Capitolo 6: Arduo scontro
L’alba si era alzata sulla Terra, il primo giorno di battaglia era iniziato ed un gruppo di guerrieri aveva raggiunto il Tempio di Atene.
"Ecco il Grande Tempio, guerrieri, questo il luogo consacrato ad Atena e qui, quelle vili Furie hanno osato uccidere la nostra somma Sacerdotessa Shaina", spiegò una figura nascosta fra le rocce adiacenti il Santuario, era Helyss.
"Dunque quello è il primo tempio dell’Ariete, ne avevo sentito parlare, davvero un bel luogo", si complimentò Koga della Scimmia, prima di voltarsi verso Ihi, Ilew e Real, "come già vi ho detto", continuò poi il Runouni, ritornando serio, "il metodo per fermare il rumore prodotto da quelle tre creature è una sinfonia combinata, quindi seguite la mia musica. Io avanzerò per primo, Ihi ed Ilew mi seguiranno sui lati e Real farà da esca, distraendole, bene?", domandò il musicista verde, "Va bene", concordarono i tre alleati, "Noi, poi, ci divideremo quelle tre creature diaboliche", ringhiò Zadra innervosita.
Koga, Ihi, Ilew e Real scattarono in avanti. Il runouni guidava il gruppo, mentre il guerriero egizio e quello celtico lo seguivano, il santo d’argento chiudeva il quartetto.
Le tre furie erano ferme, sedute in cerchio, ridacchiavano per un motivo non chiaro a chiunque fosse arrivato da poco in quel luogo, ma, le loro risate furono fermate dai passi dei quattro guerrieri alleati, "Chi sono quelli?", domandò infuriata una delle tre, "Quello sembra uno dei santi d’argento che abbiamo affrontato, ma quei tre che lo anticipano, non so chi siano", osservò un’altra delle Sorelle, alzandosi in volo.
"Ora, cavalieri", urlò Koga, oltrepassando le tre Furie, mentre i giovani alleati si spostavano sui lati delle stesse e Real si poneva dinanzi a loro.
"Questa melodia servirebbe a fermarci?", domandò divertita una delle tre, iniziando ad ascoltare la sinfonia che si andava sviluppando, "Però, per compiere questa musichetta, sarete costretti a non difendervi", ridacchiò una seconda Furia, lanciandosi contro Real.
"Grande Scalpello", urlò allora una voce femminile, rigettando indietro la Furia, stordita, "Megara, sei davvero poco furba", ridacchiò una seconda sorella, avvicinandosi alla prima.
"Ecco i nostri veri nemici, questi servono solo per rendere la battaglia più leale, almeno, così credono loro", osservò la seconda Furia, prima di lanciarsi contro il gruppo insieme a Megara.
"Jacov, amazzone, lanciate su quella a destra, Kano, Daidaros, voi su quella a sinistra. Io ed Helyss pensiamo a quella ancora in alto", sentenziò Zadra, voltandosi verso i compagni di battaglia.
"Tisifone, pensa tu, a quelle due guerriere", urlarono le Furie che già correvano contro i santi d’argento ed Elettra.
I gruppi ormai erano formati, Jacov ed Elettra erano dinanzi ad Alletto, la terza Furia, Kano e Daidaros fermi dinanzi a Megara, mentre le due sorelle correvano verso Tisifone.
"Bene, il tizio con cui avevamo iniziato lo scontro", esordì la Furia, osservando Jacov, "E tu, chi sei, guerriera?", domandò poi, rivolgendosi all’amazzone, "Sono Elettra del Cavallo, ultima guerriera di Artemide", si presentò la giovane combattente, "Bene, io sono Alletto, la comandante delle Furie, colei che vi ucciderà", concluse minacciosa la divinità infernale, lanciandosi contro i due.
Il santo della Croce del Sud evitò con un veloce movimento il calcio che la Furia scagliò nei suoi confronti e medesima reazione ebbe anche Elettra, che con un salto acrobatico oltrepassò l’avversaria, fermandosi alle sue spalle, "Forse in due siamo fin troppo bravi per te?", domandò beffarda l’amazzone, preparandosi ad attaccare la nemica con il suo "Horse fire Gallop".
