Capitolo 53: Battaglia con la Morte
Kain di Shark, Esmeria di Suzaku e Joen del Pavone raggiunsero la fucina di Efesto dove i loro alleati riposavano dopo i tre giorni di battaglie.
Il mariner sopravvissuto era chiaramente stordito, ancora soggetto alla febbre di Kaspian, ma riusciva a camminare sulle proprie gambe. I tre trovarono Freiyr, re di Asgard, ad attenderli sul varco con la sacra spada di Odino in mano.
"Figli di Ikki, Guardiano di Era, sono lieto di rivedervi, dove si trova l’altro Mariner, il comandante dei Mari?", domandò con voce titubante il figlio di Hilde, salutando i tre. Nessuno rispose a quella domanda, ma la tristezza negli occhi di Kain lasciò capire che fine aveva fatto il prode Neleo, caduto per sconfiggere un Horseman.
"I cavalieri d’oro?", domandò pochi attimi dopo la Regina di Cartagine, "Come ben sai, figlia di Ikki, sono partiti prima di voi, ma ancora non sono tornati, di certo avranno trovato dei nemici lungo il loro tragitto", rifletté il Re di Asgard.
In quel momento, prima che il quartetto rientrasse nella fucina vulcanica, una tremenda sensazione invase tutti loro, un senso di disgusto e di violenza, un odio terribile che per alcuni attimi annebbiò le loro menti, prima di sparire nell’aria, quasi attirato verso un’altra direzione. Subito dopo, però, sentirono il cosmo di un cavaliere d’oro allontanarsi verso le stelle, dove si sarebbe di certo spento.
"Un altro dei nostri nemici è caduto, ma almeno una vita questo è costato", osservò tristemente Kain di Shark, rientrando con la sorella ed i due alleati.
Dentro le fucine, in una delle stanze adibite ad ambulatori per i feriti, Kano del Pavone alzò gli occhi, sentendo quel cosmo dorato allontanarsi, "Addio, Tok’ra, nobile successore di Shaka e compagno negli anni dell’addestramento e delle battaglie, onorerò la tua memoria rispettando la promessa fatta a te questa notte, troverò dei degni successori che seguano le stesse regole che noi abbiamo saputo sfruttare", lo salutò il santo d’argento con voce triste.
Dentro l’antro del Drago, intanto, anche Odeon sentì i due cosmi scomparire, risvegliandosi dal caldo torpore di quel fuoco.
Per alcuni secondi il santo d’oro non riuscì ad alzarsi, poi, però, con uno sforzo quasi inumano si sollevò in piedi ed espandendo il proprio cosmo, richiamò a se le vestigia del Leone, che nuovamente lo ricoprirono.
"Ora sei uno di noi, santo di Atena", esordì la voce di Shin, malgrado la sua figura non si mostrasse più a lui, "Sei un custode del Soffio del Drago, la Fiamma Verde che tutto può sconfiggere, persino la morte", continuò la voce di Shishio, "Saprò fare buon uso di quest’arma, non preoccupatevi di ciò, sconfiggerò l’ultimo rimasto fra gli Horsemen, per salvare la terra e tutti coloro che vi vivono", affermò con sicurezza Odeon, dirigendosi con passi decisi, ma lenti, verso l’uscita dell’antro, poiché ancora sentiva il peso della Prova sulle proprie membra.
I guerrieri che avevano osservato lo scontro di Tok’ra, videro il santo di Virgo scomparire in cielo con il nemico e poi, una polvere candida ed oscura li invase, combinandosi con la neve che da quella notte cadeva sulla terra.
"I resti del nostro fratello dorato, di Tok’ra, tornano a noi sotto forma di polvere di Stelle", osservò Golia, mentre un candido bagliore gli illuminava la mano, "E le ceneri del suo nemico, la Guerra, piovono oscure sul terreno, per ricordarne la sconfitta", continuò Lorgash, stringendo della cenere nera fra le dita con disprezzo.
Proprio in quel momento, una macchia oscura invase il cielo, oscurandolo per alcuni attimi, fu proprio quello strano effetto a produrre la sensazione di odio, rabbia e disgusto in tutti coloro che non erano al riparo, anche sui cavalieri, sensazione che poi scomparve, proprio come la macchia, che si diresse in parte verso l’Oceano Pacifico, o comunque lungo quella via, in parte verso l’Europa, ma una discreta quantità calò inesorabile sul terreno, gettandosi contro Adam ed avvolgendolo in se.
Tutti, anche Mamiya e Botan, guardarono quella scena senza fare niente. Quella nera macchia fu assorbita dal corpo dell’ultimo Horseman senza lasciare differenze alcune sulle vestigia o nell’aspetto, però fu facile notare come quel cosmo, così freddo e terribile, che già appena giunti era sembrato più violento e malvagio di prima, adesso fosse anche più potente e devastante.
