Capitolo 52: L’ultimo bagliore di Virgo
Odeon del Leone era a terra, non si agitava più per il dolore prodotto dalla fiamma del Drago, anzi sembrava quasi riposare quietamente, mentre le diverse figure lo circondavano silenziose.
"Sembra che abbia superato il momento peggiore della Prova, ora resta da vedere se ce la farà a sostenere il peso di quella tecnica da sveglio", osservò titubante la voce di Shishio, "Questo non è un problema nostro ormai, inoltre la battaglia lo attende già fuori da questo antro, possiamo solo augurarci che abbia la forza di sconfiggere il mio vecchio nemico, se no, niente potrà vincerli più", concluse Shin, prima che le diverse fiamme si abbassassero, scomparendo da quella stanza, apparentemente.
Fuori dalla grotta, Tok’ra aveva fermato il colpo di Kronos con una semplice espansione del proprio cosmo, lo stesso Horseman era stupito da questo miglioramento di quello che, fin dall’inizio, sembrava il più potente di quei saints.
"Sei stato bravo, i due scontri con Indra devono averti aiutato a migliorare", si complimentò la Guerra, "ma chissà fin quando riuscirai a fermare i miei attacchi", lo ammonì poi, sollevando la spada per attaccare nuovamente. "Finché non cadrai", rispose il santo di Virgo, fermando i movimenti del nemico con queste sole parole, "Davvero?", incalzò divertito l’Horseman, "Certo", rispose Tok’ra, "e te lo dimostrerò, ma su quell’altopiano, non qui fra i miei compagni feriti", rispose quietamente il cavaliere di Atena, invitando l’avversario a seguirlo con un gesto della mano.
I due balzarono su una roccia più alta delle altre, un piano elevato da cui entrambi potevano essere facilmente osservati dai pochi cavalieri ancora coscienti.
"Lo sai che portarmi qui non salverà né te, né i tuoi compagni?", domandò beffardo Kronos, "Lo vedremo", replicò il santo di Atena, senza cambiare la propria posizione a mani congiunte e con gli occhi chiusi.
"Rombo nero della Guerra", urlò pochi attimi dopo Kronos, scatenando il fendente che si espandeva con un rombo mostruoso, ma che non raggiunse il santo d’oro, poiché questi lo fermò con la sola espansione del proprio cosmo, un cosmo sereno e privo di violenza.
"La Guerra può essere battuta solo dalla pace, una pace interiore che non incita alla violenza, poiché questa chiamerebbe solo altra violenza", spiegò Tok’ra, iniziando ad aprire le mani, "sarà quindi il pacifico cielo della Vergine a sconfiggerti, cavaliere dell’Apocalisse, ed io gli indicherò la via per fare ciò", concluse il santo d’oro, aprendo gli occhi.
"Tenbu Horin", esclamò poi il successore di Shaka, con voce calma, investendo con una corrente d’energia il nemico, che barcollò indietro, come stupito dall’attacco ed incapace di ogni difesa.
"Che cosa mi succede?", urlò poco dopo Kronos, "Perché non ci vedo più?", tuonò l’Horseman, "Il Sacro Virgo è colpevole di ciò, la tecnica sacra della Vergine che spegne i sensi nei nemici più potenti ora è stata migliorata per sconfiggere anche te, che, essendo puro spirito maligno non hai i comuni sensi di noi uomini", spiegò il santo d’oro.
"Che cosa?", balbettò Kronos, rialzandosi, "Si, è stato il racconto di Botan riguardo il suo scontro con la Bestia a spiegarmi molti dubbi, come lei aveva eliminato l’anima del corpo umano sfruttato da quel tuo pari, così io avrei potuto solo spegnere i sensi di questo corpo umano che usi, ma così, concentrandomi sull’oscuro cosmo che mi circonda, mentre il mio come fievole candela appena si dibatte, posso prendere i tuoi sensi, che, fondamentalmente, sono tre, giusto? La percezione dei cosmi, che ti permette di vedermi, la furia offensiva che ti permette di scatenare il cosmo ed infine il dominio su quel corpo, che ben presto perderai", concluse Tok’ra con voce quieta.
"Forse non ti vedrò, ma ho dei colpi che elidono questo tipo di problemi", minacciò Kronos, "Fendente dei Mille Guerrieri", urlò poi, scatenando il suo secondo colpo, che nuovamente si infranse dinanzi al santo d’oro, che sembrò quasi esserne oltrepassato senza subire alcuna ferita dallo stesso, "Come può essere? Sono certo che questo attacco ti abbia raggiunto!", urlò l’Horseman, prima che la voce del nemico lo surclassasse, "Secondo senso, Controllo, sparisci", invocò il cavaliere di Atena, investendo con il suo cosmo quieto l’avversario.
