Capitolo 46: Sotto Zero
Il santo d’oro dell’Acquario era impallidito davanti alle parole del nemico: che questi fosse veramente riuscito a raggiungere temperature persino inferiori allo zero assoluto era cosa possibile, giacché aveva subito in pieno la corrente delle Acque Divine senza subirne gravi danni, se non alle vestigia di Giada.
"Finora, figlio del Cigno, avevo celato dinanzi a te i miei veri poteri, lasciandoti credere che il soprannome di Guerriero Glaciale fosse dato solo dal comportamento e dal cosmo che esprimevo", esordì Cooler, prima di osservare attentamente il suo nemico e scoppiare in una risata beffarda, "in verità tutto questo è falso", continuò soddisfatto.
"Sono il Guerriero Glaciale, ma non posso essere distaccato durante uno scontro con te, scontro che segnerà la vittoria finale di Cooler della Capra, bensì sono glaciale nel cosmo, capace di far muovere di moto contrario persino gli elettroni", spiegò il Runouni, aprendo le mani lungo i fianchi, "come ora ti dimostrerò", concluse poi, mentre il gelido cosmo prendeva forma.
Dapprima solo delle piccole scosse elettriche circondavano le mani del Runouni, poi, lentamente, andarono tramutandosi in luci azzurre, simili ad acqua, quindi, si condensarono, prendendo la forma di blocchi di ghiaccio, che lentamente si affilavano, diventando sempre più simili ad una gigantesca serie di stalagmiti, che, infine, si congiunsero fra loro, creando un gigantesco filo di lana ghiacciata ed appuntita, sembra quasi la vera lana di una capra, seppur differente per natura, essendo ghiaccio, e pericolosità.
"Ora, cavaliere d’oro, riceverai il Vello di Cooler della Capra", minacciò il Runouni, "Vello di Ghiaccio", invocò poi il guerriero di Giada, lanciando la rete di stalagmiti verso il suo avversario.
Camus concentrò il proprio cosmo fino a raggiungere lo zero assoluto, "Kolito", invocò, mentre una serie di cerchi composti di gelido ghiaccio si poneva a sua difesa.
Difesa, che però, si rivelò ben misera dinanzi a stalagmiti dalla temperatura ben più bassa, cosa che fu subito chiara anche al cavaliere di Atena che cercò di evitare l’attacco movendosi alla velocità della luce, difesa inutile dinanzi a quel colpo, che raggiunse, in più punti, le vestigia d’oro dell’Acquario, congelandole ancora prima di toccare e perforandole, così da trapassare il corpo stesso del loro custode, il quale barcollò indietro per il dolore del colpo subito.
Il sangue usciva copioso dalle stalagmiti sul corpo di Camus, tingendo di rosso quei pezzi di ghiaccio che lo ferivano.
"Non ti sembra meraviglioso, figlio del Cigno?", domandò beffardo Cooler, "la neve di un rosso candido è sempre stata la mia preferita, anche durante gli allenamenti da piccolo", iniziò a raccontare con voce divertita il Runouni, "forse è per questo motivo che il Maestro dei Ghiacci mi scacciò, io, il primo dopo Isaac a non soccombere dinanzi al gelido clima siberiano, fui scacciato perché più volte, durante gli allenamenti, avevo prodotto delle ferite così profonde al ragazzino che si faceva amichevolmente chiamare Abadir. Ferite tali da rischiare, una volta, di ucciderlo. Forse è per questo motivo che il santo della Corona Boreale mi accusò di non distinguere il bene dal male e non conoscere i limiti di un allenamento? Certe volte me lo chiedo ancora", esclamò divertito il Runouni di Giada, sorridendo beffardo sotto la maschera verde che ne copriva il volto.
"Ma allora perché non fu scacciato tuo padre, quando per colpa sua Abadir scomparve negli abissi? Forse perché il nostro maestro aveva capito la sua natura mammona e non voleva vederlo piangere? Oppure per semplice pietà?", domandò offensivamente il guerriero di Giada, scatenando l’ira del suo dorato avversario.
"Ora basta, Runouni", tuonò in tutta risposta Camus, lanciandosi in avanti malgrado le ferite e caricando il proprio gelido cosmo dorato.
