Capitolo 14: Scontro fra giganti
Gli spectres correvano per le scale che li avrebbero condotte dinanzi ad Hilda di Polaris, uno dei due giganteschi spectres alle sue spalle del judge della Garuda disse: "Comandante, il prossimo lo lasci a me", Aiace si voltò e chiese: "Perché?", lo spectre si fermò e disse: "Ho un piano per conquistare alcuni degli zaffiri", rispose lo spectre con orgoglio, "Bene, Rock di Gorem, a te il prossimo scontro", concluse Aiace.
Finita la scalinata, gli spectres sentirono un ronzio, quindi due asce colpirono ed uccisero due skulls, per poi scomparire nell’ombra, "Chi è stato?" tuonò Aiace, "Io", disse una voce dall’ombra, "rivelati, cavaliere", ordinò il judge ed una figura maestosa apparve in un’armatura violacea, "il mio nome è Thor di Phaecda".
"Rolling bomber stones", urlò Rock mentre una parte del tetto crollava sopra il god warrior, "Andate", continuò rivolgendosi ai suoi compagni, che oltrepassarono quell’altro stanzone.
"Inutile, Hilda non è nelle sue stanze", disse una voce da sotto le macerie, che divennero polvere, quando Thor aumentò il suo cosmo, rialzandosi.
"Pugno di Titano", urlò il guerriero della stella gamma, prima di investire con la sua energia lo spectre, polverizzando il suo elmo.
"Sei forte, guerriero di Odino", disse lo spectre rialzandosi, "Si, guerriero dell’Ade, sono molto forte e pronto ad eliminare te e gli altri tuoi compagni", concluse Thor, impugnando nuovamente le sue asce.
"Vorrei proporti uno scontro differente", affermò improvvisamente lo spectre, "Che vuoi dire?" chiese incuriosito il cavaliere di Asgard, "La tua forza fisica non è sottovalutabile, ma nemmeno la mia lo è. Combattiamo senza le nostre tecniche speciali e senza armi. Utilizziamo solo la nostra forza fisica, che ne pensi?", Thor non rispose, ma ripose le sue asce e si avvicinò al suo avversario.
"Il mostro di pietra contro il serpente che scuote la terra di Odino, sarà un bello scontro", affermò Rock prima di scagliare un diretto contro il volto del suo avversario, facendogli volare l’elmo, Thor rispose con un montante, che fece indietreggiare di alcuni passi il guerriero dell’Ade.
"Ottimo, guerriero di Asgard, ottimo davvero", disse lo spectre del Gorem prima di caricare un pugno alla bocca dello stomaco dell’avversario, facendolo cadere in ginocchio.
Thor si rialzò di scatto e lanciò un pugno al suo avversario, distruggendogli una spalliera.
Mentre i due guerrieri giganteschi si scontravano, i cavalieri dell’Ade entrarono nelle stanze di Hilda, che trovarono vuote, "Come è possibile?", chiese uno skull, Aiace prese un foglietto di carta in cui lesse delle parole derisorie, che ripeté ai suoi soldati "Guerrieri dell’Ade, sono felice di dirvi che la mia regina, Hilda di Polaris, si rifiuta di aspettare il vostro assalto, ma ha deciso di attendervi dinanzi alla statua del dio Odino, dove anche io ed il mio compagno vi aspetteremo", la lettera era firmata "Siegfried di Dubhe", "Costui morirà per mano mia", affermò il guerriero della Garuda, rivolgendosi ai suoi seguaci, prima di riprendere la corsa verso la celebrante del dio del nord.
Ormai lo scontro tra Thor e Rock andava avanti da alcuni minuti, parte delle loro corazze era caduta per la forza dei loro pugni e parte era ancora lì sui loro corpi, contusi e sanguinanti, quando arrivò Bud, che li vide lottare, "Chi sei?" chiese Thor, non riconoscendo la sua armatura, "Perfetto", affermò Rock prima di urlare verso il guerriero di Pheacda "Rolling bomber stones", così da sotterrare nuovamente il cavaliere di Asgard.
Bud era stupito da questo gesto, "Sono un ottimo incassatore", affermò Rock avanzando verso il cavaliere di Alcor, "mentre tu sei vistosamente ferito", continuò indicando la gamba ustionata, "Anche io so incassare", tuonò una voce alle sue spalle, lo spectre di Gorem si alzò e vide nuovamente in piedi Thor che gli disse: "Basta giocare, spectre", quindi tuonò "Pungo di Titano", lanciando il suo attacco, "Vogliamo provare chi è più forte?" urlò Rock prima di scagliare il suo attacco verso il nemico.
Il pugno di Thor polverizzò i cumuli di pietre che il guerriero dell’Ade gli aveva scagliato contro, quindi il suo braccio investì quello del nemico. La surplice del Gorem andò in pezzi, mentre il guerriero cadeva a terra morente, Thor, invece, aveva solo delle ferite di cui la più vistosa sulla mano sinistra.
"Chi sei, cavaliere?" chiese quindi il gigante al gemello della stella zeta, "Mi chiamo Bud e sono il guerriero ombra della stella Alcor. Mio fratello Cyd di Mizar si è sacrificato per farmi sopravvivere", disse lo shadow god warrior, che continuò raccontando della caduta di Megres e di suo fratello.
"E’ un piacere conoscerti, cavaliere di Mizar e Alcor", affermò Thor porgendo la mano ad Alcor, che gliela strinse, prima di camminare speditamente insieme a lui verso la statua di Odino.