Kronos rimase immobile, la spada fece cadere le braccia verso il suolo, senza più resistenza alcuna, l’intero corpo sembrava sostenersi solo su quell’arma.
"Mi hai chiesto com’è possibile che io sia ancora viva? Ebbene ti risponderò. Tutto ciò è stato possibile grazie ad Indra, il sommo signore delle Tempeste.
Egli mi ha mostrato come i suoi Marut fossero solo una espansione del suo essere, una forma esoterica di meditazione, una divisione del corpo quasi, ora anch’io ne sono capace, seppur non posso dividere il mio cosmo, però posso permettere ai tuoi attacchi di oltrepassarmi senza ferirmi con una forma trascendente di percezione, la stessa che mi ha permesso di paralizzare il tuo corpo", raccontò con voce quieta il santo di Atena.
"Davvero pensi di avermi fermato? Ho ancora la furia offensiva!", urlò Kronos, sollevando a fatica le braccia.
I movimenti dell’Horseman produssero delle lacerazioni sulla sua pelle, delle ferite così profonde da far schizzare il sangue fin sopra le nere vestigia derivate dal Caos, macchiandole di un rosso acceso mentre il Cavaliere scatenava l’attacco, "Cerchio di Fuoco della Guerra", urlò infatti Kronos, lanciandosi il suo terzo attacco.
La fiamma circolare, però, si fermò dinanzi a Tok’ra, "Terzo senso, sparisci", esclamò semplicemente il santo di Atena, spegnendo anche il cosmo del nemico, che sembrò quasi un cadavere paralizzato dinanzi al maestoso avversario che lo aveva sconfitto.
"Ora, resta solo da abbandonare questo povero corpo, custode di tanto male, nella sperduta Dimenticanza, così che l’ultimo nemico, che forse potrò contrastare, resti l’unico Horseman ancora vivo in quest’era", esordì subito dopo Tok’ra, preparandosi ad aprire la Volta di Minosse, quando una risata lo fermò.
"Davvero pensi di battermi così, cavaliere di Atena? Ben poco sai della vera forza e forma di noi Horsemen, quella originaria derivata dal Caos, nostro Padre", esordì la voce di Kronos, mentre il corpo iniziava, inspiegabilmente, a muoversi di nuovo.
"Ora, cavaliere, proverai la devastante potenza di cui sono padrone, tremerai per questo e scongiurerai la morte, mentre tu e tutto ciò che esiste in questo continente andrete scomparendo a poco a poco", minacciò con voce decisa l’Horseman, gettando al suolo la spada ed alzando le mani al cielo, mentre lo stesso suo sangue ne macchiava le vestigia.
"Caos, da te la Guerra. Disordine e Furore, violenza e disperazione sono le sue forme, ed a te padre, ora questa potenza immane innalza un richiamo, che si dia libertà alle sue azioni e che la devastante ira che essa trattiene prenda forma, fino alla fine", concluse la voce di Kronos, che sembrava quasi cambiata nell’innalzare quella strana invocazione.
"Ora il vostro alleato è già sconfitto, qualsiasi tecnica speri di usare", osservò Adam, ancora rinchiuso nella presa psichica delle due avversarie.
Sia Mamiya sia Botan osservarono il nemico, ma non capirono che cosa quelle parole volessero veramente dire, bastò però uno sguardo a Kronos, perché i brividi del terrore le invadessero.
Anche la Guerra, come già la Pestilenza e la Bestia, stava cambiando forma, dinanzi al suo nemico. Il sangue dispostosi sulle nere vestigia di quell’essere, le stava ora invadendo, cambiandone il colore in un rosso accesso. La stessa forma dell’armatura era cambiata, le coperture su braccia e gambe si erano incredibilmente allungate ed erano ora coperte da lunghi ed affilati artigli, mentre sul volto l’elmo si era richiuso sul volto, tramutandolo in una nera maschera di morte. La stessa corporatura di Kronos variò, aumentandone la muscolatura e persino l’altezza di parecchi centimetri.
Ora il cavaliere che rappresentava la Guerra era un gigante dalle vestigia rosso sangue e con il volto nascosto da una nera maschera, privo di armi, ma con un cosmo così potente che invase l’intera zona, una gigantesca aura rossa, come l’armatura, che investì persino Tok’ra, stritolandolo in una terribile morsa d’energia, per poi gettarlo a terra, poco lontano dal nemico.