"Ice fist", urlò il figlio di Hyoga, scagliando i propri pugni gelidi contro l’avversario, "Ci siamo innervositi?", replicò divertito Cooler, evitando alcuni dei colpi nemici.
Nell’evitare un montante allo stomaco, però, il Runouni calò la propria attenzione al volto, ricevendo sulla verde maschera un gancio sinistro.
Il pugno congelò la maschera non appena vi entrò in contatto diretto, quindi la forza impressa dal braccio di Camus fece il resto, frantumando la Giada congelata e colpendo in pieno il viso dell’avversario, che cadde al suolo con il naso sanguinante per il colpo subito.
"Ora che mi dici, Runouni? Ti piace ancora la neve rosso candido?", domandò con tono ironico il santo dell’Acquario, scatenando soltanto una risata divertita nel suo avversario.
"Sei abile, ragazzo, per nulla gelido come il Maestro dei Ghiacci avrebbe voluto, ma abile", si complimentò Cooler rialzandosi, "però, hai commesso l’errore di distruggere un pezzo della mia sacra armatura e per questo pagherai con la morte più gelida che ti possa dare", concluse con tono minaccioso il Runouni, sollevando il braccio sinistro sopra la testa.
"Fatti pure avanti, guerriero di Giada, non ti temo", replicò Camus, pronto a riprendere la lotta, "Dovresti invece, perché quello che subirai è il colpo più potente mai esistito fra le tecniche siberiane", lo avvisò Cooler, concentrando il cosmo nella mano sollevata.
"Niente può superare il Sacro colpo di Acquarius per ciò che riguarda le energie fredde", concluse il santo dell’Undicesima Casa, prendendo la posa dell’Esecuzione dell’Aurora.
"Stupido, quello è un gioco per dilettanti, niente di più!", lo ammonì il Runouni, "Vedremo", fu l’unica risposta del santo d’oro.
"Scorrete, sacre Acque divine", invocò poi il cavaliere dell’Acquario, "Aurora execution", concluse infine.
Nella mano di Cooler, intanto, una piccola sfera azzurra si andava formando, raggelando, apparentemente, l’aria circostante nel formarsi, "Piegati dinanzi a chi può fermare lo scorrere delle divine acque, piegati dinanzi al mio colpo", avvisò il Runouni, "Eternal Zero", invocò poi, spostando la mano sinistra dinanzi a se.
Dal palmo la piccola sfera si aprì, diventando una gigantesca lingua d’energia gelida che corse incontro allo scorrere delle Divine Acque dell’Acquario, cozzandovi addosso.
Ciò che Camus vide fu per lui incredibile: la corrente sacra era stata congelata e frantumata, lei, che lo zero assoluto rappresentava, era ora niente più che un alone bianco sul terreno, mentre l’attacco continuava il proprio volo avverso all’Acquario, investendo in pieno il cavaliere d’oro.
Dapprima fu dolore quello che il figlio di Hyoga sentì, poi un gelo immenso, che trafiggeva le sue carni, quindi un tepore che lo spingeva ad addormentarsi, mentre intorno a lui una gigantesca tomba di ghiaccio si era creata, rinchiudendolo all’intero della stessa.
Cooler ora guardava la sua creazione: una stalagmite al cui interno era sepolto il figlio del Cigno, una bara per l’ultimo discendente della scuola dell’Acquario, adesso il Runouni era soddisfatto, dopo aver finalmente eliminato l’ultimo conoscitore dei colpi siberiani, oltre lui, ovviamente.
"Mi senti, cavaliere?", domandò con tono beffardo il guerriero di Giada, "Sono certo che il tuo spirito non si sia ancora lasciato andare, non avrai accettato subito di assopirti nel gelo assoluto. Però penso sia giusto che tu sappia che fine ti attenderà", esordì il Runouni della Capra, "prima si geleranno le vestigia d’oro, diventando semplice ghiaccio, quindi la pelle, poi gli organi interni e dopo, se non sarai morto d’ipotermia, cadrai, poiché il tuo stesso cuore diventerà un cristallo bianco senza più vita alcuna", concluse soddisfatto Cooler, andando a sedersi, desideroso di attendere e lasciar attendere anche gli altri avversari a cui era rimasto poco più di un’ora per salvare Shaina.
Dentro la sua bara di ghiaccio, Camus si sentiva lentamente cadere in un sonno senza fine, il gelido sonno dell’ipotermia, come una volta lo aveva chiamato suo padre durante un allenamento.
