Capitolo 8: Formiche e dei

"Cavalieri, uniamo i nostri attacchi", ripeté Kram di Orione, unendo le mani sopra il capo, "Cintura di Orione", urlò in seguito il santo d’argento, mentre fra le sue mani appariva una gigantesca frusta di fuoco, che il guerriero chiuse a formare un cerchio di fuoco, una vera cintura fiammeggiante.

"Laios, per i nostri maestri", propose Dao della Balena, concentrando il suo cosmo nel pugno destro, "Kaitos spoiting bomber", urlò il santo d’argento, scatenando una corrente d’aria violentissima, "Eccoti il soffio della balena, titano", avvisò.

Anche Laios espanse il suo cosmo e lanciò nuovamente il suo "Hercule’s punch".

Kano congiunse le mani, una sfera di pura energia spirituale si materializzò, "Abbraccio dell’Oriente", invocò nuovamente, lanciando ancora una volta il suo attacco.

"Diamond dust", aggiunse infine Xael concentrando il suo cosmo freddo.

La polvere di diamanti si congiunse alle due potentissime correnti di venti e circondò la cintura infuocata del santo di Orione, al cui interno si nascondeva la sfera di energia del cavaliere del Pavone.

Dione non si mosse finché il colpo non era ormai a pochissimi passi da lui, quindi aprì le mani e bloccò con esse le due correnti di vento e l’energia fredda, deviandoli verso una parete rocciosa, che andò in pezzi.

Il titano allora evitò con un agile movimento la cintura di fuoco e con un calcio la annullò, polverizzando anche la sfera di energia al suo interno.

"Bene, vi siete rivelati essere delle semplici formiche, se permettete adesso tocca a me attaccare", spiegò il titano cieco, dopo aver annullato l’attacco combinato.

Il cosmo di Dione si espanse con incredibile impeto, "Turbulent eyes", urlò il titano.

 

"Shiryu hai percepito anche tu questo cosmo?", chiese preoccupato Hyoga nelle stanze del Gran Sacerdote al santo del Dragone Divino, "Si, amico mio, ho percepito questo potentissimo cosmo, non sentivo qualcosa del genere dal nostro primo incontro con dei semidei, sembra il cosmo di Thanatos, ma è molto più controllato", rifletté il santo divino del Drago.

"I cosmi di prima sembrano niente a confronto, sia quello infuocato che ha ucciso Shun sia quello luminoso che ha costretto Marin al sacrificio, ambedue erano molto inferiori a questo", affermò il santo del Divino Cigno, "Chiunque sia costui non sarà facile da sconfiggere per i santi d’argento", disse con voce preoccupata Shiryu, "Purtroppo hai ragione", concordò il reggente di Asgard.

 

"Turbulent eyes", urlò il titano mentre l’occhio sul suo pettorale si illuminava di una luce bianchissima, un bagliore poi niente.

I cinque santi d’argento notarono che il titano cieco era circondato da una serie di occhi composti di energia bianchissima, ma nessuno di loro parlò, erano tutti stupiti e fermi.

"Vi consiglio di non muovervi, formiche, poiché questi occhi vi si scaglierebbero addosso e vi polverizzerebbero", spiegò Dione, "loro percepiscono qualsiasi movimento e lo identificano come un possibile attacco", concluse il titano cieco.

Kano aveva chiuso i suoi due occhi verdi ed aveva congiunto le mani, Xael era fermo immobile come una statua di ghiaccio, Kram era anch’egli fermo, ma sudava incredibilmente, Dao e Laios era fermi con gli sguardi uno verso l’altro.

"Ora, mio fratello in battaglia", urlò Dao della Balena, alzando il suo cosmo, "Cetus Crash", invocò il santo d’argento gettandosi contro il titano.

La scena fu orribile, cinque di quei occhi energetici si gettarono contro di lui: uno gli si appoggiò alla gamba destra ed esplose, staccandogli l’arto dal corpo; un altro si appoggiò alla schiena, proprio mentre il santo era in volo, e nell’esplodere lo gettò a terra, sanguinante dalla schiena.

