Capitolo 40: Il Cavallo da Battaglia
Su una delle due Torri oscure, lo scontro fra l’allievo di Kaor l’asceta e successore di Shaka, Tok’ra di Virgo, ed il suo nemico, l’assassino di Kaor, nonché ultimo allievo del possente Shaka, Hyunkel del Cavallo, stava per iniziare.
I due nemici non si fissavano, anzi, gli occhi del santo d’oro erano ancora chiusi e le mani fra di loro serrate, mentre il Runouni suo avversario lo aspettava sorridente.
"Bene, allievo di Kaor, vediamo come te la cavi con una tecnica base del sommo Shaka", suggerì allora il guerriero di Giada, congiungendo le mani dinanzi al petto e concentrando il cosmo fra queste.
Ma il colpo non fu scagliato, bensì continuò ad accumularsi fra le mani del guerriero che sorridente si rivolse all’avversario, "Percepisci la potenza del mio colpo, vero? Per quanto gli Om possano essere simili nel metodo di lancio, in questo caso non parliamo dell’energia prodotta dal santo del Pavone, o dal mio seguace nero, qui parliamo del vero potere quello che scaturisce solo da chi ha ricevuto gli insegnamenti del grande Shaka. Né Jango, né alcuno fra voi allievi di Kaor, potrebbe essermi pari", esclamò saccente il Runouni del Cavallo.
"La troppa sicurezza è sempre stata nemica in battaglia, per tutti anche per il sommo Shaka, quando aveva la certezza di sconfiggere Phoenix", avvisò freddamente Tok’ra, congiungendo le mani dinanzi al petto ed espandendo il proprio cosmo dorato.
"Sei divertente, mi dispiace doverti uccidere, così velocemente", lo minacciò Hyunkel, lasciando esplodere il proprio cosmo, "Nitrito d’Oriente", esclamò il Runouni, "Non cadrò per così poco, non preoccuparti", replicò il santo di Virgo scatenando il suo "Abbandono dell’Oriente".
Come nello scontro fra Kaor e Hyunkel, anche in questo incontro d’energie prodotte con la medesima tecnica si ebbe una fragorosa esplosione, superiore a quella avvenuta fra Jango e Kano.
Parte della torre crollò ai lati dei due contendenti ed i tre guerrieri che osservavano lo scontro furono rigettati sulle scale per l’onda d’urto prodotta nello scontro d’energie.
Grande era la sorpresa sugli occhi di Hyunkel, "Ora cosa hai da dire, Runouni?", replicò con freddezza Tok’ra, "Se fossi il tuo maestro mi congratulerei con te, ma come avversario posso solo dirti che le vestigia di Virgo sembrano aver trovato un padrone degno di Shaka, ma non so se degno di me", tagliò corto il guerriero di Giada.
"Ora, però, ti mostrerò la forza fisica con cui ho ucciso il tuo maestro", minacciò pochi attimi dopo Hyunkel, riprendendo l’elmo, che aveva lasciato poco lontano, ma che si era allontanato da lui per l’esplosione d’energia.
Era un elmo piuttosto semplice, simile agli occhi del destriero, probabilmente si sarebbe congiunto con la spalliera nel momento della costituzione del Cavallo di Giada, ma in quel momento si pose sul volto del suo padrone, coprendone la fronte ed il capo e lasciando intravedere naso e labbra.
"Perché questo gesto?", domandò Tok’ra senza aprire gli occhi, "Semplicemente per ricordare a me stesso che non è una guerra personale, bensì devo compiere il dovere di Runouni verso il mio comandante Shishio ed i miei pari, io che sono Hyunkel del Cavallo, anche chiamato il Cavallo da Battaglia", rispose freddamente il guerriero di Giada, prima di scattare contro il nemico.
"Wild legs", urlò il nemico verde, iniziando a lanciare decine di calci energetici.
"Questo colpo non può aver eliminato così semplicemente il mio maestro", osservò il santo d’oro, evitando alla velocità della luce gli attacchi del nemico, "Al contrario, lui stesso non ha potuto niente contro la potenza di questi calci, seppur ha ammesso che tu saresti stato più abile di lui, definendoti più forte dello stesso Shaka", ammise con tono divertito Hyunkel, frantumando il terreno dietro il suo avversario con un calcio andato a vuoto.
I due nemici subito dopo si allontanarono con dei veloci scatti laterali, Tok’ra sembrava apparentemente quieto, non aveva ancora aperto gli occhi, ma l’attacco frontale dell’avversario lo aveva costretto ad aprire le mani; Hyunkel, invece, era ancora rilassato e sorridente, seppur, con l’elmo, sembrava più distante e gelido di prima.
