Capitolo 35: Il Sonno
I due god warriors vagavano per la seconda prigione, arricchita da disegni egizi, sentirono dei latrati, "Cosa può essere?", chiese Thor, "Non lo so, amico mio, però credo sia più saggio stare attenti", rispose Siegfried.
"Benvenuti, guerrieri di Asgard", esordì una voce, ambedue si voltarono, ma non videro nessuno.
Una risata ed una dolce melodia li circondava, all’improvviso una grande forza cosmica li circondò, "Salve, cavalieri del Nord, io sono Hypnos", disse una figura mostrandosi.
I due guerrieri nordici videro uno spectre dalle vestigia immani a dai capelli color oro, con un esagono sulla fronte, "Hypnos?", chiese stupito Thor, "sei uno di quei patetici spectres?", tuonò il guerriero di Phecda, ma il nemico scoppiò a ridere, "Poveri guerrieri del Nord, non conoscete noi divinità greche, io sono Hypnos, dio del Sonno e seguace di Hades", rispose la divinità.
Il dio alzò le braccia verso i nemici, "Preparatevi ad abbandonare questa dimensione, il sonno vi sarà dolce guida nel mondo dei morti", li minacciò, "Eternal drowness", urlò il dio.
Orion si pose come scudo dinanzi al compagno ferito, "Siegfried, no", urlò Thor, zoppicando verso di lui.
"Si contento per il tuo amico, cavaliere", lo schernì Hypnos, "poiché ha sacrificato la sua vita, ma non è morto di una morte violenta, piuttosto sarà una dolce sonnolenza ad ucciderlo", spiegò sorridendo.
"Come, si è sacrificato?", si chiese Thor, stringendo a se il cavaliere di Dubhe, "Svegliati, Siegfried, svegliati", urlò, "E’ inutile, guerriero, anzi preparati a raggiungerlo", lo avvertì il dio del Sonno.
"Che succede, Thor?", chiese con un filo di voce il guerriero di Dubhe, "Orion, sei vivo?", chiese felice il guerriero di Phecda, "Certamente, amico mio, un po’ addormentato, ma vivo", rispose il god warrior.
"Come può essere?", si chiese Hypnos, indietreggiando, poi osservò le vestigia del guerriero di Asgard, "Ma certo", esultò il dio del Sonno, "le tue vestigia sono di matrice divina, giusto, cavaliere?", chiese la divinità, "Si," rispose Orion rialzandosi, "sono le vestigia di Odino", spiegò, mentre impugnava la spada divina.
"Guerrieri del Nord, siete abili, ma purtroppo siete ambedue feriti, quindi mi sarà facile eliminarvi con un secondo attacco", spiegò Hypnos alzando di nuovo la mano verso i due.
"Eternal drowness", urlò, ma il suo colpo fu bloccato da delle corde brillanti, color argento, "Mi dispiace, dio del Sonno, ma non posso permettere che voi, dei degli inferi, vinciate", disse una figura nell’ombra.
Tutti si voltarono e videro un cavaliere dai capelli color oro e l’armatura azzurra, "Il santo d’argento?", chiese Hypnos, "Si, sono io, Orfeo della Lira, santo d’argento in nome di Atena", rispose la figura, uscendo dall’ombra.
"Santo di Atena?", ripeté Orion, "Si, cavalieri di Asgard, sono uno dei santi di Atena, ho percepito i cosmi di altri santi qui nell’Ade, che combattono contro esseri demoniaci, ma non ho ancora capito chi sia il nemico, poiché c’è da alcuni giorni un cosmo più oscuro di quello di Hades presente in questo regno", affermò il santo, rivolto verso i due god warriors, "Dimmi, cavaliere di Atena, ci sei compagno o nemico?", chiese Thor, ancora dubbioso, "Con voi, cavaliere", rispose, prima di voltarsi nuovamente verso il dio del Sonno e scatenare un suo secondo attacco: "Deathtrip serenade".
Il cavaliere d’argento iniziò a suonare la sua arpa, a poco a poco il dio iniziò a barcollare, "Come puoi, Orfeo, come fai a colpirmi?", si chiese il dio del Sonno, "Hypnos, non lo sai, l’ottavo senso, o la combinazione degli attacchi, permette agli uomini di colpire gli dei", lo schernì il santo d’argento, "Ti concederò una morte non violenta, come piace a te, dio del Sonno, ti ucciderò con un dolce sonno", gli spiegò Orfeo.
"Mai, vile santo di Atena", urlò il dio, facendo esplodere il suo cosmo, che apparve come una sfera di energia, che però evitò Orfeo per dirigersi alle sue spalle.
"Euridice", urlò Orfeo, voltandosi, ma ormai era tardi, la sfera di energia era caduta al suolo, esplodendo in una zona fiorita, che ora era rimasta desertica.
"Mi dispiace, santo di Atena, non amo utilizzare questi metodi, ma mi hai costretto", affermò il dio del Sonno, "non dovevi tradire la promessa fatta al mio sire Hades di seguirlo se lui avesse lasciato vicino a te la tua amata Euridice", sentenziò il dio.
"Ora la raggiungerai", sentenziò alla fine Hypnos, alzando il braccio dalla nera surplice, "Eternal drowness", urlò, scatenando il suo attacco.
Orfeo non cercò nemmeno di evitarlo, fu Orion che con uno scatto lo salvò, "Sei abile, guerriero del Nord", affermò Hypnos, vedendo i due guerrieri ancora in piedi, "deve essere l’armatura di Odino a renderti così veloce", concluse la divinità, "Non è solo la velocità che mi ha donato questa divina armatura", spiegò Siegfried puntando la spada Balmung contro il dio greco.
"No, cavaliere di Asgard", si intromise il santo della Lira, bloccando la mano del guerriero di Dubhe, "lascia a me questo assassino", spiegò, avanzando verso il dio che aveva sfidato.
"Preparati Hypnos, il dolce suono della mia lira ti ucciderà", minacciò Orfeo, "Stringer nocturne", sillabò, mentre suonava la sua arpa.
Il dio iniziò a barcollare, tramortito dalla musica del santo d’argento, "Non puoi uccidermi così, non te lo permetterò", urlò Hypnos, in un breve momento di lucidità, quindi attaccò il santo d’argento, che si era avvicinato eccessivamente a lui, "Eternal drowness", sentenziò il dio prima di cadere stremato per terra.
Orion non poté intervenire, nemmeno Thor poté, si avvicinarono poi, quando videro ambedue cadere a terra.
"Orfeo, cavaliere, svegliati", invocò Siegfried, ma il guerriero di Atena era morto, un sorriso dolce, come di un uomo che stava sognando gioiosamente, riempiva il suo volto, ma era morto; "Orion, Hypnos è morto", sentenziò Thor, avvicinandosi al dio del Sonno, che aveva anche un sorriso stampato sul volto, come lieto di morire per un così dolce canto.
"Lode a te, Orfeo, santo di Grecia dal dolce canto", disse Orion, alzando gli occhi al cielo, "che i tuoi dei ti possano accogliere fra i loro prescelti e che la tua amata ti possa rincontrare nel luogo in cui sei andato", aggiunse Thor.
I due god warriors lasciarono poi i cadaveri lì, l’uno vicino all’altro e continuarono il loro cammino.