Capitolo 48: L’arma dei Mari
La pioggia cadeva pesantemente sulla costa ellenica, i due mariners, appena usciti dal Regno del loro Signore Nettuno, e dinanzi a loro già si trovava un nuovo nemico.
"Chi ha detto di essere?", si domandò Kain, osservando la figura lontana, "Kaspian, credo sia l’uccisore del Beast Keeper", rispose con voce attenta Neleo, che impugnava un lungo oggetto fra le mani.
"Dov’è l’entrata al tempio in cui si nascondono i vostri compagni?", urlò allora il Cavaliere dell’Apocalisse, "Di quali compagni parli, essere maligno? Solo noi due siamo in questo luogo", rispose prontamente il mariner di Hammerifsh, "Se però ti chiedi dove siano i nostri alleati, allora non ti è concesso saperlo", aggiunse determinato il generale di Shark.
"Allora voi eravate solo un’esca, una falsa via per invitarci qui? Quali prede deludenti sarete", ridacchiò Kaspian, sollevando la frusta, "Non esche, bensì cercavamo un oggetto", ringhiò Kain, ma la mano di Neleo lo fermò, "Non dirgli già dell’arma che abbiamo trovato, la utilizzeremo se sarà necessario", ipotizzò il mariner, appoggiando il lungo oggetto sulla spiaggia, "Generale di Hammerfish, non allontanarti da ciò che abbiamo trovato in un duro giorno di ricerca, mi occuperò io di fronteggiarlo per primo", propose il figlio di Ikki, lanciandosi verso il nemico.
"Preparati, Horseman, sarò io il tuo primo nemico!", avvisò Kain, "Galaxian Explosion", tuonò poi, travolgendo Kaspian, che, stranamente, rimase illeso da quel colpo, "Miserello come attacco, mortale", ridacchiò l’Horseman, "ma in fondo non mi aspettavo di meglio da quelli come te", concluse dopo, espandendo il proprio cosmo.
"Ora, mortale, prova un po’ tu di parare i miei colpi", ridacchiò la Pestilenza, "Waves of Plague", urlò il figlio del Caos.
La frusta schioccò con violenza, l’energia verdognola che caratterizzava Kaspian aprì il suolo dinanzi a lui e sviluppò una gigantesca ondata d’energia, solchi immensi si aprivano sul terreno, mentre un’onda di luce travolse Kain, gettandolo al suolo.
"Senti la potenza di questo attacco, mortale? La forza di questo attacco ti stordisce, ma ben presto non sarà questo il tuo unico problema, bensì la potenza dei miei colpi successivi", ridacchiò Kaspian, "Spirale danzante delle malattie", invocò dopo l’Horseman.
La frusta iniziò a roteare mentre si dirigeva verso il figlio di Ikki, "Golden Triangle", invocò allora Kain, aprendo il varco dimensionale dinanzi a se, un buco oscuro dove l’arma di Kaspian e poi l’Horseman stesso, si persero, celandosi del tutto alla vista dei due generali.
I due generali si guardarono intorno, Kain era solo su quel promontorio roccioso dove il nemico li aveva attesi e Neleo non vedeva nessuno intorno a se, sull’ampia spiaggia ellenica, "Ci siamo riusciti? Quell’essere infernale si è perso nelle valli dell’Altra dimensione?", domandò perplesso il generale di Shark, "Di certo non per sempre, ma il tempo necessario perché ci allontaniamo di sicuro", rispose prontamente il comandante di Hammerfish, prima che un oscuro cosmo potentissimo si frapponesse fra i due, era Kaspian, che riapparve inaspettato dinanzi al figlio di Ikki.
"Non mi sottovalutate, è meglio per voi", ridacchiò l’Horseman, mentre il suo cosmo, espandendosi, provocava delle forti vertigini a Kain, che indietreggiò barcollando.
"Quel cavaliere, ieri, era armato della Spada del Drago divino, ma voi, che siete privi di armi, non potrete niente contro di me", osservò infastidito Kaspian, mentre il suo nemico barcollava stordito dal cosmo pestilenziale che egli propagava.
"Forse senza armi divine non potremo sconfiggerti, ma io ormai sono padrone dell’ottavo senso e questo mi dà la forza necessaria per batterti", minacciò Kain, espandendo il proprio cosmo fino ai limiti della conoscenza ultima.
"Quanta sorprendente forza vi è in te, mortale, una forza certo senza pari, ma inefficace, se non supportata da degne armi e doti", ridacchiò in tutta risposta Kaspian, "Lo vedremo", esclamò il figlio di Ikki.
"Shark Bite!", urlò poi lo Squalo d’oro, scatenando l’immane potenza di quel colpo che di molti nemici prima di allora aveva sancito la fine.
