Saettando in ogni direzione, Carola e Shaina avevano iniziato il loro scontro senza troppi convenevoli. Dopotutto, il cuore di Carola bruciava di rabbia ardente. Si sentiva umiliata per non aver potuto concludere in un solo round la lotta con Shaina e, al contempo, tradita nell’onore dagli atti di Corinto contro il quale (e questo le faceva male in particolar modo) non aveva potuto fare nulla. Il suo animo di donna orgogliosa era alfine venuto fuori, dell’eleganza della Hare Saint rimaneva poco. Il suo modo di lottare, adesso, aveva un certo che d’animalesco.
Shaina, dal canto suo, era desiderosa di mettere in pratica gli insegnamenti dell’ormai ex-Capitano della Platinum Army. Voleva macchiare l’onta della sconfitta passata in ogni modo, anche col sangue dell’avversaria, nel caso in cui ce ne fosse stato il bisogno. A differenza di Carola, però, non era rancore o spinta omicida a muoverla. Semplice onore di una sacerdotessa-guerriero d’Atene.
Mentre le due belle avversarie si affrontavano, Corinto guardava, col solito fare distaccato, lo scontro. L’energia sprigionata dal cozzarsi di pugni e calci delle guerriere aveva reso l’aria all’interno dell’Oasi della Capra rovente. I colpi delle combattenti andati a vuoto si infrangevano contro le colonne, la pavimentazione e le rastremazioni del tempio. Il livello dello scontro era alto, potenzialmente mortale ed egli lo sapeva.
"Compi il tuo dovere, Shaina". Questo l’unico pensiero del Platinum Saint. Questo l’unico suo augurio.
- Shaina! La prima volta, l’attacco del Megathon Punch ti ha risparmiato. Adesso farò in modo che la cosa non si ripeta più!
- Non aspetto altro, Carola!
Carola accese il suo cosmo che, passato dal platino ad un rosa scuro, si concentrò sui guantoni dell’affascinante Tenente.
- Pugno megatone, tu per cui l’Everest è men che biglia di vetro, entra in azione, nel segno della Lepre! Frantuma quest’incosciente, mandando in pezzi anche l’anima sua, in modo che nessuno mai possa rimetterli insieme!
Il primo dei pugni di Carola partì e raggiunse il suolo sotto i piedi di Shaina. In un frastuono, la Silver Saint venne ancora una volta travolta dall’onda d’urto scatenatasi ma, a differenza della scorsa, riuscì a riposizionarsi con un balzo ed un veloce avvitamento e, soprattutto, senza perdere la guardia. Carola le balzò quindi addosso, mirando minacciosamente alla sua testa con l’altro pugno, in cui ancora era attiva l’energia cosmica.
- Questo, cavaliere, è il mio micidiale destro!
- E queste... – le rispose Shaina. - .. sono le zanne del cobra!
Carola, noncurante delle parole della nemica, la caricò col suo pugno ma il globo del suo Megathon Punch non trovò resistenza alcuna, finendo per uscire dalla casa della Capra, aprendosi uno spazio tra le colonne che furono sbriciolate come
grissini. Nel girarsi, sebbene già si fosse resa conto di aver fatto cilecca, il vedere Shaina perfettamente incolume la mandò su tutte le furie.
- Io non mi scalderei tanto, se fossi in te. – continuò Shaina, sempre
dandole le spalle. – Con la rabbia, la circolazione del sangue aumenta ed un veleno in circolo raggiunge il cuore più velocemente.
- Veleno? Cosa blateri, strega??
- Guarda la tua spalla destra.
Carola fece quanto consigliatele e si ritrovò due minuscoli fori, in una parte non coperta dall’armatura. Nel momento in cui si rese conto di essere stata colpita, la testa inizi a dolerle.
- E questi cosa sono?
- Sono i segni lasciati dalle zanne del cobra sulla tua spalla, Tenente. I segni che testimoniano la tua sconfitta.
- Cosa mi hai fatto, vipera?!?
- Hai subito il morso del Cobra Reale. Detto anche Cobra dagli Occhiali, è il più lungo serpente velenoso della terra. L’Ofiuco, superbo Serpentario della costellazione che mi e’ propria, mi fa ormai padroneggiare il suo temibile veleno. Adesso, ora che quelle zanne spietate hanno penetrato la tua carne, ora che la Mietitrice di Fiele, la mia nuova armatura, potenzia il mio cosmo, non può più sussistere nessun confronto tra noi due.
