Dag/Kagaho Presenta
FUTURO IMPERFETTO
20??
Una nuova alba, un nuovo giorno si staglia sui resti di Nuova Luxor. La luce fioca del mattino penetra tra le rovine del Coliseum, mentre un gruppo di Sopravissuti cerca del cibo tra i cadaveri e le macerie. Un topo fugge… E un giovane, coperto di stracci, dal volto segnato dalla sofferenza e dalla fame con un balzo agile, non se lo fa sfuggire. La gioia nei suoi occhi svanisce ben presto, quando un fascio di energia rossa lo investe, carbonizzandolo. Un trio di uomini, dai lineamenti coperti da una velata ombra, rivestiti di Arcane armature si palesano… una somma risata, prima che gli altri Sopravvissuti comincino a scappare… poi il buio.
L’eremita d’oro
In un luogo non meglio precisato, l’ultimo della sua stirpe riapre gli occhi. Corti capelli neri arruffati e lineamenti dolci, solcati da una profonda cicatrice sulla guancia sinistra. Le iridi smeraldine osservano il loco, una grotta umida, rifugio per la notte, notti che ormai da tempo sono tutt’altro che serene per il giovane. Scatto del busto verso destra, palpitazioni costanti, che scemano non appena lo sguardo va a posarsi su ciò che cerca. Lo scrigno d’oro dell’Ariete.
Seiji prende un profondo sospiro, alzandosi dal suo giaciglio di fortuna, raccattando i suoi effetti, una giacca di jeans sporca e un sacco contenente poche cose. E ovviamente lo scrigno… L’ultimo dei Dodici. Ha perso molti compagni, tutti.
Lui, ultimo dei Saint della Dea Athena, l’ultimo cavaliere della speranza che ormai confida in una sola ed unica possibilità, mentre negli occhi, ancor gonfi di lacrime, rievoca le scene dei compagni caduti, contro colui che ora regna sulla terra. Riprende il suo viaggio durato settimane, visto che, senza l’ausilio del cosmo, andare alla velocità della luce è pressoché impossibile. Utilizzare il cosmo di questi tempi, non è cosa saggia, neanche per un cavaliere d’oro! Pensa Seiji.
Ormai manca poco, mezza giornata di scalata o poco più, poi l’Etna sarà raggiunto. Durante il tragitto, nuvole gonfie sovrastano il cielo di Sicilia e seppur rombo di tuono copre i suoni di un mondo ormai quasi vuoto, neanche una goccia di pioggia cade a rinfrescar terra arida. Ci vogliono quasi due ore al Gold Saint per giungere a quello che par essere i resti di un villaggio di fortuna. Nulla farebbe pensare che sia un villaggio abitato, ma la vista e i sensi allenati del Cavaliere d’Oro notano fin da subito due elementi che fanno pensare al contrario: un pozzo e i resti di un falò ancor fumante.
Un pozzo, in questi giorni di tenebra, è cosa ben preziosa e i Sopravvissuti si raccolgono sempre vicino all’acqua. La testa guarda a destra e sinistra senza veder nessuno almeno fino a che il giovane non si avvicina al pozzo. Una freccia solca l’aria, sibila e si pianta tra i piedi di Seiji che, impassibile, guarda nella direzione di provenienza del dardo. Un ragazzo, sui sedici anni o poco più, imbraccia una balestra rudimentale, troppo grande per lui.
"Fermo straniero! Non amiamo le facce nuove, quindi alza i tacchi e tornatene per la tua strada!"
Seiji saluta con un lieve sorriso: "Non ho intenzione di fermarmi a lungo… volevo solo dell’acqua per ricominciare il mio viaggio! Una volta dissetatomi me ne andrò, puoi fidarti della mia parola!"
Il tono asciutto, mentre lo sguardo diviene ritratto di serenità, non fa domande, non si cura troppo dell'arma e di quella situazione bizzarra per un cavaliere. Forse in passato lo avrebbe fatto, ma ormai ha visto abbastanza per capire che quella situazione non è poi cosi assurda. Passano pochi istanti, che paiono minuti infiniti, prima che il ragazzo carichi un’altro dardo e punti l’arma verso il Saint.
"Riempi la tua borraccia poi sparisci!"
Questo l’ultimatum. Probabilmente non sa che, se Seiji avesse voluto, non gli avrebbe dato modo di ricaricare.
