Epilogo

Una figura camminava silenziosa nel cimitero dei cavalieri ad Atene. La notte era splendida sopra di lei, stelle e luna brillavano nel cielo, rendendo piacevole la notte del Santuario.

La figura continuò il suo cammino quieto e fermo.

Dapprima incontrò le tombe dei cavalieri di bronzo: la moglie di Shun, i cinque cavalieri di bronzo che per due volte sacrificarono la vita per la loro dea ed i due giovani le cui vite si spensero presto, durante la battaglia con i titani di Urano, Teros e Balis.

Subito dopo, i simulacri dei santi d’argento: Marin, apriva una grande fila di bare. La figura poté leggere molti nomi, Dao, Xael, Kram, Laios, Hamer, Awtera, Robin, Eric, Rabat e per ultimo Jacov.

Subito dopo, le tombe dei santi d’oro, dapprima quelle dei defunti cavalieri, gli eroi dell’era passata, tredici uomini coraggiosi che avevano speso la vita per la loro dea, spegnendosi insieme dinanzi al Muro del Pianto, eccetto Kanon, che per primo morì nelle lande di Ade.

Poi, vi erano i sette cavalieri d’oro morti in quell’era di battaglie, primo Kiki dell’Ariete, caduto contro la titana Ariel, poi Alcyone, scomparsa nel salvare i suoi parigrado, quindi Gallio, coraggioso eroe che sacrificò la vita per gli alleati, Abel di Gemini, che morì perché Urano scomparisse, non curandosi della sua singola vita. Dopo di loro, i cavalieri caduti nelle altre battaglie, primo Myokas, sconfitto dal Runouni del Drago nel tentativo di salvare la sua Somma Sacerdotessa, poi Tok’ra, spentosi nella battaglia contro Kronos la Guerra ed infine le ceneri di Odeon, che da poco era caduto in battaglia, come il santo di Virgo.

La figura, poi, si trovò dinanzi ad un bivio, da una parte le tombe dei sommi sacerdoti, dall’altra le cinque steli dedicate alla memoria dei cavalieri divini.

Cinque steli prive di corpi, poiché i cadaveri dei santi divini erano scomparsi nelle battaglie contro i titani di Urano, prima che i loro spiriti si rincontrassero nella battaglia contro il Tiranno del Cielo. Ora solo le vestigia divine restavano di quei passati eroi, vestigia depositate in luoghi diversi.


L’armatura del Cigno riposava ad Asgard, vicino ad un altro simulacro creato in onore di Hyoga, che riposava insieme alla moglie.

L’armatura di Andromeda, invece, era situata nell’Isola dove Shun ricevette l’investitura, lì le corazze di Andromeda e del Camaleonte vegliavano sui diversi cavalieri che nei secoli si sarebbero continuati ad addestrare in nome della dea.

L’armatura della Fenice era a Cartagine, anch’essa posta vicino al simulacro di Ikki, dove la memoria dell’uomo riposava con quella della moglie e di tre dei suoi figli, divenuti come lui cavalieri.

L’armatura del Drago, poi, era stata riposta ai Cinque Picchi, unico ricordo che la donna, abitante di quelle rocce, aveva dello sposo tanto amato, una corazza dorata che in qualche modo riempisse il vuoto da lasciato dalla morte di Shiryu in Shunrei.

Infine, le vestigia di Pegasus riposavano sull’Altura delle Stelle, insieme a quelle dell’Ofiuco, rinate grazie all’Atanatos, segno di un legame che nemmeno la morte poteva dividere, un amore così profondo e mai mostratosi chiaramente, che le due corazze sembravano condividere, come i loro passati padroni.

La figura, però, scelse di andare dal lato, verso le tombe dei Sommi sacerdoti e dinanzi all’ultima di queste si fermò, quella di Shaina.

"Salve, mia somma insegnante e sacerdotessa di Atena", esordì la figura, rivelandosi alla luce della luna come Botan di Cancer.

"Un mese è passato dalla vostra morte e dall’inizio di quella battaglia con gli Horsemen, battaglia che finì con la nostra vittoria, per fortuna", iniziò a raccontare la guerriera, "Per un’intera settimana noi tutti, cavalieri sopravvissuti, siamo stati costretti a riposare e guarire le ferite delle tante battaglie. Poi avvennero i funerali dei tanti guerrieri caduti. Endimon fu sepolto a Cipro, Koryo e Jenghis nei rispettivi templi dei loro dei, Anhur ed Ihi in Egitto, Awyn sull’Isola di Andromeda, Ilew in Scozia, Koga in Cina, Jacov, Odeon e Tok’ra, qui, ad Atene.

