Capitolo 9: La velocissima predatrice
Nel nero Castello di Ate, un urlo di rabbia proruppe dalle stanze adiacenti quella del trono.
"Di che si lamenta quel gigante resuscitato?", domandò beffardo Shishio, alzandosi in piedi.
Il dragone di Giada era rimasto seduto su un piccolo trono lavorato di ebano scuro a discutere con Raizen ed a provare un minimo di dialogo con Sairon, il comandante dei Black Gold Saints.
Il restante dei due eserciti alleati si era disperso all’interno del castello stesso ed alcuni erano disposti fuori in posizioni strategiche.
"Cosa pensi che possa provare un maestro quando il migliore dei propri allievi muore?", domandò allora Sairon, rivolgendosi con disprezzo a quello che era divenuto un suo pari.
Shishio nemmeno si curò di rispondergli, si diresse verso ad una gigantesca riga di fiaccole, divise in due gruppi di dodici da una sbarra longitudinale e spense una di quelle sulla sinistra.
"Il Toro Nero è caduto. Non ha saputo decidere il luogo più adatto per combattere, questo è stato il maggiore esempio di stupidità di cui sarebbe potuto essere capace", spiegò beffardo il Dragone di Giada, tornando a sedersi.
"Ti consiglio di frenare la lingua, Runouni, oppure dovrai subire la mia ira", ringhiò Sairon della Bilancia Oscura, "Quietati, alchimista", s’intromise Raizen, "Il mio pari, al contrario di noi non ha mai avuto allievi, quindi non sa cosa sia il desiderio di vederli vincere dopo averli addestrati", spiegò il guerriero della Tigre.
"Ad ogni modo, Runouni, un altro scontro è tuttora in atto ed i cavalieri nostri nemici varcheranno ben presto il muro nero d’energia, quindi dovremo prepararci ad affrontare chi sopravvivrà al bosco", replicò Sairon, cambiando argomento.
"Di certo saranno pochi i nostri nemici, già adesso Nemes del Cane, il Segugio verde, si occupa di eliminare due nostri nemici: la sua avversaria e l’assassino del Toro Nero", rifletté Raizen, tornando a sedersi.
"Ringhio del Cane", urlò, nello stesso momento, Nemes, dinanzi alla sua avversaria.
I veloci movimenti delle mani della Runouni produssero un tornado gigantesco che travolse Awyn, gettandola a terra ferita.
"Questa è la terza volta che subisci la mia posizione d’attacco, eppure, malgrado tu perda molto sangue, le tue vestigia sono ancora integre, non puoi immaginare quanto questo mi faccia innervosire", esclamò la guerriera del Cane, osservando la propria avversaria al suolo.
"Speranza assurda è quella di distruggere un’armatura consacrata a Dioniso, di questo ti avevo avvisato fin dall’inizio", ribatté Awyn, rialzandosi, "Grapes boom", urlò poi la baccante scatenando le bacche esplosive.
"Altrettanto assurdo è sperare che le mie posizioni di lotta siano superabili", replicò annoiata Nemes, "Posizione di Guardia del Cane", esclamò poi.
Le mani della Runouni sembrarono sparire in due cerchi di luce per come le muoveva velocemente, Awyn poté solo percepire lo spostarsi del vento, che arrivava a creare una zona di vuoto dinanzi alla bellissima guerriera verde, le cui mani riapparvero all’improvviso, cozzando una contro l’altra e producendo un’esplosione d’energia tale da far tornare i chicchi esplosivi verso l’Ebra della Vite, che ricadde al suolo ferita.
"Fattene una ragione, baccante: niente e nessuno può sconfiggermi, io sono la bellissima Runouni, cacciatrice spietata e suprema signora di tutto ciò che è veloce. Potrei schiacciarti con la sola mano destra, invece, sono qui a perdere tempo solo perché, come ogni bravo predatore, amo giocare con le mie prede", spiegò Nemes, avvicinandosi all’avversaria.
"Parli fin troppo", esclamò allora Awyn, alzandosi di scatto, "Ivy chains", urlò poi.
L’immagine della Runouni scomparve dal suo sguardo, "Ti ho già detto che sono più veloce di te e persino della luce stessa", sussurrò la sinuosa voce della guerriera alle spalle dell’ebra.
Un pugno all’altezza della schiena fece barcollare in avanti la baccante, "Ora, preda, preparati per la posizione definitiva del Cane", esclamò con un sorriso maligno l’affascinante cacciatrice.
"Assalto del Cane", urlò poi Nemes, scomparendo dalla vista di Awyn.
Fu meno di un attimo, poi la Runouni riapparve dinanzi all’avversaria, colpendola con un montante, che nascondeva in se la potenza di un tifone, potenza tale da travolgere Awyn e frantumare le sue vestigia, prima di rigettarla al suolo.