Come tutti i Sopravvissuti, veste con abiti rammendati, abiti di fortuna. Anche Seiji avrebbe bisogno di un cambio, ma l’ultimo negozio che ha visto intero è stata prima dell’apparizione di Lui.
"Mi pare giusto ragazzo, se è cosi che vuoi, cosi farò… Ma dimmi, oltre a te, c’è qualcu…."
Le parole vengono spezzate dalla voce del Balestriere: "Bada ai fatti tuoi, straniero!". Taglia corto, con tono lapidario.
Il Gold socchiude gli occhi abbassando il capo, arrendendosi al ragazzo. Non ci vuole molto perché l’otre di Seiji si riempia del tutto. Un gesto della mano sinistra prima di ricominciare il cammino.
Ma la percezione del cosmo del Cavaliere si attiva. Erano settimane che non percepiva i Corrotti e mesi che non percepiva un…
Cinque figuri appaiono dalle rocce, un cosmo offensivo li contraddistingue, energia rossastra li abbraccia, emanazione cosmica a pieno regime. Potrebbero essere cavalieri, se avessero un armatura, ma i Corrotti, ha imparato Seiji a sue spese, non hanno bisogno di armature, viste le loro condizioni.
Fumo denso dalle bocche e dagli occhi spiritati fuoriesce assieme a una risata folle e il balestriere non ci pensa due volte a scoccare, mentre gli occhi dell’Ariete si sgranano.
"Noooooo!!!"
Un urlo soffocato poi l’esplosione. Un sottile fascio energetico bordeaux trafigge il costato del ragazzo sconosciuto che con un colpo di tosse, soffocato dal suo stesso sangue, cade a terra privo di vita.
Il quintetto si muove verso Seiji, che richiama a sé la sua Cloth aprendo lo scrigno dorato. Un fascio di luce e una manifestazione di cosmo d’oro mentre la vestizione si completa. La Cloth è completamente rovinata, spaccata su più punti, infiniti graffi, parecchie crepe, l’elmo è assente e uno dei corni è spezzato. Sguardo colmo d’ira, per il Saint dell’Ariete che osserva i Corrotti.
"Guardate un po’, un sopravvissuto dei Saint, pensavo foste crepati tutti! Avresti fatto meglio a rimanere nascosto Saint… Addosso ragazzi!"
I quattro non si fanno attendere e si lanciano verso l’Ariete. Il primo lo stende con una ginocchiata al volo, il secondo lancia una sfera di energia all’altezza del ventre già rovinato della cloth, ma senza far danno alcuno, finisce i suoi giorni con un fascio di cosmo in piena faccia. Il terzo invece riesce ad aggirare il Saint afferrandolo da dietro. Non ci vorrebbe molto a Seiji per liberarsi, ma il quinto carica con la mano destra verso di lui, colma di oscuro potere.
"Abbraccia il lato oscuro del Dio!", annuncia. Ma prima che possa aggiungere altro una frusta scarlatta blocca l’attacco del Corrotto da dietro le sue spalle.
"Credo che hai sbagliato i tuoi calcoli!"
Un figuro, dall'armatura scintillante quanto rovinata, come quella di Seiji, è apparso in aiuto del Saint. Due cavalieri, nello stesso posto non si verificava da molto tempo.
Il Corrotto non riesce quindi a portar l’attacco verso il Cavaliere d’Oro che con un sorriso ed una gomitata si libera del suo nemico.
"Ti ho percepito poco fa… ma non pensavo di vedere uno della tua stirpe ancora in vita!"
Il Corrotto alle spalle di Seiji torna alla carica, ma il Gold questa volta non si trattiene.
"STARDUST REVOLUTION!", urla e il Corrotto diviene storia in una moltitudine di luminose stelle.
Certo che, se il cosmo di Seiji, fosse stato lo stesso dei tempi che furono, gli sarebbe bastata la sua sola forza per eliminare quei soggetti.
Dall’alto di una roccia, il Tritone degli abissi, noto ai più come Wulvaife del Calamaro, continua a tenere in scacco quello che sembra essere il Capo dei Corrotti.
"Vedi Saint di Athena, la stirpe di Poseidon è dura a morire!"
Un lieve sorriso, prima di eliminare il capo dei Corrotti.
"SKJÆRE LUFT!", urla il Tritone, facendo a pezzi il suo avversario, stritolato dalle fruste e dall'energia in possesso del Cavaliere dei mari.
Uno sguardo tra i due guerrieri di fede e di opposta fazione. Non più una mossa, non più un gesto, si guardano e si studiano, ma non c’è percezione di offesa tra loro per il momento, ed è Seiji a spezzare quel momento.
