Capitolo 58: Scontro incessante

I cavalieri lentamente si ripresero tutti dall’esplosione d’energia e trovarono Gea, che minacciosa si ergeva dinanzi a loro, ma, la cosa che più li stupì, fu accorgersi di non essere più nel Nero castello, ma sulla dura roccia della Deathqueen Island, "Dov’è finito il castello?", balbettò sorpresa Sekhmet.

"Seguace di Ra, dovresti capire che essendo io la Terra, possono inghiottire in me un misero Castello come quello", ridacchiò la divinità, preparandosi a riattaccare.

"Riusciremo a resistere ad un suo colpo?", bisbigliò preoccupato Endimon, capendo quanto le loro ferite subite durante la giornata li avrebbero facilmente rallentati e fermati.

"Polemos Geae", urlò in quel momento la divinità, scatenando l’attacco energetico, che già aveva annullato i santi neri.

L’esplosione d’energia, però, fu fermata da qualcosa, un campo difensivo dorato, che a malapena ne trattenne la potenza, sbalzando indietro il gruppo di cavalieri, senza però ucciderne nessuno.

"Chi osa?", domandò infuriata la dea, ma l’unica risposta fu il suono di una chitarra, mentre ancora il campo luminoso si frapponeva fra la divinità ed i suoi nemici.

In quel momento tutti sentirono un gelo, seppur sottile, ed una pioggia di grandine proruppe dal cielo, "Freezing Sunset", invocò una voce, mentre i piedi di Gea furono intrappolati in una bianca stele di ghiaccio.

"In quattro osiamo", esclamò poco dopo una seconda voce, stavolta femminile.

Tutti furono stupiti nel vedere chi poco prima reputavano un nemico essere ora a loro difesa in quella battaglia finale.

"Voi che eravate miei seguaci e servitori?", ringhiò la dea espandendo il proprio cosmo furente.

"Jacov", esclamò sorpreso Camus, il cui tono di voce era gioioso, malgrado le ferite, "Koga", aggiunse Real della Lira, "Dorton e Mamiya", concluse Botan, vedendo arrivare anche la coppia di Runouni che li aveva lasciati passare.

"Figlio del Cigno, malgrado il mio maestro ti abbia ridotto a quel punto, non preoccuparti, ora a difendere tutti voi c’è anche Jacov, che ha riscoperto la Giustizia e che comunque non ha mai servito Gea, ma Ate, quindi, in qualche modo, continua i suoi doveri di cavaliere", esclamò il passato guerriero dell’Acquario Nero.

"Noi servivamo te, dea della Terra, ma fin troppi errori abbiamo fatto con questa devozione", esordì dopo la Runouni del Topo, "Koga aveva perso la Speranza e l’amore per la musica e noi due non capivamo più niente della vita che avevamo deciso di seguire, pensavo che il nostro amore ci avrebbe costretto a rinunciare alla volontà d’essere guerrieri, mentre, più semplicemente, dovevamo comprendere quale giusta causa seguire come poi abbiamo fatto", spiegò la guerriera.

"Davvero, è quale sarebbe questa causa, se non me?", domandò beffarda la divinità della Terra, "Salvare il mondo da quelli che tu hai deciso di richiamare, gli Horsemen, gli esseri che porteranno la Fine. Sapendo che avresti potuto richiamarli, hai contaminato noi Runouni, inserendo per anni Ryoga nel nostro gruppo ed in quelli passati, come una serpe, e hai fatto ciò solo perché il sigillo s’incrinasse, vero, dea Gea?", replicò disgustata la guerriera del Topo, "Esatto, ho fatto in modo che voi cadiate, anche dopo di me, se sarà necessario", rispose seccamente la divinità, lasciando esplodere di nuovo il proprio cosmo.

"Ma temo che nessuno di voi avrà il piacere di vedere i quattro cavalieri che ritornano a cavalcare", ridacchiò la divinità, il cui cosmo sembrava ora un globo sopra di lei.

"Questa singola furiosa sfera d’energia, in cui tutto il mio odio è racchiuso, vi distruggerà, è sicuro", minacciò Gea, mentre sollevava la sfera, ormai gigantesca.

"Ouranous to Geav", tuonò la dea della Terra, scagliando sui nemici la gigantesca sfera.

"Siete pur sempre quattro miseri mortali, contro una dea Ancestrale, cosa sperate di fare?", domandò beffarda la dea, lasciando scivolare l’attacco.

"Non sono solo in quattro", la contraddisse una voce, quella di Shaina, che insieme ai cavalieri si era rialzata, preparandosi ad aiutare i loro soccorritori.

"Vediamo che sapete fare, cumulo di mortali!", tuonò infuriata Gea, mentre la sfera ormai si dirigeva su di loro.

"Sei pronto Golia?", domandò in quel medesimo momento Joen del Pavone, "Si", rispose il santo d’oro del Toro, sollevando insieme al compagno d’addestramenti le braccia.

"Green Wall", tuonò il Goshasei, "Biggest Wall", aggiunse il Gold Saint, sollevando insieme una gigantesca barriera d’energia che rallentò la sfera, senza però fermarla completamente, diminuendo l’intensità dell’attacco, ma riuscendo a fare solo questo.