"Sorpreso, cavaliere di Atena? Eppure dovevi aspettartelo, se Kaspian e Silas sono stati sconfitti con estrema difficoltà, pensavi forse che io, Kronos la Guerra, sarei stato da meno? No, non dovevi immaginare questo, poiché ancora non hai visto nemmeno la vera essenza della Guerra", lo avvisò l’Horseman, mentre l’intera corazza sembrava brillare di un rosso acceso.
Una gigantesca ondata d’energia esplose da quell’armatura, alzandosi sopra Kronos e prendendo una forma tangibile, la forma dell’Horseman, però dieci volte più grande dello stesso cavaliere e composta di sola energia.
"Allora? Adesso come speri di mandarmi nella dimenticanza, o di sconfiggere il mio corpo e distruggere queste vestigia rosse?", domandò divertito Kronos, mentre la figura sopra di lui si muoveva.
"Cerchio di Fuoco della Guerra", urlò subito dopo l’Horseman, ma stavolta nessun movimento fu fatto dal suo corpo, né la spada lontana da lui disegnò alcuna circonferenza, fu piuttosto la gigantesca figura cosmica ad aprire le mani dinanzi al corpo, creando un gigantesco cerchio d’energia fiammeggiante, che travolse Tok’ra, ancora al suolo stordito dal colpo precedente, lanciandolo in aria, per poi ricadere terra, con le vestigia danneggiate.
"Non ho più bisogno né della spada, né del colpo dei Mille Guerrieri, ormai le mie due tecniche basilari possono distruggere interi continenti con un singolo attacco, come puoi notare tu stesso", lo derise Kronos, prima che la gigantesca figura scatenasse di nuovo il suo attacco, "Rombo Nero della Guerra", urlò l’Horseman, prima che un movimento delle mani dell’immensa proiezione d’energia travolgesse il corpo ferito di Tok’ra, gettandolo ancora più lontano e devastando parte della parete rocciosa su cui i due combattevano.
"Ora preparati per il colpo di grazia, cavaliere di Atena, ti schiaccerò, come è giusto fare con un insetto della tua portata", ridacchiò Kronos, mentre la sua gigantesca figura avvicinava la mano al nemico per fargli fare la fine che l’Horseman aveva minacciato.
"Non ancora", esclamò Tok’ra, rialzandosi, seppur gravemente ferito, "non finché in me vi sarà abbastanza forza da affrontarti con la quiete nel cuore", avvisò il santo d’oro, congiungendo le mani dinanzi al petto e sviluppando fra di esse una sfera d’energia dorata, "Tenma Kofuku", invocò poi, scagliando l’Abbandono dell’Oriente, la tecnica base, che scatena l’Ohm in forma offensiva.
La potenza di quell’attacco, però, fu subito annientata dalla figura rossa che circondava Kronos, che lo subì, senza riportare alcun danno.
"Dinanzi all’Essenza stessa della Guerra, i tuoi semplici colpi sono ben misera cosa", avvisò l’Horseman, "e non tentare nemmeno di usare il varco verso il mondo dei morti, sarebbe di certo una cosa inutile, poiché sono uno spirito divino, non posso essere rinchiuso in un alcun mondo", continuò, mentre la gigantesca proiezione cosmica colpiva il suolo, causando una frana che per poco non investì i cavalieri intorno alla grotta.
"Forse sarai veramente forte come vuoi mostrarti, Guerra, ma non per questo mi tirerò indietro", avvisò quietamente Tok’ra, "Tenbu Horin", invocò poi, scatenando nuovamente il sacro colpo della Vergine, "Tutto è inutile ormai!", urlò in risposta l’Horseman, scatenando attraverso la figura il "Rombo nero della Guerra", che annullò il colpo del Gold saint, travolgendolo.
Tok’ra volò al suolo con le vestigia danneggiate, per poi essere schiacciato da un potentissimo pugno del nemico, che lo ferì mortalmente, frantumandogli alcune ossa del corpo.
Si stava lentamente abbandonando il santo d’oro, il soffice tocco della neve lo invitava ad addormentarsi su quelle rocciose terre, lasciando ad altri l’arduo compito della battaglia, quando la sua mente si oppose a ciò, "Perché? Perché non riesco a sconfiggerlo, eppure la pace divina era in me, questo è certo", si disse il cavaliere di Virgo, "Cosa allora mi mancava?", si chiese poi.
