Capitolo 26: Determinazione e completezza
Morrigan dello Scorpione Oscuro avanzava senza pietà verso la propria nemica, come l’animale che rappresentava, anche lei già saggiava la preda, ferita ed indifesa dinanzi alla sua furia.
"Cosa c’è, guerriera? Non riesci a contrattaccare? È troppo forte il dolore? Oppure hai perso la baldanza? Sai, ti potrei iniettare il mio veleno sotto diverse forme, ma sono davvero curiosa di scoprire a quante punture dello Scorpione resisterai prima di abbassare quello sguardo offensivo", ringhiò Morrigan, scatenando un secondo "Black Needle", che raggiunse ancora la gamba destra dell’avversaria, poco più in alto del primo colpo, "La differenza maggiore fra le Cuspidi Scarlatte della mia dorata controparte e queste Cuspidi Nere è che io non ho un limite di numero, non sono 15 le punture del nero Scorpione, poiché non sono legate alla mia costellazione tanto quanto il cavaliere d’oro di cui sono la nemesi", raccontò divertita la guerriera.
"Se vuoi colpire la mia gamba destra un’altra volta, accomodati pure", replicò allora Clio, ricominciando a suonare la propria arpa.
"Davvero? Grazie!", esclamò divertita Morrigan, scatenando un altro "Black Needle", ma stavolta il colpo andò a vuoto, perforando solo il terreno dinanzi a lei, "Illusion Melody", sentì sussurrare l’oscura guerriera, mentre intorno a lei apparivano e sparivano diverse immagini della nemica.
"Ammetto di aver fatto una sciocchezza nel lasciarmi colpire in quel modo, ma non sarà un unico errore a segnare questa battaglia", spiegò la voce di Clio, mentre Morrigan colpiva le diverse immagini con i propri "Black Needle".
"Ho io una domanda da porti, guerriera nera", continuò la musicista, "Sai quale animale è il più accanito nemico dello Scorpione? Il ragno con le proprie tele, poiché anch’egli può bloccare i nemici, prima di finirli con i morsi ed i veleni", spiegò l’Astro delle Muse.
In quello stesso momento, Morrigan cercò di voltarsi, avendo notato con la coda dell’occhio l’avversaria, ma si ritrovò bloccata da dei fili dorati, lunghi e sottili, ma vigorosamente stretti intorno a lei, "Golden Death Hair", cantò Clio, mentre i suoi capelli bloccavano la nemica.
"Da tempo non usavo più le mie tecniche, ma vedo che sono ancora funzionali contro i miei nemici", rifletté la guerriera sacra ad Apollo.
"Davvero una bella tecnica, ragazza, ma non hai considerato che chi si avvicina a me, muore", replicò freddamente la guerriera nera, agitandosi.
"Non ti muovere così tanto, Morrigan, se non vuoi che la morte giunga su te nel modo più doloroso, dilaniandoti con una stretta ancora più tagliente e avvinghiante", la avvisò Clio, ma la nera nemica sorrise alle parole di monito e con un colpo di reni molto potente tirò a se l’avversaria, il cui equilibrio era precario a causa della gamba destra.
Morrigan sollevò la propria gamba sinistra e quando Clio fu quasi su di lei, quell’arto si circondò del suo oscuro cosmo, "Chela Mortale", urlò la combattente, colpendo con cinque calci in meno di tre secondi la guerriera sacra ad Apollo, che cadde poi al suolo, proprio come l’Oscuro Scorpione.
Le due contendenti si ritrovarono entrambe al suolo: Morrigan aveva il corpo e le vestigia segnate da diversi tagli, prodotti dalla "Golden Death Hair" nemica, da cui si era però liberata, ferite profonde da cui fuoriusciva copioso il sangue.
Clio, egualmente, era al suolo, cinque fori si erano prodotti sull’armatura, dove i calci l’avevano raggiunta ed il suo corpo sussultava, soggetto ad una nuova dose del veleno nemico, che anche in quel modo s’introduceva nei corpi avversi.
