Capitolo 54: L’ultimo ruggito
Tutti in quella grande piana ormai desertica, osservarono Odeon di Leo, il cavaliere d’oro era appena uscito da una caverna dove di certo aveva subito un rito molto antico, un rito che aveva quasi cambiato la sua espressione, che, mai come ora, sembrava a tutti decisa ed inesorabile, veramente quella di un fiero leone dorato.
Il santo del Leone guardò i compagni e gli alleati intorno a se, erano tutti al suolo, incapaci di reggere il confronto con quel potentissimo nemico, l’ultimo rimastogli, tutti erano a terra senza forze, eccetto Tok’ra, del parigrado della Vergine, infatti non vi era traccia alcuna ed in quel momento, data questa verità, i pochi dubbi rimasti ad Odeon su chi si fosse spento in cielo con la Guerra, scomparvero.
"Addio, cavaliere di Virgo, fra di noi uno dei più potenti e saggi, non combatteremo più fianco a fianco su questa terra, ma forse ben presto ci rincontreremo in un luogo di pace e quiete per noi guerrieri", rifletté il santo di Leo, prima di voltarsi verso il pallido nemico.
"Sei tu dunque il cavaliere che ha accettato di bruciare la vita?", domandò freddamente l’Horseman, "Bene, allora vedo che il consiglio di qualche giorno fa non è stato ben seguito da te, ora, però, vedremo quanta forza avrai in te, se ci sarà quella sufficiente a fronteggiare la Morte", minacciò Adam, espandendo il proprio cosmo.
Tutti i cavalieri, a terra intorno ai due contendenti, furono terrorizzati da quel cosmo di morte, che ancora una volta fermò i loro passi, ma Odeon no, il santo d’oro espanse il proprio cosmo dorato, che sembrò quasi accendersi di fiamme brillanti, prima che gli stessi capelli si accendessero di quel rosso acceso che spesso era segno di vittoria per quel guerriero di Atena.
I due cosmi, uno così freddo e portatore di morte, l’altro che attraverso un calore ed una luce senza pari si espandeva, andarono contrastandosi, così da creare delle lievissime scosse di terremoto nel terreno circostante, prima che la vera lotta cominciasse, una lotta, che sembrava prospettarsi come pari fra quei due guerrieri.
"Lighting claws", urlò subito Odeon, scatenando i potentissimi artigli di luce, tecnica molto simile al Ryuseiken del maestro, ma più efficace, sotto certi punti di vista.
Adam, però, non si mosse minimamente, subì in pieno l’attacco senza riportare danno alcuno, "Ebbene, questo è tutto ciò che ti hanno mostrato dentro quella grotta? Il fuoco che padroneggi si rivela solo attraverso il tuo cosmo e quei capelli rossi?",domandò perplesso l’Horseman della Morte, prima di sollevare la falce.
"Mietitura della Vita", urlò il guerriero del Caos, scatenando il proprio fendente, "No, Horseman, non solo come fronteggiare il terrore di te mi è stato mostrato, ma ben altre doti ho ora con me", replicò Odeon, evitando con un movimento velocissimo l’attacco nemico e rilanciando il suo furioso colpo degli artigli, che gettò indietro di parecchi passi l’avversario.
"Hai acquisito determinazione e velocità, questo te lo concedo, cavaliere d’oro, ma non pensare che questo basti contro di me", avvisò Adam, lanciandosi contro il nemico, "Lighting Plasma", invocò in quel momento il santo di Atena, lanciando il sacro colpo del leone, una fitta rete di luce che non sembrò preoccupare minimamente il nemico, il quale, passandovi attraverso, oltrepassò l’avversario stesso, senza, apparentemente colpirlo.
Grande fu però lo stupore di Odeon quando vide cinque sottili fili partire dal suo corpo e congiungersi nella mano dell’Horseman, "Fili della Vita", esordì Adam, pronto a tirarli uno dopo l’altro. Qualcosa, però, fermò il pallido nemico, una sensazione, "Finalmente", fu l’unica parola che disse, mentre i cinque sottili legami venivano arsi da una verde fiamma, un cosmo così caldo da produrre dei segni persino sulle vestigia d’oro del Leone.
