultime parole di Robin, prima di morire.

"Si, cavaliere, lo faremo", affermò il santo del Corvo, prima di aprire le ali sulla schiena, la sua mano sinistra sanguinava, come la testa, "andiamo, Zadra, ti porterò nel posto più sicuro, dove vi sono altri cosmi di Silver saints", spiegò, prendendo in braccio la sacerdotessa ferita.

"Real", esordì la Malefica Scultrice, "addormenta mia sorella con la tua musica, così potrai portarla al sicuro, sull’Altura delle Stelle", propose la sacerdotessa, prima che Eric la portasse via in volo.

Il santo della Lira con un braccio sanguinante, si mosse, Juliet ormai non poteva fargli alcun male, Real non ne percepiva più nemmeno il cosmo: era svenuta.

Helyss ed Helene stavano ancora combattendo, le vestigia della titana avevano subito danni alle spalle ed ai gambali, mentre la sacerdotessa era piena di cicatrici, frutto dello scontro.

Real iniziò a suonare la "Deathtrip serenade", così da disturbare le due, che caddero in ginocchio, per poi svenire. Il santo si avvicinò alla sacerdotessa, ora tornata normale e la prese in braccio, ma all’improvviso si voltò e guardò l’armata di titani dinanzi a lui.

"Cavaliere, che aspetti? Vai via, lascia costoro a me", ordinò una voce, che gli parlava attraverso un cosmo caldo ed offensivo, ma che Real capì essergli amico.

Il santo della Lira scattò via alla velocità del suono.

"Raccogliete quelle due ed avanziamo", ordinò la voce di Belinda, dopo che i quattro Silver saints erano andati via, "Almeno hanno ucciso un avversario per una", aggiunse la voce di Dione.

 

I titani si fermarono dinanzi alla prima casa, il cosmo infuocato circondava l’intera casa, sembrava quasi un cosmo divino, "Benvenuti titani, questo sarà il luogo di sepoltura di almeno uno di voi, colui che ha ucciso mio fratello Shun", queste furono le parole con cui si presentò a loro Ikki della Fenice Divina.