Fu proprio quel ricordo, l’allenamento a risvegliarlo lentamente.
"L’ipotermia raggiunge i corpi di chi non è abituato a temperature gelide, o, semplicemente, non è conoscitore del cosmo e della forza congelante che questo può sprigionare", aveva raccontato una volta Hyoga ai suoi cinque allievi, "guardate, ragazzi, guardate gli asgardiani", aveva suggerito dal tetto del castello di Odino, "gente che non conosce il calore dell’estate, ma che può resistere al gelo dell’inverno più furente e perché? Di certo non per fortuna, a parte, forse, i bambini, no, per altre forze gli abitanti del Sacro Regno sopravvivono al gelo, voi sapete quali?", incalzò in quella lezione del passato il santo divino.
"Per la volontà di vivere che ci fa risvegliare il cosmo", rispose Yggdrasil, l’unico, oltre Camus stesso, ad essere nato e cresciuto ad Asgard, "Esatto, fratello del possente Thor, per un risveglio, seppur inconscio, del cosmo, che, nella sua forma più superficiale, permette a voi asgardiani di guardare in faccia il vostro destino gelido senza arrendervi allo stesso", rispose Crystal.
"Voi, allievi miei, avete scelto di conoscere la potenza che scaturisce dalle energie fredde e per fare ciò dovete prima di tutto rendere voi stessi freddi, quindi, congelando il vostro spirito, liberate questo gelo attraverso il cosmo, percorrendo le vie ultime della conoscenza, che fra i santi di Atena sono chiamate con il titolo di Settimo Senso, cui solo i cavalieri d’oro, o loro pari, riescono ad arrivare. E se vi riuscite, sarete persino capaci di superare questa conoscenza, arrivando all’Ottavo Senso", spiegò l’allora reggente di Asgard.
"Maestro", esordì allora Xael, che da lì a pochi anni sarebbe diventato cavaliere della Corona Boreale, "ma la conoscenza del senso ultimo come può essere raggiunta?", domandò il giovane allievo.
Un sorriso si dipinse sul volto di Hyoga, "Con esercizio e dedizione, oltre che durante le faticose battaglie percorse", rispose sibilino il santo divino, "Che intende dire?", incalzò Zero, che ben presto sarebbe divenuto mariner di Megadolon, "Semplice, giovane allievo, il rischiare la vita è il migliore stimolo per spronarci a migliorare. Io stesso divenni pienamente padrone del Settimo Senso e conquistai lo Zero Assoluto, nell’ultima battaglia con Camus dell’Acquario, maestro del mio maestro", rispose cupamente il cavaliere del Cigno.
"Padre", si intromise allora il giovane Camus, "se diventasti padrone dello Zero Assoluto raggiungendo il Settimo Senso, ora che sei padrone dell’Ottavo, puoi anche superarne la potenza?", domandò incuriosito il giovane, ma l’unica risposta paterna fu un gentile sorriso e delle semplici parole, "Il gelo ultimo può di certo essere raggiunto e superato, poiché se un cosmo può espandersi senza limiti ogni qualvolta aumenta la propria conoscenza, lo stesso vale per le doti di chi lo possiede", concluse Hyoga.
In quel preciso momento un cosmo gelido, ma insieme affettuoso, sbalzò i ricordi di Camus in un luogo a lui ignoto, un luogo fra le nuvole del cielo, vicino ad una Clessidra dorata, luogo che il santo riconobbe essere l’Olimpo.
Lì egli vide Urano, tiranno del Cielo ormai sconfitto, circondato dai cinque santi divini, fra questi proprio Hyoga lo stava affrontando con parole al giovane sconosciute e lontane ed una tecnica mai vista prima, analoga, per posizione, al colpo sacro dell’Acquario, ma in qualche modo più potente, capace di raggiungere temperature inferiori allo zero assoluto.
"Il gelo ultimo può essere raggiunto e superato", ripeté la voce del padre nella sua mente, "l’Aurora può essere estinta", sentì aggiungere, per la prima volta, da quel cosmo che adesso lo stava abbandonando.
"Padre", sussurrò nel gelido involucro il cavaliere dell’Acquario, mentre lentamente la sua mente ritornava al presente.
