Capitolo 24: L’attacco al Santuario
La calda mattina si era accesa da poco su Atene quando tre gruppi di guerrieri avevano lasciato il Santuario della dea Atena. Dopo la loro partenza, il corpo di Ihi di Khepri era stato adagiato in un’elegante bara nell’Ottavo Tempio, dove quella notte il giovane musico egizio aveva avuto modo di confessare i propri dolori al suo comandante, ora partito per una battaglia.
Solo i feriti ed alcuni cavalieri capaci di difendere quella terra sacra erano rimasti al Grande Tempio.
Ai piedi della Prima Casa, due ore dopo le diverse partenze, intanto, si trovavano i due che in quell’ora dovevano compiere il loro periodo di guardia, Rhiannon e Taranis.
Ambedue erano seduti ai piedi della scalinata, in silenzio, a subire quel caldo che per le popolazioni nordiche è ancora più infernale del normale.
"Avessi qui almeno il mio cavallo", rifletté fra se la Tree Monk del Fico, guardando gli scalini ai suoi piedi, "Non sarebbe molto utile, il caldo anzi, farebbe più male a lui di quanto può farne a noi", replicò il Signore delle Battaglie con tono annoiato.
"Questo è vero, ma sarebbe molto meglio andare a cercare i nemici piuttosto che attenderli così", esclamò Rhiannon, cui quella attesa sembrava snervante, "poi ti sei chiesto perché Morrigan e le sue sorelle non hanno intenzione di agire oggi? Almeno, questo raccontava l’ebra sopravvissuta allo scontro con il dio egizio", osservò la guerriera celtica, alzandosi in piedi.
"Si, me lo sono chiesto, ma l’unica risposta che trovo è che Morrigan ha qualcosa da temere", rispose con voce titubante Taranis, quasi non volesse farsi sentire, "Che cosa?", incalzò Rhiannon, "Non ne sono certo, ricordi anche tu le leggende sulla Distruttrice e le sue sorelle, vero?", replicò il Signore delle Battaglie.
"Si, ella cavalcherà, spazzando tutti i cadaveri dei campi di battaglia, finché il prescelto degli dei, colui che indosserà le vestigia del Comando, la eliminerà di nuovo", ripeté con voce melodiosa la cavallerizza, "ma il nostro comandante, Dagda è morto, quindi cosa deve temere?", continuò poi, "Proprio questo mi chiedo. Perché è fuggita se non ha niente da temere, allora mi sono tornate in mente le parole di Gwyddyon sul destino del nostro Comandante ed una teoria si è iniziata a sviluppare nella mia testa", spiegò Taranis, alzandosi in piedi.
In quel momento, quasi per permettere che il segreto ragionamento di Taranis restasse tale, dei cosmi apparvero ai piedi del Grande Tempio e lentamente, da questi, si materializzarono quattro figure.
Subito il Tree Monk del Nocciolo allungò le mani sulle proprie armi, mentre Rhiannon si preparava ad una nuova battaglia con i nemici incontrati ad Asgard il giorno prima, "Ecco perché non ci è stato detto niente su di loro, preparavano un attacco di sorpresa al Santuario dei Gold Saints", osservò Taranis, scrutando i quattro nemici: Nemain, Tethra, Morrigan e Badb.
"Ottima osservazione, mortale, sono lieto che ti piaccia la mia strategia", esclamò una quinta voce, apparendo alle spalle dei quattro nemici divini.
Grande fu lo stupore dei due Tree Monks quando videro per la prima volta uno degli Horsemen, Kronos, la Guerra.
"Si trova fra quei due?", domandò allora l’Horseman a Morrigan, "No", rispose semplicemente la divinità distruttrice, "Ma quelli sono stati vostri nemici di ieri, giusto?", continuò il Cavaliere, "Esatto", replicò titubante lei, "Allora, manda le tue sorelle ad eliminarli", ordinò lui con voce decisa.
"Nemain, Badb, occupatevene voi", ordinò allora Morrigan, rivolgendosi alle sorelle che subito scattarono in avanti.