Con un bagliore dell’elmo incappucciato, Adam ruppe la sfera in cui era rinchiuso dalle forze psichiche delle due guerriere, quindi, aperte le mani verso le avversarie, riuscì a lanciarle lontano con una semplice espansione del cosmo.
Sia Mamiya, sia Botan frantumarono due pareti rocciose con i loro corpi, prima di fermarsi, apparentemente stordite.
"Che succede?", tuonò Dorton preoccupato, prima che la figura di Adam scomparisse da sopra il cavallo.
"La Morte è fra voi", sentirono poi sussurrare i cinque guerrieri, prima di vedere l’ultimo Horseman in piedi in mezzo a loro e prima che questi, con una lievissima espansione d’energia, li gettasse tutti al suolo, ancora più feriti.
"Come può essere?", si domandò Ryo di Libra, cercando di rialzarsi, "Te lo spiego subito, cavaliere di Atena, poiché ritengo che questa risposta sarà l’ultimo desiderio più adatto da soddisfare per dei nemici già condannati a perdere la vita", esordì il candido nemico, senza nemmeno voltarsi verso il figlio di Shiryu.
"Noi quattro Horsemen siamo l’accumularsi di millenni di male, male del corpo, che diventano la Pestilenza, male dell’Animo, che diventano la Bestia, male fisico e mentale fra genti diverse, che diventano la Guerra ed il male estremo, che sono io, la Morte. Questi mali si sono accumulati fino al nostro ritorno, noi avremmo dovuto fare in modo che niente più restasse né di questi mali, né dei piaceri della vita, solo il nulla sarebbe dovuto rimanere dopo il nostro passaggio. Quando però uno di noi muore, il male che lui rappresentava, una parte del grande Caos, si disperde di nuovo, invadendo le menti degli uomini e spingendoli a ricrearlo in un processo che durerà altri millenni, proprio come il precedente.
Parte di Silas, di Kaspian e di Kronos si è disperso nel mondo, seppur sembra quasi che qualcosa in particolare li attraesse, costringendone il percorso, ma il male che loro rappresentavano è rientrato anche in me.
Ora non sono più la Gelida ed Invincibile Morte, sono anche la Furiosa e Devastante Bestia, la Malvagia ed Inarrestabile Pestilenza, la Potentissima ed Incontrollabile Guerra. In poche parole, cavalieri, sono ciò che più assomiglia al Caos originario, in me vi è parte della forza dei miei fratelli, oltre che tutta la potenza di cui io, la Morte, sono padrone", spiegò con voce limpida Adam, prima di espandere il proprio cosmo, che fece rabbrividire i cinque nemici che si trovavano al suolo intorno a lui.
"Forse sarai più forte, ma vediamo quanto potrai resistere contro sette nemici", esclamò improvvisamente una voce dietro l’Horseman, "Rats attack", urlò poi la figura, rivelandosi come Mamiya del Topo.
L’attacco, però, non fu efficace su Adam, che nemmeno tentò di evitare quella serie di colpi luminosi, incapaci di ferirlo o di danneggiare le sue difese.
"Bene, guerriera di Giada, ora permetti a me di mostrarti qualcosa", avvisò la Morte, sollevando la falce, "Mietitura della Vita", urlò poi, scagliando un fendente contro l’avversaria, che, però, si salvò trasportandosi nella direzione opposta, "Ora", esclamò poi la Runouni.
Da sopra Adam apparve un cratere nero, da cui fuoriuscì Botan di Cancer, "Il varco verso il regno dei Morti, un luogo a me certo familiare", osservò l’ultimo dei Quattro, riconoscendo l’apertura tra le due dimensioni.
"Cancer’s light", urlò in quel momento la sacerdotessa d’oro, "Psico fangs", aggiunse la Runouni di Giada, combinando il suo attacco a quello dell’alleata.
Adam, però, sembrò non subire nessuno dei due colpi, malgrado non si impegnò nemmeno ad evitarli, "La Morte non può essere uccisa con così semplici attacchi, di questo ve ne rendete conto?", domandò con voce fredda l’Horseman, espandendo il proprio cosmo, che terrorizzò le due guerriere, paralizzandone i movimenti. "Il gioco è finito", avvisò il figlio del Caos, "Mietitura della Vita", urlò poi, scatenando un fendente che avrebbe di certo ferito le due se un cosmo non si fosse intromesso.
"Biggest Wall", esclamò infatti Golia del Toro, alzatosi in piedi e pronto a combattere con gli altri compagni d’arme ed alleati.
