Capitolo 7: La seconda difesa d’argento

L’armata di titani dalle bianche vestigia avanzava implacabile verso il Grande Tempio, quando apparvero dinanzi a loro cinque nuovi avversari.

"Fermi, guerrieri", ordinò la voce di Belinda, "chi siete voi, cavalieri?", chiese costei verso i cinque nuovi avversari.

"Siamo i vostri ultimi avversari", rispose un gigante da corti capelli scuri e dagli occhi grigi, "Il mio nome è Dao della Balena, allievo di Geki e Ban, due dei possenti santi che voi avete ucciso", sentenziò il santo d’argento, facendosi avanti.

"Io sono Laios di Ercole, come Dao allievo dei grandi Geki e Ban", spiegò un secondo gigante, dai lunghissimi capelli e dallo sguardo più triste.

"Due allievi di quei grossi guerrieri che sono morti durante lo scontro di Sinope", analizzò una voce femminile, "Si, penso di si", concordò una voce maschile.

"E voi altri?", chiese la voce di Belinda.

"Io sono Xael della Corona Boreale, il maestro dei ghiacci", rispose un ragazzo piuttosto esile, ma incredibilmente alto, dai lunghi capelli biondi legati a coda dietro la testa e dagli occhi arancioni. "Io Kano del Pavone", disse un quarto guerriero dall’aspetto piuttosto strano: aveva un fisico solido, lunghi capelli castani lisci fino alle spalle, occhi verdi, una sottile barba e sulla fronte aveva un terzo occhio dalla pupilla rossa.

"Kram di Orione è il mio nome celeste e Marin dell’Aquila era la mia insegnante", concluse il quinto santo, bruciando il suo cosmo.

"Belinda, lasciali a me", esordì la voce maschile dal gruppo.

"Perché dovrei?", chiese la voce di Belinda spazientita, "Perché tu comandi tutti questi soldati, ma per me sei soltanto una parigrado", rispose un titano, mostrandosi dal gruppo, "comunque, non mi voglio affaticare troppo", aggiunse, facendosi strada fra la schiera di titani, "tre guerrieri vengano con me", ordinò infine apparendo.

Il titano si mostrò: aveva le vestigia bianche come gli altri, ma sopra il suo pettorale vi era disegnato un gigantesco occhio, medesimo disegno era anche sui due bracciali e sui gambali. Le sue vestigia coprivano completamente il corpo, ma la cosa che più colpì i santi di Atena fu che l’elmo non aveva buchi da cui potesse vedere, era un colossale e cilindrico elmo con sopra rappresentato per esteso, un altro occhio, solo le labbra e la pelle chiara del titano si vedevano.

"Concederò a tre di voi la possibilità di affrontare, forse sconfiggere i guerrieri titani, che per potenza sono pari a voi silver saints, mentre due di voi avranno l’onore di venire uccisi da me", esordì il titano, allargando le braccia, "Dione dagli occhi spirituali", si presentò.

"Credi di poter uccidere due di noi da solo?", chiese Dao della Balena, "A dire il vero, vi potrei schiacciare tutti e cinque con la facilità con cui un uomo uccide una formica", rispose il titano, "Ma tu sei cieco", analizzò Kram di Orione, "Si, lo so", li schernì Dione.

Dao e Laios si guardarono in faccia, "Lasciatelo a noi due", pregò Dao, "dobbiamo vendicare i nostri insegnanti", spiegò Laios.

"State attenti", furono le uniche parole che ebbero in risposta, da parte di Kano.

"Intanto noi occupiamoci di questi pagliacci", propose Kram prima di far esplodere il suo cosmo di fuoco.

"Nucleo di meteora incandescente", urlò l’allievo di Marin, lanciandosi in aria per poi ricadere su uno dei tre guerrieri titani, che non riuscì ad evitare l’attacco.

"Incredibilmente facile", analizzò il santo d’argento, allontanandosi dal nemico, "Non direi", ribatté Xael, indicando il nemico che si rialzava senza nessuna ferita, "hanno cosmi pari ai nostri, ma le loro vestigia sono molto più resistenti persino dei gold clothes", suggerì il maestro dei ghiacci.

"Allora, lo colpirò con un secondo attacco, forse sfonderò le sue difese", urlò Kram, lanciandosi di nuovo contro il medesimo guerriero, che stavolta evitò l’attacco, facendo scagliare il santo di Orione contro una parete rocciosa.

"Qualsiasi guerriero di abilità anche medie riesce a parare un colpo visto una prima volta", lo criticò Xael.