"Tu, Tethra, inizia la scalata di questo Santuario, ovviamente se lo trovi, lascialo passare verso Morrigan", ordinò poi Kronos, prima che anche il guerriero celtico scattasse in avanti.
"Noi due espanderemo i nostri cosmi, sono certo che i nemici più forti appariranno qui dinanzi a noi subito, così vedremo se costui è fra di loro", concluse poi l’Horseman, lasciando esplodere il proprio cosmo insieme all’alleata.
Ben pochi guerrieri erano rimasti nel Santuario in quel secondo giorno di battaglie ed ora erano divisi in tre diversi Templi.
Al Quinto, quello del Leone, Botan ed Odeon si occupavano di curare i feriti del giorno precedente, cioè Elettra, Bifrost e Real, insieme ad Awyn, che ancora dimostrava stanchezza a causa dello scontro con Sober.
"Un Horseman", esclamò sorpresa la sacerdotessa del Cancro, "Si, temo proprio di si", concordò Odeon, preparandosi a scendere sul campo di battaglia, "Non muoverti di qui, cavaliere", replicò Botan, "per ora devi curare i feriti, ricordi? Real è quasi guarito, ormai riesce a distinguere le ombre, anche Bifrost ormai sta bene, ma le gambe di Elettra ed Awyn hanno di certo bisogno del nostro aiuto", sentenziò la Gold Saint, "so quanto tu voglia combattere, ma non è tempo ancora", concluse poi, convincendo il parigrado a sedersi. In quel momento, nessuno dei due si accorse che il santo della Lira ed il God warrior di Megrez avevano varcato la porta del Quinto Tempio, dirigendosi verso il Quarto.
All’Ottavo Tempio, intanto, Ilew del Salice era seduto in riverente silenzio, pregando i suoi dei per l’anima di quel guerriero che come lui desiderava semplicemente mostrarsi per il proprio valore, ma, la presenza dei nuovi nemici al Santuario, lo distolse, convincendolo a correre verso la Casa dell’Ariete, dove stava per avere inizio la battaglia.
Nella Decima Casa, infine, quattro guerrieri discutevano sul da farsi, ma questi quattro prodi eroi, che il giorno prima avevano partecipato a diverse battaglie, furono tutti sorpresi dalla presenza che si manifestò al grande Tempio, "Questo è il Cavaliere della Guerra", esclamò Lorgash di Capricorn, riconoscendo quel nemico che per ben due volte lo aveva superato in abilità con la spada, "Percepisco anche la presenza di Morrigan", si aggiunse allora Freiyr di Dubhe, "Temo di si, cugino, per questo Sober non ha parlato di loro ad Awyn ed Ihi", osservò Camus dell’Acquario, "Allora è tempo di combattere anche per noi", concluse Neleo di Hammerfish, prima che i quattro eroi lasciassero il Tempio del Capricorno per dirigersi ai piedi di quello dell’Ariete.
Ai piedi del Primo Tempio, intanto, lo scontro fra i due Tree Monks e le sorelle di Morrigan, stava per iniziare.
Le due divinità infernali si erano gettate contro i nemici al galoppo dei loro destrieri oscuri, "Sembra che sia tempo di concludere ciò che abbiamo lasciato a metà, sorella", esclamò Badb, alzandosi in aria per poi lanciarsi in picchiata contro Rhiannon, "Esatto", replicò Nemain, scatenando un fendente contro Taranis.
I due guerrieri celtici si spostarono dalle traiettorie nemiche con agili movimenti laterali, non vedendo Tethra che arrivava dietro le due, per poi scavalcare tutti loro e dirigersi al galoppo fino alla Prima Casa dell’Ariete.
"Uno di loro ci è scappato, Rhiannon, ma per queste due direi che la cosa migliore è dirigere noi la battaglia", propose allora Taranis, rialzandosi di scatto con il maglio in mano, "Portiamoli in territori più adatti alle nostre abilità", continuò concorde la Cavallerizza, spingendosi verso la boscaglia vicina al Grande Tempio.
