Capitolo 7: Battaglia per le strade di Asgard
Cinque figure avevano raggiunto le fredde terre di Asgard pochi minuti dopo l’apparizione degli Horsemen a Tebe.
"Che strano, oggi fa meno freddo del solito qui", osservò una di queste figure, che si rivelò essere Camus dell’Acquario, santo d’oro e figlio di Hyoga e Flare, "Non trovi anche tu, cugino?", incalzò allora il Custode dorato, rivolgendosi al figlio di Hilde, Freiyr di Dubhe, Re di Asgard.
"Si, in effetti, malgrado siamo solo in Primavera, la temperatura è più alta del solito, sembra quasi che ci sia solo una sottile brezza, non avevamo questo clima ieri, prima che partissi", rifletté il sovrano del Sacro Regno del Nord, "Si, maestà, ha ragione, eppure, questo sembra lo stesso clima che c’era a Tebe", osservò stupito Bifrost di Megrez, l’ultimo dei god warriors ancora vivo, oltre il proprio Re.
"Permettetemi una critica, guerrieri del Nord", esordì allora Taranis del Nocciolo, che insieme a Rhiannon completava il quintetto di guerrieri nord europei, "ma mentre noi riflettiamo sul clima, Morrigan e le sue sorelle staranno razziando questo Sacro Regno", osservò il Tree Monk.
"Si, hai ragione, alleato, è saggio muoverci", concordò Freiyr, correndo lungo le fredde strade di ghiaccio che costeggiavano la città.
I passi del quintetto, però, furono fermati da un incendio che si alzava furente dalle case all’interno della città, "Che succede?", si domandò preoccupato Bifrost, osservando lo scempio e sentendo diverse urla, "Morrigan", ringhiò semplicemente Rhiannon del Fico, invitando gli alleati a correre verso le mura interne del Regno.
Quando i cinque arrivarono all’interno della città, l’orrore si dipinse sui loro occhi: case bruciate, uomini e donne morti per mano di affilate spade e distruzione sotto molte altre forme.
"Come hanno osato?", urlò Bifrost infuriato, "Questo è il modo di fare della dea Morrigan e delle sue sorelle, distruggere tutto, loro sono divinità della distruzione, non esiste la bontà nei cuori di codesti esseri, sempre se ne hanno uno", spiegò la Tree Monk del Fico, osservando disgustata quello scempio.
"Maestà", urlò in quel momento una voce, fra i diversi corpi. Ci vollero pochi secondi perché Freiyr ed i suoi compagni vedessero chi era il ferito che richiamava la loro attenzione, una guardia, di certo, ma segnata da un profondo taglio, "Mio sire", balbettò il soldato asgardiano, "erano in quattro, tutti a cavallo e correvano lungo la città come bestie maligne, hanno distrutto tutto e si sono dirette verso il castello", riuscì a spiegare con un filo di voce, "la prego, li fermi", concluse, prima di perdere i sensi.
"Dobbiamo correre al castello", furono le uniche parole di Freiyr, visibilmente infuriato, "Si, mio Re", concordò Bifrost, invitando anche gli altri a seguirli in quella corsa contro il tempo e la furia di quattro divinità.
"Voi sapete chi può essere il quarto?", domandò durante la veloce avanzata Camus, "No, santo d’oro, non abbiamo la minima idea di chi sia colui che le accompagna, ma probabilmente sarà un Horseman, temo", rifletté Taranis, dopo aver scambiato uno sguardo con Rhiannon.
Dopo alcuni passi, però, la guerriera del Fico si fermò dinanzi ad una stalla, "Re Freiyr, mi concedi di prendere uno dei vostri cavalli?", domandò la Tree Monk, osservando i magnifici destrieri asgardiani, "Poiché il mio caro amico è rimasto in Scozia, dove posso saperlo al sicuro, ti faccio questa richiesta, per essere più utile in battaglia", spiegò la giovane guerriera scozzese, "Si, fai pure", rispose frettolosamente il figlio di Siegfried, senza fermare il proprio passo.
Non ci volle molto a Rhiannon per convincere uno di quei magnifici destrieri a seguirla, né per raggiungere i quattro alleati che intanto avevano continuato ad avanzare, ma i passi di tutti furono poi fermati dalla presenza di due ostacoli.