"Vediamo se possiamo parlare in un posto tranquillo!"
Richiamando a se le fruste, Wulvaife annuisce: "Concordo! C’è molto da dire, ad esempio cosa ci fai qui!"
E con queste parole, il Tritone compie un balzo andando a posizionarsi alla destra dell’Ariete.
Camminano fianco a fianco, come non si vedeva da tempi remoti.
All’interno di una delle capanne del villaggio, Seiji e Wulvaife sono seduti su delle sedie di legno, da circa un’ora. Hanno provveduto a dar degna sepoltura al ragazzo e adesso che la situazione si è allentata, Wulvaife spera di poter ricevere delle risposte dal Saint.
Seiji avrebbe voluto riprendere la marcia verso l’Etna, ma ora che ha trovato, dopo mesi, un interlocutore preferisce discutere ed elaborare una strategia per sopravvivere. Ed ora che sono in due, le possibilità aumentano.
Wulvaife dal canto suo ancora non ha avuto le risposta che voleva. Lancia un’occhiata al Box dorato dell’Ariete, al cui fianco spicca il Totem del calamaro, o quello che sembra un calamaro, visto che, per via delle rotture subite, l’originaria figura acquatica ora è alquanto rovinata.
Uno sbuffo, poi il Tritone rompe il ghiaccio.
"Ehi, Seicoso, allora? È da un’ora che aspetto che tu mi risponda!"
"Uhm?!", il montone scuote il capo, portandosi la mano destra al volto, in un gesto di stanchezza. "Sì, devi scusarmi, ero soprappensiero! Comunque la risposta alla tua domanda è non lo so! Non so cosa sto cercando o se esista, è solo un ipotesi e arrivando in cima al vulcano forse troverò delle risposte. Piuttosto, qualcuno di voi si è salvato?"
Wulvaife scuote il capo amaramente: "Dopo la caduta dell’Undersea, restammo in pochi! Molti di noi perirono contro le legioni… Mordred di SeaDragon, Shoma dell’Orca e Vince di Neleo fuggirono con me, ma dopo pochi giorni, quando i mari si ritirarono, decidemmo di dividerci, alla ricerca dei Sopravvissuti! Incontrai Vince qualche giorno fa, sono riuscito a riconoscerlo dalla Scale che portava indosso, per il resto era irriconoscibile! Doveva esser stato intercettato dai Corrotti o molto più probabilmente da qualche tirapiedi di…"
La porta si spalanca senza che Wulvaife possa proseguire il suo racconto.
"Fermi dove siete!"
Un vecchio sulla settantina urla verso la coppia. Una barba bianca incolta, un vecchio saio che ricorda quelli dei monaci è l'abito che indossa, in braccio un fucile vecchio almeno quanto lui.
Wulvaife si volta verso Seiji e i due si scambiano un'occhiata interrogativa, finché il Tritone di Posiedon prende parola, rivolgendosi al Saint.
"Se non lo fermi tu, io lo ammazzo!" dice con superficialità.
"Se tu ammazzi lui, io ammazzo te! Lascia stare, me ne occupo io!" dice Seiji.
Con volto sereno e disteso l’Ariete guarda il nuovo giunto, alzandosi in piedi mani in alto.
"Vecchio, non so di che crimine ci vuoi accusare, non siamo né ladri, né briganti ma semplici viandanti, che hanno cercato un riparo chiuso e asciutto, è forse questa la nostra colpa?"
Il vecchio con un gesto quasi di stizza sputa in terra.
"Bada a te straniero, non mi incanti con i tuoi modi garbati! Avete ammazzato mio nipote, lo volete forse negare? Ho visto il sangue che vi è fuori, i cadaveri, e la balestra di mio nipote appesa ad una croce di legno, voi avete creato questo scempio!"
Wulvaife scuote il capo quasi sconsolato. Quella situazione gli pare paradossale: in tempi andati avrebbe semplicemente appeso il nonnetto per il collo, una leggera pressione e bye bye nonno.
Seiji china il capo rammaricato: "Tutto ciò che abbiamo fatto è stato difendere la vita nostra e quella del giovane, ma non è stato possibile realizzare entrambe le cose!"
"Vostra è la colpa!", sbraita ancora l'anziano. "Fino ad oggi erano mesi che non si vedevano sbandati, né i Corrotti!"