"Finalmente ho distrutto quella tua bruttissima armatura", affermò annoiata Nemes, allontanandosi dal campo di battaglia.
"Aspetta", esclamò allora Awyn rialzandosi, il suo corpo era sporco di sangue e le vestigia erano apparentemente distrutte, "Hai perso così tanto sangue che non dovresti nemmeno parlarmi, invece ti rialzi? Sei per caso impazzita?", domandò beffarda la guerriera del Cane, osservando la propria avversaria.
"Questo sangue non è tutto mio, la maggioranza è della mia armatura", spiegò la baccante, "Che cosa?", domandò divertita la Runouni, "Le vestigia consacrate a Dioniso hanno proprio questo dono, guerriera, se danneggiate iniziano a perdere il sangue del dio, in cui furono bagnate nella notte dei tempi. Grazie a questa divina linfa, l’armatura della Vite, come quelle di Pan e dell’Otre non hanno mai avuto bisogno di fabbri che le riparassero, poiché rinascono da sole, ogni volta più forti", concluse Awyn, preparandosi ad un nuovo attacco.
"Per quanto le tue vestigia siano potenti, il tuo corpo ha di certo subito il mio ultimo colpo, quindi ti consiglio, per il tuo bene, di accettare la sconfitta e farti travolgere dal prossimo attacco", propose annoiata Nemes, "così potrò occuparmi del tuo alleato sulla spiaggia, prima di dare la caccia agli altri", concluse.
"Mi dispiace, guerriera, per quanto tu ti sia dimostrata più forte e veloce di me, non potrò mai cedere, il ricordo di due persone mi spinge a continuare nella battaglia senza mai fermarmi, nemmeno quando sarò morta", ribatté la baccante, preparandosi a colpire.
"Bel discorso, ma hai dimenticato di dire che oltre ad essere più forte e veloce di te, sono anche, infinitamente più bella", aggiunse Nemes, scomparendo nuovamente dinanzi agli occhi di Awyn.
"Ringhio del Cane", urlò la Runouni, travolgendo un’altra volta la sua avversaria.
Ma Awyn si rialzò di nuovo, "Ti devo fare i miei complimenti, guerriera del Cane, sei veloce come un anghellos di Ermes, te lo posso assicurare, li ho visti in azione una volta", affermò la baccante, rialzandosi.
"So di essere veloce quanto quei tre messaggeri di Ermes e sai perché? Perché era mio destino diventare una di loro", urlò Nemes, gettandosi contro l’avversaria e colpendola allo stomaco con un calcio.
"Tutti noi Runouni siamo guerrieri a cui un maestro stupido, o un destino ingiusto ha vietato di seguire la propria scelta di vita. Ci siamo riuniti quando una divinità ha mostrato a Shishio il Dragone di Giada la vera natura del mondo", iniziò a raccontare la custode delle vestigia del Cane, prima di travolgere la baccante con una ginocchiata alla gola.
"Io nacqui in Italia e lì iniziai a addestrarmi, da sola, sfruttando al massimo la mia velocità sviluppai uno stile molto personale di lotta, che tu hai provato sul tuo corpo: una tecnica composta da tre posizioni, attacco, difesa e rilancio; poi, quando mi sentii pronta, partii verso Tebe, dove sapevo si trovava il tempio di Ermes ed il suo oracolo, una donna di nome Dafne", continuò la Runouni, colpendo con un calcio al petto l’avversaria, "mi presentai a quella donna e la pregai di farmi diventare una messaggera del dio Ermes, ma lei si rifiutò", aggiunse disgustata Nemes, colpendo con un colpo di tacco Awyn in pieno volto.
"Le chiesi perché e sai cosa mi rispose quella donna, se così la vogliamo chiamare? Mi disse che per diventare Anghelloi di Ermes si doveva rinunciare ai propri legami più forti e che, leggendo nel mio cuore, aveva capito che io non avrei mai rinunciato al mio affetto più forte, quello per me stessa. Poi aggiunse che non capiva come una donna potesse amare così tanto la propria immagine e la forza di cui era padrone, quindi mi scacciò", continuò a raccontare la Runouni, gettando a terra Awyn con un altro calcio al volto.
"Non chiedevo tanto, magari non sarei diventata la Messaggera del Caduceo, ma mi sarei accontentata di essere quella del Flauto, malgrado non ami moltissimo la musica. Comunque, dopo alcuni mesi, incontrai Shishio, il mio comandante, che mi offrì le vestigia del Cane Verde, che ora custodisco ed onoro con grand’abilità. Ed è proprio per onorarle che ora ti eliminerò da questo suolo, baccante", concluse Nemes, preparandosi ad attaccare.