Un piccola ustione si mostrò sulla guancia destra del cavaliere di Atena, ma il suo cosmo dorato la curò all’istante, rimarginandone il segno, "Non avrei voluto usare da subito quest’arma tremenda, ma devo ammettere che contro di te, guerriero della Morte, non basteranno le mie sole doti di santo di Leo", rifletté con voce quieta il custode della Quinta Casa.
"Ho capito finalmente", esordì allora Adam, "al contrario del mio passato nemico, Shin, in te adesso albergano due impronte cosmiche diverse, la luce del Leone e la fiamma del Drago, devi cercare di contenerle entrambe senza che l’una sovrasti l’altra, perché sai che in ambo i casi ti sarebbe fatale. Per questo mi mostri le zanne d’oro, anziché gli artigli di Giada", spiegò l’Horseman, preparandosi ad un nuovo attacco.
"Si, proprio così, volevo temprare il corpo prima di scatenare quelle tecniche, ma, come una volta mi disse il mio maestro, sembra che il modo migliore per imparare ad usare qualche tecnica, sia provarla, non pensarci su, quindi, attacca pure, figlio del Caos, saprò risponderti con i mezzi esatti, stavolta", avvisò allora Odeon, espandendo il proprio cosmo, le cui fiamme dorate sembravano confondersi con altre verdi ed incredibilmente brillanti.
Adam sollevò la falce sopra di se ed iniziò a rotearla con forza, ben presto quella roteazione divenne così maestosa che nessuno, né Odeon, né i sette cavalieri al suolo, riuscirono a capire dove fosse, solo un bagliore bianco illuminava ad intermittenza il buco che si stava creando sopra il guerriero malvagio.
"Cerchio della Morte", urlò Adam, mentre il foro attirava a se il santo d’oro ed i suoi compagni fermi al suolo.
Dovette fare una pressione senza pari sulle gambe, Odeon, per fermarsi, fu uno sforzo quasi inumano quello necessario affinché il corpo del santo di Atena si fermasse il tempo necessario per scatenare un potente attacco.
"Lighting Bolt", invocò il cavaliere di Leo, scatenando la sfera dorata, "Fiammeggiante", aggiunse poi, mentre, con grande sorpresa di Adam, la sfera di fuoco aveva adesso una coda, una coda di brillanti fiamme verdi che ben presto raggiunsero il colpo sacro del Leone, avvolgendolo e precedendolo nell’impatto con il pallido nemico.
L’Horseman rappresentante la Morte non poté fermare quel colpo, anzi ne fu travolto e scomparve lontano nel cielo, dove, per alcuni secondi sembrò essersi perso.
Il santo di Leo, intanto, curò la grande ustione che si era formata sul suo volto dopo quell’attacco, "Scusatemi, amici miei, se ora non mi occupo di curare le vostre ferite, ma sento che il nostro nemico sta già tornando su questa terra, pronto a continuare la battaglia, quindi preferisco andarlo ad affrontare con tutta la forza che ho ancora in corpo", avvisò l’allievo di Seiya, lanciandosi verso Adam, che già stava ricadendo al suolo. "Lighting Plasma infuocato", urlò il santo di Atena, travolgendo il nemico, che atterrò lontano dai sette feriti.
I due nemici si guardarono con freddezza attenzione, nuovamente i loro cosmi si scontrarono provocando altre scosse di terremoto, poi, quello dell’Horseman si quietò.
