Platinum Saints: I Cavalieri dello Zodiaco Cinese

Una fanfic di Andromeda La Notte

Chapter 14: Le lacrime di Flegias.


NB: Questo capitolo e' stato scritto a quattro mani con Kanon di Pavone, che ne ha curato l'ossatura, specialmente nelle parti di azione pura. Grazie!!


Flegias era infine tornato al tempio del Cinghiale Furioso. Il Cavaliere di Platino aveva corso ininterrottamente una corsa senza pari, in cui nemmeno la sua cinghiala Cromo era riuscita a stargli dietro. Là Flegias temporeggiò, proprio sulla porta posteriore del proprio tempio, preoccupato che colui che lì era stato rimandato da Corinto della Capra avesse già trovato il talismano di cui era custode.

Durante quella breve attesa e già prima per tutta la sua corsa, il Tenente aveva percepito l’evolversi dell’epica lotta avvenuta nel tempio della Capra, lotta che sembrava ora cessata, dopo che il cosmo stesso di Carola aveva cambiato la sua natura, tingendosi dapprima d’ira furente, per poi esplodere ed infine quietarsi.

Il Tenente entrò poi nel proprio tempio, attraversò con passo svelto la piccola sala e le robuste colonne circondate dalle erbe selvatiche a lui così note, finché non si ritrovò dinanzi il suo nemico, ricoperto dalle nuove vestigia del Dragone del Madagascar, che gli dava le spalle.

- Ti aspettavo, Flegias del Cinghiale, come mai ci hai messo tanto?- domandò Shiryu di Dragon, non senza una punta di sarcasmo.

Flegias osservò con attenzione la nuova armatura del suo avversario, un’opera d’arte i cui perfezionamenti, rispetto al Dragone di Smeraldo, erano sì vaghi nelle forme - che splendevano adesso di un non so che di barocco - ma che di certo ne avevano alterato di gran lunga le potenzialità. Un particolare, però, risaltò subito agli occhi del Tenente di Platino: lo scudo, ora più piccolo, appena sarebbe bastato a coprire il braccio sinistro del suo avversario; per un attimo, Flegias quasi si abbandono al pensiero che quella nuova arma difensiva non avrebbe mai potuto reggere alla potenza dei colpi del Cinghiale di Mekar.

- Risparmiami le tue battute di spirito, cavaliere di Athena; sono ben più curioso di capire se, oltre all’ironia ed a nuove vestigia, ti è rinata anche la forza di opporti a me – osservò il Tenente – Perkè, se così non fosse, questo bosco di pietra sarà il luogo della tua ultima battaglia! Qui perderai la vita, che per ben due volte ti fu risparmiata! – concluse poi, preparandosi all’attacco.

Il cosmo di Flegias esplose con terribile veemenza, una furia guerriera sembrava pervadere le membra del cavaliere di platino, quasi come se qualche arcano nume lo avesse dotato della propria forza belligerante e questa, come un abito che calza troppo grande, stesse espandendosi, allargandosi a dismisura. Tale furia - suppose lo stesso Shiryu - doveva essere stata causata dalla rabbia provocata dalla completa sconfitta subita per mano di Corinto, più ancora che dal suo tradimento.

- Dragone, è arrivato per te il momento di cozzare il muso contro il freddo muro della realtà e sopprattuto contro queste mie ZANNE DELLA FOLGORE!!!

Dopo aver tuonato il nome del proprio colpo e scatenato i potenti fendenti d’energia semi-circolare, Flegias rimase ad osservare l’impatto con cui rovinosamente il Dragone si sarebbe ritrovato al suolo, di nuovo ferito, stavolta senza opportunità di scampo alcuna... ma tutto ciò non avvenne... e con grande stupore del Tenente. Shiryu non solo evitò le Zanne della Folgore, ma riuscì persino a scomparire, movendosi ad una velocità irreale.

