Capitolo 38: Fra Cielo e Terra
Un veloce inseguimento era in atto nelle terre di Scozia dove la pioggia continuava a cadere battente e violenta.
Badb e Nemain correvano lungo le terre sporche di fango sui loro cavalli, chi le avesse viste in volto avrebbe potuto notare rassegnazione su quello della moglie di Tethra e disperazione su quello di sua sorella. Dietro le due divinità infernali vi erano, come cani che inseguono le prede, Rhiannon e Taranis, gli unici due Tree Monks sopravvissuti alle diverse battaglie dell’esercito celtico.
"Non capisco perché questa volta non si fermino per affrontarci", osservò la guerriera del Fico, che sul proprio destriero era di alcuni passi dinanzi al parigrado, quando un’esplosione cosmica fermò i quattro cavalli.
Ciò che i due guerrieri celtici videro, fu inspiegabile, in un primo momento: dei bagliori neri iniziarono a scaturire dai corpi delle due dee nemiche, finché quasi i loro corpi non sembrarono esplodere dall’interno. Quando quelle luci, simili a fulmini, si placarono, una nera figura sembrò congiungersi sopra i capi di Nemain e sua sorella, per poi allontanarsi da loro.
Le due divinità si voltarono verso i nemici mortali, "Morrigan è caduta", balbettò sorpresa Badb, "ora non siamo più invulnerabili", esclamò la dea chiaramente spaventata.
"Esatto sorella," replicò Nemain, "ma è proprio in momenti come questi che una divinità si mostra con tutte le sue doti guerriere", spiegò la seconda dea, scendendo da cavallo e sollevando la sua spada fiammeggiante, "Tu che vuoi fare, Badb? Resti a combattere, o preferisci la fuga?", domandò pochi attimi dopo la divinità dalla lama di fuoco.
La dea con la spada alata non rispose nemmeno, spronò il suo destriero e si diresse verso la fitta boscaglia, cercando rifugio dai nemici.
"Taranis", esclamò in quel momento Rhiannon, osservando le due dee dividersi, "Lo so, Badb, è tua, ma d’altronde io non potrei inseguire un nemico a cavallo quando un altro mi si pone dinanzi desideroso di duellare", replicò il Signore delle Battaglie, scendendo anch’egli dal destriero e preparandosi a combattere con Nemain.
"Fa attenzione", fu l’unica cosa che Rhiannon gli disse, "Anche tu", replicò con eguale gentilezza e rispetto il Tree Monk del Nocciolo, prima che la parigrado si allontanasse.
La corsa di Badb nel bosco sembrava senza fine, la dea incitava senza sosta il proprio cavallo, intimorita dalla realtà che le si parava davanti: ora avrebbe sofferto dei colpi nemici e sarebbe potuta morire, come già le era successo secoli prima, durante la battaglia precedente con i Tree Monks sacri alle divinità celtiche.
Passarono pochi minuti prima che la dea sentisse gli zoccoli del destriero che la inseguiva, si voltò e con gran sorpresa, Badb vide Rhiannon alle sue calcagna, che avanzava senza sosta, movendosi con maggior determinazione ed eleganza con il proprio cavallo in quella fitta boscaglia, dove la visibilità era ridotta maggiormente anche dalla pioggia.
La dea espanse il proprio cosmo e, sollevata la spada, calò un fendente contro gli alberi dietro di lei, dirigendo le schegge di legno contro la nemica che la inseguiva. Quando le foglie ed i rami ricaddero al suolo, dopo il colpo scatenato, la divinità non vide più Rhiannon alle sue spalle, "Ci sono riuscita!", esultò fra se la dea, prima ancora di sentire una voce prorompere alla sua destra, "Knight running attack", sentì esclamare, prima che una decina di fulmini la travolgessero, gettandola a terra.
La dea si rialzò, ferita ad una spalla, grande fu lo stupore ed il disgusto nei suoi occhi quando vide il sangue prorompere da sotto le vestigia nere.
"Sembra che persino una divinità possa temere la morte, malgrado di norma sia lei stessa a portarla, trovo ciò molto ironico", osservò Rhiannon, scendendo da cavallo ed avanzando verso la nemica.
"Cosa vorresti fare?", tuonò infuriata Badb, rialzandosi in piedi e sollevando la propria spada con la sola forza del cosmo, "Sai bene che conosco i tuoi attacchi e posso evitarli", minacciò la dea, "Quella ferita rivela il contrario", obbiettò con freddezza la Tree Monk del Fico, espandendo il cosmo elettrico fra se e l’avversaria.