Morrigan fu la prima a dar segni di vita, scivolando vicino alla propria nemica, così da scoprirla stordita, probabilmente per il veleno appena iniettatole.
"In questo momento potrei concludere il nostro scontro con uno dei miei baci mortali, ma sono curiosa di vedere fin quando potrai ancora resistere al veleno, trasmessoti in queste dosi minori", le sussurrò nell’orecchio Morrigan, con tono derisorio, prima di sollevare la mano sinistra sopra il suo ventre, "Black Needle", sussurrò poi, conficcando il proprio indice nel ventre dell’Astro delle Muse.
Clio emise un urlo di dolore, quindi, istintivamente, sollevò la propria arpa dorata e colpì al volto l’avversaria, facendola allontanare ferita.
Le due guerriere si rialzarono contemporaneamente, entrambe erano stanche e ferite, ma nessuna voleva rinunciare allo scontro, "Sei resistente, musicista, nessuno aveva mai resistito tanto ai miei veleni da rialzarsi dopo ben sei dosi del siero letale, mentre tu sembri non volerti arrendere", esordì divertita Morrigan, il cui corpo perdeva copiosamente sangue.
"Non mi arrenderò così facilmente, guerriera nera, poiché ho un fine per cui combattere", replicò Clio, che riusciva a stento a restare in piedi, ma si preparò a continuare la battaglia.
"Sei determinata, musicista, ma vediamo quanto resisterai dinanzi alle mie punture", ringhiò divertita l’Oscura guerriera, "Black Needle", urlò poi, "Illusion Melody", replicò allora l’Astro delle Muse, scomparendo dallo sguardo della propria avversaria prima che una nuova cuspide la raggiungesse.
"I tuoi movimenti sono più lenti, musicista, sarai determinata, ma il veleno ti ha comunque indebolito", ridacchiò Morrigan, voltando il capo ed indietreggiando con veloci capriole, fino a raggiungere la vera Clio, "Chela Mortale", invocò poi, colpendo con un calcio la proprio avversaria.
"Sono riuscita a prenderti", esclamò allora la guerriera di Apollo, bloccando i movimenti dell’avversaria con i proprio capelli, "Golden death hair", cantò allora Clio, stringendo nuovamente la nemica nella propria morsa.
"Hai assorbito una settima dose del mio veleno solo per riprendermi in questa inutile morsa? Sei stupida piuttosto che determinata", ridacchiò Morrigan, cercando di liberarsi, ma, questa volta, la presa non era solo più stretta, ma anche percorsa da una corrente incredibilmente potente.
"Non è la stessa morsa, guerriera nera, ben presto te ne accorgerai", esclamò Clio, continuando a suonare la propria arpa.
Le due guerriere erano come immobili, l’una bloccava l’altra ed entrambe sapevano che se l’Oscuro Scorpione avesse spezzato la presa delle Muse, avrebbe di certo contrattaccato con il proprio veleno, che ormai avanzava avidamente nel corpo di Clio.
"Su, musicista, arrenditi, hai grande determinazione, perciò ti onorerò di una morte veloce, un mio ultimo tocco mortale e cadrai", propose Morrigan.
"Guerriera nera, non noto più tanta vitalità e baldanza nelle tue parole, cosa succede? Stai perdendo coraggio?", domandò beffarda Clio, espandendo il proprio cosmo.
"Perdere coraggio? No, semplicemente ho un po’ fretta", ribatté testardamente Morrigan, chinandosi per poi bloccare con le braccia gli arti della nemica e gettando al suolo l’avversaria con una proiezione di judo.
Clio, però, si rialzò di scatto, nuovamente pronta alla lotta.
"Adesso basta giocare", ringhiò allora la guerriera oscura, "Black Needle", urlò poi.