Flegias, però, sentì una presenza raggiungerlo dalla destra; non poteva che trattarsi del suo nemico, che di certo era pronto a colpirlo, come lui aveva fatto all’inizio del precedente scontro.
Voltatosi, però, il Tenente trovò dinanzi a se Cromo, la sua cinghiala, che volava veloce come un proiettile costretta da una forza superiore, e la prese al volo fra le sue ampie braccia.

- Sono qui!

Con queste parole, Shiryu si presentò alla sinistra di Flegias, colpendolo con un portentoso calcio al volto che fece cadere al suolo il Tenente di Platino, costringendolo ad allontanarsi di alcuni passi.

- La Telecinesi, questa è la prima lezione che il saggio Corinto mi ha trasmesso... prima e non ultima! A ben altre sorprese ti devi preparare, Flegias del Cinghiale, oppure, se non vuoi rischiare oltre la vita, cedi spontaneamente il riconoscimento di cui sei custode e permettimi di andare avanti! – concluse il cavaliere sacro ad Atena, mentre l’immagine meastosa del Dragone Nascente si colorava addirittura sulla superficie dello schienale della sua nuova armatura.

- Cavaliere d’Athena... – balbettò Flegias, rialzandosi in piedi.

Shiryu stavolta non rispose, guardò semplicemente il suo eccelso avversario dalle bianche vestigia di Platino ed a Flegias sembrò che gli occhi del Santo del Dragone brillassero di una luce dorata, luce che lo fulminò prima ancora che una pressione innaturale lo gettasse contro una colonna di pietra, frantumandola.

- Non sei più nemico che può darmi noie, Flegias del Cinghiale. Abbi coscienza del diverso potere con cui ti affronto e sappi accettare la sconfitta! – suggerì allora il cavaliere sacro ad Atena

- Corinto ti ha insegnato bene, sei di certo un abile utilizzatore dei poteri della telecinesi, ma ricorda che tu non sei il Capitano della Capra! Contro di te non avrò problemi a superare sì fatte difese, mostrandoti il difetto maggiore di questa nuova tecnica di lotta di cui sembri andare tanto fiero – lo ammonì Flegias – Andiamo, Cromo! – esclamò poi, rivolgendosi all’amata bestia, che già si era preparata nella posizione di carica.

- Conosco già quella mossa, e così come la precedente, contro un saint degno di questo nome un colpo non può funzionare una seconda volta – cercò di avvisare Shiryu, ma invano, giacché il suo nemico era già partito nel vorticoso attacco di cui era padrone.

- DOPPIA ZANNA DI DIAMANTE! – aveva già urlato, nel caricare l’avversario.

Shiryu bloccò Cromo con la forza della mente che da poco aveva appreso, ma era troppo tardi! L’esca era stata tirata ed il cavaliere del Dragone aveva abboccato con facilità, poiché l’assalto iniziale della selvatica cinghiala aveva proprio lo scopo di distrarlo; questo affinché Flegias, con tutta la feroce potenza della propria roteazione, fosse libero di investirlo.

L’impatto vi era stato, il corpo di Shiryu era stato travolto dalla furia delle Zanne del Cinghiale di Platino; di questo il Tenente fu certo. Non vide, però, il suo nemico volare al suolo, bensì qualcosa lo raggiunse, come un fascio di luce verde smeraldo, passandogli accanto a velocità innaturale, producendo un taglio sul suo volto e costringendolo peraltro a voltarsi per non essere decapitato; questo poco prima che un’altra ginocchiata di Shiryu lo gettasse di nuovo, rovinosamente, al suolo.

Con un movimento rapido e furioso, Flegias si rimise in piedi, osservando il nemico che si ergeva quieto sopra di lui…

- Tutto ciò... non è possibile.. Come hai superato la potenza delle Zanne di Diamante? Quale trucco diabolico hai adoperato?? – chiese allibito il Tenente di Platino

- Non si tratta di trucco nè di un dono di Corinto.. Il dono, Tenente, mi viene da Shura, cavaliere d’Oro di Capricorn, che nel salvarmi la vita dalla furie delle stelle a me donò Excalibur! Un’arma che tu hai prima sottovalutato e che ora dovrai riconsiderare, perchè adesso non vi è più imperfezione alcuna sulla sua lama e ferma è la presa con cui la impugno. E’ su Excalibur che la tua zanna di diamante ha cozzato, su di essa si è infranto il suo taglio... – replicò Shiryu - E’ non è finita qui.. – disse il cavaliere sollevando il braccio sinistro, su cui troneggiava il piccolo scudo del Dragone. – In Dragone, ambe le braccia sono mortali!