Gli altri tre occhi iniziarono a ruotare intorno al santo d’argento, due si appoggiarono quindi alle braccia ed esplosero, staccandogli gli arti superiori.

"Maledetto titano", urlò Dao, mentre la quinta ed ultima sfera simile ad un occhio si appoggiava al capo del suo collo, esplodendo e lasciando un cadavere dilaniato di colui che era il santo d’argento della Balena.

"Stupido", fu l’unica parola che Dione concesse sul cavaliere d’argento morto.

"No, non stupido, ma pronto a sacrificarsi", spiegò Laios, prendendo per il capo il suo avversario, "Ecco titano, questa è la <Presa di Nemea>", affermò il santo di Ercole, stringendo l’elmo dell’avversario.

"Stupido anche tu, che ti sei mosso senza curarti degli occhi", lo criticò il titano cieco, "I tuoi occhi energetici non mi attaccheranno finché ti starò così vicino", affermò Laios, "Sicuro?", chiese con tono ironico Dione, mentre un occhio energetico esplodeva all’altezza del ginocchio del santo di Ercole.

Laios si chinò su un ginocchio, dato che l’altro era ormai una giunzione informe e sanguinante, ma non lasciò la presa sull’elmo di Dione.

"Hai una forza incredibile, cavaliere, ti concederò di morire senza soffrire se mi lasci l’elmo", propose il guerriero dalle vestigia di titanio, "Invece io ti concederò di seguirmi nell’Ade", ribatté il santo d’argento.

"Come vuoi", furono le uniche parole del guerriero semidivino, prima che altri 3 occhi esplodessero intorno al corpo del cavaliere d’argento, che iniziò ad urlare ed a perdere sangue dal suo possente corpo, ma non lasciò la presa.

"Tu verrai con me nell’Ade", ripeté Laios, "mostrerò te come mio trofeo in memoria dei miei maestri e del mio compagno di allenamenti", urlò il cavaliere.

"Ben presto distruggerà il mio elmo", rifletté Dione, "ha una forza incredibile ed è stato furbo nello scegliere proprio la parte più piccola e di facile rottura delle vestigia", si disse il titano, "ma non potrà mai uccidermi", si consolò infine, scagliando insieme tutte e dieci le sfere energetiche restanti contro il cavaliere d’argento.

L’esplosione fu fragorosa, Kram sarebbe stato investito dall’onda d’urto se Xael non si fosse buttato su di lui per salvarlo, allontanandolo dai due combattenti.

 

"Cosa è accaduto?", si chiese Ikki della Fenice alla prima casa, "ho percepito prima il cosmo dell’allievo di Geki e Ban aumentare quasi fino al settimo senso, poi è scomparso a causa di un’esplosione potentissima", si rispose il santo divino.

 

Quando il fumo si diradò, i tre santi d’argento e l’esercito di titani poterono vedere il corpo dilaniato e senza vita di Laios a terra, ma notarono anche che nelle sue mani aveva l’elmo del titano suo avversario, spaccato in due.

"Questa formica era molto forte, è riuscita a distruggere il mio elmo, cosa quasi impossibile", rifletté Dione.

I cavalieri d’argento si fermarono ad osservare il suo volto, aveva cortissimi capelli scuri, lineamenti piuttosto taglienti ed al posto degli occhi due gigantesche ferite.

"Costui è veramente cieco", affermò stupefatto Kram, "Certo, cavaliere, io sono Dione uno dei comandanti di 2° grado delle armate dei titani. Ho rinunciato anni fa alla vista, poiché possiedo degli occhi spirituali che mi permettono di seguire l’aura dei miei avversari e di capire attraverso questa cosa pensano e cosa vogliono fare", spiegò il titano.

"Se possiedi questi occhi spirituali hai speranze di raggiungere la vera conoscenza", lo schernì Kano, "Si, cavaliere con tre occhi, posso avere una piena conoscenza, ad esempio adesso percepisco perfettamente il cosmo freddo che cerca di bloccare le mie gambe", spiegò il titano, "ma non ho paura di questo", disse con voce rilassata.