"Chi sono?", domandò Bifrost, preparandosi alla lotta, "Le sorelle di Morrigan, immagino", rispose semplicemente Taranis, impugnando le proprie fruste con ambo le mani.
"Si, esatto, siamo Nemain e Badb, sorelle di Morrigan e sue seguaci, e qui vi fermeremo, mentre la nostra sorellina distruggerà la statua del dio Odino", ridacchiò la prima delle due.
Questa guerriera aveva lunghi capelli biondi che le scendevano lisci lungo le spalle e bellissimi occhi azzurri. L’armatura di colore oscuro, quasi nero, era caratterizzata da un singolo pezzo che costituiva le spalliere, la copertura per il petto e quella per le braccia. Sulle gambe vi erano delle lunghe protezioni, che giungevano fino all’oscuro gonnellino che difendeva la cinta, essendo fatto di metallo. Una nera fibbia con la testa deforme di un maiale ritratta congiungeva le due parti della cloth. L’elmo era una semplice nera corona con delle ali simili a quelle di un pipistrello sui lati. In mano, questa guerriera, aveva una spada dalla lama fiammeggiante, "Più precisamente io sono Nemain, mentre lei è mia sorella Badb", si presentò la divinità infernale celtica.
La sorella aveva anche lei una cloth nera, ma diversa per decorazioni e forma. Le spalliere, infatti, componevano un tutt’uno solo con la copertura per il petto, un pezzo di metallo ben lavorato che lasciava, però, scoperto l’addome. Alla sua cinta vi era anche una gonna metallica, ma i gambali, così come le coperture per le braccia, sembravano fatti di piume stilizzate, riunite una sopra l’altra. Sulla schiena di Badb, inoltre, si aprivano delle grandi ali nere, simili a quelle di un corvo, mentre nella sua mano destra vi era una spada dall’aspetto minaccioso, la cui impugnatura sembrava essere anch’essa costituita da nere piume, che si richiudevano sull’arto della loro padrona. Il volto era completamente coperto da una maschera raffigurante un oscuro becco di volatile, solo i neri capelli scivolavano scompigliata lungo la nuca, fino al collo.
"Queste sono le sorelle di Morrigan, ciò vuol dire che solo l’Horseman è rimasto con lei nell’avanzata verso la statua del dio Odino", rifletté Rhiannon, prima di voltarsi verso Taranis, "Re Freiyr", urlò dopo lo stesso Signore delle Battaglie, "Continua tu verso il tuo castello, noi, Tree Monks sopravvissuti, affronteremo le due creature infernali che il nostro esercito doveva fermare", propose il guerriero del Nocciolo, preparandosi alla battaglia.
Camus e Bifrost guardarono il Re di Asgard mentre si voltava verso i due e li ringraziava con un gesto del capo, prima di scattare avanti con loro.
"Dove sperate di andare voi tre?", tuonò Badb, sollevando la spada, "Lasciali andare", urlò all’improvviso Nemain, fermando il colpo della sorella con la voce.
Le due si guardarono fisse per alcuni minuti, mentre i tre guerrieri asgardiani le superavano senza difficoltà, "Perché?", domandò poi la dea con le ali del Corvo, "Perché c’è sempre mio marito Tethra a difendere nostra sorella", rispose semplicemente l’altra, prima di sollevare il cavallo su due gambe, "Per noi, il piacere di uccidere costoro", tuonò poi, indicando i Tree Monks, rimasti fermi ad aspettarle.
Le due divinità si lanciarono contro i guerrieri celtici e subito la spada fiammeggiante di Nemain cercò di travolgere Taranis, il quale la evitò con un veloce movimento, chinando il capo, poi, con la frusta, voltandosi di scatto, raggiunse le braccia della nemica e la tirò a se, cercando di buttarla al suolo, ma riuscendo solo a restare scosso dalla potenza del cosmo avverso, che lo costrinse a lasciare la presa sulle armi, cadendo egli per terra, "Speravi di farmi scendere da cavallo, uomo?", domandò lei divertita, preparando una nuova carica sul nemico.
Rhiannon, invece, non aspettò la carica di Badb, ma cercò lei stessa di attaccare e colpire la nemica con un calcio, mentre si sosteneva dal cavallo solo grazie alle mani.