Gli occhi di Camus cercarono di aprirsi, mentre il suo cosmo si espandeva sempre di più, raggiungendo il settimo senso e superandolo persino.
I cavalieri intrappolati dai muri di ghiaccio, intanto, cercavano in tutti i modi di distruggerli, ma, se Sirio era riuscito con ardua difficoltà e la Spada di Libra a distruggere un muro che appena solcava lo Zero Assoluto, decenni prima, adesso nessuno dei presenti sapeva come infrangere una barriera di ghiaccio ad una temperatura inimmaginabile.
I colpi dei diversi cavalieri, però, si fermarono quando un nuovo cosmo proruppe, persino Golia e Koryo, da poco giunti alla fine del corridoio, furono stupiti per la potenza di quell’emanazione cosmica.
"L’ottavo senso", sussurrò Tok’ra sorridente, "lo sta solcando con decisione, anche lui, dopo me e Golia", si complimentò il santo di Virgo, riconoscendo in Camus il padrone di quel cosmo.
"Cugino mio, ce la puoi fare", esultò Freiyr, osservando la barriera di ghiaccio frantumarsi, liberando il santo dell’Acquario, che ora osservava deciso il suo nemico di Giada.
"Come puoi esserti liberato? Solo chi raggiunge temperature inferiori alla gabbia che lo congela può farlo", esclamò sorpreso Cooler, rialzandosi in piedi, in posizione di guardia.
"Purtroppo non posso vantarmi di aver sconfitto da solo la tua bara di ghiaccio, memorie passate e quasi dimenticate e certezze nuove e mai conosciute prima mi hanno aiutato, la voce del Cigno mi ha raggiunto attraverso i miei ricordi ed i suoi, dandomi due sicurezze", esordì Camus, riprendendo la posizione del colpo sacro dell’Acquario.
"Per caso fra queste sicurezze c’è quella di raggiungere tuo padre sull’Olimpo?", domandò beffardo Cooler, riprendendo la posizione con il braccio sinistro alzato.
"No, ben altre sono le mie certezze", replicò il santo d’oro, "è la prima è che, come dicevi tu, il sacro colpo dell’Aurora è ormai superato", concordò gelidamente il cavaliere aprendo i palmi delle mani, ancora congiunte.
"E la seconda?", domandò il Runouni, la cui voce era in parte preoccupata, in parte incuriosita.
"Che l’Aurora può essere superata da un nemico, ma solo io potrò estinguerla, scatenando la sua massima forza", avvisò il Gold Saint, lasciando esplodere la propria energia.
"Bene, ora vedremo", urlò in tutta risposta Cooler.
"Estinzione dell’Aurora", invocò Camus, calando le braccia, "Eternal Zero", rispose il Runouni della Capra, spostando il braccio sinistro dinanzi a se.
La lingua d’energia corse verso il proprio avversario e di nuovo cozzò con la corrente dell’Acquario, provocando effetti inaspettati.
L’intera nera sala divenne improvvisamente bianca, poiché un ampio strato di ghiaccio la riempì, i muri, che bloccavano i diversi valichi, si frantumarono per lo scontro delle energie fredde e le vestigia d’oro dell’Acquario e di Giada della Capra divennero bianche e cristalline.
La lingua d’energia, però, stavolta non resistette al colpo nemico e dovette cedere, lasciando che fosse Cooler ad essere travolto.
Le vestigia della Capra andarono in pezzi ed il loro padrone fu ucciso sul colpo, la sua stessa pelle divenne ghiaccio condensato mentre lui volava contro le nere porte dietro cui gli ultimi due Runouni attendevano.
Il cadavere di Cooler frantumò quelle porte e si schiantò contro il candelabro, distruggendo tutte le candele, eccetto due, che, fortuitamente resistettero.
"In tuo onore, padre", sussurrò Camus, chinando il capo e svenendo, mentre i suoi compagni ed alleati lo soccorrevano.
In quel preciso momento, mentre quasi tutti i cavalieri, feriti per la maggior parte, soccorrevano il santo dell’Acquario, Raizen e Shishio si guardarono con occhi cupi e divertiti insieme, quindi si alzarono ed avanzarono verso il varco profanato, "Ben arrivati, cavalieri olimpici", li salutò il Dragone di Giada, attirando la loro attenzione.
L’ultimo scontro fra Runouni e loro nemici stava per iniziare.