"Ora finiscila vecchiaccio, sono stufo del tuo ciarlare, se non fosse stato per me, e per lui, ora anziché essere accolto nella pace, saresti stato accolto nel sangue! Non di certo l'arma che imbracci può spaventar ne loro… ne tanto meno noi!", grida Wulvaife.
Sudore cala dalla tempia del vecchio, un attimo di incertezza, un attimo che basta al Gold Saint dell’Ariete per sfilare il fucile dalle mani dell'anziano, che cade ginocchia a terra, colto da puro terrore.
"In che razza di mondo viviamo?!", singhiozza l’anziano, "Che razza di mondo è questo?! Se dovete uccidermi, fatelo in fretta, sono troppo stanco...per continuare a battermi!"
"Vecchio siediti… capisco il tuo cordoglio! Anche io, anche noi abbiamo perso molti compagni per colpa della guerra, ma ciò non deve demotivarci! Seppur questi tempi oscuri, paiono duri e difficili, non si deve perdere la speranza e la voglia di vivere!", dice Seiji.
Da una delle tasche tira fuori quello che pare un pezzo di carne secca, che viene offerta al vecchio
"È tutto ciò che ho, accetta il mio cibo te ne prego!"
E a quanto pare il vecchio accetta di buon grado.
Il resto della giornata passa con i racconti del vecchio, su come suo nipote, il cui nome era Giovanni, era sfuggito ai Corrotti fino ad oggi, di come altri Sopravvissuti hanno preferito lasciare quel posto per cercare nuovo rifugio in luoghi apparentemente più sicuri e di come altri siano morti. Un racconto come altri, che Seiji in questi mesi ha ascoltato spesso. I Corrotti in genere preferiscono i giovani, perché sono più malleabili e corruttibili.
I due cavalieri decidono di lasciare il Vecchio, accampandosi in una baracca vicina. Non accendono un fuoco, seppur la notte si prospetta fredda, ma non è saggio dare ai Corrotti un segnale di presenza. Né il Saint né il Tritone riescono a chiudere occhio, ed è nuovamente il Calamaro a parlare per primo.
"Raccontami! Tu hai idea di come sia cominciato tutto e poi… che fine avete fatto Voi dopo l'ultima battaglia? In genere eravate Voi quelli che salvavano tutti per il rotto della cuffia..."
Steso in terra, con gli occhi a guardar le stelle, da una breccia nel soffitto.
"Forse non eravamo all'altezza di chi ci ha preceduto, comunque è una storia lunga, sarà bene che te la racconti dal principio!"
Prendendo un respiro Seiji inizia il suo racconto
"Erano passati almeno trent'anni dalla fine dell'ultima guerra sacra e la luce sulla terra continuava a splendere....."
***
Grande Tempio di Grecia, 2017
Anthonios era nuovamente al cimitero dei Cavalieri, guardando la lapide che gli stava di fronte. Andava spesso li, cercando le forze per superare le prove dell'addestramento, rivolgendosi ai grandi del passato, perchè gli donassero la forza e il coraggio. Inginocchiato, alzò lo sguardo.
Seiya, Cavaliere di Pegasus.
"Seiya, oggi è il mio giorno, dopo tutti gli anni dell'addestramento è arrivato il giorno della prova finale! La Maestra mi racconta spesso del giorno della tua prova, il combattimento contro Cassios e della tua vittoria. Spero di poterti far onore, anche se non gareggerò per la tua armatura, spero comunque che tu possa vigilare su di me dal paradiso dei cavalieri! Donami la tua forza Seiya, ne avrò bisogno!"
"Anthonios sei qui?! È da mezzora che ti stiamo cercando!"
Dal sentiero che porta al capo santo, una femminea figura giunse, vestita con un'armatura leggera in cuoio, capelli raccolti in uno chignon e una maschera argentata sul volto a celarne i lineamenti. Reika era il suo nome, un’aspirante Saint, più giovane di Anthonios.
Anthonios rialzandosi la osservò con un sorriso, portando la mano sinistra sulla testa, carezzandosi i capelli neri a spazzola. Anche lui indossava la corazza da aspirante, sopra le vesti verdi.
"Reika, sono abbastanza grande per non aver bisogno della balia!", disse con tono scherzoso.
La fanciulla si fermò a metà strada portando le mani ai fianchi, chinando la testa di lato.
"Non avrai bisogno della balia, ma dovresti imparare ad essere puntuale! Dovresti essere già all'arena, tra poco più di cinque minuti è il tuo turno, non vorrai far arrabbiare la Maestra no?"