- Non basterebbe il veleno di un lago di serpi a fermare il passo fiero di Carola della..
Mentre diceva ciò, Carola cadde in ginocchio, improvvisamente colta da un malore poco promettente. La fronte iniziò a sudarle, il cuore a battere irregolarmente, la vista le si annebbiò e cominciò a perdere i contatti col suo sistema nervoso.
- Carola, è in mio potere fermare l’effetto di quel veleno. Sei ancora in tempo. Cedimi il riconoscimento! Per te, la sconfitta è ormai inevitabile, devi ammetterlo.
- Tieni a freno la lingua, Shaina! Dimentichi forse che sono un cavaliere di platino?!? Pensi che basti del semplice veleno a mettermi fuori gioco? No, sacerdotessa! Fosse anche l’ultima cosa che faccio, ti dimostrerò la mia superiorità, riducendoti a finissima sabbia nel deserto freddo della tua disfatta!
Sul pugno chiuso del Tenente, collassò ancora una volta l’energia del Megathon Punch; al che, Carola punto il suo braccio verso l’alto e vece partire il colpo verso la stessa direzione. La sfera energetica si infrase contro il soffitto del Tempio della Capra, mandandolo in frantumi.
- Il cielo è chiaro, sopra di me, ed il sole arrogante, anche dalle altezze invidiabili a cui si trova, non mi mette in soggezione. Irriderò ancora una volta quelle distanze celesti, saltando fin oltre la stella sfolgorante che fa da chiave d’esistenza a questo pianeta! E’ il momento di ripetere lo Sparkling Jackpot!
- Carola, usi di nuovo il tuo colpo migliore.
- Sì, e questa volta Corinto non si intrometterà! Nessuno potrà salvarti, in questa occasione. Il tuo santo protettore ha le mani legati.. Pronta all’Apocalisse, sacerdotessa? Perché arriverà in men che non si dica! Sai cosa ti aspetta e quindi non mi tratterrò ulteriormente.
Fu un attimo. Carola scomparve in cielo e, dopo poco meno di cinque secondi, la sacerdotessa e il Tenente poterono distinguere la cometa rosa che incombeva su di loro. Corinto alzò allora le braccia e, complici le stelle a lui fedeli, creò una barriera fatua attorno alla grande clessidra che occupava parte della stanza ed intorno alla quale le due guerriere avevano continuato a combattere. Un’azione cautelativa, di certo. Della potenza dello Sparkling Jackpot di Carola se ne erano già avute bastanti prove ed il Tenente non voleva rischiare che il primordiale marchingegno di cui era custode finisse in pezzi.
Shaina, intanto, alzate le braccia al cielo, concentrò le sue ancor discrete forze, pronta a tentare un’azione estrema. Fermare il "Salto oltre il Sole" ed il globo gigantesco da esso formato, impedendo così a Carola di riottenere la "vittoria sfolgorante" che prometteva il nome stesso di quel colpo.
La cometa le ricadde addosso in un battibaleno ma la guerriera di Athena seppe opporre fiera resistenza. Shaina cadde subito in ginocchio, in modo da accompagnare la caduta dell’avversaria. All’interno del globo, nel suo smorzato ricadere, Carola non si rese conto di quanto stesse succedendo attorno a lei.
- ABBRACCIO DELL’OFIUCO!!
Shaina ci stava riuscendo, stava arrestando la caduta della Platinum Saint, aveva bloccato il suo colpo più potente.
- Come Atlante regge sulle sue spalle il peso mastodontico di questo mondo, così l’Ofiuco, dalle braccia forti e dai riflessi fulminei, ha preso in trappola la lepre di platino dello zodiaco cinese. – commentò Corinto.
Le braccia della Silver Saint sprofondarono nel globo e così presto tutto il suo corpo. Alchè, un grido venne dall’interno dello stesso; Shaina, nascosta nella luce, aveva lanciato il più antico e temuto dei suoi colpi, il Thunder Claw!
In un esplosione di sfumature rosee e magenta, riapparvero presto le figure delle due guerriere. Carola, con gli occhi spalancati, dava le spalle a Shaina. La prima cadde presto in ginocchia e, dopo qualche secondo, finì al suolo, agonizzante.
- Corinto! – disse Shaina correndo in direzione del suo secondo maestro, allo scopo di sincerarsi sulle sue condizioni.
- Shaina.. – si sentì rispondere. - ..girati.
Nel voltarsi, la guerriera ricevette il più deciso dei montanti finora ricevuti. Era Carola ed era di nuovo in piedi!