Kano e Kram si voltarono verso Xael, "Forza, attaccatelo, ho cercato di paralizzare le sue gambe, non dobbiamo dimostrare che il sacrificio di Laios e Dao è stato vano, né comportarci come codardi", li esortò il santo della Corona Boreale, aumentando il suo cosmo, "O come formiche", aggiunse scherzoso Dione.

"Scherza, titano, scherza pure, ma preparati a subire il mio <Freezer lake>", spiegò Xael soddisfatto.

Uno strato di ghiaccio nacque dal cosmo del nuovo Maestro dei Ghiacci e arrivò fino al titano, congelando le sue gambe, "Hai raggiunto il settimo senso, bravo, ragazzino", lo schernì Dione.

"Ora, amici, andate", ordinò il cavaliere d’argento delle energie fredde.

"Spada di Orione", urlò Kram di Orione, materializzando la sua arma infuocata, "Ruota del Pavone", aggiunse Kano, gettandosi insieme al compagno sull’avversario.

Dione percepì i loro cosmi avvicinarsi, "Incredibile, la rabbia ed il dolore hanno risvegliato in loro il settimo senso, anche se solo superficialmente", rifletté il titano.

Il semidio cieco allontanò la spada infuocata con la mano destra, mentre con la sinistra seguiva e parava i pugni lanciati ad una velocità vicinissima a quella della luce.

"Aurora Thunder Attack", sentì urlare alle sue spalle il titano, "Che cosa?", si chiese, prima di parare la corrente di energia fredda, con le sue due mani, "Ora", urlò Kram a Kano.

Dione mosse la testa in tempo per evitare la decapitazione, ma uno dei pugni del santo del Pavone lo raggiunse in pieno volto.

 

Un coro di voci stupefatte si alzò fra i titani che osservavano lo scontro, "Ora sono veramente spacciati questi santi di Atena", disse con voce soddisfatta Belinda, "Dione non sopporta essere colpito da guerrieri più deboli di lui, mostrerà il suo vero potere", spiegò la titana.

 

Un’ondata di energia partì dal corpo di Dione e scagliò i tre santi d’argento contro tre punti diversi della parete rocciosa alle loro spalle, il ghiaccio si sciolse come sotto il sole estivo, "Mi avete stancato, vili formiche, adesso vi mostrerò il vero potere di un comandante di 2° grado", urlò infuriato il semidio cieco, "e voi lo temerete", concluse.

Il titano alzò la mano destra verso il cielo, l’occhio su quell’avambraccio si illuminò di una luce intensa e bianca, "Occhio del cielo", affermò Dione.

I 3 santi d’argento notarono stupefatti che sopra il loro avversario si era materializzato un occhio gigantesco e di energia, "Ebbene, cosa sarebbe quello? Un altro attacco difensivo?", chiese con voce fra il preoccupato ed il divertito il santo d’Orione.

"No, Kram, quello non è un occhio di energia gigantesca, ma è Dione stesso", rispose con voce tremante Kano.

Il sorriso del santo di Orione diventò una deformata linea di paura, "Che vuoi dire?", chiese Xael, intromettendosi, "Lo spirito di Dione gli permette di percepire i nostri cosmi, ebbene lui ha liberato il suo spirito da quell’involucro mortale, che adesso è una semplice pelle senza niente dentro", spiegò Kano, "probabilmente adesso riesce anche a vederci", aggiunse titubante.

 

"Si è veramente arrabbiato", rifletté la voce di Belinda, "non pensavo che avrebbe usato subito il suo attacco più potente" disse la titana dalla voce divertita.

 

"Ora, formiche, capirete che differenza c’è fra me e voi, la stessa che c’è fra un dio ed un insetto", spiegò la voce di Dione, che, con stupore dei tre, non parlava tramite il suo corpo, ma attraverso l’occhio galleggiante in cielo.

L’occhio iniziò a brillare più intensamente, "Scappiamo", urlò subito Kano del Pavone.

Un fascio di energia purissima si scagliò contro la parete rocciosa, riducendola in polvere.

"Incredibile, una parete rocciosa alta metri è stata ridotta in polvere dal potere di quell’essere", rifletté spaventato Kram, "Non abbiamo nessuna possibilità contro questo essere", rifletté Xael, chiaramente spaventato.