Anthonios sgranando gli occhi si rese conto della situazione e senza perdersi d'animo cominciò a correre a perdifiato.
"Per la dea, questa è la volta buona che mi ammazza... Maledizione Reika, non potevi venirmi a cercare dieci minuti fa?!"
Reika, correndo dietro ad Anthonios, scosse il capo.
Entrambi i giovani erano stati affidati a uno degli ultimi tre superstiti dell'ultima Guerra Sacra. Gli ultimi Saint della generazione di Seiya che ebbero la fortuna di vedere Athena camminare tra gli uomini.
In realtà i superstiti alla fine della guerra erano ben più numerosi, ma purtroppo anche dopo la fine delle schermaglie con Hades, la pace non era prettamente al sicuro e anche altri hanno dovuto dare la vita per proteggerla.
La storia venne loro raccontata più volte, e da più persone, in maniera ogni volta differente, ogni volta colma di colpi di scena ed eventi al limite del miracoloso. Ma solo una è la versione a cui facevano più credito, quella della loro insegnante.
Giunsero in tempo i due.
Nell’arena il Grande Sacerdote osservava. Egli era il secondo sopravvissuto, il terzo erano almeno cinque anni che non si faceva vedere al Grande Tempio, solo pochi sapevano dove fosse.
Al fianco del Sacerdote, posizionate sul palco d'onore, vi erano due giovani ragazze, che facevano parte della casta sacerdotale. Infatti, a differenza delle donne Saint, loro non portavano maschera. Si trattava della Precettrice Astral e del primo ministro Alena.
Astral era una ragazza minuta, dai capelli nerissimi, il volto dai lineamenti regali e da uno sguardo pungente fatto di due occhi azzurri come il ghiaccio, conosciuta tra i veri studenti, come "la strega" per i suoi modi burberi.
Alena invece era rinomata per la sua dolcezza, più alta e formosa di Astral, era il ritratto della serenità. Occhi verdi, sorriso gioviale ed una cascata di morbidi capelli biondi. si diceva che molti Saint si innamorarono di lei, ma solo uno fosse riuscito a catturarne il cuore, e per questo fu esiliato dal Grande Tempio.
Mancava all'appello la terza Sacerdotessa, la Somma Niniel, ma erano giorni che non si vedeva. Qualcuno diceva che la febbre la relegava nelle sue stanze.
Il Grande Sacerdote, che per l'occasione portava le vesti bianche e l'elmo dorato a celarne i tratti, alzò le braccia al cielo e la folla esultò in un boato.
"Oggi, nel nome di Athena, ci riuniamo in questa arena sacra, per decretare chi tra gli aspiranti potrà vantare il diritto al titolo di Saint e potrà divenir custode delle sacre Vestigia.
Alena e Astral fecero spazio, mostrando il Box Cloth che sarebbe andato al vincitore di quello scontro. Si trattava delle sacre vestigia dell'Unicorno.
"Che entrino i due contendenti!", proclamò il Grande Sacerdote.
Dall'ingresso situato a ovest entrarono Asterios, e il suo allievo Terenzio.
Asterios era alto quasi un metro e ottanta, pelle abbronzata, capelli rossicci portati sciolti alle spalle. Il volto maturo tradiva la sua giovane età fatta di ventuno primavere. Era un Saint ben conosciuto nel Grande Tempio, per essere stato addestrato dall'ormai scomparso Gold Saint di Leo e in precedenza Saint della Fenice, Ikki. Si vociferava che la forza di Asterios fosse pari a quella del maestro. Combattere quindi con il suo allievo non sarebbe stato facile.
Terenzio proveniva dall'Italia, era un ragazzo gioviale, che Anthonios aveva avuto modo di conoscere negli ultimi mesi, da quando entrambi furono portati al Grande Tempio per terminare l'ultima parte dell’addestramento, e si rese conto sin da subito che entrambi avevano molto in comune, tra cui la profonda testardaggine e l'impegno. Si meritava anch’egli di essere lì per l'ambito titolo. Aveva una carnagione scura come quella del maestro, dovuta al caldo sole della Libia, ove aveva passato gran parte del suo addestramento, i capelli mossi di color corvino arrivavano fin alle orecchie; gli occhi verdi quel giorno brillavano di una luce diversa, forse carichi di emozione, o più semplicemente di spirito combattivo.
Dall'ingresso orientale finalmente giunsero gli altri contendenti.