- Ebbene? Cosa dovrei riconsiderare? Forse quello scudo? Devo dunque aspettarmi che qualche bestia mitologica ne venga fuori?? – domandò con tono nervoso il Tenente di Platino.

- Più o meno.. - Shiryu accennò un sorriso – Osserva – gli disse semplicemente, prima di muovere il braccio contro il nemico da una distanza che non avrebbe permesso di certo di lanciare un semplice pugno per raggiungerlo.

Accadde però l’inaspettato davanti agli occhi di Flegias: lo scudo si mosse, iniziando a srotolarsi, come se una corda fosse stata legata intorno ad un asse oppure, come meglio notò il Tenente dopo alcuni attimi, come se un serpente si fosse disposto intorno al braccio del cavaliere; non si trattava però di serpe, bensì di un piccolo Drago, di cui ben presto l’essere di Mekar distinse la testa, una testa che minacciosa e ruggente si gettò contro di lui.
Solo l’estrema velocità del Tenente di Platino evitò che l’arma lo colpisse; questa si rivelò poi essere una lancia dalla lama simile ad una testa di drago.

- Il mio scudo è adesso un vero e proprio drago che riposa sul mio braccio e che riesco a muovere come meglio preferisco; questo è un altro dei doni che mi ha dato Corinto, un’arma che può servire per difendere, ma anche per offendere come una lancia, o per evitare gli assalti come frusta, che tiene lontani gli avversari e i pericoli. – spiegò, ritraendo la magnifica creazione del Capitano della Capra.

- Come ti ho già detto, cavaliere, tu non sei Corinto della Capra. Non sperare di battermi con altrettanta facilità! – lo ammonì Flegias, mentre sollevava il braccio sinistro sopra il capo, portando il destro dinanzi al petto.

- Che posizione è mai quella? – domandò Shiryu, stupito.

- L’ultimo segreto del Cinghiale Furioso, un colpo dalla potenza devastante – rispose il Tenente di Platino

- Non ti darò il tempo di utilizzarlo! – urlò il cavaliere sacro ad Atena, ben conscio di stare rischiando un colpo nuovo, sicuramente ancora piu’ letale. – COLPO SEGRETO DEL DRAGO NASCENTE! – invocò poi, scatenando il drago furioso del monte Ro, che tante vittorie gia’ gli aveva portato.

Flegias bloccò con estrema facilità quel colpo che, essendo stato lanciato senza grande concentrazione, non era incrementato da molta forza; si rimise poi nella medesima posizione di prima.

- Furioso cinghiale di platino, che devasti con la tua corsa e con essa, dove passi, porti il niente e la devastazione, incendia con la scintilla dell’ira le zanne della Folgore Bianca e manifesta, nel fuoco stellare, la fiamma divina che ti e’ propria... ZANNE DI FUOCO FURENTE! – tuonò Flegias in un orgasmo di energia, mentre le braccia venivano circondate da una caldissima e fiammeggiante forza cosmica, la stessa che durante il primo scontro si era accesa negli occhi del Tenente, la stessa che ora si dirigeva contro Shiryu e sembrava volverlo arpionare.

Il Cavaliere del Dragone vide due gigantesche zanne infuocate che gli correvano incontro, come un’ombra rossa che tutto sormonta soffocando l’aria circostante ed incenerendo tutto ciò che si trovi a passare sulla sua traiettoria; a quell’ombra Shiryu si sarebbe voluto sottrarre, pronto a spostarsi con la telecinesi ma, inaspettatamente, non vi riuscì. La velocità della sua mente risultò minore di quella prodotta dall’attacco, una velocità innaturale e divina, paragonabile solo alla potenza di quel colpo.