"Ti faccio i miei complimenti, cavaliere, finora solo una volta avevo dovuto mostrare la mia vera forma, al contrario dei miei fratelli, che amavano, quasi, tornare ad essere parte del Caos puro. Silas spesso usava scatenare la forza della Bestia, una forza che, a suo parere, lo saziava nell’animo e nel corpo, spegnendone del tutto quei pochi freni che ancora lo bloccavano. Kaspian usava di continuo la vera forma della Pestilenza, non per piacere, ma per timore di essere sconfitto, un timore che amava nascondere con quel suo fare beffardo. Kronos, invece, utilizzava la potenza della Guerra solo quando i nemici gli risultavano a dir poco fastidiosi, sapeva che quella era una forza senza pari, un’arma talmente devastante da distruggere tutto nel raggio di chilometri. Ma io no, non sono mai stato come i miei fratelli da questo punto di vista, non amo scatenare la natura prima della Morte, mostrarne l’essenza perché ho dannato la vita quando mi fu tolta decenni di millenni fa, ma nemmeno la Morte che diventai era apprezzabile, solo l’ardente fragore delle battaglie ed il portare la mia essenza fra gli uomini quieta il mio animo, ma, quando dinanzi a me si pone ciò che può sconfiggermi, in quel caso è dovere di Horseman quello di combattere con tutta la potenza di cui sono padrone", spiegò quasi a se stesso Adam, senza minimamente curarsi di Odeon, poi, lanciò la falce lontano, quasi vicino ai sette feriti.
"Quella non mi servirà più, almeno per ora", spiegò il pallido individuo, mentre il suo gelido cosmo sembrava quasi svanire, abbandonare il piano degli uomini per raggiungere un altro mondo, più oscuro e lontano.
"Caos, da te la Morte. Gelido e vuoto è il mio essere. Nulla ed oscurità la mia forma. Empia e tenebrosa l’essenza. Queste le mie caratteristiche prime, che ora invoco siano ridate a me, che aleggi come nero angelo su queste terre di vita ed ivi porti il mio messaggio, un oscuro messaggio di Fine", invocò con fredda voce Adam, prima che in lui, come nei suoi pari, avvenisse un cambiamento.
Ciò che ancora restava di umano sotto le bianche vestigia dell’Horseman, improvvisamente mutò. La pelle, chiara di uomo, divenne nera, un nero combinarsi di muscoli senza identità, quasi che la notte stessa tenesse unite quelle vestigia, le vestigia bianche della Morte, che risaltavano con maggior contrasto sopra quella nera pelle che le congiungeva.
Odeon era sbalordito da ciò che vide, "Questa è dunque la tua forma ultima?", domandò il santo d’oro, preparandosi a lanciare un attacco, "Si", rispose la voce del nemico, che sembrò echeggiare nell’infinito ambiente che li circondava, "Bene", esclamò il santo di Leo, "Lighting Plasma fiammeggiante ", concluse poi, scatenando il bagliore dorato dell’energia cosmica in quel singolo attacco a forma di sfera.
L’attacco andò subito a segno, attraversando da parte a parte il corpo di Adam, che sembrò quasi non accorgersi del colpo subito, quando, inaspettatamente, accade qualcosa.
La figura di Adam fu dilaniata, ma, nello stesso tempo, i pezzi di quel corpo si divisero, ricostruendo altri dieci corpi dell’Horseman, "Ebbene? Questo colpo ormai non può più spaventarmi", avvisò con voce piena il nemico.
"Ologrammi? Questa è la tua essenza?", domandò perplesso il santo di Leo, "No, cavaliere, non ologrammi, bensì qualcosa di più tangibile", avvisarono i dieci corpi aprendo le mani. Altre dieci figure apparvero, e poi ancora altre, tutte insieme circondarono il santo del Leone, congiungendo poi le mani.
"L’essenza della Morte risiede in ciò che ne consegue. Gli eroi dopo la morte vivono nell’eterno paradiso dei Cavalieri e degli Uomini, un paradiso dove un singolo giorno di quiete dura per sempre, in cui il Nulla è un piacere per la coscienza. Per i dannati vi è invece l’eterna dannazione, ma ognuno di loro prega di poter vivere solo nel Nulla, un Nulla senza gioia, ma migliore di quella sofferenza eterna. Proprio nel Nulla risiede la totalità della Morte, come io la rappresento, la Morte che porta sofferenza e dimenticanza, un Nulla che circonda e che non può essere ferito", concluse con voce echeggiante l’Horseman, mentre una gigantesca sfera di luce si univa attraverso le diverse mani, una sfera che circondò completamente Odeon, impedendogli ogni movimento possibile.