Anthonios e al suo fianco la venerabile maestra. Portava un abito che ricordava più una veste sacerdotale, con cappuccio calato sul capo di color bianco, alla vita legato un cordino color oro, al volto la maschera, simbolo delle guerriere Saint di Athena, una maschera di color argento con rilievi viola.
Shaina il suo nome, Silver Saint della costellazione dell'Ofiuco.
Camminavano a passo deciso, anche se Anthonios tradiva la sua emozione, emozione di cui la maestra si accorse per via del battito cardiaco accelerato dell'aspirante Saint.
"Anthonios, hai forse paura?", esclamò senza voltarsi.
Stupito, l'allievo aprì le labbra per controbattere, ma Shaina proseguì.
"Metti a frutto ciò che ti ho insegnato in addestramento, poni fiducia nei tuoi mezzi e affida il tuo cuore ad Athena, e certamente non perderai!"
Anthonios annuì facendosi coraggio, stringendosi le cinghie di cuoio sulle mani.
Certo Anthonios non era il primo allievo di Shaina a perdere. Fu tra le prime storie che sentì al Grande Tempio: la sconfitta di Cassios per mano di Seiya. Ma allora Shaina era più immatura e da allora molto tempo era trascorso.
I quattro si trovarono faccia a faccia, lanciandosi sguardi indagatori, salutandosi solo con cenni del capo, per poi voltarsi verso il palco d'onore ove il Grande sacerdote e le sacerdotesse erano posti.
"Anthonios, Terenzio! Possa il fato decidere la vostra sorte!"
I due ragazzi annuirono, poi il Grande sacerdote si rivolse ai due maestri.
"Shaina, Asterios, abbandonate il campo!"
I due maestri si voltarono verso i rispettivi allievi. Asterios, posò una mano sulla spalla del giovane Terenzio, Shaina invece non disse niente, bastarono gli sguardi ai due per intendersi.
La folla esultava, ormai l'incontro stava per cominciare.
"Che lo scontro abbia inizio!", annunciò il Grande sacerdote e i due ragazzi, ora faccia a faccia, presero le rispettive pose difensive.
" Vinca il migliore!"
" Lo spero!", rispose con un sorriso genuino Terenzio, portando il pugno chiuso a metà via.
Anthonios rispose al saluto e toccò con il suo destro il pugno dell'avversario.
La battaglia cominciò.
I due iniziarono a colpirsi ripetutamente, come fossero due pugili, uno scontro adatto a due atleti, non a due futuri Saint. Nessuno voleva cominciare a fare sul serio, forse timorosi di ferirsi l'un l'altro, poi d'un tratto fu Terenzio a dare il via alle danze vere e proprie.
Un calcio al fianco, dato non solo con forza, ma sopratutto con un’energia che la maggior parte dei presenti percepì. Era cosmo.
Anthonios venne scagliato indietro violentemente e trascinato per qualche metro nella polvere, sputò in terra del sangue, ma non si lamentò.
Nel frattempo dagli Spalti, Seiji, neo Gold Saint dell'ariete, si avvicinò ad Asterios.
"Uhm, ha un cosmo particolarmente aggressivo, non immaginavo potesse arrivare a tanto il tuo ragazzo!"
Asterios, annui soddisfatto.
Anthonios si rialzò a fatica guardando l'avversario. Sorrise nel percepire il cosmo e sorrise anche Shaina, dagli spalti.
Terenzio caricò il pugno correndo verso Anthonios, pronto a colpire, e proprio mentre lo calava verso Anthonios, egli spiccò un balzo in alto, sparendo dalla traiettoria di Terenzio.
Asterios e l'allievo, seppur in luoghi diversi ebbero la stessa espressione stupita.
Anche Anthonios era in grado di generare cosmo e atterrò proprio dietro le spalle di Terenzio, con un sorriso a mezza bocca. Un sorriso quasi di sfida.
"Avanti Terenzio, voltati, io non colpisco alle spalle!", incitò il giovane verso l'avversario, che di buon grado accolse l'invito voltandosi. Ma Anthonios stava già procedendo in una serie di pose particolari, che Shaina riconobbe subito, visto che fu lei a insegnargliele.
Seiji spalancò gli occhi nel constatare l'aumento di cosmo di Anthonios. Terenzio senza pensarci due volte tornò alla carica e inutile fu l'avvertimento del maestro.
"Attento Terenziooo!!!"
Ma il pugno destro di Anthonios colpì ripetutamente con fasci di cosmo bluastro:
"RYUSEIKENNN!!!"