L’energia dorata distrusse parte del suolo dinanzi al generale dei Mari, frantumando molte rocce nei dintorni ed accecando quasi Neleo, che dalla spiaggia osservava l’esito della battaglia, ma, con grande stupore di ambo i mariners, Kaspian era ancora in piedi quando la possente morsa dello Squalo si placò.
Diverse ferite si erano aperte sull’armatura verdognola del guerriero, per poi richiudersi, prontamente al minimo accenno del cosmo di quell’Horseman.
"Ancora insufficiente", esclamò il malefico guerriero, lasciando esplodere la propria aura, che gettò indietro Kain, il quale, caduto in ginocchio, si ritrovò a vomitare per la forte nausea e febbre che quel colpo trasmetteva.
"Hai di certo la forza che giunge dall’ottavo senso, mortale, ma sei privo di arma divina e di quella determinazione che nemmeno il mio precedente nemico aveva, anche tu ti fai piegare dalla Pestilenza", ridacchiò Kaspian, avanzando con la frusta che dondolava lungo il fianco destro.
"Generale, presto, abbandona la battaglia, allontanati, così che io possa affrontarlo", urlò allora Neleo.
"No!", replicò il custode dell’Oceano Atlantico del Nord, "ho almeno una mossa da mostrare ancora a costui e con quella avremo la possibilità di allontanarci a sufficienza da questo campo di battaglia", rispose prontamente il figlio di Ikki, rialzandosi a fatica, "Ha ragione lui", concordò Kaspian, "resta a nasconderti nell’ombra della spiaggia, io intanto penserò ad uccidere questo tuo pari, dopo, toccherà a te", minacciò l’Horseman.
"Non ucciderai nessuno stanotte", replicò prontamente Kain, lanciandosi in un attacco, "Davvero?", ribatté Kaspian, scagliandosi anch’egli contro il nemico.
I due non si sfiorarono neanche, Kain sembrò aver sbagliato mira, poiché riuscì a malapena a colpire il capo dell’avversario, il quale, ridisceso a terra, ridacchiava.
"Davvero speravi di uccidermi con una tecnica così?", domandò incuriosito l’Horseman, prima di voltarsi.
Ciò che Kaspian vide, lo stupì, dinanzi a lui non vi erano più quei due guerrieri dei Mari, bensì due Runouni dalle vestigia di Giada. Il primo era al suolo, le vestigia delle Serpente, ne coprivano il corpo senza vita, seppur malamente poiché in parte distrutte. Il secondo, invece, era in piedi, ferite e ustioni ne segnavano il corpo ed a stento si reggeva su un lungo bastone di platino, costui indossava l’armatura della Scimmia di Giada e sembrava pronto alla lotta.
"Non sperare di vincermi, oscuro portatore della Fine, io, Goki della Scimmia, ti eliminerò e dopo di te, porterò allo stesso limite i tuoi tre simili, uccidendo anche loro, come mi ha ordinato il mio comandante, Shin del Drago", esordì quel guerriero di Giada, "Non può essere", balbettò Kaspian, prima che il bastone di platino lo colpisse per ben tre volte.
L’Horseman si ritrovò al suolo, quando il nemico appoggiò su di lui quell’arma chiaramente divina, "O potente dio del Tuono, ascolta la mia invocazione e permettimi l’uso della tua tecnica", invocò il Runouni, "Kaiten Thunderbolt!", urlò poi.
Un fulmine calò dal cielo con una velocità senza pari, l’impatto con il bastone produsse un’esplosione tale da distruggere i corpi e le vestigia di ambo i combattenti.
"La morte di Kaspian ci dona nuova vita", furono le ultime parole che l’Horseman sentì dire da Kronos, che si trovava su un massiccio montuoso poco lontano da quel campo di battaglia.
"Cosa si prova a vivere l’Inferno di nuovo?", domandò a quel punto Kain, mentre il suo nemico si risvegliava dal suo incubo, "Inferno? La passata sconfitta di molti millenni fa? Per chi mi prendi? Per un piagnone?", domandò con tono ironico Kaspian, "La memoria di una battaglia persa era solo sopita in me, questo colpo non ha fatto niente di così terribile, ma quando mi hai colpito al volto, per rallentarmi in questo misero modo, non sei stato attento, generale dei Mari, perché anche la mia mano si era poggiata su di te", avvisò l’Horseman.
In quel momento dal corpo di Kain provennero dei sobbalzi, i sintomi di una forte febbre lo percossero, lasciandolo cadere al suolo, tremante per i brividi di freddo, "Il tocco della Pestilenza, un’arma mortale da provare su se stessi", ridacchiò Kaspian, avvicinandosi al nemico, "Come può essere? Nemmeno il mio Genmaken è stato sufficiente", balbettò disperato il generale dei mari.
"Ora, addio, mortale", ringhiò l’Horseman, prima che una potentissima corrente lo travolgesse.