Alletto, però, non si fece cogliere di sorpresa e con veloci movimenti delle mani fermò i diversi colpi che l’avversaria le lanciava contro, riuscendo persino a bloccarle una gamba con ambo le braccia, per poi gettarla al suolo.
"Tu non sei brava, ma fortunata", ridacchiò la Furia, tirando un calcio verso il volto dell’avversaria, "Diamond Dust", sentì allora urlare Alletto alla sua destra: il colpo congelante di Jacov aveva bloccato il suo attacco, fermandole la gamba a mezz’aria.
La Furia sorrise sotto la maschera e sollevò con tutta la forza che aveva in corpo Elettra, scagliandola contro il santo d’argento, così da lasciarli entrambi al suolo, storditi, mentre si liberava dalla presa congelante attraverso il proprio cosmo infuocato.
Poco lontano, anche Kano e Daidaros erano pronti ad iniziare la loro lotta con Megara, la seconda delle tre Furie infernali.
"Due insetti mi sono stati dati come avversari? Quale offesa", ridacchiò la creatura infernale, lanciandosi contro il figlio di Shun.
"Fin troppi hanno considerato noi santi d’argento dei semplici insetti", esclamò in tutta risposta Daidaros, sollevando le proprie catene, "Big Net", invocò poi il giovane santo, creando una gigantesca rete che paralizzò il volo della Furia, fermandone i movimenti.
Megara, però, non sembrò sorpresa o spaventata da questa difesa, anzi, iniziò a ridere, per poi, con una trazione sulla schiena, appoggiandosi con i quattro arti al suolo e lanciare lontano da se il figlio di Shun, "Chissà perché, mortale", ridacchiò poi la Furia, prima di voltarsi verso il suo secondo avversario.
Kano era pronto ad affrontare questa divinità infernale in battaglia, ma fu comunque sorpreso dallo scatto dell’avversaria, che gli fu subito addosso con una serie di calci e pugni potenti, che il cavaliere del Pavone fermava a fatica. Notando questa sua difficoltà, la Furia ne approfittò e, dopo averlo messo con le spalle al muro, lo attaccò con superiore decisione.
"Nero Avvento", urlò Megara, ma il santo d’argento bloccò l’attacco con ambo le mani, spingendo indietro l’avversaria con il proprio cosmo.
Megara fu sbalzata indietro, ma non perse l’equilibrio, anzi iniziò a galleggiare a mezz’aria grazie al moto delle proprie ali, "Siete addestrati, ma la vostra maggiore fortuna sono quelle armature. Già avevo notato la potenza di quelle vestigia nello scontro con quella donna l’altro giorno, ma ora ne sono certa, servirà più di un attacco sullo stesso punto perché si possano distruggere, intanto, però, le vedo danneggiate", ridacchiò la Furia, notando i graffi sui bracciali del Pavone.
"Questo è il cosmo di una divinità, capace di scalfire persino l’Atanaton", rifletté fra se Kano, preparandosi a rispondere ad un successivo attacco, "ma non mi farò battere per questo", avvisò l’allievo di Kaor, "Nemmeno io", aggiunse una seconda voce alle spalle della Furia, quella di Daidaros.
Anche il terzo scontro era ormai entrato nel vivo, poiché sia Zadra sia Helyss avevano fin dall’inizio attaccato con alcune delle loro tecniche speciali, "Grande Scalpello", aveva urlato la sacerdotessa dello Scultore, "Sigilli", aveva aggiunto la parigrado del Pittore.
Tisifone, però, si era dimostrata più agile e potente di quanto avesse lasciato intuire nel passato scontro, muovendosi ad una velocità superiore a quella della luce ed evitando con estrema abilità i colpi delle due.