Shaina finì a terra ma non vi rimase che pochi istanti. Barcollante ma ancora decisamente agguerrita, il Tenente stava espandendo il suo cosmo. Qualcosa di diverso era notabile, nella sua impronta cosmica come nelle sue movenze che avevano, adesso, un qualcosa di vagamente felino.
- Carola! Non desisti! Ebbene, mi spiace ma dovrò infierire. ARTIGLI DEL COBRA!!
Il cavaliere di platino fronteggiò il colpo di Shaina con un attacco frontale, ricevendo decine di pugni alla bocca dello stomaco.
- Tenente! Che senso ha continuare a lottare, ormai? Non hai più armi per offendere e l’efficienza delle tue difese è ormai irrimediabilmente compromessa dal veleno che ti ho iniettato e dalla stanchezza.
- Shaina, credi di essere l’unica ad avere artigli? – sibilò Carola.
- Cosa?!?
Guardandosi la regione dell’addome non coperta dall’armatura, Shaina si accorse di avere dei sottili quando profondi tagli.. Più che tagli, per il tipo di lesioni provocate, erano graffi; graffi di una furia, si disse colei che li aveva ricevuti. Poi Carola emise un gemito stridulo, come un miagolio strozzato, che gelò le interiora dell’avversaria.
- Adesso scoprirai perché Carola della Lepre è conosciuta come la più temibile del quartetto dei Tenenti di Platino. E' arrivato il momento di gettare giù la maschera. La vera saint che si nasconde dentro di me sta per fare la sua comparsa! Il grido del suo risveglio sarà il requiem del tuo funerale!
Così dicendo, iniziò a spogliarsi dell’armatura. In breve, fu nuda. Sfilatisi i guantoni, rivelò le unghie di felino, fino a prima tenute ritratte.
- Questo è contro ogni logica! – dichiarò Shaina, preoccupata.
- Non più di tanto. – intervenne Corinto. – In ogni zodiaco, c’è sempre un segno che nasconde un dualismo. Nello zodiaco occidentale, avete Gemini dei Gemelli. In quello cinese, c’è la Lepre; la Lepre che a volte, secondo diverse interpretazioni, viene chiamata…
- Shaina di Ofiuco! – lo interruppe Carola, in un sibilo inumano. – Quando i poteri della lepre non bastano, un’elegante ed agile creatura tira fuori le sue unghia di platino!
L’armatura della Lepre, intanto, si era ricomposta da sola e stava.. plasmandosi, cambiando le sue fattezze. Shaina non ebbe dubbi su quel che ne sarebbe venuto fuori.
Intanto, Carola estrasse i suoi artigli una seconda volta e, inaspettatamente, tranciò le lunghe ciocche di capelli lisci e ramati; li recise alla base, irregolarmente, così che il risultato fu un insieme di ciuffi cortissimi e disordinati. Il fermacapelli di platino, a forma di lepre, che le legava insieme i capelli emanava un bagliore sospetto, fin troppo sospetto per essere un semplice fermaglio…
Passandosi le unghia sul viso e sul viso facendo pressione su di essi, la donna si impresse cicatrici indelebili. Questo deturpare la sua bellezza, che sarebbe stato assurdo agli occhi di molti, risultò fin troppo chiaro alla sacerdotessa-guerriero. Shaina aveva sentito dire che in tempi antichi, le donne intenzionate a diventare guerriere nel mondo dei saint dovevano rinunciare per sempre alla loro femminilità, specialmente se umiliate in battaglia dal qualsivoglia nemico. Era stato per questo che uno dei primi Sacerdoti del Gran Tempio aveva disposto l’uso delle maschere, trasformando le sue saint in sacerdotesse-guerriero. L’illuminato aveva preferito che le guerriere ateniesi e tutte coloro che ad Athena ubbidivano e facevano riferimento nascondessero la propria femminilità dietro ad una copertura di metallo. Celare qualcosa era sempre meglio che rinunciarvi completamente. Ma era risaputo che tutte le saint fuori dalla giurisdizione di Atene avevano continuato a mostrare al mondo il proprio volto di donne e, nel caso in cui fosse stato necessario, a riscattare il proprio onore con azioni simili a quella appena commessa da Carola.
Nonostante il suo barbaro operare, Carola manteneva ancora il suo fascino che si era evoluto da una perfezione olimpica ad una irriverente bellezza selvatica.
