Capitolo 7: Il terrore del Leone
Era passata quasi un’ora dal loro arrivo al grande tempio, ma Minosse era sicuro che lui ed i suoi spectres sarebbero riusciti a vincere i santi di Atena, ad un tratto, mentre correva lungo la quarta casa, una voce lo fermò: "Signore", sentì, "Oxe non ci ha ancora raggiunto, inoltre mancano altri due spectres", "Sicuro, Mith?", chiese il judge del Grifone, che aveva riconosciuto in Mith di Elf lo spectre che l’aveva chiamato, "Si, signore", rispose lo spectre, mentre Minosse li contava, "In effetti siamo solo in 28. Non importa," concluse, "andiamo avanti", quindi si voltò e superò una cloth d’oro a forma di granchio, così fecero anche i suoi soldati.
Ioria attendeva i nuovi avversari nella quinta casa, aveva percepito alcuni cosmi avversi provenire dai piedi del tempio, inoltre aveva sentito spegnersi i cosmi di diversi cavalieri di bronzo e di Aldebran del Toro, non era certo che le sue forze fossero nuovamente al massimo, ma era pronto alla battaglia.
Li vide arrivare, erano circa una trentina, quello che li comandava si pose dinanzi a lui e gli ordinò: "Facci passare, cavaliere, meglio per te", Ioria rise di questa proposta e poi ribatté: "Provate a passare", ben tre skulls corsero contro di lui, ma al cavaliere del Leone bastò un suo <lighting volt>, per lasciarli a terra morti.
Gli altri spectres indietreggiarono stupefatti, solo uno di loro non si mosse e disse al suo comandante: "Minosse, signore, posso occuparmene io? Così da attendere qui sia Cube sia Oxe", "E sia," rispose il judge, "Mith di Elf, occupati tu del cavaliere della quinta casa", "Siete sicuri che vi farò passare?", chiese Ioria, interrompendogli.
"Natural terror", tuonò Mith colpendo alla testa il cavaliere d’oro, che cadde a terra, iniziando a tremare, "Perfetto", disse Minosse, "ora uccidilo ed andiamo", concluse, rivolto a Mith, "Signore, la prego, mi lasci qui ad aspettare gli altri", chiese lo spectre di Elf: Minosse acconsentì, uscendo poi dalla quinta casa insieme agli altri spectre.
Nella mente di Ioria ritornarono le immagini del giorno precedente, quando si era scontrato con Shaka di Virgo nelle sale del gran Sacerdote, vide Arles lanciare contro di lui il "Colpo del Re diavolo", così da imporgli i suoi ordini, ma poi non rivide lo scontro contro Pegasus in cui Cassios si era sacrificato. Il cavaliere del Leone si vide lungo la strada che portava fuori Atene, mentre inseguiva una figura con uno scrigno dorato sulle spalle; ad un tratto la figura si manifestò come suo fratello: Micene di Sagitter, il quale portava in braccio la piccola Isabel; in seguito Ioria si vide evitare il "sacro sagitter", per poi investire con il suo "lighting volt", suo fratello, facendolo cadere da un precipizio.
"No, fratello, non io" urlò Ioria, mentre Mith sotto la maschera rideva, chiedendosi: "Non so con che colpo ucciderlo, potrei lasciarlo lì a tremare, la pazzia lo porterebbe ad uccidersi da solo forse", quindi scoppiò in una fragorosa risata, mentre indirizzava lo sguardo verso il fuoco, ormai spento, del Capricorno.
Il cavaliere del Leone si sentiva esplodere dentro, un dolore mai provato prima lo affliggeva, il sentirsi un patetico burattino nelle mani di Arles, assassino di suo fratello, anche solo nel non avergli creduto, lo faceva soffrire dentro e fuori.
"Cavaliere," disse un cosmo, circondato il santo del Leone, "tu non hai mai tradito Atena o ucciso tuo fratello", "Chi sei?", chiese il giovane a quel cosmo che gli dava quiete nello spirito, "Non mi riconosci? Si, mi hai incontrato solo una volta, ma sai chi io sia, mi hai giurato fedeltà a Nuova Luxor, ed ero che sono qui hai piedi del grande Tempio, ferita, so che tu sei uno dei cavalieri a me fedeli, in buona fede", rispose la voce, "Atena, mia dea", la riconobbe il cavaliere d’oro, "Si, fratello, è la nostra dea", disse una seconda voce, "Micene", disse Ioria, "Si, sono qui per ricordarti la realtà e per perdonarti i dubbi, che tu fanciullo avesti su di me", concluse il defunto cavaliere del Sagittario.
Queste due voci diedero nuova forza al cavaliere del Leone, che si rialzò dinanzi a Mith, stupefatto: "Come hai fatto, cavaliere?", chiese lo spectre, "Soldato di Ade, spero tu non credessi che un solo colpo bastasse per battere un cavaliere d’oro?" chiese in modo derisorio Ioria, che lanciò il suo "lighting volt", contro il nemico, che riuscì ad evitare i fasci di luce, venendo ferito solo ad una gamba.
"Cavaliere d’oro", disse Mith con voce sicura, "pensavo che i vostri colpi fossero molto più veloci, prima così mi era parso, ma ora sono riuscito a distinguere i diversi fasci del tuo attacco, sei più debole tu? O sono migliorato io?", chiese ridendo, "ora, proverai un attacco veramente veloce", quindi urlò "Earthquake mixer" e mosse il braccio sinistro verso terra, ma lo fermò pochi secondi prima di toccare il suo: in quel momento un’onda nera si vide partire dalla sua mano, per poi dividersi in diverse piccole sfere nere che corsero contro il cavaliere del Leone.
Ioria evitò senza difficoltà l’attacco, poi si fermò a diversi passi dal suo avversario e con un chiaro sorriso sul volto, affermò: "Non illuderti, io ho voluto che tu vedessi il mio sacro colpo, sia per il dubbio che il tuo attacco avesse potuto diminuire la mia energia cosmica, sia perché più rallento il mio colpo, più energia riesco a caricare nell’attacco successivo", se Ioria avesse potuto togliergli la maschera, avrebbe visto lo sguardo stupito dello spectre di Elf, "Ora basta," continuò il santo d’oro, "adesso io, cavaliere del Leone, ruggirò il mio potere contro di te nella sua forma massima", quindi urlò, "Per il sacro Leo, in nome di Atena" e i fasci di luce partirono dalla sua mano ad una velocità tale che Mith non riuscì a vederli, finché non si condensarono in un’unica sfera di energia che eliminò lo spectre. Il <lighting plasma> era stato mortale per il guerriero dell’Ade.
Ioria si avvicinò al cadavere del suo nemico, quando all’improvviso la sua concentrazione fu interrotta da due cosmi portati talmente al loro apice da esplodere verso il cielo, "Questi cosmi provengono dalla decima casa," disse il cavaliere d’oro, "uno di questi cosmi appartiene a Shura di Capricorn, l’altro sembra quello di Shiryu il Dragone. Altri due cavalieri devoti alla dea sono morti per colpa di Arles, devo intervenire!", affermò Ioria, "Le case superiori sono quasi tutte indifese, il solo Milo forse non potrà battere tutti quei guerrieri", ma le parole di Ioria furono interrotte da un potentissimo cosmo, noto al cavaliere d’oro, che si materializzò in una casa superiore alla sua, "No", concluse il cavaliere fermandosi sulla porta che dava verso la casa successiva, "non c’è solo Milo a difendere le case superiori".