"Allora, allievo di Kaor, vuoi deciderti ad usare le tecniche del Cielo di Virgo, o devo estorcerle con la forza?", domandò divertito il guerriero di Giada, riprendendo la posizione di poco prima, "Cavaliere, rispondi prima ad una domanda", lo avvisò Tok’ra, "perché ho come l’impressione che tu avresti preferito affrontare Shaka, anziché me? Avevi per caso dei rancori con il tuo maestro?", incalzò il santo di Virgo.
Hyunkel si fermò un attimo, in silenzio, poi scattò in avanti, "Tu non capisci, ragazzino", esclamò il Cavallo Cinese, scatenando di nuovo il "Wild legs" contro il proprio avversario.
Nuovamente i calci energetici andarono a vuoto, non riuscendo a raggiungere la velocità con cui Tok’ra si muoveva, "Rinuncia a colpirmi così, guerriero di Giada", suggerì lo stesso santo d’oro, "Parli troppo, ragazzino", lo ammonì Hyunkel, riuscendo finalmente a raggiungerlo con un calcio.
Fu un singolo colpo, ma sufficiente a gettare al suolo il nemico con una spalliera danneggiata.
"Il tuo maestro non ti ha mai detto di non tentare troppo la fortuna? Cercare di evitarmi con il teletrasporto la prima volta è stata un’ottima idea, ma ritentare di nuovo è stata una stupidaggine madornale, ormai avevo scoperto il tuo segreto", lo ammonì il Runouni del Cavallo, prima di scattare in un nuovo attacco.
"Si, mi ha dato questo consiglio, ma mi ha anche avvisato che un medesimo attacco non ha effetto su cavalieri d’elevato livello, se ripetuto più volte", replicò il santo d’oro, sollevando la mano destra, "Khan", esclamò poi.
L’onda d’urto, prodotta dal campo difensivo di Virgo, investì in pieno Hyunkel, gettandolo al suolo, con un danno superficiale alle vestigia.
Il Runouni del Cavallo si rialzò di scatto, "Finalmente mi mostri un po’ dell’energia della Vergine, non sai da quanto attendevo questo momento, potrò mostrare a tutto il mondo che il cavaliere più simile ad un dio ed il suo degno successore, sono ben miseri bambini a mio confronto", esclamò gioioso il guerriero di Giada.
"Allora è questo il tuo fine? Per questo ti sei unito ai Runouni Cinesi? Per farti ricordare come l’uomo che superava in potenza il grande Shaka di Virgo?", domandò sorpreso, ed al tempo stesso costernato, Tok’ra.
"No, ragazzo, non per questo sono diventato Runouni, ma per volontà del mio maestro, si potrebbe anche dire", replicò il guerriero di Giada.
"Non ho alcun risentimento verso il mio sommo insegnante, di certo era il migliore che mai avessi potuto sperare di avere, né verso i miei compagni d’armi, loro sono tutti morti, io sono l’unico aver raggiunto questo giorno di grandi battaglie. La maggioranza di loro non vide nemmeno l’avvento di Urano, solo io e Kaor abbiamo avuto questa fortuna. La mia ragione per entrare in guerra è ben diversa, voglio dimostrare a tutti la potenza che ho. Sono riuscito a sconfiggere Kaor, ho quasi piegato un cavaliere d’argento espandendo il mio cosmo da questa torre ed ora sconfiggerò il santo d’oro della Vergine, che da sempre custodisce le porte dell’Ade con le doti di cui è padrone", spiegò con fare determinato il Runouni del Cavallo.
"Una semplice prova di forza vuoi? Allora ti saresti dovuto saziare con l’incontro tra le nostre energie concentrate, ma incomincio a capire che diverso è il tuo bersaglio, esatto?", replicò Tok’ra di Virgo, le cui mani avevano ripreso la posizione d’attesa.
"Inizi a capire dunque, ma penso che non sia difficile da immaginare la mia motivazione. D’altronde, per quel che so, anche fra i discepoli di Kaor vi furono alcuni che dovettero rinunciare al titolo di saint e prendere vie diverse, giusto?", continuò Hyunkel, "Si, Yakros divenne il mariner dell’Oceano Indiano, Adtula il berseker del Leone ed Obbuan fu eletto Anghellos del Caduceo", rispose con voce quieta il santo d’oro.
"E loro, come me, Kaor, Sesar e Quiggon, aspiravano probabilmente al titolo di cavalieri di Atena, ignari di quale scelta gli sarebbe stata data al momento del rifiuto", rifletté il Runouni.
"No, ti sbagli, ognuno di noi sapeva di essere stato scelto da un diverso dio per difenderlo dalla grande Minaccia Divina che stava per giungere. Io stesso, che mi allenavo in coppia con Yakros, potei più volte notare la sua devozione al Signore dei Mari", lo contraddisse il santo di Atena.