Shiryu fu travolto dall’attacco, le vestigia del Dragone del Madagascar cozzarono contro l’immensa fiamma a forma di zanne mentre, insieme al loro portatore, venivano gettate indietro, frantumando un intero colonnato laterale e parte del muro circostante.

Flegias osservò l’esito del suo colpo brutale, mentre la fiamma cosmica si abbassava intorno a lui; il terreno era segnato da un profondo valico, simile all’esito di un terremoto dall’elevata potenza. Il suo nemico giaceva inerte al suolo, sanguinante da quasi tutto il corpo, se non in pochi punti coperti dall’armatura.

- Hai osato troppo, Dragone... Sei stato arrogante. Il tuo spirito non ha dato nuova forza al tuo corpo e nemmeno gli allenamenti ricevuti da Corinto ti sono stati sufficienti. Ora addio, Dragone, che le verdi erbe del mio bosco di pietra ti siano di degna sepoltura. – concluse Flegias, indietreggiando.

Un colpo di tosse, umido di sangue, fermò i passi del Tenente di Platino, il suo nemico era ancora vivo.

- Vuoi ancora rialzarti.. Sei tenace. Questa volta no, Shiryu di Dragon.. stavolta ti finirò, affinché tu non possa più disturbare la sofferta pace che risiede nel mio tempio. – avvisò Flegias, avvicinandosi al nemico, prima che un’entità cosmica apparisse vicino a lui.

D’un tratto qualcosa arresto il Tenente.

- Ti ho già detto di starmi vicina, Shunrei! Ho sentito il cosmo di Sh… - stava affermando una voce, prima che due figure si fermassero dinanzi alla scena che era apparsa ora dinnanzi a loro.

I due videro Shiryu a terra, con un’armatura leggermente diversa dalla precedente e vicino a lui una figura di modesta altezza, coperta da delle bellissime vestigia di Platino che ne nascondevano per intero il corpo.

- Shiryu! – gridò Shunrei.

Flegias si voltò quando sentì le voci e vide apparire una fanciulla che vestiva in abiti orientali e dai lineamenti molto semplici e, vicino a lei, un ragazzino in armatura d’oro. Alla vista della ragazza, il cavaliere ebbe istintivamente un brivido che gli percorse per intero la spina dorsale.

- Voi chi siete? – domandò poi, rivolgendosi ai due. – E cosa vi porta nel tempio del Cinghiale Furioso, qui a Mekar?

- Sono Kiki dell’Ariete, cavaliere d’oro sacro ad Athena ed amico del guerriero che tu hai atterrato. – esordì il fratello minore di Mur.

- Cavaliere! – grido’ Shunrei, ormai in lacrime – Non uccidere Shiryu, te ne prego!

- Altri servitori di Athena.. quale inutile spreco di forze sta compiendo questa dea. Manda ora le ragazze ed i bambini a combatterci? Sappiate che vi eliminerò se non ve ne andrete subito! – sentenziò il Tenente.

- Sei uno dei nostri nemici, vero? Uno dei responsabili di questa lotta e di ciò che è successo a Shunrei, giusto? – esclamò Kiki, espandendo il suo cosmo, pari ormai a quello degli abili cavalieri d’oro di Atene che un tempo avevano affrontato la minaccia di Hades.

- Io sono Flegias del Cinghiale, Tenente della Platinum Army. – tuonò con voce decisa il guerriero del Mekar

- E io sono Kiki di Aries, fratello minore del Grande Mur del Jamir. Come puoi pensare che io possa andarmene a missione incompiuta e lasciando qui un amico ferito?? Sono giovane ma non vigliacco! – tagliò corto Kiki, preparandosi ad attaccare.