"Siete brave, donne mortali, ma purtroppo per voi avete incontrato l’unica fra le Furie ad essere definita l’Immortale", ridacchiò la terza divinità infernale, gettandosi contro le due, dopo aver nuovamente evitato il loro attacco.
Un pugno raggiunse lo stomaco di Helyss, lanciandola indietro di diversi passi, poi, un millesimo di secondo dopo, un calcio colpì in pieno la maschera di Zadra, lasciando volare anche lei via lontano.
"Quanto mi annoia combattere i mortali", rifletté gelidamente la Furia, "Davvero?", domandò una voce alla sua destra, quella della Pittrice, prima che si lanciasse contro l’avversaria con una serie di calci e pugni molto veloci e ben diretti.
"Sei una stupida, mortale, se speri di battermi con un attacco diretto, poiché sempre verso l’alto potrò allontanarmi", ridacchiò la Furia, sollevandosi in alto.
"Lo so", sussurrò solo Helyss, evitando un calcio che l’avversaria le aveva lanciato nell’alzarsi in volo, "Ora, Zadra!", urlò poi la Sacerdotessa del Pittore, mentre sua sorella, saltando da uno scalino della Prima Casa, raggiunse l’avversaria dall’alto.
"Grande Scalpello", urlò la sacerdotessa dello Scultore, investendo con il proprio attacco la nemica, che, però, riuscì sorprendentemente a passare in mezzo al colpo, subendo ben pochi danni e poi raggiunse con un’artigliata allo stomaco l’avversaria, gettandola al suolo, fortunatamente senza ferite, grazie alle vestigia di Atanaton.
"Dovrete impegnarvi di più per battermi", osservò gelidamente Tisifone, preparandosi ad attaccare.
Koga della Scimmia osservava i tre scontri senza fermare il suono della propria chitarra, "Siamo troppo svantaggiati verso costoro", pensò fra se il Runouni, "Le vestigia di Atanaton con cui sono ricoperti i santi di Atena e l’amazzone li aiutano in questa battaglia, ma alla lunga le Furie riusciranno a distruggerle come già adesso riescono a scalfirle, quindi, alla fine sarà la potenza di divinità quali sono loro a vincerci, non potremo fare molto in quel caso. Potrei continuare da solo la sinfonia, così da permettere anche a Real ed agli altri di aiutare i nostri alleati, ma, oltre ad essere rischioso espandere così tanta energia da solo, mi metterei in una posizione di svantaggio verso le Tre e lo stesso non sarebbe una vittoria sicura, se non contro Megara, che sembra la più stupida e debole delle tre", rifletté fra se il Musicista Verde, cercando un modo per aiutare i compagni di battaglia. Era pronto a dare la vita per gli alleati, ma allo stesso tempo desiderava che nessun altro rischiasse la propria esistenza. Lo scontro con Real sull’Isola di Deathqueen lo aveva tramutato, rendendolo un uomo più attento al suo prossimo ed alle proprie speranze, risvegliando in lui la voglia di creare con la musica, non solo di distruggere. Voleva creare la speranza, anche sacrificando la propria vita, se fosse stato necessario.
Gli scontri intanto continuavano, mostrando la superiorità di Tisifone sulle due sorelle e l’abilità di Alletto, che sapeva perfettamente come sostenere lo scontro con due cavalieri contemporaneamente, anche Megara, più per la furia dei suoi attacchi che per strategia, riusciva a tenere a bada i propri avversari d’argento.
"Allontanatevi da me", ringhiò ad un tratto Alletto, scagliando con un battito d’ali, i suoi due nemici al suolo, "Mi sono stancata di questa lotta così pari, noi Furie siamo solite combattere con almeno una decina di possibilità in più dei nostri nemici", tuonò la divinità infernale.
"Sorelle", invocò poi Alletto, alzandosi in volo al di sopra delle battaglie, "mostriamo loro il vero urlo delle Furie", ordinò, mentre Megara e Tisifone, entrambe sorridenti, si avvicinavano alla loro comandante e si accostavano ai suoi lati.