"Che cos’è?", esclamò sorpreso il cavaliere d’oro, incapace di tenere una posizione stabile in quella grande sfera di luce.
"Questo è il luogo in cui perirai", avvisò Adam, mentre cinque figure dell’Horseman apparivano intorno al santo di Atena, "Mietitura della Vita", urlarono tutte insieme, fendendo l’aria e colpendo da tutti i lati l’avversario, che volò verso l’alto di quella strana dimensione.
Altri dieci di quei corpi apparvero intorno ad Odeon, che si ritrovò circondato sia sopra, che sotto, che ai lati, incapace di difendersi.
"Fili della Vita", urlarono i corpi all’unisono, bloccando con dieci fili ognuno quel corpo, "Ci ne sono 108 che uniscono i punti vitali del corpo umano, di questi, già 100 sono nelle mie mani adesso e questo segnerà la tua fine", avvisò con voce fredda la grande quantità di nemici.
"Non posso arrendermi", si disse Odeon, "né per me, né per Neleo, Jenghis e Tok’ra, che prima di me sono caduti, insieme ad Endimon, Ihi, Ilew, Awyn, Anhur, Koryo e tanti altri che in questa battaglie ed in quelle precedenti hanno dato la vita. Tutti loro hanno combattuto in questi anni per onorare la fedeltà agli dei ed agli uomini, non posso essere io ad arrendermi, dopo aver scelto di mia volontà di superare questa Prova", si convinse il cavaliere d’oro.
"Hai ragione, cavaliere di Atena, tu hai voluto provare, quindi devi farcela, devi superare questo dolore", esordì una voce dentro di lui, mentre i primi fili si spezzavano, "Shin?", domandò perplesso l’allievo di Seiya, riconoscendo quella voce che già lo aveva guidato nell’antro.
"Si, cavaliere di Atena, come già detto ora sei parte di noi, io e tutti coloro che mi hanno succeduto, abbiamo conosciuto la potenza di quel fuoco e la sorreggiamo tutti insieme, anche adesso e dopo di te sarà così. Tu stesso sarai in parte uno di noi dopo la tua morte", spiegò la voce del Primo Runouni del Drago.
"Solo in minima parte", aggiunse la voce di Shishio, intromettendosi, "per il resto salirai nel paradiso dei cavalieri, dal tuo amico che uccisi, come io ho raggiunto Raizen, nell’Oltretomba", spiegò.
"Si, questo è ciò che sarà, ma adesso pensiamo al momento presente", spiegò la voce di Shin, "tu, giovane guerriero di Grecia, devi trovare la forza ed il coraggio di scatenare a pieno quel fuoco, solo le fiamme del drago possono aiutarti", continuò il Runouni, "Ma come farò per questa strana dimensione?", domandò poi Odeon, "Il soffio del Drago può battere la morte, tu, sei un Leone, non puoi volare nel vuoto, ma ti sarà comunque possibile correre e balzare come un felino. Fai pienamente tuo questo potere che hai conquistato con grande dolore", concluse il primo Drago di Giada, lasciando libera la mente del cavaliere di Atena.
Poco lontano, i sette cavalieri feriti osservavano incapaci ciò che era distinguibile di quella battaglia: una gigantesca sfera di luce dentro cui entrambi i guerrieri erano ormai scomparsi da parecchi minuti.
"Pensate che il cavaliere di Leo ce la farà?", domandò perplesso Dorton, incapace di rialzarsi, "Si, ne sono certo", rispose Ryo di Libra, "Anch’io so che è forte, ha battuto Shishio, che era il più potente tra noi Runouni, ma ora ha dinanzi a se qualcosa di superiore ad un uomo", osservò il guerriero di Giada del Cinghiale.
"Si, ce la farà", concordò anche Botan, "perché mai ho visto tanta sicurezza nel suo sguardo", concluse poi.