- Hai preso la tua decisione, ragazzo. Ora dovrai sostenerne le conseguenze... – sussurrò fra se Flegias, mentre il nemico stava per attaccare. Cromo, nel frattempo, continuava a scalpitare, in attesa degli ordini del suo padrone. La battaglia era imminente, la cinghiala poteva avvertire che del sangue sarebbe stato versato. Se fosse stato quello di Kiki, Cromo ne avrebbe grottamente brindato.

- STARDUST REVOLUTION! – tuonò il cavaliere d’oro, scatenando la stessa fatale polvere di stelle che già il Grande Mur aveva appreso dal suo maestro Sion.

Flegias sollevò semplicemente la mano ed anche questo attacco, come già la furia del Drago Nascente prima, si quietò dinanzi all’estrema potenza del Tenente di Platino.

- Come Dragone prima di te anche tu, ragazzino, sei bravo a parole, ma scarsino a fatti. – osservò beffardo Flegias, sollevando le braccia.

- ZANNE DELLA FOLGORE! – tuonò a quel punto il Tenente.

- CRYSTAL WALL! – replicò prontamente il novello cavaliere d’Ariete.

Il potente muro di cristallo, la difesa che tutti i cavalieri d’oro dell’era passata avevano invidiato al grande Mur, si eresse, disponendosi di fronte a Kiki e Shunrei ed impedendo che la potenza offensiva di Flegias li investisse. Cio’ sbalordi’ alquanto lo stesso cavaliere di Platino.

- La tua virtù difensiva sembra di molto superiore a quella offensiva, ti faccio i miei complimenti. Spero comunque che tu non pensi che le mie capacità d’attacco si esauriscano con le semplici Zanne della Folgore... Volevo solo darti un piccolo assaggio della mia vera potenza, che fende indistintamente l’etere e la roccia in virtù di una lama tagliente come la punta di un diamante. – avvisò con decisione Flegias. – Cromo! – gridò poi, rivolgendosi alla cinghiala che si avvicinò al suo padrone, pronta ad entrare alla carica.

- Shunrei, allontanati. – sussurrò semplicemente Kiki – Vieni pure, cavaliere! Non oltrepasserai mai questo muro di cristallo!

-Tutto inutile – replicò criticamente Flegias – DOPPIA ZANNA DI DIAMANTE! – urlò poi.

Cromo si lanciò per prima contro il muro di cristallo, subendo su se stessa la potenza innaturale del proprio attacco, ma lasciando così via libera al suo padrone, che con estrema facilità frantumò la superba difesa, ormai compromessa, e travolse il nemico gettandolo in aria, per poi vederlo schiantarsi al suolo.

"Qualcosa in questo ragazzino non mi convince.. E’ quasi come se la sua natura cosmica.. mi fosse in qualche modo familiare.." Flegias ebbe allora una fervida ed inquietante sensazione di dejá-vu; riscotendosi, si disse "Non ho tempo da destinare alle sensazioni. Tevo portare a termine questo scontro, ed il prima possibile."

- Non ti lascerò il tempo di rialzarti, Ariete... – proruppe quindi - ...nè di certo quello per attingere a nuove risorse. Sei pur sempre un Gold Saint; alla fine dei conti non ti devo alcun favoritismo. Ne va dell’onore dei cavalieri d’Oro. – Chinò quindi le zanne ricurve del suo pugno verso il volto di Kiki.

Qui il Tenente si bloccò o meglio, come riuscì a capire pochi attimi dopo, fu bloccato. Era come se delle catene invisibili lo trattenessero, impedendo che le sue braccia calassero sul corpo stremato del giovane cavaliere dell’Ariete. Chi poteva essere stato? Athena? Corinto? No, Flegias non sentiva alcun cosmo lontano a bloccarlo. Eppure una presenza lo stava intorpidendo... Una presenza che però non aveva ombra alcuna di forza offensiva, una presenza che – Quale sgomento! - veniva dalle sue spalle!