"Dovevo aspettarmi da Kaor un gesto di tale gentilezza, lui stesso non accettò di buon grado il rifiuto di Shaka, soffrì molto perché gli negarono la possibilità di essere simile al suo maestro nell’ordine guerriero", osservò con tono gentile il Runouni, "era davvero un bravo ragazzo, il mio vecchio amico", concluse.
"Questo però non cambia la realtà del mio destino", esclamò poi Hyunkel, "vent’anni fa Shaka scelse come suo allievo prediletto e cavalieri d’argento Argora e Shiva, due inetti che sapevano sviluppare solo una lieve dose del loro cosmo, minima in confronto a ciò di cui eravamo capaci io e Kaor, o gli altri due allievi di allora, il cui destino, però, era già segnato, come il sommo maestro gli spiegò.
Si, cavaliere d’oro, il tuo predecessore a loro diede una spiegazione, gli raccontò il perché dell’immane velocità con cui si spostava l’uno e della grande potenza che era capace di sviluppare l’altro. Fece in modo che sia Sesar sia Quiggon potessero incontrare il loro destino, mostrando loro quale sarebbe potuta essere la loro strada. Gesto analogo fece con Kaor, facendo in modo che incontrasse il Beast Keeper di Genbu, Jink, così da ricevere, poco dopo, l’investitura a Custode del Cielo Occidentale. Ben diverso fu però il mio trattamento", continuò il Runouni, il cui tono di voce non era però cambiato.
"Quando gli chiesi perché avesse preferito Argora e Shiva a me e Kaor come cavalieri dell’Indiano e del Pavone, egli mi rispose che era loro destino affrontare dure prove come santi d’argento e combattere per il grande Tempio, proprio come lui. Continuò spiegandomi che altri erano i destini dei suoi quattro allievi rimasti. Sesar e Quiggon dimostravano la silenziosa alleanza, o meglio, non belligeranza, fra Atena, Ermes ed Ares, che, tra l’altro, approfittò subito della morte apparente della Sorella per mano di Hades vent’anni fa.
Kaor, invece, era diventato Beast Keeper perché in lui Shaka aveva visto grande fede e desiderio di pace e solo un guardiano del Cielo poteva auspicare a tale destino, rimanendo, spesso per la sua completa vita, in attesa di affrontare qualsiasi nemico delle divinità asiatiche, senza mai agire.
Allora gli chiesi quale destino mi era stato concesso, ma lui mi spiegò che per me, così desideroso di emergere con la forza, non era stato segnato nessun fato preciso, né vi erano veri e propri eserciti in cui sarei stato perfettamente accettato. A sentire quelle parole, non gli lasciai nemmeno completare il discorso, abbandonai subito il tempio in cui mi aveva addestrato.
Per quasi vent’anni ho vagato da solo, combattendo ogni guerra mi fosse possibile. Ho saputo dello scontro contro Arles, della guerra ad Asgard, di quella con Nettuno e dello scontro finale con Hades, dove anche Shaka, dopo i due santi d’argento da lui addestrati, ha perso la vita. Poi ho sentito della guerra fra Ares e la Grande Alleanza di dei, in cui anche i due predestinati per sancire una quieta pace persero la vita, ma tutto ciò non mi interessava, avevo addirittura un mio allievo con cui mi comportavo proprio come Shaka si era comportato con me, distaccato e freddo.
Mi risultò interessante, invece, l’incontro fatto poco prima dell’avvento di Urano, quando incontrai per la prima volta Ryoga della Lepre e Shishio del Drago.
Questi due guerrieri mi proposero il titolo di Runouni di Giada del Cavallo ed al mio allievo quello di santo d’oro nero, accettai subito, ovviamente. Fui il sesto, sai? Quando arrivai nel luogo dove si allenavano i guerrieri di Giada, oltre Shishio e Ryoga, vi trovai il Serpente, il Gallo e la Tigre, che prima di me erano stati prescelti. Io stesso riuscii a ritrovare il Bufalo, che ormai è spirato come molti suoi pari", concluse Hyunkel.
"Dunque tu fai tutto questo per avere il rispetto che Shaka non ti diede quand’era vivo?", esclamò Kano del Pavone, ritornato nella sala con i due Pharaons.
Hyunkel lo guardò con disprezzo, "Cavaliere di Virgo, continuiamo il nostro scontro in un altro luogo, qui fin troppi spettatori vi sono per i miei gusti", propose il Runouni, "Bene, accetto", replicò seccamente Tok’ra, "Allora seguimi", lo invitò il guerriero di Giada, "Volta di Minosse", esclamò poi, scomparendo.
"Aspettatemi, cavalieri, tornerò presto", furono le uniche parole che il successore di Shaka disse al proprio compagno d’addestramenti ed ai due alleati egizi, prima di scomparire con la medesima tecnica usata dal nemico.