"Hai padronanza dell’ottavo senso, questo è certo", osservò Adam, notando che il suo attacco era stato completamente fermato, "ma questo non nasconde la verità dei fatti. Voi servite solo per prendere tempo, l’ultimo Gold saints, il settimo di quelli che incontrammo, è dentro la grotta, in cerca del fuoco Verde", spiegò l’Horseman, mostrando ai nemici che sapeva quale fosse il loro piano.
"Non neghiamo l’evidenza, Figlio del Caos, ma potrai tenerci testa finché non tornerà Odeon?", domandò Ryo, espandendo il proprio cosmo fino all’ottavo senso, "Per ora cerca di trattenere il colpo di mio padre", avvisò poi, "Rozan Shoryuha", concluse.
Adam, però, nemmeno si difese, mostrando come anche quell’attacco, lanciato con la piena padronanza dei sensi, era inutile dinanzi alle sue candide vestigia, "Ora permetti a me di attaccare", replicò il nemico, sollevando la falce e scagliando un altro fendente, "Mietitura della Vita", urlò poi.
Lo scudo di Libra si sollevò a difesa del suo padrone, trattenendo il più possibile quell’attacco, che, però, riuscì comunque a far volare al suolo ferito il figlio di Shiryu.
"Se ti piacciono tanto i fendenti, allora prova i miei", urlò Lorgash, saltando a fatica contro l’Horseman, "Kuzuryusen", invocò poi il santo di Capricorn, ma il nemico lo evitò con facilità.
"Sei caduto in una presa così semplice? Mi aspettavo di più da chi era sopravvissuto per tre giorni a Kronos", osservò poco dopo Adam, mentre tutti notarono cinque sottili fili bianchi che collegavano la sua mano sinistra al santo d’oro, "Fili della Vita", urlò poi il figlio del Caos.
L’Horseman mosse la mano e gli arti dell’avversario furono scosse in maniera convulsa prima che lui cadesse a terra, quando due dei fili erano stati spezzati, "Ora le tue gambe sono venute meno, come il braccio di quel tuo alleato", spiegò il malvagio nemico.
"Dì addio alla vita, adesso", concluse poi Adam, preparando a recidere un altro dei fili, "Aurora Execution", esclamò però Camus, intromettendosi nell’attacco e cercando di bloccare i movimenti del nemico.
I fili si congelarono, così lo stesso Lorgash poté amputarli dalla mano del nemico, salvandosi con questa mossa azzardata, ma niente di più riuscì a fare il colpo sacro dell’Acquario, che non neutralizzò il pallido e malvagio avversario, "Mietitura della Vita", urlò l’Horseman, gettando ambo i nemici al suolo, travolti dal suo attacco.
I due santi d’oro, però, riuscirono ad atterrare senza troppe ferite, Camus, anzi, sorresse l’amico nella caduta, poiché questi non riusciva a reggersi sulle gambe martoriate per l’attacco precedente.
"Ora, cavalieri", urlò il santo del Capricorno, mentre scendeva al suolo con il parigrado.
"Great Horn", urlò in quel momento Golia, "Light Zoof", aggiunse Dorton, ma Adam saltò in alto per evitare i due colpi, "Avete già usato questa combinazione contro Kronos, non ricordate?", domandò l’Horseman nell’evitare i due colpi.
"Cancer’s light", aggiunse in quel momento Botan, "Psico Fangs", continuò Mamiya, lanciando un colpo dall’alto, mentre la traiettoria dei due attacchi precedenti si mostrava come ascendente verso il nemico.
"Nemmeno in quattro mi prenderete", li ammonì la Morte, "Aspetterei a dire che sono solo in quattro", ammonì Ryo, "Rozan Hyakuryuha", aggiunse poi il santo d’oro di Libra, "Aurora Extinction", continuò il figlio di Hyoga, "Ryutsuisen", concluse il cavaliere di Capricorn ferito.
I cosmi di quei sette guerrieri circondarono il guerriero della Morte, che fu stupito da tanta potenza, sette cosmi tutti pieni della conoscenza ultima, quella conoscenza che dava la forza di vincere persino lui, persino la Morte.
I sette colpi presero in pieno il loro bersaglio, per la prima volta Adam subì l’attacco, volando alto in cielo, fin quasi a scomparire.
"Non possiamo averlo battuto, per quanta forza vi fosse nei nostri attacchi, è praticamente impossibile", osservò Mamiya, guardandosi intorno, quando il cosmo immenso della Morte li avvolse tutti, paralizzandone i movimenti.
"Esatto, Runouni, e tu, che sembri sapere molte cose, devi essere la prima a morire", esordì la voce di Adam, mentre questi si materializzava dinanzi alla guerriera di Giada del Topo e con un fendente feroce ne aprì le vestigia, procurandole una profonda ferita, "Addio, donna", urlò poi, pronto a finire l’avversaria.