Al che Flegias si voltò di scatto e fu sbalordito da ciò che vide: la giovane ragazza cinese era in ginocchio, stava pregando il Dio dei cristiani affinché il suo pugno si fermasse... ma non era la potente divinità monoteista a trattenere il pugno del Tenente di Platino... Almeno, non solo.

- Shunrei, scappa! – urlò Kiki, alzando debolmente il capo, mentre il cavaliere del Cinghiale si allontanava da lui, diretto verso la ragazza.

- Flegias del Cinghiale, non osare!!! – grido’ con rabbia Shiryu di Dragon, appena ripresosi.

- Taci, Cavaliere del Dragone, ed osservala bene – ordinò il Tenente – non noti qualcosa? Forse prima non ne eri capace, ma adesso i tuoi sensi sono stati affinati dall’addestramento di Corinto... dovresti percepirlo anche tu, o sei forse cieco ad un cosmo del genere? – domandò Flegias.

Shiryu dapprima non capiva di cosa parlasse il suo nemico ma poi, acuendo fino allo stremo i suoi sensi, il cavaliere di Atena capì - riuscì a sentire il microcosmo di un abitante del Mekar, una presenza così potente, ma quieta al contempo... e fu sbalordito nello scoprirne la fonte in Shunrei.

- Shunrei, ha un cosmo di platino? – balbettò il Cavaliere del Dragone.
- Possibile... – sussurro’ Kiki. - ... che Shunrei sia uno dei dodici Platinum Saint??
- Com’è possibile, lei che con me è cresciuta sui cinque Picchi che costeggiano la cascata del Goro-Ho ha un potere simile, senza che il venerando maestro se ne sia mai accorto? E perchè si tratta di un cosmo di platino?– si chiese Shiryu, prima di posare lo sguardo, e con ancora più stupore, su Flegias, i cui occhi erano adesso ricolmi di lacrime.

- No, non è un cavaliere di platino... Goro-Ho, hai detto? Quindi è proprio così, non ci sono dubbi. E’ lei, la piccola figlia di Yuling... – sussurrò singhiozzante il Tenente di Platino.

Shunrei aprì gli occhi, sbalordita da quelle parole:

- Yuling? Che dici? – domandò la giovane, confusa e tremante.

- Yuling... era tua madre.. tua madre! – rispose con voce soffocata il Tenente.

- Di cosa stai parlando, Flegias? – domandò affaticato Shiryu, cercando di rialzarsi.

Il Cavaliere di Platino lo guardò con occhi lacrimanti, rivolgendo poi il suo sguardo verso la giovane ed iniziò il suo racconto:

- Sono storie vecchie di venti e più anni, cavaliere! A quei tempi, per capriccio o voglia di trasgredire, uno dei dodici cavalieri supremi della Folgore Bianca scese sulla terra, lasciando il Mekar e recandosi fra i mortali in una piccola città nei pressi di Shangai.
Il cavaliere si scelse un falso nome, il nome di Xuang Fu Hye, e visse per alcuni mesi nel piccolo paese, curiosando le abitudini ed i costumi delle genti... finché il guerriero non incontrò una creatura che avrebbe per sempre cambiato la sua vita, una creatura talmente stupenda da fare gelosia alle vestali di Venere, se non alla Dea stessa. Lei era bellissima, Shunrei, aveva i tuoi stessi occhi dolci come mandorle e la pella liscia come petali di ciliegio... il suo nome era Yuling Han, figlia di un pescatore.. Il guerriero la vide un giorno, mentre passeggiava sulla spiagga assolata.

Per un attimo, Flegias si interruppe per la troppa commozione. Poi, non senza fatica, riprese.