La corsa di Rhiannon, però, non fu la stessa di Taranis, che scattò invece verso l’interno del Primo Tempio, sperando di raggiungere lì Tethra, così da fermare ambo i nemici.
"Dove speri di andare?", tuonò allora Nemain, notando il nemico che si allontanava e bloccandogli la strada con delle immani fiamme, che prorompevano dalla spada fiammeggiante.
"Ti affronterò al primo tempio dello Zodiaco, divinità infernale, se accetti una vera sfida", esclamò in tutta risposta il Signore delle Battaglie, mentre le fiamme si diradavano dinanzi a lui, "Sia, tanto il mio sposo si è già allontanato verso il secondo tempio", osservò Nemain, seguendo il nemico verso il loro campo di battaglia.
Passarono alcuni minuti in cui Rhiannon e Badb raggiunsero un’ampia boscaglia, la stessa in cui quel mattino Sober aveva conosciuto la sconfitta per mano di due mortali, e lì le due guerriere si fermarono.
"Dunque, guerriera, oggi sei senza cavallo, come vuoi affrontarmi?", domandò la divinità sorella di Morrigan, alzandosi in volo e liberando la propria spada, che iniziò a volteggiare intorno alla sua figura, movendosi con velocità sempre maggiore, "Non è come attaccarti il problema, dea infernale, se poi le tue difese non vengono superate", osservò con tono critico la Tree Monk del Fico, chiaramente indispettita da quell’umorismo di basso livello.
"Ottima osservazione", replicò sarcasticamente Badb, "ma ti voglio concedere ancora qualche minuto di vita, quindi rispondimi", esordì poi, "dove sono finiti tutti i vostri pari? Gli altri diciannove Tree Monks?", domandò con voce incuriosita la divinità.
Il dubbio di Taranis si fece presente nella mente di Rhiannon, che però non si rifiutò di rispondere alla nemica, più per cavalleresca lealtà e necessità di tempo, che per rispetto. "Purtroppo, dopo che il maligno e falso Pontos ci ha sfruttato, solo tre dei ventuno Tree Monks sono riusciti a sopravvivere, preparandosi per il tempo in cui i loro dei avrebbero veramente necessitato di loro", rispose la guerriera del Fico, "E chi è il terzo? Finora ho visto solo te ed il tuo stupido amico, se non si sbriga a mostrarsi, costui, resterà solo", replicò con tono falsamente divertito Badb, "L’ultimo Tree Monk rimasto oltre me ed il guerriero del Nocciolo, è il messaggero del Salice", tagliò corto Rhiannon, espandendo il proprio cosmo elettrico.
"Sembra che tu abbia voglia di iniziare la battaglia, siccome la mia curiosità è sufficientemente soddisfatta, allora te lo concedo", replicò Badb, "ti concedo la morte", concluse poi, aprendo le mani ai lati del corpo.
"Volo letale", invocò la dea, mentre la sua spada alata si lanciava contro la nemica, puntando il suo petto.
Rhiannon saltò su una pietra vicina e su quella fece leva per saltare sufficientemente in alto da evitare l’attacco nemico. Con estrema agilità la Tree Monk evitò diversi colpi movendosi velocemente, da una pietra all’altra, lungo un percorso circoscritto che le desse il controllo dei movimenti nemici.
"Non è solo la spada ad esserti nemica", esclamò ad un tratto la voce della dea alle spalle dell’avversaria. Rhiannon vide solo all’ultimo Badb alle sue spalle, colpirla con un calcio roteante, per lanciarla come un peso morto contro l’arma volante, che le produsse una profonda ferita sulla spalla sinistra, gettandola a terra, sanguinante.
"Ora capisci perché non puoi avere possibilità, nemmeno prendendo tutto il tempo di questo?", la derise la maligna dea, rilanciando la propria arma alata contro di lei.