"Kahn", tuonò allora Tok’ra, aggiungendo l’energia del proprio campo difensivo spirituale ai due muri combinati, quindi, sollevando le braccia, malgrado le varie ferite, anche Camus, aiutò i compagni, utilizzando il muro di ghiaccio che già aveva visto fare a Cooler, però, ad una temperatura ancora inferiore.

La sfera d’energia esplose a contatto con il muro di ghiaccio, con una potenza di molto inferiore rispetto a quanto sarebbe potuto sembrare, gettando semplicemente al suolo il gruppo di cavalieri.

"Siete in tanti, e questa è la vostra forza, ma tutti feriti, e questo vi porterà alla morte", osservò con un tono gelido la divinità, alzando le mani al cielo ed espandendo il proprio cosmo immenso.

"Che cosa vorrà fare?", si chiese Awyn della Vite, rivolgendosi ad Elettra, "Non lo so", rispose quest’ultima, osservando che dal cosmo della nemica prorompeva un immenso calore.

"Pur ab Gea", invocò in greco antico l’Ancestrale dea, scatenando delle colonne di fuoco intorno ai cavalieri, "Sono pur sempre la Terra, io posso ogni cosa, dal fuoco alla fine", spiegò Gea, mentre le fiammate si dirigevano verso i cavalieri.

"Una tecnica di fuoco, molto impressionante devo ammettere, ma ben poca cosa contro noi, guerrieri provenienti dal Regno del Nord, dove le fiamme sono sedate dal gelo", esclamò Freiyr di Dubhe, alzandosi insieme a Bifrost, "E per noi, seguaci del Signore dei Mari", aggiunse Neleo, pronto ad attaccare insieme a Kain di Shark.

"Sacra Spada Balmung, colpisci", invocò Freiyr, deviando uno dei cinque vortici di fuoco che li circondavano, "Ametist Shield", aggiunse il guerriero di Megrez, colpendo quello alle spalle del suo Re, così da salvarlo e bloccandone il potenziale distruttivo con il muro d’ametista.

"Seahammer", invocò allora Neleo, dirigendosi sui vortici che venivano da sinistra, "Galaxian explosion", aggiunse Kain, con la poca forza che gli era rimasta, distruggendo completamente altri due cinque vortici, solo uno ormai continuava il suo tragitto verso gli altri cavalieri.

"Black Blizzard", urlò in quel momento Jacov, colpendo l’ultimo vortice e congelandone la base, per poi lanciare una seconda volta lo stesso attacco, contro la parte centrale, che andò in pezzi per la forza del colpo congelante.

"Ho usato per l’ultima volta, mi auguro, questa tecnica oscura", si disse il passato cavaliere nero.


Gea era allibita dall’abilità con cui avevano parato quei suoi due colpi, "Moribondi, ma decisi a non mollare", si complimentò, "Capisco perché Urano e Pontos alla fine sono stati sconfitti, hanno sempre considerato l’umanità come immondizia, non capendone i profondi principi che la spinge ad andare avanti malgrado tutto, ma proprio per questo mi sono cautelata, perché supponevo che fosse qualcosa in più del semplice cosmo a farvi continuare nella lotta, supponevo che c’entrasse la volontà di vivere", rifletté la divinità, chinando le mani verso il suolo, "Volontà che però eliminerò", concluse minacciosa.

"Gea Thanata", tuonò furiosa la divinità, "Che la Terra che vi è Madre vi inghiotta di nuovo dentro di se", minacciò furiosa la sorella del Cielo, mentre un terremoto scuoteva il terreno sotto i cavalieri.

"Che succede?", domandò Helyss del Pittore, "Niente di buono se c’è un terremoto del genere", esclamò in tutta risposta Anhur di Selkit, "Forse è giunto il momento che, ancora una volta i cavalieri d’argento mostrino la loro unità nella battaglia", propose in quello stesso momento Real della Lira.

"Che intendi dire?", replicò Daidaros, "Che solo quando attacca è incapace di difendersi, giusto, successore di Orfeo?", domandò Kano, anticipando il proprio parigrado, "Esatto, discepolo di Kaor, quindi andiamo, insieme, anche se ormai anche Rabat, dopo Eric, Xael, Kram e gli altri ci ha abbandonato, e malgrado Zadra non sia con noi in questa battaglia", propose il santo della Lira, lanciandosi in avanti con i tre pari.

Il terremoto scuoteva il terreno, tutti i cavalieri iniziarono a saltare da un punto all’altro del Vulcano per evitare le voragini che si aprivano sotto di loro, solo i quattro santi d’argento presenti in quella battaglia si lanciarono contro la dea.

Helyss disegnò dei simboli sul terreno circostante, "Richiamo voi, anime della natura, innalzatevi in un unico e possente attacco contro la nostra nemica", esclamò la sacerdotessa del Pittore, nel medesimo momento, Real iniziò una triste melodia, "Stringer fine", aggiunse poi, invocando l’attacco energetico musicale.