"Se tu sei tanto saggio e bravo, cavaliere, perché non combatti tu contro uno di loro, invece di stare qui a guardarmi combattere? Vedi ci sono due guerrieri ancora immobili?", chiese Kram, indicandoli, innervosito.

Il Maestro dei ghiacci aumentò il suo freddo cosmo, "Polvere di diamanti", urlò invocando il colpo base delle energie fredde, con cui raggiunse uno degli altri due guerrieri titani, senza però riuscire a congelare le sue vestigia.

 

"Xael sta combattendo", esordì alla dodicesima casa Camus, santo dell’Acquario.

"Ne sei sicuro, cavaliere?", chiese una figura nell’ombra, "Si, sacerdotessa guerriero dei Pesci", rispose lui, osservando la fanciulla che appariva alla luce del sole sorgente. Aveva le sue bellissime vestigia dorate sul corpo, un fisico esile e lunghi capelli color del mare che le scendevano sulle spalle. Il volto era nascosto dalla maschera d’oro, ma non indossava alcun elmo, ritenendolo forse troppo fastidioso.

 

"Mi deludete, vi credevo più potenti, specialmente tu, che possiedi un occhio dell’anima", li criticò Dione, che ancora non aveva iniziato a combattere con Dao e Laios, "E tu allora, titano cieco, che non ti preoccupi dei due nemici che hai dinanzi?", chiese spazientito il santo della Balena, "Silenzio", fu l’unica parola con cui Dione gli rispose.

"Combattiamo sul serio, cavalieri", ordinò Kram infuriato.

Il cosmo infuocato di Kram si espanse fino a circondare il suo corpo, ad un tratto si concentrò nella mano destra, "Spada di Orione", urlò allora il santo, mentre una spada di fuoco si materializzava nella sua mano.

Il santo di Orione si gettò contro il guerriero titano e lo colpì al braccio destro, senza produrre danni sulle sue vestigia.

Con un salto all’indietro, Kram si allontanò dal nemico e lo osservò attentamente, costui non dava segni di ragione, ripeteva sempre le stesse parole minacciose e combatteva senza una tecnica particolare, proprio come i due guerrieri a lui identici.

Un sorriso maligno si dipinse sulle sue labbra, quindi si scagliò su di lui e lo colpì alla gamba sinistra, in un punto non coperto dall’armatura.

Le urla del guerriero titano furono inumane, "Il loro corpo è poco resistente al dolore, al contrario delle loro armature", urlò felice Kram, prima che il titano scagliasse contro di lui una sfera di energia, che gli fece volare l’elmo dal capo, riducendolo in pezzi.

Il cavaliere d’argento si rialzò ed impugnò con ambedue le mani la spada infuocata, "Ora, guerriero titano, ti ucciderò per la giustizia e perché la morte di Marin non sia vana", affermò.

Kram si diresse verso il nemico, il quale materializzò la sua energia come una lama, ma il santo di Orione evitò l’attacco chinandosi, quindi affondò la spada infuocata nello stomaco del nemico, facendolo indietreggiare, poi con un fendente a salire gli aprì il ventre e gli fece volare l’elmo dal capo, nella caduta.

Il santo di Orione si fermò ad osservare il volto senza lineamenti del suo avversario, "Come sei brutto", lo derise prima di eliminarlo.

Xael era ancora dinanzi al suo nemico, fermo non dava alcuna impressione di decidersi ad attaccare, "Se tu non attacchi, allora io ti distruggo", urlò il guerriero titano, scagliando una sfera di energia simile a quella che aveva ucciso Benam, il cavaliere d’acciaio.

Il maestro dei ghiacci non evitò l’attacco, ma fu ridotto in piccoli ghiaccioli dal colpo del nemico, "Era fatto di ghiaccio?", si chiese il santo di Orione, "No, quella era una statua, dove sia il vero Xael non lo so, non mi sono preoccupato di seguire i suoi movimenti", spiegò Kano del Pavone.

"Sono qui", urlò il cavaliere della Corona Boreale, rivolgendosi al suo avversario, "Polvere di Diamanti", tuonò il maestro dei ghiacci, investendo in pieno il corpo del nemico, nei punti in cui questo non aveva la copertura delle sue vestigia.

Il nemico si rialzò, "Non raggiungerò lo zero assoluto, ma le mie tecniche possono congelare il corpo di un semplice essere umano", spiegò Xael, " e tu sei un essere umano", lo schernì.

Il titano non riuscì più a muovere le gambe, "Il ghiaccio paralizza i muscoli, però non ti uccide, non è così gelido da raggiungere i tuoi organi e le tue ossa", spiegò il santo d’argento avvicinandosi al nemico, "ma un secondo colpo ti sarà mortale", lo minacciò, appoggiando la mano sull’elmo del nemico ormai paralizzato.