- I cavalieri di platino sono guerrieri dalla natura celeste, hanno la forza di migliaia di uomini e decine di Dei ma, stranamente, quel cavaliere quasi non aveva il coraggio di presentarsi alla bella Yuling; il suo sorriso lo aveva accecato, nello stesso momento in cui l'aveva vista. Ben presto, complice Cupido il sadico, tra i due scoppiò l’amore, un amore sincero e puro che ben presto si sviluppò in te, Shunrei... – Sul volto di Flegias si dipinse per un attimo un sorriso malinconico; subito dopo, il suo volto tornò ad oscurarsi. E riprese.. – Ma quel gesto... quel disperdere il celeste seme del Mekar nel mondo degli uomini, fu preso come oltraggio dal diretto superiore del cavaliere, che gli ordinò di abbandonarla. Lui non potè però farlo! Malgrado tutto, non aveva abbastanza coraggio di commettere un simile gesto e quindi decise di scappare con Yuling, di condurla in un posto lontano dalla vista degli uomini e da quella degli abitanti del Mekar. La loro corsa si concluse nei pressi di Goro–Ho – dove i due giovani amanti si erano recati per invocare la protezione dell’unico uomo sulla terra a sapere di Mekar, l’anziano Maestro Doko della Bilancia...

- Il Maestro.. allora lui sapeva.

- Purtroppo, anche lì l'intransigente comandante trovò la coppia. Bastarono poche parole, un ordine secco e deciso ed il cavaliere fu costretto a lasciare lì l’amata e la bambina nata da pochi mesi. Ma, pochi attimi prima che il cavaliere scomparisse in una nuvola di fumo, sentì un urlo e si voltò. Yuling era caduta, colpita a morte. E lui non potè fare nulla per salvarla..

I tre ascoltatori erano attoniti.

- Quel cavaliere... quel guerriero sfortunato... ero io. E tu, piccola, sei Ling Fu Hye, mia figlia! – concluse Flegias, mentre cadeva sulle sue stesse ginocchia.
- Padre! – balbettò Shunrei, tendendo le mani al guerriero. – Per tutto questo tempo...
- Ling! Non osavo sperarti ancora viva!– replicò Flegias, stringendola a se.

Pochi minuti i due passarono piangendo, ma il loro incontro fu fermato dai passi di Shiryu, che già si rialzava, guardando cupo i due familiari ritrovatisi. Un trabocco di emozioni provocò quindi la perdita di sensi a Shunrei. Flegias, padre sognante, la resse amorevolmente e la appoggiò ad una colonna. Cromo, ripresasi, si avvicinò a lei e, odoratane la scia cosmica, le si accucciò vicino, quasi teneramente. Shiryu e Kiki, alla scena, si sentirono chiudere un nodo alla gola. Shunrei poteva dunque intenerire perfino una feroce belva sacra..

- Cavaliere del Cinghiale... Tutto ciò non può essere frutto di semplice caso.. Il fato crudele che un giorno vi aveva separati, adesso vi ha riportarti insieme.. Non temere, tua figlia non è cresciuta nel dolore e nella solitudine.. Il mio anziano Maestro, Doko della Bilancia, trovò Shunrei, probabilmente subito dopo che quella tragedia si era consumata, e la crebbe, e con lei crebbe me, con l'amore e le premure di vero padre. Dopo la morte del Maestro, tua figlia è la mia unica e vera famiglia! E’ lei la ragazza che è stata attaccata dai Platinum Saint tuoi colleghi, è lei colei che volevo vendicare.. Ma adesso è qui, è ancora viva ed ha ritrovato suo padre, che la credeva perduta. Ed ora Flegias, per Shunrei, in nome suo, io ti chiedo di cedermi il riconoscimento, te ne prego! Ne va della salvezza della terra! – sussurrò allora il Cavaliere di Athena.

Quelle parole fermarono il pianto del Tenente, che subito si voltò.

- Io non credo proprio. Semmai ne va della sua distruzione...

- A cosa alludi?

Flegias esitò. La sua bocca quasi si cucì, di scatto. E riprese... - Non posso, Shiryu, per quanto adesso sarei pronto a farlo, per amore di mia figlia, non posso. Già una volta l’abbandonare i miei doveri di Tenente mi costrinse a perdere la vita di una persona cara! Non posso rischiare che i miei superiori si vendichino su Shunrei. Quando puoi provocare dolore eterno, perkè uccidere? Questa è la filosofia che impera qui! I sentimentalismi non sono tollerati a Mekar! – concluse Flegias.