La spada alata scattò contro Rhiannon, che con abili salti evitò gli affondi nemici, spostandosi con agilità fra gli alberi robusti, finché un suo piede non scivolò sul suolo fangoso, ma, malgrado ciò, la guerriera del Fico si salvò dall’affondo buttandosi a terra, per poi rialzarsi di scatto, pronta ad attaccare la nemica.
"Knight running attack", invocò la Tree Monk, scatenando il proprio attacco. I dieci fulmini si lanciarono con furia contro la divinità nemica, che, alzatasi in volo, si lanciò con rapidità fra gli alberi, lasciando che dieci di essi si bruciassero subendo i fulmini avversi.
Lentamente, le fiamme scaturite sui dieci alberi si espansero, creando un gigantesco cerchio di fuoco nella parte circostante del bosco, la zona in cui aveva avuto inizio lo scontro di Taranis.
Rhiannon, però, non poteva correre in soccorso del parigrado, doveva affrontare la propria nemica in quella lotta che non sarebbe di certo stata facile, poiché, malgrado adesso fosse mortale, Badb restava comunque una divinità distruttrice.
"Visto, giovane mortale, i tuoi colpi non possono colpirmi se non li lanci di sorpresa, quindi non ho nessun motivo per cui temerti, anzi, ti dimostrerò che tu dovresti essere l’unica ad aver paura ormai", minacciò la dea alata, mentre la nera spada volante si gettava contro Rhiannon, con una velocità senza pari.
La giovane guerriera evitò con un agile salto l’affondo, appoggiando i piedi su un tronco d’albero, ma, nel momento stesso in cui stava per distanziarsi dall’albero, un rumore fastidioso la raggiunse alle spalle. "Volo letale" , Rhiannon sentì urlare dalla dea, che, comparsa dietro di lei, frantumò l’albero con il proprio cosmo per poi travolgere con lo stesso la giovane Tree Monk, che cadde rovinosamente al suolo.
La caduta di Rhiannon, però, fu fermata dalla spada di Badb, "Il mio attacco non è ancora finito", annunciò la dea, mentre la sua arma travolgeva l’avversaria, aprendole una profonda ferita sul braccio sinistro e deviandone la caduta, "Arrivo!", tuonò allora la sorella di Morrigan, colpendo con un potentissimo calcio allo stomaco la Tree Monk del Fico, le cui vestigia si incrinarono pesantemente sotto la pressione dell’attacco, gettandola ancora più velocemente al suolo.
"Non mi farò battere così facilmente", sussurrò la guerriera celtica, nel momento stesso in cui la dea la colpiva, provocandole un terribile dolore al ventre. Le mani di Rhiannon brillarono del suo possente cosmo, "Presa del fulmine", urlò la guerriera celtica, intrappolando nella rete elettrica la divinità avversa che, ferita dalle scosse, cadde pesantemente al suolo insieme all’avversaria.
La pioggia continuò a cadere per tutto il tempo in cui questo confronto in volo si era compiuto, inesorabile, l’acqua scendeva ancora, bagnando i volti delle due avversarie, entrambe al suolo, ferite e sanguinanti, apparentemente prive di sensi.
Rhiannon, però, fu svegliata dal nitrito del suo cavallo, quello stesso animale che amava così tanto da non dargli un nome per non renderlo suo schiavo. "Il mio cavallo, la terra dove sono cresciuta, l’acqua delle piogge scozzesi che mi è tanto nota ed una nemica che distruggerà tutto questo, non avrei mai pensato che questo scenario avrebbe segnato la mia fine", pensò fra se la guerriera, i cui arti doloranti le impedivano di rialzarsi, "forse sarà proprio questa terra a contenere i miei resti, questa terra che mi è tanto cara, la terra di Scozia", pregò fra se la guerriera, prima che un ricordo della notte precedente le tornasse alla mente.
"La nostra terra, Rhiannon, quale posto migliore per concludere questa battaglia con Morrigan e le sue sorelle?", le aveva chiesto esultante Taranis la notte prima, "pensaci, amica mia, il luogo che ci ha visto nascere, crescere e diventare i guerrieri che siamo ora, lo stesso posto dove abbiamo incontrato Dagda, Nuada, Ceridwyn, Gwyddyon e tutti gli altri, nostri amici, compagni in battaglia e spesso fonte di ammirazione in tutto ciò che facevano", spiegò il Tree Monk del Nocciolo.
"Non capisco dove tu possa trovare tanta gioia nell’eventualità di scontrarci con Badb, Nemain e soprattutto Morrigan, che dà loro l’invulnerabilità", aveva criticato Rhiannon a quelle parole dell’amico.