Frattanto, la sua armatura aveva completato la metamorfosi e, come Shaina aveva giustamente previsto, apparvero le portentose vestigia del Gatto Selvatico. Queste si scomposero ed andarono a rivestire il corpo ignudo della Platinum Saint. Le vestigia erano adesso ancor più sinuose, ancor più estreme e lasciavano intravedere di più del corpo statuario della guerriera.
- Piacere! Io sono Manola, della costellazione del Gatto Selvatico!
- Mpf… - iniziò Corinto. - Come pensavo. Dietro Carola si nascondeva un segreto del genere. Non avevo mai capito come mai gli altri Tenenti la rispettassero tanto. Forse erano intimoriti dalla natura dualistica del suo cosmo. Comunque sia.. Shaina, che mai come in questo momento tu sia memore degli insegnamenti da me ricevuti.
Sul momento, Shaina non comprese il significato di quelle parole. Poi, quando Manola estrasse minacciosamente gli artigli, tutto le fu più chiaro. Le unghie della sua "nuova" avversaria erano di certo simili a..
- Riscatterò l’onore di colei che fui, ossia Carola della Lepre! Prepararti, maledetta!! Presto le unghia del gatto ti avvolgeranno come fitta pioggia, letale ed inarrestabile! Au revoir!
- Io non credo proprio!
- SFURIATA FELINA!
Una rete di colpi portati ad una velocità molto superiore a quella della luce raggiunse Shaina che però fu in grado, sebbene a fatica, di evitarla senza troppi danni. L’allenamento a cui era stata sottoposta, quel continuo schivare aghi a velocità ultrafisiche, le aveva fornito l’esperienza necessaria per questo ultimo assalto. Adesso doveva solo trovare un modo per portare l’attacco decisivo.
- Cavaliere di Athena! – gridò Corinto. – Guarda sul bracciale destro della tua armatura.
Shaina obbedì e si accorse che in esso era nascosta una doppia lama parallela, estraibile.
- Quelle... – spiegò Corinto. - ...sono le lame gemelle del Serpentario, con il quale questi trancia le teste dei serpenti! Sono armi potentissime di cui ti ho fatto dono e adesso è arrivato il momento di usarle.
Shaina estrasse, con uno scatto dell’avambraccio, la doppia lama e, vedendo Manola preparare di nuovo il suo colpo, si preparò all’ultimo assalto.
- Adesso ti colpirò con la più rapida delle mie raffiche di unghiate e straziero' le tue carni! Addio, Shaina! SCRATCHING STORM!
Questa volta, la raffica dei colpi e la rete di luce da essi costituiti fu ben più fitta e veloce. I colpi arrivavano ben prima della luce, a prova del fatto che la velocità di 300.000 km/s era stata irrisa. Tuttavia la prode sacerdotessa-guerriero si fece strada nella pioggia mortale che la sua avversaria le aveva riservato e, raggiuntala, attraversò il suo corpo con le sue lame gemelle.
Pochi secondi passarono prima di vedere il Tenente accasciarsi al suolo, pochi altri prima di vederla sanguinare copiosamente. Carola della Lepre, o Manola del Gatto che dir si voglia, era finalmente sconfitta.
- Battuta.. Non ho più vergogna ora, non ho più reputazione alcuna da difendere. Ofiuco, tu mi hai vinta; ma non credere che la tua vita sarà più facile, dopo questa vittoria. Ti attendono i Signori della Folgore Bianca di grado più alto, i vertici della Platinum Army. Il mio uomo, ad esempio, non potrai di certo superarlo con siffatti trucchetti. E’ una strada in discesa la tua. Si, verso la tomba! Torna indietro, finchè sei in tempo. Accetta il consiglio di una collega.
- Non posso, cavaliere. Ho una missione da compiere, in nome di Atena.
- Se è così… Il fermacapelli.. – sussurrò in un filo di voce. – E’ il riconoscimento che restituisce onore al vero. Ho perso… - Poi, Carola non seppe più nulla.
Shaina raccolse il fermaglio, che era stato abbandonato tra le ciocche recise e, nell’indifferenza e nel silenzio più assoluto dell'altro cavaliere di platino, barcollando per le ferite ricevute e la stanchezza, venne tele-trasportata in prossimità delle rovine del tempio della Capra. Non ebbe tempo, in quel forzato accomiatarsi da lui, di ringraziare Corinto, Capitano e Sacerdote della costellazione della Capra, il cui debito per Atena aveva salvato ed abbeverato cinque tra i germogli più promettenti dell’albero della giustizia.