"Non ci voglio credere, io non mi fermerò dinanzi ad un orribile occhio gigante", affermò Kram, bruciando nuovamente il suo cosmo, "Cintura di Orione", urlò il santo d’argento.

La cintura infuocata si materializzò ed il santo la utilizzò come una frusta contro il suo avversario, che però non percepì nemmeno l’attacco, anzi, annullò la frusta appena vi arrivò a contatto.

"No, non ti permetterò di sconfiggermi", urlò ancora il santo di Orione, "Nucleo di Meteora Incandescente", invocò Kram, gettandosi contro l’occhio gigante.

L’occhio puntò il suo avversario ed aspettò che questi gli si avvicinasse, poi accadde qualcosa di orribile: Dione assorbì Kram.

Dopo alcuni secondi nessuno percepì più il cosmo del santo di Orione.

 

"Amico mio, anche tu ci hai lasciati?", si chiese piangendo il cavaliere della Sagitta, compagno di allenamenti di Kram sotto Marin.

 

"Shiryu, Hyoga, dobbiamo fare qualcosa, questo avversario è troppo potente per dei Silver saints", rifletté Seiya nelle sue stanze, "e forse so cosa", aggiunse infine, prima di espandere il suo cosmo.

 

Xael e Kano furono orribilmente stupefatti nel vedere il corpo senza vita di Kram cadere a terra, "Maledetto", urlarono quasi all’unisono.

"Aurora Thunder Attack", invocò Xael, "Eye power", aggiunse Kano. La corrente gelida del nuovo Maestro dei Ghiacci si unì ad un attacco energetico di ignota natura, correndo verso l’occhio avversario.

Il colpo prese in pieno Dione, ma questi non si smosse dalla sua attuale forma, "Interessante, siete riusciti a raggiungere a pieno il settimo senso, chissà, se questo scontro fosse durato di più mi avreste potuto battere, ma adesso vi finirò", spiegò l’occhio maligno.

I due santi d’argento erano ormai stremati, ambedue si rendevano conto di non poter ne evitare ne sopportare un nuovo attacco, quindi si prepararono alla morte.

Proprio in quel momento il cielo si fece nero, un cosmo dorato apparve dal nulla.

"Scusate l’interruzione, ma i santi d’argento sono richiesti in altra sede", disse una voce femminile con tono derisorio.

I titani videro apparire una guerriera dalle dorate vestigia, che prese per le braccia i due santi ormai stremati e scomparve nuovamente con loro in un buco oscuro.

"No!", urlò Dione, prima di ritornare nel suo corpo mortale, non avvertendo più i cosmi dei due santi d’argento.

"Calmati, Dione, ora dobbiamo continuare il nostro cammino verso il Grande Tempio", esordì la voce di Belinda, "credo che quella ragazza che ti ha interrotto fosse una dei dodici cavalieri d’oro, avrai la possibilità di rifarti", assicurò colei che comandava quell’esercito di soldati dalle bianche vestigia.

 

"Che razza di posto è questo?", chiese stupito Xael, osservando delle figure senza vita che camminavano verso una specie di vulcano, in una zona montuosa e piena di fumo e puzza di zolfo. "Questa è la bocca dell’Ade", rispose la ragazza dalle vestigia dorate, "Tu sei una dei gold saints, giusto? Hai vestigia simili a quelle di Tok’ra", analizzò Kano, "Si", rispose lei, "sono Botan del Cancro, cavalieri", si presentò lei.

"Il gran sacerdote ed i santi divini del Dragone e del Cigno mi hanno detto di salvare tutti i santi ancora vivi, perché avevano intuito la chiarissima superiorità del vostro avversario, quindi vi ho preso dal campo di battaglia ed ora vi porterò nel luogo più sicuro, l’altura delle stelle, dove si stanno dirigendo anche il figlio di Shun ed il santo di Perseo, che portano il corpo ferito di Jabu", spiegò lei, prima di riaprire il varco.

Dopo averli accompagnati, la sacerdotessa guerriero scomparve nuovamente nel nulla, per tornare poi alla Quarta Casa.

 

I titani stavano avanzando senza pietà.