"Polvere di diamanti", urlò il nuovo Maestro dei Ghiacci, scagliando il suo attacco contro il nemico, che volò lontano, a terra, ormai morente.

Solo Kano doveva ancora eliminare il suo nemico.

 

"Tok’ra che ti succede?", chiese Odeon alla Sesta Casa, scioccato nel vedere il santo della Vergine sorridente, "Un mio vecchio amico sta per combattere, seguirò con piacere il suo scontro", rispose Tok’ra al santo del Leone, "Seguire?", chiese stupefatto l’allievo più giovane dell’oracolo di Atena, "Si, attraverso il mio cosmo posso seguire le sue azioni come se fossi lì con lui", spiegò l’allievo di Kaor, "Sai, Kano è incredibilmente abile, grazie al suo terzo occhio", furono le ultime parole di Tok’ra, prima di ricominciare la sua meditazione.

 

Il guerriero titano lanciò diverse sfere di energia verso il santo del Pavone, ma il cavaliere riuscì con facilità ad evitare i colpi, "Per me sono lanciati ad una velocità pari a quella di a cui camminiamo normalmente", lo avvisò il santo d’argento.

"Preparati a morire, cavaliere", lo minacciò il guerriero titano, lanciandosi contro il nemico. Kano evitò l’attacco, poi con il braccio destro bloccò la mano del nemico, "Ruota del Pavone", urlò in seguito il santo d’argento.

Il guerriero titano fu sollevato in aria di alcuni passi da una serie di pugni lanciati alla velocità del suono, i colpi inizialmente sembrarono non aver alcun effetto sull’avversario del santo d’argento, "Vedrò di aumentare la velocità", affermò Kano, mentre l’occhio sulla sua fronte iniziò ad illuminarsi.

I pugni raggiunsero la velocità della luce, finché un pugno singolo non lo investì in pieno volto, quando ormai l’elmo era caduto, mostrando il volto inespressivi del guerriero.

Il corpo ormai morente e dilaniato dai pugni del soldato semplice dalle vestigia bianche volò vicino a quello del guerriero che Kram aveva ucciso.

"Bene, bravi, sapete combattere dunque?", li schernì Dione.

"Si, loro sanno combattere ed anche noi", urlò Dao della Balena, prima di espandere il suo cosmo.

"Lascialo a me Laios", affermò il santo d’argento della Balena, rivolgendosi all’amico, "Cetus crash", urlò, mentre una forte corrente lo sollevava in aria.

Dao, proprio come un missile, si gettò contro il nemico alla velocità del suono.

Dione lo bloccò semplicemente con le mani, "Ti consiglierei di deviare bersaglio", affermò il titano prima di lanciarlo contro una parete rocciosa, dove Dao frantumò la sua corona.

"Hercule’s punch", urlò allora Laios, scatenando un potente tornado dal suo montante. Il titano però riuscì ad annullare quel tornado semplicemente aprendo la mano destra.

"Volete provare voi tre?", chiese agli altri santi d’argento, senza curarsi delle affermazioni di sfida del santo di Ercole, che tentò di colpirlo con un pugno, che il semidio cieco evitò con un semplice movimento, per poi buttare a terra l’avversario con una proiezione propria del judo.

"Allora, voi tre?", chiese nuovamente Dione ai santi d’argento ancora in piedi.

"Nucleo di meteora incandescente", urlò Kram, gettandosi di scatto contro l’avversario cieco. Il titano bloccò il corpo incandescente del santo con le sole mani e, come già fatto con Dao, lo gettò contro una parete rocciosa, frantumandogli una spalliera.

"Diamond Dust", invocò allora Xael, ma la sua fredda polvere di diamanti non ebbe alcun effetto sulle vestigia del padrone degli occhi spirituali, che non si curò nemmeno di lui.

Kano allora espanse il suo cosmo e creò una sfera di energia concentrata fra le sue mani, "Abbraccio dell’Oriente", urlò il santo del Pavone, mentre la sfera si scagliava contro Dione, che però la bloccò con una sola mano, annullandola con facilità.

"Avete qualche altra idea cavalieri? O posso attaccare io?", chiese allora il titano con la voce un po’ annoiata.

"Combiniamo i nostri attacchi, cavalieri", propose Kram di Orione, rialzandosi.

I cosmi dei cinque esplosero fino ai limiti del sesto senso, "Interessante", furono le uniche parole di Dione, nel percepire i cosmi avversari.