"Che cosa?", fu l’unica domanda che il figlio del Caos si poté porre, prima di volare verso il cielo ricco di nuvole.
Kain era stanco e non capì ciò che era successo, finché non vide Neleo apparire dinanzi a lui, "Lo hai usato?", domandò il generale dei mari, "Si, ho utilizzato l’arma sacra, ma non potevo rischiare di vederti morire, amico mio", replicò con voce bassa il mariner di Hammerfish, prendendo con il proprio braccio il figlio di Ikki e si lanciò verso una piccola caverna su un lato di Capo Sounion.
"Che fai, comandante?", domandò perplesso il mariner dell’Atlantico del Nord, "Riposa qui, generale dei Mari, mi occuperò io di quel Cavaliere dell’Apocalisse", propose il generale del Pacifico del Nord.
"Che cosa? È follia, sperare di combattere quel guerriero da solo", balbettò il figlio di Ikki, "No, la via per la determinazione e l’ottavo senso non mi sono completamente occultate e poi abbiamo quest’arma che oggi abbiamo trovato con grande fatica", rispose Neleo, mostrando ciò che portava sulla schiena: il tridente d’oro di Nettuno.
"Per tutta la mattina abbiamo percorso il territorio che portava dalla foce del Regno di Nettuno, qui a Capo Sounion, fino ad arrivare alla Colonna portante dei Mari. In quel sacro luogo, vent’anni fa Atena aveva deposto il Tridente d’oro del sommo Nettuno, quell’arma così straordinaria era stata riposta vicino al vaso del Signore dei Mari. Diverse ore le abbiamo spese per entrare dentro la colonna, poiché l’unica entrata ancora aperta era sull’estremità superiore della costruzione, che abbiamo dovuto scalare due volte, una per entravi ed una per uscirvi.
Tutto ciò ci ha fatto spendere l’intera giornata nel Regno di cui siamo custodi, ma non è stato tempo inutile, poiché lì abbiamo ritrovato quest’arma sacra e, soprattutto, perché lì il mio cuore è stato spinto alla lotta dal ricordo di Sorrento, di Argo, Reptile, Yakros, Zero ed Anfitride, nostri parigrado morti nelle passate battaglie", concluse il Comandante dell’Esercito dei Mari, cercando di tranquillizzare il generale di Shark.
"Poi non vorrei che tua sorella rimanesse sola, la tua morte le darebbe una sofferenza grave, come a te la sua", rifletté Neleo, "qui, vent’anni fa, Kanon di Gemini risvegliò il nostro sommo Signore Nettuno dopo che Atena l’avevo lì rinchiuso secoli fa", concluse il generale di Hammerfish.
"E speri che il luogo di riposo del nostro Sire ci aiuterà a nasconderci?", domandò perplesso il figlio di Ikki, la cui febbre sembrava aumentare, "Non nasconderci, come ti ho già detto, ma nasconderti", concluse l’altro mariner, prima che una folata d’energia increspasse l’aria.
"Sta ritornando", rifletté Neleo, voltandosi verso l’uscita. "Ancora due cose, generale", esordì dopo essersi fermato il Comandante dei Mari, "Cosa?", balbettò Kain, "Prima di tutto, è stato un onore conoscerti e combattere con te in questi anni e scusa se prima ti ho fatto combattere da solo", iniziò il mariner, "poi, penso che anche così l’Horseman ti troverebbe, quindi, è meglio che tu riposi, dormendo quietamente mentre io combatterò", concluse poi.
"Come dormire? Speri forse che il figlio della Fenice Immortale si abbassi a tanto? Sono stordito, malato e ferito, ma di certo non mi farò atterrare fino a questo punto", avvisò Kain, cercando di rialzarsi, "No, di certo non lo faresti, ma spero che proprio per questo tu possa perdonarmi per la mia azione", replicò con tono serio Neleo, prima di colpire al ventre l’amico con il Martello dei Mari, lasciandolo svenuto nella parte più profonda della caverna, la stessa dove Kanon aveva trovato il Tridente d’oro che ora il generale di Hammerfish portava legato alla schiena.
"Dove vi siete nascosti, maledetti mortali?", tuonava intanto Kaspian, guardandosi intorno con ira crescente, "Vi prenderò e strapperò la vita nel modo peggiore dai vostri miseri corpi", minacciava l’Horseman.
"Non penso che avrai modo, o forza per fare ciò", avvisò Neleo, apparendo alle spalle del nemico, "Davvero?", domandò Kaspian, osservando il nemico, "Monco?", continuò con tono ironico.
"Monco di certo", replicò il mariner, "ma ho un’arma che ti sconfiggerà di certo", osservò poi, espandendo il proprio cosmo e preparandosi per il duro scontro che lo aspettava.