"Spiacente", ribatté Clio, muovendosi agilmente, così da evitare l’attacco, o almeno questo credeva.
Grande fu la sorpresa dell’Astro di Apollo quando vide il vero bersaglio dell’attacco nemico: la sua arpa, spaccata in due dalla nera cuspide dell’avversaria.
"Ora, musicista, non sei altro che una ragazzina dinanzi a me, niente più illusioni musicali, niente più capelli che stritolano, ora vedremo che farai contro il mio veleno", la derise Morrigan, indicando l’avversaria con la mano destra.
L’indice sinistro brillò nuovamente di un’oscura luce, "Black Needle", tuonò la guerriera nera, ma Clio evitò l’attacco con un balzo, "Agitati pure, ragazzina, così il veleno che hai già in corpo si attiverà sempre più, riempiendo le tue vene ed uccidendoti", la minacciò dopo, scattando contro di lei, "Chela Mortale", urlò poi, tirando un calcio al viso della guerriera di Apollo.
L’Astro delle Muse, però, riuscì a bloccare la mossa nemica con un veloce movimento delle braccia, paralizzando la gamba ancora sollevata, "Forse non potrò più usare l’arpa ed il tuo veleno circola sempre più velocemente nel mio corpo, ma di certo non cadrò con un trucco così stupido, guerriera nera. Inoltre, anche tu, se continui ad agitarti, aiuterai le emorragie prodotte dalla mia presa", replicò seccamente Clio, sbalzando indietro l’avversaria.
Morrigan riuscì a restare in piedi e guardò attentamente la propria nemica: era ferita, disarmata ed il veleno le aveva prodotto delle profonde occhiaie, oltre ad aver schiarito il colore della sua pelle.
La nera guerriera dello Scorpione scoppiò in una risata fragorosa, "Sei davvero sorprendente, ragazzina", esordì, "probabilmente, se fossi la mia controparte aurea, ti avrei già lasciato andare, onorando il tuo coraggio e la determinazione che ti alimentano, ma, purtroppo per te, nel mio cuore non esiste pietà ed il rispetto per gli avversari è cosa a meno non nota", spiegò la guerriera oscura, "sappi comunque, che sono lieta di essermi confrontata con te, sei la migliore nemica che abbia mai affrontato", si complimentò Morrigan, preparandosi ad un nuovo attacco.
Clio fu stupita da quelle parole, ma non per questo abbassò la guardia e riuscì ad evitare lo scatto dell’avversaria, che corse verso di lei, cercando di colpirla con i propri calci o le mani, così da iniettarle altro veleno.
Lo scontro fu incredibilmente acceso e durò alcuni minuti, interminabili minuti, in cui le due guerriere raggiunsero la loro massima sopportazione del dolore, entrambe annebbiate dalla sofferenza delle ferite già riportate.
Quando si staccarono l’una dall’altra, ci fu il tempo perché riprendessero fiato, "Spiegami una cosa, ragazzina", esordì allora Morrigan, indietreggiando, "perché continui a combattere? Cosa ti spinge?", domandò incuriosita la nera guerriera, riprendendo fiato.
"Shuren della Corona", esordì allora Clio, "il comandante di tutti i guerrieri consacrati ad Apollo. Egli si sacrificò nel corso della battaglia contro Urano, dando la propria vita perché cadesse uno dei quattro giganti al servizio del dio ancestrale. Prima di morire mi chiese di vivere e per questo, io abbandonai ogni battaglia, ma ora capisco che la vera vita non è scappare dalla violenza, bensì affrontarla con il coraggio ed il dovere che è proprio di ogni cavaliere o guerriero", rispose l’Astro di Apollo.
"E quindi morirai vivendo, secondo questo tuo ragionamento?", domandò con tono sarcastico la nera guerriera, "No, morirò vincendoti, ora subirai l’ultima tecnica di cui sono padrona, quella che mi trasmise il mio maestro", replicò seccamente Clio.