"No, Mamiya", urlò Dorton, lanciandosi contro il nemico, "Saber Horns", tuonò poi il Runouni del Cinghiale, ma Adam fu più veloce e bloccò anche questo nemico con i sottili e candidi fili di cui era padrone, "Già una volta hai subito quest’attacco, eppure non hai ancora capito che non puoi avvicinarti a me, né ora, né mai", tuonò l’Horseman, "Fili della Vita", concluse poi, spezzandone quattro con un semplice gesto, così da immobilizzare tutti gli arti del nemico.
"Con una mano, decapiterò la tua parigrado, poi, spezzerò quest’ultimo filo, che tiene la tua flebile vita in bilico, pronta a gettarsi nell’abisso dell’oscuro destino", minacciò il figlio del Caos, preparandosi a colpire.
"Diamond Dust", urlò però il figlio di Hyoga, intromettendosi di nuovo nell’attacco nemico, "Vai Excalibur", continuò il santo di Capricorn, recidendo l’ultimo filo che teneva bloccato Dorton subito dopo, "Ryutsumuji", concluse poi il figlio di Shiryu, deviando la posizione della falce, che andò conficcandosi nel terreno.
"Ora Botan", ordinò poi Ryo, mentre la sacerdotessa del Cancro appariva fra i due Runouni, "Death World Waves", invocò la guerriera d’oro, preparandosi a scomparire con i due feriti.
"No!", urlò in quel brevissimo lasso di tempo Adam, che aveva seguito sorpreso l’attacco combinato dei gold saints.
L’Horseman tentò un ultimo fendente verso i due guerrieri di Giada, ma l’arrivo di Golia lo fermò, "Biggest Wall", urlò infatti il cavaliere d’oro, fermando l’assalto nemico e subendo un lieve taglio sul volto per la forza d’urto del colpo avverso.
La freddezza di Adam sembrò infrangersi quando vide i quattro nemici scomparire da dinanzi a lui, per riapparire vicino agli altri tre cavalieri d’oro, alle sue spalle.
"Pronti, cavalieri?", domandò Ryo, guidando i compagni nella posizione di lotta che aveva preso, "Si", urlarono all’unisono i quattro parigrado, mentre il nemico si voltava, stupito dall’immenso cosmo che dai loro corpi sembrava espandersi, combinandosi in una sola ed unica aura, quasi divina.
"Atena exclamation", urlò il gruppo di santi d’oro, scatenando la tecnica che persino la dea Atena aveva proibito, poiché combinando il cosmo di tre santi d’oro, li avrebbe resi pari a lei per potenza.
L’attacco andò a segno con una velocità senza pari, spazzando via l’altra parte delle rocce, quelle dietro Adam.
Ora, delle immense pareti rocciose che circondavano l’antro del Drago, non era rimasto che delle lunghe pianure, tutto era stato spazzato via dai colpi di Kronos prima e da questo attacco dopo.
"Forse ci siamo riusciti, quanto meno, lo abbiamo fermato", osservò preoccupato Golia, mentre sia lui sia i suoi compagni cercavano di rialzarsi, stremati per il colpo lanciato.
"No, non è bastato nemmeno questo", affermò freddamente la voce di Adam.
Tutti videro il corpo dell’Horseman, l’armatura era danneggiata in più punti e nessun lembo di pelle sembrava esserci sotto di essa, ma, inaspettatamente, i danni si rimarginarono, non con una seguente fuoriuscita di bolle, come succedeva con Kaspian, ma semplicemente le parti scomparse, ricomparivano, le ferite sparivano ed i lembi danneggiati ritornavano ad essere intatti.
"Nemmeno l’urlo di Atena può abbattermi, però, per aver tentato, vi faccio i miei complimenti, dato che ho dovuto usare l’essenza ultima della Morte, seppur nel suo stadio minimo", si congratulò l’Horseman, "ma ora devo abbattervi, non c’è più tempo per continuare", avvisò, voltandosi verso l’entrata della grotta.
Adam sollevò la falce, "Se non posso uccidervi uno per volta, allora sarete spazzati via tutti insieme, cavalieri e Runouni, indifferentemente", avvisò poi, mentre un vortice si creava sopra di lui, "Cerchio della Morte", invocò poi, mentre tutti i cavalieri, ormai incapaci alla difesa, veniva lentamente, ma inesorabilmente, attratti da quel buco d’energia cosmica.
In quel momento, però, una fiammata verde, seguita da un bagliore dorato, troncò l’energia di quel colpo, "Adesso basta combattere con i miei compagni, già feriti, Horseman, per te è giunto il tempo di affrontarmi", avvisò Odeon di Leo, appena uscito dalla grotta dove aveva superato la Prova.
Il vero scontro stava per iniziare.