"Eye’s power", aggiunse Kano del Pavone, scatenando il proprio colpo ultimo e medesima cosa fece Daidaros con la "Nebula Storm", tramandatagli dal padre, così da combinare tutti insieme le loro quattro energie.

"Folli", li ammonì semplicemente Gea, subendo il colpo, ma senza subirne alcun danno, "In quattro e per di più feriti, volevate uccidermi?", domandò divertita la divinità, "Sei tu che non capisci le nostre vere intenzioni, giusto, Koga?", incalzò Real, girandosi dietro di se.

"Four hands playing", esclamò una voce dietro ad i santi d’argento, mentre questi si spostavano.

Un’ondata d’energia travolse la dea, lasciandola indietreggiare, "Non basta ancora, Runouni indeciso", ridacchiò la divinità, mentre il terremoto aumentava di impeto, "Lasciate provare me", suggerì allora un’altra voce ed anche Shaina si unì in quell’attacco, "Cobra Incantatore", aggiunse poi, riuscendo a far perdere l’equilibrio e la concentrazione al nemico, così da quietare le scosse sul terreno.

"Ancora ti opponi a me, donna mortale? Ebbene, pagherai con la vita, ho deciso", tuonò infuriata la divinità.

I movimenti della dea furono però fermati da un cosmo, "Dannata guerriera di Giada, ancora osi fermarmi?", ringhiò Gea, mentre l’energia psichica di Mamiya fermava i movimenti della nemica, "Si, oso ancora", concluse la Runouni.

"Ma non avrò difficoltà ad abbattere questa presa", ridacchiò la divinità, espandendo il proprio cosmo, "Forse una potrai sconfiggerla, ma due prese mentali?", domandò in quel momento Botan di Cancer, congiungendo le "Chele del Granchio" con la forza psichica della Runouni del Topo, la nemica di un tempo adesso alleata.

"Anche solo bloccandomi, cosa sperate di fare? Le vestigia di titanio sono invincibili!", tuonò Gea, cercando di liberarsi dalla presa psichica.

"No, le vestigia di titanio non sono invincibili, ora lo proverai, come già Pontos, Urano ed il suo esercito", affermò Ryo di Libra, espandendo il proprio cosmo insieme agli altri compagni di battaglia.

"Uniamoci, cavalieri d’oro, santi di Atena, guerrieri olimpici e voi, Jacov e Runouni, uniamoci in un unico attacco", propose in quel momento il figlio di Shiryu.

Sei dei cavalieri d’oro, poiché Botan era ancora impegnata nella presa del Granchio psichico, si scatenarono in quell’attacco, "Great Horn", invocò Golia, "Lighting Plasma", aggiunse Odeon, "Abbraccio dell’Oriente", tuonò Tok’ra, "Rozan Hyakuryha", esclamò poi Ryo, "Ryutsuisen", continuò Lorgash, "Aurora execution, oltre lo zero assoluto", concluse Camus, scatenando anch’egli il suo colpo ultimo.

Anche i guerrieri di Asgard, le due guerriere dell’Isola di Andromeda, i mariners, l’ultimo berseker ed il pretoriano, i due Pharaons, il Goshasei ed i due Beast Keepers si unirono, con i Runouni non occupati nella presa e Jacov all’attacco combinato.

"Colpisci, Spada Balmung", invocò Freiyr, "Ryutsuisen", aggiunsero contemporaneamente Bifrost, Jenghis e Koryo di Seiryu, "Fire explosion", continuò Elettra, "Grapes Boom", continuò subito dopo Awyn, "Biggest Tsunami", affermò Neleo con tutte le forze che aveva in corpo, "Galaxian Explosion", replicò anche Kain con le forze rimastegli, "Phaeseant Flap", disse poi Endimon, "Lighting waves", continuò Joen.

"Furia guerriera", "Ra’s Eye", esordirono poi Sekhmet ed Anhur, "Hoyoku Tensho", continuò dopo Esmeria di Suzaku, "Ritmic Laugh", affermò poi Koga della Scimmia, "Lighting zoof", aggiunse Dorton del Cinghiale, "Per l’ultima volta ti invoco mio cosmo di nero cavaliere, vieni a me, Sunset execution", concluse Jacov, che, malgrado la mancanza di un’armatura si unì all’attacco dei compagni in questa battaglia.

Anche i cavalieri d’argento e Shaina si unirono in questo portentoso attacco con tutti i loro colpi, combinandoli in una singola e potentissima sfera d’energia, simile più ad una tempesta di cosmi, o ad una stella cadente che ad un vero e proprio attacco.

L’unione dei colpi raggiunse la dea che rappresentava la Terra e la travolse, gettandola al suolo con le vestigia distrutte ed il corpo danneggiato in più punti.

"Ora vi distruggerò cavalieri, non abbiate timore di questo, sarà il tempo per voi di cadere, come meritate", minacciò subito dopo la divinità, rialzandosi a stento, ma espandendo un cosmo terribilmente minaccioso, seppur meno intenso di prima.

"Adesso basta!", tuonò in quello stesso momento una voce, mentre delle entità cosmiche, pari a quelle di Gea, circondavano l’isola.