Epilogo

La luce scomparve, Dauko fu il primo ad aprire gli occhi, vide alla sua destra Shaka, "Dove siamo?", chiese il santo della Bilancia, "Non lo so", rispose Hyoga, alzandosi alla sinistra di Dauko, "Cavalieri", disse una voce femminile.

I quattro, poiché anche Ikki era con loro, alla sinistra di Hyoga, si rialzarono in piedi e videro Marin, Shaina, Kiki e lady Isabel dinanzi a loro, ad Atene, ai piedi della prima casa dell’Ariete.

Kiki era chiaramente triste, la notte di Atene brillava di dozzine di luci che sembravano scendere verso il grande tempio dalle varie costellazioni del cielo, "Fratello mio", disse il bambino alzando gli occhi verso la costellazione dell’Ariete.

"Dea Atena, cosa è successo?", chiese Ikki, "Avete sconfitto Lucifero ed i suoi alleati", rispose Isabel, "Ora, cavalieri, chiedo per voi il riposo, che avete meritato, che non dobbiate più combattere ed uccidere, ma possiate vivere in pace", spiegò l’incarnazione della dea.

"Mia dea", esordì Shaka, facendosi avanti, "tornerò a custodire la mia casa, la sesta, finché non avrete nuovamente bisogno di me", disse il santo d’oro, inchinandosi, per poi rialzarsi e salire le scale che conducevano alla sesta casa.

"Tu, maestro dei cinque Picchi, cosa desideri fare?", chiese la dea, rivolgendosi al santo di Libra, "Tornerò in Cina, a Goro-Ho, per onorare la memoria di Shiryu e confortare il dolore di Shunrei, che soffrirà per la morte del mio giovane allievo", disse, con le lacrime agli occhi, mentre le sacre vestigia d’oro della Bilancia scomparivano da sopra il suo corpo, per riapparire alla settima casa.

"Dea Atena", si intromise Ikki, "posso chiedere il permesso di portare il corpo di mio fratello nel luogo in cui avrebbe voluto essere sepolto, il luogo che chiamava casa e che voglio ricostituire", propose il santo della Fenice, "Sia, cavaliere, ma qual è questo luogo?", chiese incuriosita la giovane, "L’Isola di Andromeda", rispose seccamente il cavaliere.

La dea aumentò il suo cosmo, due corpi e tre vasi dorati apparvero, i corpi erano quelli di Seiya e Mur, "Questi vasi contengono i resti di Shun, Aioria e Shiryu".

Dauko prese il vaso contenente i resti del suo allievo, mentre Ikki prese quello con i resti del fratello, Hyoga raccolse il terzo, "Mi occuperò io delle onoranze funebri degli altri cavalieri morti", propose il santo del Cigno, mentre le sue vestigia e quelle di Ikki scomparivano dai loro corpi per ritornare alle case di appartenenza.

Marin pose una mano sulla spalla di Kiki, "Andiamo, piccolo, ci occuperemo delle onoranze funebri," propose al fratello minore del grande Mur, "voi rimanete qui, vi occuperete di difendere la dea", propose a Shaina e Hyoga, che accettarono la proposta.

I cavalieri di Atena si divisero: Dauko ed Ikki partirono per le loro strade, mentre Kiki e Castalia si diressero verso il cimitero di Atene e Hyoga e Shaina rimasero alla difesa della loro dea, finché non sarebbe scoppiata una nuova guerra.

Siegfried si svegliò di soprassalto, ma non riuscì a vedere chiaramente dinanzi a se, distingueva un’immagine femminile, ma non sapeva chi fosse, "Chi sei? Una delle valkyrie?", chiese il god warrior, capendo di essere sdraiato in un comodo letto, "No, mio primo cavaliere, sono una donna che ti vuole vivo, non morto, sono la tua celebrante", rispose Hilda, mostrandosi dinanzi a lui.

Orion si alzò sul letto, notò di non avere più l’armatura, solo un lenzuolo copriva il suo debole corpo senza difese, "Mia regina", sussurrò, "Non affaticarti, cavaliere", disse la celebrante, accarezzando il corpo del guerriero, "Hai dormito per sei ore, almeno da quando ti hanno trovato all’entrata del castello", spiegò la donna.

"Hanno già celebrato le onoranze funebri per i tuoi compagni, li abbiamo ringraziati ricordandoli", affermò la celebrante, "per te", aggiunse con un sorriso dolce, "ho dei ringraziamenti diversi", concluse, avvicinandosi a lui.

Flare chiuse la porta, lasciando la regina di Asgard e l’ultimo cavaliere soli nelle stanze di Hilda, occultandoli agli occhi di tutti, perché potessero mostrarsi il loro amore, alla fine.