"La saggezza", affermò una voce cosmica dentro la sua mente, una voce che il giovane riconobbe, era Indra.
"Per sconfiggere Kronos serve anche la saggezza di un dio, devi saper superare i limiti del conoscere umano, non è più questione di ottavo senso o meno, ormai, altra è la conoscenza che devi possedere", avvisò il dio delle Tempeste indiane, "Altra? È quale?", incalzò il santo di Virgo.
"Tu sei migliore di me e migliore di Shaka, ma non perché mi battesti sull’Isola di Tir Na Nog, semplicemente perché in te è insita una pietà verso il prossimo che ti permette di superare le difficoltà, ti preoccupi dei tuoi compagni e per loro sei pronto a tutto, questo è un potere che nemmeno il mio idolo aveva", esordì poi una seconda voce, quando la prima lo aveva ormai abbandonato, "Gwyddyon", esclamò il santo d’oro, riconoscendo il Tree Monk cieco del Tiglio.
"La forza della Trasmigrazione permette di vincere la morte con la vita, ma permette anche ad un’anima di andare oltre i limiti del semplice reale, tu stesso mi dimostrasti il controllo che hai su questa immensa potenza, quindi, ora supera il semplice conoscere che avevi e raggiungi le barriere dell’impossibile, raggiungi il sapere degli dei su ciò che è reale e ciò che non lo è", aggiunse un’altra voce, "Hyunkel", continuò Tok’ra, riconoscendo il Runouni del Cavallo che lo sfidò sull’Isola di Deathqueen.
"Allievo mio, la tua forza è senza pari, avevi le stesse capacità di Shaka, ma lo hai superato ormai, sei più forte di colui che precedesti e quindi anche di me e dei miei pari, in te risiede l’ultima possibilità di sconfiggere la Guerra. Ricorda ciò che il dio delle Tempeste ti ha spiegato e sii capace di utilizzarlo insieme alle tue doti combattive", lo spronò un’altra voce, "Maestro Kaor", lo riconobbe subito il santo di Virgo, mentre nella sua mente quei suggerimenti si combinavano, mostrandogli quella che probabilmente era l’unica via per abbattere il terribile nemico.
Kronos, intanto, non si era spostato dalla propria posizione, solo la gigantesca figura che lo sovrastava si voltò, per colpire i cinque nemici che erano al suolo, poco lontano da lui.
"Dorton", urlò Mamiya, osservando l’uomo amato in pericolo, "Cavalieri, svegliatevi", ordinò Botan, che come l’alleata non poteva lasciare la presa psichica sull’Horseman della Morte.
"Non preoccupatevi per loro", esordì proprio Adam, "ben presto anche voi li raggiungerete nella valle oscura di cui sono guida", spiegò con fare gelido.
"Cerchio di Fuoco della Guerra", urlò il Cavaliere che rappresentava la Guerra stessa, scatenando l’attacco dai palmi delle mani giganti.
Un’energia dorata, però, fermò quella tremenda sfera di fuoco, creando come una cupola intorno all’Horseman avverso.
"Chi osa?", tuonò Kronos, guardandosi intorno, finché non vide nuovamente Tok’ra in piedi dinanzi a lui, "Io oso, figlio del Caos", avvisò quest’ultimo.
L’elmo di Virgo era ormai al suolo ed i lunghi capelli verde chiaro del santo di Atena galleggiavano a mezz’aria mentre le sue mani, congiunte, sembravano concentrare tra loro l’intera forza del cosmo.
"Vuoi subire di nuovo il mio attacco, mortale? Bene, lo subirai", tuonò infuriato l’Horseman, prima di notare che non poteva più muovere alcuno dei muscoli della gigantesca figura che lo sovrastava.
"Ogni tentativo è inutile, Guerra", avvisò il santo d’oro, "poiché ogni attacco e difesa sono inutili anche per quella gigantesca espansione cosmica che ti sovrasta", continuò Tok’ra, prima di scatenarsi in un attacco, "Kaitenbu Horin", esclamò infine.
Un’accecante luce dorata proruppe dal corpo del cavaliere, alzandosi verso il cielo ed aprendosi come una cupola, cupola dorata che circondò i due nemici e tutti coloro che li osservavano.
"È sorprendente", fu ciò che disse Golia, osservando il nuovo attacco del santo suo pari.