"Credi che le ali siano solo un oggetto decorativo?", ridacchiò Badb, saltando dal cavallo ed alzandosi in volo, così da evitare l’attacco avverso, "Ti posso assicurare che ti sbagli", continuò poi la divinità infernale, voltando il proprio destriero verso quello nemico.
"Sembra che dovrò usare qualcosa di meglio delle fruste per farti scendere da cavallo", osservò in quello stesso momento Taranis, preparandosi a riprendere la lotta con le due sfere chiodate nelle mani, "ma ti avviso, divinità nemica degli dei celtici, nessun attacco ha effetto su di me usato due volte di seguito, e questo vale anche per strategie come la carica a cavallo, perciò cerca di meglio", affermò con estrema sicurezza il Signore delle Battaglie, incrociando le armi dinanzi a se.
Nemain, però, sembrò non curarsi dell’avviso e caricò di nuovo il nemico con la propria spada infuocata da cui prorompevano minacciose delle fiamme.
Taranis non si fece spaventare dall’attacco e, roteando intorno al cavallo, che si dirigeva dritto verso di lui, si spostò sulla sinistra, colpendo l’arma nemica con una delle sue sfere chiodate, per poi raggiungere con la seconda il destriero stesso, che, preso in pieno ad una zampa, barcollò in avanti, lasciando cadere la divinità che lo sormontava. Nemain, però, non cadde realmente al suolo, vi atterrò agilmente piuttosto, voltandosi subito verso il proprio nemico, "Complimenti, uomo, hai saputo superare il mio cavallo, ma come credi di battere me e la Spada di Fuoco che brucia la Vita?", domandò incuriosita, lasciando esplodere un fendente dalla propria arma, che travolse il guerriero celtico, ustionando in più punti le vestigia del Nocciolo e riuscendo quasi a ferirlo.
"Resistente quell’armatura, ma chissà ancora per quanto", osservò la divinità, preparandosi ad un nuovo attacco, "Abbastanza per fermarti", replicò il Tree Monk, rialzandosi ed impugnando con una mano la Clava dall’immane potenza e con l’altra lo scudo con il Cane rappresentato di sopra.
Lo scontro fra le due guerriere a cavallo, intanto, era continuato con delle successive cariche in cui nessuna delle due era riuscita a raggiungere l’altra con un colpo mortale.
"Ora basta giocare", tuonò minacciosa Badb, dopo l’ennesimo attacco andato a vuoto, preparandosi ad attaccare con tutta la furia che aveva in corpo, "Concordo", urlò Rhiannon, il cui pugno sembrò riempirsi di cariche elettriche, "Knight running attack", esclamò la Tree Monk, aprendo la mano verso la dea nemica e scatenando le dieci saette che già il cavaliere del Sagittario aveva conosciuto in battaglia tempo prima.
Badb, dinanzi a quell’attacco, si alzò in volo, evitando che cinque di quelle saette la raggiungessero e lasciando che fosse il suo cavallo a subirle, per poi superare con capriole volanti altre tre saette e spegnere le ultime due con un veloce movimento della spada, così da calare in picchiata contro la nemica.
"Ottima idea, dea infernale", esclamò Rhiannon, saltando verso l’avversaria, "Presa del Fulmine", continuò poi, mentre fra le sue mani si apriva una rete elettrica in cui la dea nemica fu bloccata, poiché non si aspettava, probabilmente, un tale attacco.
Nel scendere di nuovo al suolo, però, la Tree Monk fu raggiunta alla spalla da un colpo di spada e solo allora, la giovane scozzese si accorse che l’arma non era più nella mano di Badb, ma si librava in aria, quasi avesse una volontà sua, grazie a due ali nere che si erano aperte dall’impugnatura.
Una volta al suolo, Rhiannon si toccò la ferita, non molto profonda e, dopo essersi accertata di ciò, si preparò a continuare la battaglia.
"Sei una stupida, mortale", replicò in quel momento la divinità, "Non ho alcun bisogno di combatterti, basterà la mia Spada Alata, che si muove secondo la mia volontà", spiegò divertita la dea, che, liberatasi dalla rete elettrica, rimase sospesa a mezz’aria grazie al moto armonico delle ali.
Con un gesto di Badb, la Spada corse di nuovo verso la propria nemica, puntando direttamente al cuore della stessa, per Rhiannon non vi era altra via che cercare di evitarla.