Le ali delle tre Furie si aprirono, quasi congiungendosi fra loro, quindi, le tre sorelle le batterono una prima volta, poi una seconda e dopo una terza, creando quasi un vuoto nero dinanzi a loro con i propri cosmi combinati a formare un cerchio intorno ai corpi. "Urlo Folle", urlarono all’unisono le Tre con un nuovo battito d’ali.
Un cono d’energia esplose verso il basso, investendo tutti i presenti e gettandoli al suolo. Un’energia tale da incrinare le vestigia di coloro che già erano stati colpiti e gettare a terra feriti sia Ilew sia Ihi.
"Bene, ora che il quadrangolo sonoro è stato distrutto, basterà poco per sconfiggere gli altri", ridacchiò Megara, lanciandosi di nuovo contro Daidaros e Kano.
"Aspetta", le ordinò Alletto, "dobbiamo prima eliminare gli altri due musicisti con le vestigia incrinate. Tisifone a te la Scimmia, a Megara l’altro", concluse la Furia, mentre le sue sorelle si muovevano contro i rispettivi bersagli.
"Ferma, siamo ancora noi i tuoi bersagli", urlò Zadra, lanciandosi con Helyss contro Tisifone, "Stupide", tuonò in tutta risposta la Furia, roteando come un vortice fra le due e riuscendo in quello che tutti loro credevano incredibile: distruggere le vestigia di Atanaton. Dei profondi tagli, infatti, si aprirono sulle vestigia dello Scultore e del Pittore, all’altezza dello stomaco, "Il prossimo colpo sarà mortale", minacciò la Furia, caricando il proprio cosmo, "Diamond Dust", urlò però Jacov, intromettendosi nello scontro e distanziando la creatura infernale dalle due sorelle.
"Permettetemi di prendere questo scontro come mio, voi due siete ferite e con le vestigia danneggiate, non reggereste molto contro costei", spiegò il santo d’argento della Croce del Sud, posizionandosi dinanzi alla Furia.
Megara, intanto, si dirigeva verso Real e sia Kano sia Daidaros erano pronti a fermarla, ma una voce li bloccò: "Cavalieri d’argento, aiutate i vostri compagni svenuti, Real, come me è riuscito a sollevare una difesa sonora residua, quindi potrà combattere", urlò Koga ai due, "Cavaliere della Lira, ti prego di combattere, penserò da solo a sostenere la melodia difensiva, abbi fiducia in me, così come io ne ho nelle tue qualità di guerriero", suggerì poi il Runouni, rivolgendosi a colui che già una volta lo aveva sconfitto.
Subito dopo queste parole, il volto del discendente di Orfeo fu segnato da un triste sorriso, mentre Megara lo trapassava con i propri artigli, per schiantarsi al suolo.
"Deathtrip serenade", sussurrò il santo d’argento il cui sguardo triste era riapparso alla destra della Furia, illeso, per aver evitato l’attacco.
"Ora, Megara, furia della Vendetta, dovrai cadere per mia mano, poiché questo sarà l’unico modo per onorare Koga, l’amico che adesso sta rischiando la propria vita perché vi battiamo", osservò il santo della Lira, mentre Kano e Daidaros soccorrevano le due sorelle asgardiane ed i musici loro alleati.
Alletto osservava i nuovi scontri che si andavano delineando e sentì anche l’intensità con cui Koga suonava il proprio strumento, "Devo fare sempre tutto da sola", pensò beffarda la Furia, lanciandosi in picchiata contro il Musicista Verde, "Horse Fire Gallop", sentì però urlare alle sua spalle la creatura infernale, prima di essere travolta e gettata al suolo da una serie di calci infuocati, lanciati da Elettra del Cavallo.
"Sono ancora io la tua avversaria, mostro", tuonò l’ultima amazzone ancora viva, preparandosi a continuare la battaglia contro la nemica divina.
Le tre battaglie al Grande Tempio di Atene erano quindi iniziate fra le Furie e coloro che avevano deciso di affrontarle in incontri singoli.