Dentro la sfera di luce, intanto, Odeon iniziò ad espandere il suo cosmo, "Maestro, Myokas, voi che dal Paradiso dei cavalieri ci seguite ed osservate, prego che sorridiate dinanzi alla determinazione che ora mostrerò in battaglia", concluse il santo d’oro, prima che delle fiamme gigantesche esplodessero dal suo corpo, bruciando i fili che ancora lo bloccavano.
"Sorprendente, cavaliere, ma riuscirai a fare di meglio di così?", domandò perplesso Adam, pronto ad attaccare di nuovo, "Si, Horseman, vi riuscirò", rispose prontamente l’allievo di Seiya, mentre il fuoco verde sembrava brillare di una luce dorata, circondando gli arti ed il corpo di Odeon.
"Mietitura della Vita", tuonarono i dieci Adam che circondavano il nemico, ma questi, con un agile salto riuscì ad evitare il loro attacco, per poi spostarsi dietro uno di loro, "Lighting Plasma Fiammeggiante", urlò, scatenando una rete di luce infuocata.
Tre delle dieci figure si dissolsero, per poi riprendere forma, come sei figure, poco lontano dal nemico, "Per quanto tu ci colpisca e per quanto tu riesca a stare in piedi nel mio territorio, non potrai mai vincere ed alla lunga, il fuoco ti incenerirà", avvisò l’Horseman, mentre alcune ustioni apparivano sul corpo del cavaliere, che prontamente si curò con il proprio cosmo.
"Deve essere una doppia fatica", esordì Adam, "Curarsi ed intanto combattere, intendo. Bruciare senza essere bruciati, immagino quanto sia difficile", osservò l’Horseman, "Difficile? Si, puoi ben dirlo, ma se questo dolore impedirà alla Morte di vincere, allora lo sopporterò con fierezza, un dolore che impedisca l’avanzare di una così oscura dimenticanza, che vela la gioia del Paradiso a cui gli dei celesti ci destinarono, è menzogna, oltre che male. Dinanzi a tale menzogna, un santo di Atena non può certo restare immobile ad osservare, ma deve combattere", tuonò il santo d’oro, "Ora le movenze del Leone sono libere in questa terra vuota e per te, Morte, la battaglia non sarà più così facile, dovrai affrontarmi in un duello che non sarà più impari, bensì da eguali", avvisò Odeon, lanciandosi in un nuovo attacco.
"Lighting Plasma Infuocato", urlò poi il cavaliere d’oro, "Non siamo ancora pari, poiché se i tuoi colpi possono raggiungermi, non possono certo togliermi tutti i vantaggi che l’Essenza della Morte mi dà", lo ammonì il nemico, mentre tre sue figure andavano in pezzi, ma altre quattro si posizionavano intorno al santo di Atena, travolgendolo con la "Mietitura della Vita".
Il cavaliere d’oro cadde al suolo, perdendo l’elmo ed in quel momento si poté facilmente vedere come alcune ustioni non erano del tutto scomparse, anzi si stavano quasi ingrandendo malgrado le continue cure che Odeon dava a se stesso.
"Non riesci a tenere il passo, vero? Non puoi attaccare ed insieme curarti ancora a lungo", osservò la voce di Adam, "allora, abbandonati alla Morte", suggerì poi l’Horseman.
"No, non mi abbandonerò alla Morte, bensì ti porterò con me", avvisò Odeon con le lacrime agli occhi.
"Cosa? Piangi?", domandò la voce di Adam, "Si, Horseman, forse tu potresti capirmi, in fondo, la tua storia, delle quattro che la Runouni del Topo ci ha raccontato, è la più triste, allora puoi capire che dolore ci sia ad abbandonare gli amici, specialmente per me, che fui orfano, allevato dal Sommo Sacerdote ed ebbi lui solo per padre e Myokas per fratello. Dopo l’investitura, però, ho sentito tutti i santi d’oro come miei fratelli ed adesso abbandonare quelli di noi che sono ancora vivi, mi rattrista, ma se non lo facessi, l’intero mondo dovrebbe venire con me, nella valle della Morte", concluse il cavaliere di Atena, espandendo il cosmo dalle fiamme verdi a bagliori dorati.