"Che sarebbe questa cosa?", tuonò Kronos, guardandosi intorno, "Il Colpo Sacro di Virgo era la danza celeste al di sopra di Buddha, questa invece è la Volta di Cielo danzante su Buddha, un colpo molto superiore al precedente, una tecnica che ti sconfiggerà del tutto, grazie alla conoscenza divina che ho saputo raggiungere", avvisò Tok’ra, senza muoversi minimamente.
"La forza di questo attacco non può nemmeno essere paragonata al precedente, poiché se quella era una rappresentazione del mio cosmo che circondava il mio corpo difendendolo, questa è una gigantesca cupola, che non solo circonda me, ma tutto ciò che mi è intorno, una forma d’energia che riesco a dividere da me stesso, oltrepassando i limiti reali dell’uomo, limiti che una ragione ristretta dona. Ormai non potrai offendere, né difenderti, ma soltanto subire la quieta volta del Cielo d’oro, che ti schiaccerà, eliminando la Guerra con la Pacifica luce dorata di Virgo", spiegò Tok’ra, prima di lasciar espandere il proprio cosmo, che sembrò schiacciare la gigantesca rossa, che ben presto, sottomessa da quella pressione di luce, scomparve, lasciando Kronos sbalordito ed apparentemente disarmato.
"Pensi di avermi vinto?", tuonò l’Horseman, "la forza della Guerra proviene da tutta la violenza che invade questo mondo, perciò è illimitata, non potrai mai finirmi, poiché non potrai mai schiacciare queste vestigia rosse con quella luce dorata, non sono date delle debolezze in quest’armatura, quindi non può essere vinta", avvisò ridendo Kronos, prima che una luce accecante gli impedisse di osservare l’avversario.
"Questo è vero", esordì la voce di Tok’ra, che sembrava circondare completamente il nemico, "ma mi chiedo per quanto sarai libero di fare ciò, le tue difese possono essere valicate come tutte le altre, soprattutto ora che i limiti della materia più non mi riguardano, ora che valicherò quel tuo essere superbo e violento, per sconfiggerti", avvisò il santo d’oro, mentre Kronos riprendeva la vista, osservando che dinanzi a se vi erano solo le vuote vestigia della Vergine.
Si sentì bloccato l’Horseman, qualcosa ora lo teneva fermo, ma non lungo l’armatura, bensì lo bloccava direttamente alle braccia, "La saggezza di un dio è anche in questo, nel saper oltrepassare con il proprio corpo i limiti dati dalla fisica normale", spiegò la voce di Tok’ra, che imprigionava in un’invincibile morsa il nemico.
"Che cosa hai intenzione di fare, mortale?", tuonò infuriato Kronos, "Spegnermi nella luce, insieme a te, Guerra", avvisò il santo di Atena, "Che cosa?", continuò l’Horseman, "Morire insieme a te, nell’alto cielo di Virgo", concluse Tok’ra.
I santi al suolo ed i due Runouni videro quell’accecante cupola richiudersi sul cavaliere della Vergine ed il suo avversario, quasi volesse inghiottirli del tutto, "Questo è il momento dei saluti, amici miei tutti", sembrò dire loro la voce cosmica di Tok’ra.
"Una volta Shaka dubitò di se stesso perché Ikki della Fenice lo portò a morire in cielo, una vittoria di cui non poté gioire la definì il mio predecessore, ma ora io, e lui come me, ho capito il perché di quell’azione: annientare la Guerra", esordì il santo d’oro. "In tutto il mondo si combatte solo per interessi personali, questi continui scontri fra individui portano all’aumentare vorticoso di guerre e violenza, solo una battaglia fatta in nome di altri, dove la propria vita è un’arma da usare contro il nemico per salvare amici, alleati ed anche coloro che non si conoscono, questa è la vera via per vincere la Guerra nel suo stesso campo", spiegò il cavaliere d’oro.
"Adesso vi saluto, amici miei, il maestro Kaor, Hyunkel, Gwyddyon, gli alleati caduti ed i compagni di addestramento mi attendono già in cielo, a voi lascio questa battaglia da vincere ed a Kano il compito di trovare un successore nella custodia delle vestigia di Virgo", concluse Tok’ra, prima che il suo cosmo esplodesse in tutta la potenza che ne era caratteristica, portando l’alto della volta celeste i due combattenti, facendoli scomparire oltre le nubi, affinché non facessero più ritorno.
I cavalieri di Atena ed i Runouni di Giada che osservarono incapaci quella battaglia, piansero per la caduta del compagno, un eroe e guerriero degno di ogni lode per come aveva vissuto fino alla fine della sua esistenza.