Dopo la battaglia, avvenne un momento felice, un matrimonio, fra Mamiya e Dorton, che non scelsero né i riti dionici, né quelli vestali, ma i riti della nostra dea, Atena, per unirsi in questo eterno legame.

Fu più difficile, invece, scegliere chi sarebbe diventato il prossimo sommo Sacerdote. Tutti avevamo optato per Ryo, cavaliere di Libra e figlio di Shiryu, da cui aveva ereditato la grande saggezza, ma il santo della Settima Casa rifiutò la carica. Ha scelto di essere solo un cavaliere, un guerriero della dea di Atena, questo ci ha detto, prima di proporre un voto scritto. Camus, cavaliere dell’Acquario, prima ancora di iniziare la votazione, chiese di essere lasciato fuori, poiché anche lui, come il figlio di Shiryu, non voleva quella carica per se. Furono quindi i voti a decidere, una decisione data da tre voti contro due. Fui io a prendere i due voti, mentre Golia prese i tre. Ora è il santo d’oro del Toro il nuovo Sommo Sacerdote di Atene", concluse la sacerdotessa del Cancro.

"Dopo questi avvenimenti, il gruppo di alleati si divise.

Per primi partirono i due Runouni unitisi in matrimonio, ritornarono in Cina, per coordinare la nascita di una futura generazione di guerrieri di Giada e per vivere, soprattutto, in pace, insieme, e senza alcun bisogno di nascondersi.

Partirono in seguito i due Tree Monks, Rhiannon e Taranis, decisi a vivere in pace, ma pronti a giurarci un’alleanza eterna, a noi ed ad Asgard, prima di tornare nelle loro lande natie, per riparare ai danni fatti da Morrigan e le sue sorelle.

Partì poi Sekhmet di Bastet, per tornare a proteggere i suoi sogni, gli dei egizi, di cui è rimasta l’ultima custode.

Subito dopo fu il tempo di Freiyr e Bifrost, che tornarono ad Asgard, per riparare anche loro ai danni che il passaggio di Morrigan aveva provocato, per curare i feriti ed i sofferenti, ribadendo ancora una volta il loro legame con il Santuario.

Fu poi il turno di Esmeria, figlia di Ikki, che con il suo fedele guardiano, Joen, fece ritorno al proprio regno, Cartagine, anch’esso legato a noi da un’alleanza inscindibile.

Dopo di loro partì Elettra, per far ritorno all’isola dove riposavano le ultime donne che aveva chiamato sorelle, un luogo in cui potrà riposarsi e placare il dolore che riempie il suo animo.

Fu poi Kain, l’altro figlio di Ikki, a salutarci, doveva ritemprare le proprie membra, ci disse, e curare il sacro regno di Nettuno, danneggiato dall’invasione del Runouni prima, e dalle battaglie in superficie, poi.

Infine, anche noi santi di Atena ci siamo divisi, per ora.

Kano ha deciso di riposare per un breve periodo in Egitto, prima di iniziare la ricerca di sei futuri allievi da addestrare ai segreti dello spirito e della sua forza.

Helyss e Zadra sono partite per Asgard, per aiutare Freiyr e Bifrost nel curare i feriti e per riposare loro stesse nella terra natia.

Daidaros è partito anche per la sua terra natia, l’Isola di Andromeda, dove per ora riposa, dinanzi alla statua di sua padre e della madre, onorandole di continuo.

Solo Real della Lira è ancora qui al Santuario, ormai la vista gli è tornata e custodisce con rispetto il Tempio dell’Ariete, come difensore della dea e del suo tempio.

Anche Ryo è tornato ai Cinque Picchi, per far compagnia alla madre, a cui ha ripensato molto durante queste battaglie contro gli Horsemen.

Camus è andato ad Asgard, insieme alle due sacerdotesse d’argento ed al Re del Regno di Odino ed il suo seguace, per onorare la tomba del padre e riposarsi.

Lorgash, invece, viaggia tuttora, fermandosi alcuni giorni presso il santuario di Ares, dove riposa Jenghis, ed altri presso il tempio degli dei asiatici, dove è sepolto Koryo, due suoi compagni d’addestramento che vuole continuare ad onorare combattendo.

Solo io, che custodisco la Quarta Casa, e Golia, che già riposa nel Tredicesimo Tempio, siamo ancora ad Atene, unici difensori dorati che non hanno bisogno di allontanarsi da queste terre per trovare un po’ di pace, quella stessa pace che spero, mia nobile insegnante, ci siamo guadagnati dopo tante battaglie", concluse Botan, alzando il volto mascherato verso il cielo, prima di ritornare verso il Santuario di Atena, speranzosa di avere finalmente la pace tanto attesa.

 

Ó Copyrights di Pavone per tutti i personaggi inediti

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