"Great Roar", urlò l’allievo di Seiya, scagliando un montante con il braccio sinistro.
Dapprima una fitta rete di luce, maggiore di quella che il normale colpo del Leone sapeva scatenare, proruppe, ma, ciò che sorprese l’avversario, fu quello che ne seguì. Un rombo, quasi un vero e proprio ruggito, quindi una fiamma verde, che divenne presto un vortice, il quale investì tutti gli Adam presenti in quella lucente sfera, distruggendoli e distruggendo la stessa sfera, così da riportare i due nemici fra le rocce cinesi.
"Un colpo senza pari, come mai ne avevo visto prima", esordì stupito l’Horseman, "di certo ti devo fare le lodi per tante forza e per l’amore che doni al tuo prossimo, sacrificando la tua stessa vita per tutti gli altri esseri viventi, cavaliere d’oro, ma non sarà questo a farti vincere", avvisò poi, "hai distrutto la dimensione del Nulla, ma posso facilmente ricrearla ed intrappolarti lì, date anche le tue condizioni", concluse il figlio del Caos, osservando il nemico.
Odeon era chiaramente stanco, ustioni segnavano tutta la parte sinistra del suo volto e la mano cadeva inerme lungo il corpo, segnata dallo stesso male terribile, da cui era ormai impossibile andarsene dopo un tale scoppio d’energia.
Il santo di Atena, però, non si curò delle parole del nemico e si rivolse ai sette feriti, "Cavalieri, una volta il mio sommo maestro mi parlò di Micene di Sagitter e dei suoi pari, come loro noi abbiamo avuto il coraggio di combattere grandi battaglie senza mai fermarci e come loro, molti di noi hanno affrontato nemici fino al momento della morte. Ora questo momento è giunto anche per me, ma vi prego, amici miei, non siate tristi per questo, piuttosto, continuate a combattere per la dea Atena e per la giustizia, che il mondo intero possa vivere serenamente negli anni a venire, ve ne prego, fatelo voi. Io, insieme a Myokas, Kiki, Alcyone, Gallio, Abel e Tok’ra, vi osserverò dall’alto del paradiso dei cavalieri, dove con tutti gli altri eroi di quest’era e delle passate, gioiremo delle vostre vittorie e vi sorreggeremo con lo spirito, durante le sconfitte", concluse il santo di Leo, sganciando l’armatura d’oro dal corpo.
"Addio amici", urlò poi Odeon, prima ancora che Adam potesse duplicarsi di nuovo.
Con un bagliore fiammeggiante, il santo d’oro raggiunse il nemico e ne perforò con il braccio destro le apparentemente vuote vestigia, "Great Roar", fu l’ultimo urlo del cavaliere del Leone.
Un boato incredibile, poi due gigantesche colonne di fuoco che si alzavano verso il cielo, quindi una folata di caldo e poi cenere, decine e decine di migliaia di piccoli pezzi di cenere, lembi della pelle di Odeon e di quella del suo nemico, l’ultimo Horseman ancora vivo.
La battaglia era finita, i quattro Cavalieri dell’Apocalisse erano stati sconfitti dopo i loro alleati, la Fine del Tempo era stata evitata, ma questo era costato molte vite ai diversi eserciti che si erano uniti per combattere tali nemici.
"La vittoria è dunque nostra, amici miei", esordì Ryo di Libra con le lacrime agli occhi, "ma tale vincita ci lega ad un’eterna e silenziosa promessa, far regnare la Giustizia in nome di chi, in questi giorni di ardue battaglie, è caduto per difenderla", concluse il santo di Libra, accasciandosi al suolo insieme ai compagni.
Per ore attesero l’arrivo di qualcuno, o il ritorno delle forze, poi, alcuni degli alleati rimasti nelle fucine del Grande Fabbro di Efesto, giunsero, portando via i giovani guerrieri, stremati per la dura battaglia.