- E’ filosofia di folli! – sbottò quindi Dragone; poi, rassegnatosi, riprese. – In questo caso dovremo concludere la nostra lotta, utilizzando i colpi migliori di cui siamo padroni.

Flegias chinò il capo e si allontanò dalla figlia.

- Cavaliere di Ariete, sei in grado di alzarti? – chiese il Tenente, rivolgendosi a Kiki.

- Sì. – rispose questi.

- Bene, allora portati vicino a mia figlia e difendi te e lei dallo scontro dei nostri colpi... specialmente dal mio. – avvisò Flegias, riprendendo la posa del suo colpo migliore.

- Sì, Kiki! Difendi te e Shunrei, poiché sto per mostrare a Flegias un altro dei doni che mi ha fatto Corinto. E questa volta non si tratta di trucchi o facezie. – concordò Shiryu, mentre sollevava le braccia sopra il capo.

Kiki si fermò un attimo, intimorito dalla posa aggressiva che Cromo aveva assunto, che veniva ancor più accentuata dalle protezioni di platino indossate dalla cinghiala.

- Non temere.. Cromo non ti attaccherà. Anzi.. fammi il piacere di proteggere anche lei col tuo muro di cristallo. Non voglio che la mia unica amica perisca di mia stessa mano.

Kiki annuì.

Rivolgendo nuovamente lo sguardo verso Shiryu, il Tenente di Platino vide le braccia del cavaliere roteare, creando un cerchio, per poi congiungersi dinanzi al suo petto; i palmi si unirono e le dita si aprirono quasi a rappresentare una bocca, mentre lo scudo di Drago si apriva, lasciando scivolare la testa della bestia mitica sulla mano destra, che sormontava la sinistra.
Solo allora Flegias capì che le mani così congiunte ricordavano la testa di un drago, qualcosa che gli era già noto, un colpo che aveva già visto e che, se lanciato all'apice della sua potenza, non sarebbe mai stato in grado di fronteggiare.

- Quello... Non puoi usarlo! Non è un tuo colpo quello, non un attacco che mani umane possa liberare! Quella è una tecnica del mio Supremo Comandante, il Drago Celeste! – tuonò stupito il Tenente di Platino.


– Sono felice di non aver avuto abbastanza forza da ucciderti – concluse, lasciando cadere accanto a lui un pugno d’Erba D’Artemide.

 

 

Flegias gli rispose semplicemente - Il Colonnello del Bufalo – vedendo poi il suo nemico allontanarsi insieme al giovane cavaliere d’oro.

Shiryu abbandonava così il tempio del Cinghiale, insieme a Kiki, conscio di lasciare dietro se Shunrei con la sua gioia e di stare correndo verso la causa del suo dolore.



Alcuni minuti dopo, Shunrei si svegliò tra le braccia del padre. Argomento della sua prima interrogazione fu, non sorprendentemente, Shiryu. Flegias la rassicurò subito riguardo la sorte del cavaliere.

- Padre... – disse Shunrei. – Se voi aveste ucciso Shiryu.. io ne sarei morta.

- Lo so.. Lo so sin da quando ho notato il primo sguardo tra voi due. Ed è per questo, cara Ling, che ho trattenuto le zanne di fuoco. Non avevo la minima intenzione di macchiarmi del sangue del mio futuro genero. – le disse Flegias, prima di abbracciarla.

- Papà!

E rimasero così, abbracciati l’uno all’altra per un intervallo di tempo che non conosceva misure umane. Ma anche lì, in un posto sconosciuto anche agli Dei stessi ed a cavallo tra due dimensioni, all’interno di un bosco di pietra e con accanto un cinghiale un tempo furioso ed ora mansueto come un agnello, con una minaccia apocalittica che aggettava sul loro destino... anche in tali frangenti, furono solo, e per la prima volta, un padre premuroso ed una figlia devota. E Flegias pianse, ancora una volta, calde lacrime di commozione...