"Assalto del Cane", urlò la Runouni, scomparendo dalla vista di Awyn, per poi colpirla nuovamente con un montante energetico, che la lanciò in alto, nel cielo, "Dunque questa mia avversaria è scomparsa, adesso, guerriero che hai sconfitto Araocle, preparati, poiché Nemes verrà a darti la caccia", si rassicurò la combattente del Cane, allontanandosi dal campo di battaglia.
La Runouni scattò verso la folta boscaglia, ma un sottile cosmo nemico la fermò, "Ancora viva?", domandò Nemes voltandosi, ma dinanzi a lei non vi era nessuno, "Sarà stata solo un’impressione", si disse, riprendendo la propria corsa, ma un’esplosione fermò i suoi passi.
La guerriera consacrata al Cane Cinese di Giada si allontanò dal luogo dell’attacco, "Dove sei?", tuonò, guardandosi intorno e finalmente la vide: Awyn era ancora viva, con le due catene verdi che possedeva si era salvata, legandole a due tronchi, così da impedire che il vento del Cane furente la trasportasse lontano.
La baccante ritornò sul campo di battaglia, "Rinuncia, Nemes del Cane, non sono avversaria da poter sconfiggere, io, come ti ho già detto, due persone mi spingono a continuare la lotta ed ora, grazie all’addestramento fatto molti anni fa sono pronta a superare i colpi che mi lancerai contro", avvisò Awyn, barcollante.
"Non riesci nemmeno a stare in piedi e vorresti resistere ai miei attacchi? I colpi subiti devo averti rincretinita", la schernì la Runouni, espandendo il proprio cosmo.
"Ringhio del Cane", urlò Nemes, scatenando il tornado attraverso i propri montanti.
"Rolling defence", esclamò Awyn, "disposizione a tenaglia", urlò la baccante.
Il tornado scatenato dal ringhiare del Cane fu costretto a soccombere dinanzi alla tenaglia della Vite, che con fare feroce bloccò la furia dell’animale cinese, rendendo quella forza distruttiva un semplice venticello, che scosse i capelli delle due contendenti.
"La forza di volontà rende voi Runouni potenti, ma questa stessa energia nutre anche me, quindi rinuncia guerriera, non potrai più niente, né nell’offesa, né nella difesa", minacciò la baccante.
"Non esagerare, hai semplicemente bloccato la mia tecnica meno potente", replicò superbamente la guerriera del Cane.
"Ora vedremo, Runouni", ribatté Awyn, "Ivy chains", esclamò poi.
"Stupida", la derise Nemes, "Posizione di Guardia del Cane", aggiunse poi sorridente, roteando le mani, "Disposizione a ventola", urlò allora la baccante, sorprendendo la propria nemica.
Le due catene di Awyn iniziarono a roteare velocemente, seguendo, probabilmente, gli invisibili movimenti di Nemes, finché le ventole non divennero delle spirali, che si gettarono contro le mani stesse della guerriera, colpendola ai palmi e ferendola.
La Runouni del Cane barcollò indietro, "Hai osato ferire il mio corpo perfetto?", domandò disgustata, "Ora pagherai con la vita, non lascerò niente di quelle catene", urlò Nemes, scattando avanti, "Assalto del Cane", continuò scomparendo.
"Non ho solo le catene per sconfiggerti", esclamò Awyn, "Grapes boom", aggiunse, "disposizione a tagliola", concluse, mentre il suo cosmo si espandeva nel campo circostante.
Un’esplosione impedì che il tifone si scatenasse: Nemes era stata colpita da qualcosa che aveva calpestato, volando in aria, per poi ricadere al suolo, vicino ad un’altra mina, così da volare nuovamente in cielo.
Questo crudele balletto durò per alcuni secondi, finché la guerriera del Cane non riuscì a riprendere pieno possesso della propria posizione, atterrando fuori dal campo minato che le "Grapes boom", avevano creato.
"Davvero impressionante, baccante, hai osato deturpare il mio magnifico corpo con questo secondo attacco, come potrò mai restituirti tale offesa? Forse con l’unico colpo che ancora non hai visto, la tecnica più feroce di cui sono padrona", sentenziò con uno sguardo crudele Nemes, la cui maschera era caduta, mostrando i bellissimi occhi azzurri ed il naso perfetto.
"Un altro attacco?", domandò sorpresa Awyn, "Si, guerriera di Dioniso, la tecnica finale, più feroce dell’Assalto e più impetuosa del Ringhio, non fa parte delle posizioni base del mio stile di lotta, è qualcosa di superiore a tutto ciò che ti ho mostrato finora e proprio per questo ti sarà mortale", spiegò Nemes, concentrando il proprio cosmo.
Awyn si concentrò al massimo, sapeva che il suo corpo non avrebbe retto ad una forza distruttrice pari alle precedenti, quindi sperava di poter evitare questo nuovo colpo, "Wind of dogs", urlò in quello stesso momento la Runouni del Cane, lasciando partire il proprio attacco.