Capitolo 17: Guerrieri del Nord
Hilda di Polaris era in preghiera dinanzi alla statua di Odino, tre figure le stavano vicino: una fanciulla e due cavalieri.
"Dobbiamo impedire che gli spectres arrivino alla regina Hilda ed alla principessa Flare", affermò uno dei due, aveva un’armatura scura il cui elmo e spalliera rappresentavano le teste di due draghi, "Sono d’accordo, Orion", disse l’altro guerriero, con un’armatura rossa e bianca, rappresentante un cavallo, "e forse so come rallentarli ed agevolarti il compito di battere i pochi che ti lascerò", concluse con un sorriso, "Che intendi Artax?", chiese l’altro cavaliere.
"Siegfried, non dirmi che dubiti di me?", ribatté il cavaliere. Orion fu stupito di sentirsi chiamare con il suo nome e non con l’appellativo di battaglia: conosceva da anni Artax, o Hagen, quindi sapeva che per chiamarlo con il suo vero nome avrebbe dovuto avere un buon motivo, come quello di cercare in lui approvazione.
"No, amico mio, non dubito di te", rispose Orion, mentre Artax si allontanava, poi concluse "Hagen, sopravvivi, per te, per me e…." continuò il cavaliere guardando verso la scalinata che conduceva alla statua, "per Flare", la principessa che era ai piedi della scalinata, Artax sorrise uscendo dalla sala.
Gli spectres salivano le scale, Aiace era profondamente infastidito dal biglietto trovato nelle stanze di Hilda, insieme a lui correvano gli ultimi 7 spectres, uno di questi, l’altro gigante oltre Rock di Gorem, gli si avvicinò e gli chiese: "Mio comandante, lasci a me il prossimo avversario, così da rallentare lui ed i suoi compagni, poi quando lei avrà conquistato l’ultimo zaffiro, potremo minacciare gli altri tre guerrieri che rimarranno da uccidere la loro celebrante se non ci cederanno tutti gli zaffiri". Aiace non apprezzò la proposta, ma la morte di quasi tutti i suoi soldati, lo portò a convincersi che quello fosse l’unico modo, "Probabilmente questa tecnica sarebbe stata utilizzata da Minosse, chissà che avrebbe fatto Rhadamantis?", si chiese Aiace prima di accettare la proposta.
Il gruppo di spectres si trovò improvvisamente dinanzi ad un nuovo avversario: un ragazzo biondo con un’armatura rossa e bianca, "Chi sei?", chiese il judge, "Hagen di Merak, ma Artax è il mio nome di battaglia. Siete pronti ad essere sconfitti, guerrieri degli Inferi?", chiese il god warrior, prima di aumentare il suo cosmo freddo come il ghiaccio, "Signore, lo lasci a me", ripeté lo spectre, "Va bene", concluse Aiace, correndo via con gli skulls rimasti.
"Dove speri di scappare, tu?", tuonò Artax, "Ora proverai sulla tua pelle il freddo delle <nevi di Asgard>", affermò prima di concentrare il suo cosmo in una corrente di energia fredda, che scagliò urlando: "Universe freezing".
Il gigantesco spectre si pose dinanzi alla corrente fredda e sia lui sia due skulls rimasero gelati da quell’attacco, un terzo skull fu ferito ad un braccio, "Spiacente, non mi interessa combattere con te", affermò il judge mentre si allontanava.
Artax si trovò solo con lo skull e tre statue di ghiaccio, si lanciò contro il soldato dell’Ade e gli bastò un semplice attacco energetico, materializzatosi come dei piccoli fasci di energia, per dilaniare il corpo dell’avversario facendolo a pezzi.
Il guerriero di Merak stava per inseguire gli altri guerrieri dell’Ade, quando una voce lo fermò: "Dove credi di andare? Mi devi lasciare il tuo zaffiro", disse lo spectre che si era liberato dal ghiaccio, Hagen si girò sorpreso, "Non stupirti", ribatté lo spectre, "Io sono nato e cresciuto in Russia, dove il freddo è cosa nota, per quanto il gelo di Asgard è ben più intenso di quello russo, ma in ogni caso tu non sei in grado di ricreare quel gelo", concluse il guerriero nero.
"Chi sei, cavaliere dell’Ade?", chiese Artax, "Ivan di Trool, guerriero della terza Prigione", si presentò il nemico, "spero che ora tu sia pronto per il mio attacco", tuonò prima di scagliare la "Greatest the Perestroika".
Hagen si preparò a difendersi dall’attacco, ma non giunse niente, a parte una lieve corrente di vento.
Ivan sorrise e disse: "Povero stolto", quindi si voltò ed iniziò a correre verso le scale, che portavano alle stanze di Hilda, per incontrare l’assassino di Rock. "Dove vai?" chiese Artax, prima di sentirsi paralizzare e cadere a terra, sanguinava ed iniziò a tossire.
"Il mio colpo indebolisce tutte le difese del tuo corpo, le vecchie ferite ricominciano a sanguinare e le difese interne scompaiono. Ben presto morirai, di morte naturale", disse scoppiando a ridere, quindi si allontanò lungo le scale, "Fermo!" tuonò Artax, ma le sue parole furono precedute dall’arrivo degli altri due god warriors, che costrinsero Ivan ad indietreggiare.
Hagen si rimise in piedi: "Thor, Cyd, amici miei", disse, "Lui non è Cyd, ma questa è una storia lunga", disse il guerriero di Phecda, parlando di Bud; Ivan guardò i tre guerrieri, indeciso su chi attaccare per primo, ma fu Artax a toglierli il dubbio, "Vi prego lasciatelo a me", chiese ai due suoi pari, ambedue chinarono il capo, come risposta affermativa.
"Bene, ragazzo morto, vuoi tentare di portarmi con te nell’Ade? Se non hai altri attacchi, non vi riuscirai", affermò spavaldo lo spectre, il guerriero di Asgard aumentò il suo freddo cosmo, ma all’improvviso la maschera del suo elmo si pose dinanzi agli occhi ed il suo cosmo divenne incredibilmente caldo, quindi urlò: "Great Fire Crash", mentre una corrente di energia calda investiva lo spectre di Trool, ustionandolo ed uccidendolo.
Artax cadde a terra, i suoi due compagni si avvicinarono a lui e lo presero per le braccia, Bud notò subito il sangue che usciva dal suo braccio destro, "Sei stato ferito, cavaliere?", chiese, "No, quella è una vecchia ferita, che ho subito durante gli allenamenti, anni fa, ormai era una cicatrice", disse con un triste sorriso, "Ora però andiamo da Hilda, Orion avrà bisogno di aiuto", "Se puoi combattere, va bene", affermò Thor, poi continuò "Speriamo che anche Luxor ci raggiunga", quindi i tre corsero verso le scale.