Rhiannon si spostò indietro con una serie di capriole, dirigendosi contro la propria nemica, "La mia arma non mi ferirà mai", la avvisò Badb, ma in tutta risposta, la guerriera del Fico la attaccò, "Presa del Fulmine", invocò infatti, saltando l’avversaria, ma intrappolandola in una rete elettrica.
Con un veloce movimento della guerriera scozzese, la rete si chiuse sulla propria preda, producendole diverse ustioni e ferite sul corpo. Danni che, però, si ripararono immediatamente grazie al potere di Morrigan.
"Tutto è inutile!", tuonò Badb, mentre la sua spada la superava per colpire Rhiannon e conficcarle la spalla destra in una parete poco lontana.
Quando lo scontro fra la Tree Monk del Fico e la dea sorella di Morrigan stava per iniziare, alcune figure apparvero ai piedi del Primo Tempio, quattro cavalieri, guidati da Lorgash di Capricorn, pronti ad affrontare l’Horseman presente e la sua alleata.
Allo stesso tempo, però, un terzo scontro stava avendo inizio dentro il tempio dell’Ariete, quello fra Taranis e Nemain.
I due nemici erano fermi ad osservarsi da alcuni secondi, mentre la spada fiammeggiante della divinità maligna brillava dinanzi al maglio ed allo scudo del Tree Monk.
"Non hai intenzione di usare le altre tue armi quest’oggi?", domandò incuriosita la divinità, "No, utilizzerò direttamente le due più potenti, per meglio testare la potenza di una dea distruttrice come te, oltre che la resistenza del legame fra te e Morrigan", replicò il guerriero del Nocciolo, "Davvero? Bene, allora se vuoi testare le mie doti, permettimi prima una curiosità", aggiunse con gentilezza la nemica, "Chiedi pure", affermò in tutta risposta il celtico, "Non ho ancora visto fra voi colui che vi comanda, l’uomo che dovrebbe avere una difesa pari alle nostre, il guerriero del Faggio, per caso ci prepara qualche strategia particolare?", domandò Nemain.
Un sorriso si dipinse sul volto di Taranis, nascosto dalla maschera da battaglia, "No, il nostro grande comandante Dagda si è purtroppo spento in battaglia, come le stelle avevano predetto", rispose con voce cupa il combattente scozzese, "Spento in battaglia", ripeté con voce distratta la dea, preparandosi alla lotta.
Un fendente fiammeggiante si scagliò contro il guerriero celtico, che lo parò sollevando il possente scudo con il cane dipinto sopra, "Ottimo colpo, ma vediamo che farai contro il mio attacco", replicò poi Taranis, scatenando il maglio d’argento, "Clava devastante", invocò poi, mentre il colpo raggiungeva la nemica, procurandole delle ferite che però non si rivelarono resistenti al legame fra la dea e sua sorella.
La dea scatenò un altro fendente fiammeggiante dalla potenza senza pari, "Stavolta non sarai capace di difenderti", esclamò poi, "Non mi difenderò difatti", replicò semplicemente Taranis, espandendo il cosmo dallo scudo, "Cu fangs", invocò poi, scatenando i cani energetici, che con facilità gettarono al suolo Nemain, ferendola, mentre il possente oggetto difensivo era deviato dal colpo nemico, che prese in pieno il guerriero celtico, gettandolo al suolo.
Entrambi i nemici erano feriti ed a terra, in quel primo tempio che Mur e Kiki avevano difeso da diversi invasori.
Quando Taranis si rialzò, vide che sulla nemica non vi era alcun segno di ferite, ma ciò non lo sorprese, poiché fu come rapito dalla serie di cosmi che esplodevano intorno a lui.
Sei quasi immensi ai piedi di quella sacra Casa dello Zodiaco ed uno, circondato da due minori, nel tempio successivo.
"Mia sorella ed il mio sposo stanno per scatenarsi", osservò Nemain divertita, non curandosi più del nemico che aveva davanti. Anche Taranis, però, fu distratto dai vari cosmi che esplodevano intorno a lui, come Badb, che esitò per questo a finire Rhiannon, quasi dovesse osservare qualcosa.