"Fidati di me, quando saremo sul campo di battaglia gli dei ci saranno amici. Il Re di Asgard capirà quale destino gli è stato lasciato da Dagda e riuscirà in ciò che solo uno dei passati Tree Monk del Faggio era stato capace: sconfiggerà ed ucciderà Morrigan, dopo, per noi, verrà la parte più importante, abbattere le due dee minori", spiegò il Signore delle Battaglie, "e sono sicuro che allora, quando ne avremo bisogno, il sangue versato sulla nostra stessa terra ci sarà di aiuto", concluse con gentilezza il guerriero del Nocciolo, sorridendo alla parigrado.
"La terra ci aiuterà?", domandò divertita Rhiannon, a cui le parole dell’alleato davano un po’ di calma, "Si, non in senso letterale, ma combattere dove siamo nati ci sarà di conforto ed aiuto, poi battersi per la propria patria è importante, se domani perdiamo la Scozia sarà nelle mani di Morrigan e delle sue sorelle", concluse Taranis.
"Per la propria terra", sussurrò poi Rhiannon, rialzandosi in piedi, "No, per il volere di una dea", replicò Badb, alzandosi in aria grazie alle proprie ali.
Le due nemiche erano di nuovo in piedi, entrambe stanche e ferite, ma pronte a continuare lo scontro fino alla fine.
"Volo Letale", invocò di nuovo Badb, scagliandosi con la propria spada contro Rhiannon, "Presa del Fulmine", replicò allora la guerriera celtica, saltando in alto e creando un gigantesco mantello elettrico introno a se, "Che speri di fare di nuovo con la stessa tecnica?", tuonò infuriata la dea.
Quella, però, non era la stessa tecnica, o comunque non era lo stesso tipo di presa usato precedentemente, come ben presto scoprì la dea stessa, quando la sua spada fu bloccata dalla gigantesca ragnatela creata da Rhiannon.
Badb, però, continuò la sua corsa verso la nemica, ma questa, con una capriola, si diresse a sua volta contro la dea, "Anche senza spada ti eliminerò", invocò la dea, "Knight running attack", fu la risposta della Tree Monk del Fico, scatenando i dieci fulmini, che, però, la divinità evitò con facilità.
"Non è ancora finita", sussurrò allora Badb, lanciandosi contro la nemica, "Sono io che lo devo dire a te", replicò con voce decisa Rhiannon, bloccando con ambo le mani la gamba della dea, per poi lanciarla verso il suolo.
"Non è così facile", tuonò la dea, aprendo le ali e gettando indietro l’avversaria, per riprendere lei il comando della caduta.
Con un veloce colpo di reni, però, Rhiannon si alzò in verticale, colpendo con un calcio il volto di Badb, che, barcollando indietro, sembrò perdere l’equilibrio, "Ora", sussurrò la guerriera celtica, "Knight Running Attack", invocò la Tree Monk, investendo in pieno la nemica e danneggiandole le ali, su cui i dieci fulmini furono diretti.
Un urlo proruppe dalle labbra di Badb, "Ora morirai, maledetta", invocò infuriata la dea, mentre la sua spada si liberava dalla rete elettrica, conficcandosi nel fianco di Rhiannon.
La giovane Tree Monk, con le ultime forze rimaste, colpì con un possente pugno l’arma che fuoriusciva dal suo fianco, spezzandone la lama, quindi, cadde pesantemente verso il suolo, come la dea.
Nessuna delle due, però, toccò il suolo: il cavallo di Rhiannon, infatti, apparve dal nulla, salvando la propria padrona, che si appoggiò delicatamente sul dorso del suo animale, mentre Badb, con un ultimo sforzo, planava verso il proprio destriero, incitandolo ad andarsene.
"Quella guerriera è fin troppo testarda, rischierei la vita a continuare", pensò la dea, incitando il cavallo ad allontanarsi.
"Non ti lascerò andare", sussurrò fra se Rhiannon, rialzandosi sul suo cavallo, "Mia terra paterna, dammi la forza, te ne prego. Maestro Gwyddyon, Ceridwyn, amica mia, datemi la forza per quest’ultimo attacco", urlò la guerriera, "Kab-ull runs", invocò poi, scatenando il cavallo elettrico che, furente come mai prima, si gettò all’inseguimento della dea, investendola in pieno ed esplodendo a contatto con la divinità ed il suo destriero.
L’esplosione portò una pioggia di sangue e resti a mischiarsi con quella che già bagnava il suolo.
Rhiannon, che ferita si appoggiava completamente al proprio cavallo, sorrise lievemente, "Bene, un’altra dea è sconfitta, ora è tempo di raggiungere Taranis, amico mio", sussurrò al destriero, allontanandosi dal campo di battaglia.