"Così avresti un’altra tecnica? E perché mai non me ne hai ancora mostrato la potenza?", domandò incuriosita Morrigan.
"Perché ancora non ne avevo nemmeno io intuito le possibilità, finché non ho visto che cosa aveva fatto Real dell’insegnamento datogli", spiegò sibillina Clio, espandendo il proprio cosmo.
La guerriera delle Muse sollevò le mani dinanzi al petto, un immenso cosmo la circondò, un cosmo dorato, "Prima di me e Real, già Alcyone, sacerdotessa d’oro dei Pesci e nostra compagna d’addestramenti, aveva colto la realtà di questa tecnica attraverso la propria rosa blu, probabilmente anche Anfitride, seppur troppo legata al maestro Sorrento, di cui aveva ereditato la scales della Sirena, iniziava a capire l’essenza stessa del colpo, quindi Real, tramutandolo in una tecnica difensiva, tre su cinque avevano scoperto quello che era l’ultimo esercizio lasciato dal nostro insegnante", iniziò a raccontare Clio, poi chiudendo gli occhi, iniziò a recitare una magnifica melodia, "Glorysong", invocò poi, riaprendo il suo sguardo sulla nemica.
Morrigan si sentì come paralizzata, quindi percepì un’ondata travolgerla, come un vento furente.
Le nere vestigia dello Scorpione si spaccarono i più punti e lo stesso corpo della guerriera oscura si spezzò in alcuni punti, lasciandola cadere al suolo, priva di forza e moribonda.
Quando la dolce melodia fu conclusa, Clio avanzò barcollando verso la nemica, "Dove nascondevi questo colpo?", domandò con un filo di voce la nera guerriera morente, "Non lo nascondevo, semplicemente non lo avevo compreso. Il mio maestro Sorrento spiegò a tutti i suoi allievi la tecnica base definita <Glorysong>, ma solo impegnandosi, ogni suo allievo avrebbe potuto fare quel colpo suo, imparandone il profondo segreto", spiegò la guerriera, che restava a stento in piedi.
"E quale sarebbe questo segreto?", incalzò l’Oscuro Scorpione, "Completarsi", rispose seccamente l’Astro delle Muse.
"Alcyone, padrona di colpi impetuosi e determinati, poté usare una tecnica che paralizzava ed uccideva delicatamente il nemico. Real, che sa combattere così bene offensivamente, mancava di un vero e proprio colpo difensivo, mentre io, abile nell’evitare i nemici e nel superare con stratagemmi le loro difese, mancavo di un vero e proprio colpo offensivo e questo scontro con te me lo ha dimostrato. Sono una guerriera completa adesso, ma purtroppo, sono anche una guerriera morente", spiegò Clio, cadendo in ginocchio vicino alla nemica.
"Sei bravissima, Clio delle Muse, mi hai sconfitto e dato una morte nemmeno tanto dolorosa, mentre io ti lascerò qui a soffrire per i miei veleni, sai, per la prima volta sento qualcosa di simile ad un senso di colpa", sussurrò Morrigan, alzandosi in ginocchio, dinanzi alla nemica, ormai completamente stordita, "forse anch’io sono diventata una guerriera completa adesso che ho una coscienza che mi ordina di non lasciarti qui a soffrire", sussurrò la nera guerriera, avvicinando il proprio capo a quello della nemica, "Poison Kiss", bisbigliò poi, prima di ricadere al suolo.
Anche la combattente sacra ad Apollo cadde al suolo, "Addio, Clio, forse ci rivedremo nell’Ade. Perdonami, ma il mio onore di guerriera di Ate mi impediva di salvarti la vita". Queste furono le ultime parole di Morrigan dello Scorpione Nero prima di morire, vicino al corpo della sua nemica, che la raggiunse, probabilmente, nell’Oltretomba, spirando pochi secondi dopo.