Lo scontro fra Taranis e Nemain, intanto, continuava furioso. Ogni fendente scatenato dalla divinità infernale produceva delle gigantesche fiammate sul terreno dirette verso il Tree Monk, che si difendeva dietro il proprio immane scudo, ricostruito dopo la lotta con Ryo di Libra.
"Ora morirai, guerriero celtico, fra atroci sofferenze", tuonò la divinità, sollevando la spada con ambo le mani e calandola dinanzi a se, così da sviluppare un gigantesco muro di fuoco, più simile ad una valanga di fiamme che ad un singolo fendente fiammeggiante.
Taranis, però, superò le fiamme, lanciandosi fra queste con il solo scudo come difesa per la propria vita, "Non credo proprio, Nemain", tuonò il Tree Monk del Nocciolo, scatenando un colpo laterale con la Clava, che raggiunse la divinità celtica al fianco, producendo il sordo rumore di ossa che si rompono.
Il volto di Nemain non fu però segnato da alcun segno di dolore, anzi un sorriso sarcastico si dipinse sullo stesso, "Mi deludi, guerriero celtico, pensavo che ti avessero spiegato qualcosa di più su me e le mie sorelle", esordì la divinità, " né io, né Badb possiamo conoscere il dolore e la morte ci è nota solo dopo la caduta di Morrigan, colei a cui siamo legate per la vita, poiché le nostre vite sono la sua", spiegò, mentre con la mano libera allontanava dal proprio corpo la Clava, per poi prendere al collo Taranis che, per la sorpresa, non si era allontanato dall’avversaria, "Un tempo dicevano di me che mangiassi le teste dei cadavere, ma è solo una diceria, io m’impossesso solo della forza combattiva dei miei nemici, se vogliamo, sono golosa di forza, è la cosa che desidero di più, per questo ho sposato il più forte guerriero nordico che sia mai esistito, nessuno poté mai batterlo, come nessuno poté mai battere me in un duello singolo. Ricordo ancora che ci vollero tutti i Tree Monks di quell’era per uccidere me e le mie sorelle, e voi, siete solo in due, quindi che speranze potete avere?", domandò poi la dea, sollevando in aria Taranis, per poi gettarlo al suolo con dei profondi fori alla gola, da cui scendeva copioso il sangue, "La tua vita finirà oggi, cavaliere", minacciò la divinità, preparandosi a colpire il nemico ferito.
Rhiannon, intanto, cercava di evitare i movimenti della spada nemica con agili salti e veloci capriole volanti, cercando, allo stesso tempo, di avvicinarsi a sufficienza a Badb da poterla colpire malgrado lei fosse in aria, in una posizione di vantaggio.
"Sei solo una stupida se cerchi di raggiungermi, ti consiglierei piuttosto di accettare la morte, lanciati tu stessa contro la mia Spada Alata e forse proverai un dolore minore nell’essere trapassa da parte a parte all’altezza del petto", ridacchiò la sorella di Nemain, osservando dall’alto il susseguirsi degli eventi, "Mai", tuonò la guerriera a Cavallo, utilizzando il destriero asgardiano come un trampolo e, facendo leva sul dorso dell’animale, lanciandosi tanto in alto da raggiungere quasi la divinità avversa, "Knight running attack", invocò allora la Tree Monk del Fico, scatenando di nuovo le dieci saette, che stavolta arrivarono inaspettate e furenti contro la divinità avversa.
"Sorprendente", ridacchiò Badb, evitando gli attacchi con dei movimenti laterali, mentre l’avversaria ricadeva al suolo, "Knight running attack", sentì però urlare una seconda volta Badb, e stavolta non capì che l’attacco proveniva da sotto di lei con una forma ad arco, che avrebbe di certo superato i suoi semplici spostamenti difensivi, quindi, la divinità infernale fu raggiunta da sei delle dieci saette, che la colpirono in più punti, bruciando il suo corpo dove era indifeso, bruciature che, però, scomparvero quasi subito, proprio com’era accaduto alla ferita di Nemain.
"Ora pagherai, mortale", ringhiò Badb infuriata, scagliando la propria spada contro Rhiannon, che, in caduta, non poté evitarla a pieno, subendo una profonda ferita sulla schiena ed atterrando malamente al suolo.
Oltre a quei due scontri, però, altri due erano da molto già esplosi, vicino alla statua del dio Odino.