Capitolo 8: I guerrieri dei Mari
I mariners osservavano con odio il nuovo titano che gli sbarrava la strada, questi suonava con grazia un flauto.
"Chi è costui, Reptile?", domandò Koryo di Seiryu, "Il suo nome è Mimas, lui è il titano che ha sconfitto il nostro gran sacerdote Sorrento e la sua allieva Anfitride di Syren", spiegò il generale dei Mari dell’Anaconda.
"Ci rivediamo, mariners di Nettuno", li salutò il titano, allontanando le labbra dal flauto, "Noto che siete sopravvissuti a questa settimana di battaglie", li schernì, "purtroppo, stavolta siete tutti miei bersagli, quindi siete tutti dei possibili cadaveri, se non vi ritirate", spiegò il Musico.
"Cavalieri, lasciatelo a me", esordì Argo di Calamary, "No, generale, saremo noi due ad occuparcene", ribatté Reptile.
Kain rivolse lo sguardo verso Neleo, il quale concordò con un cenno all’idea dei loro due compagni d’arme, quindi sia il generale di Shark sia quello di Hammerfish si fecero da parte, come gli altri guerrieri presenti.
"Dunque sarete voi due i primi?", domandò quietamente il musico, "Si, saremo noi i tuoi avversari", tagliò corto Argo, impugnando le sue due fruste.
"Permettimi di attaccare per primo, Reptile, ho una voglia folle di massacrare questo tizio", sentenziò il mariner di Calamary, "Prego, Argo, fai pure, ma stai attento", concordò il generale dell’Anaconda.
Argo sorrise al Musico e scattò contro di lui, "Calamary whips", urlò poi, scotendo le due fruste.
Mimas squadrò il primo avversario, poi con uno scatto laterale evitò le due armi sibilanti, "Dunque sarai il primo a morire", sentenziò il titano, ma un colpo alle spalle lo lasciò cadere a terra.
"Idiota, non hai considerato il secondo movimento delle fruste", lo derise il mariner infuriato.
"Sei migliorato, mariner, ma questo non ti salverà dal suono del mio impetuoso attacco", ribatté Mimas, posando il flauto ed impugnando i due piatti, le stesse armi che avevano ucciso Anfitride una settimana prima.
"Percussione finale", intonò il titano, producendo il fastidioso suono da quelli strumenti.
"Rolling defense", ribatté Argo, sollevando le fruste intorno al proprio corpo come difesa, l’impatto tra le armi difensive e la percussione sonora provocò il barcollamento e la conseguente caduta del generale di Calamary, le cui vestigia, però, non si frantumarono come quelle di Syren alcuni giorni dietro.
Argo si rialzò, aveva alcune ferite alle braccia, ma era comunque sano e salvo e pronto a continuare la lotta, "Sei ancora vivo? Le tue vestigia devono essere più resistenti di quelle della ragazzina dell’altro giorno", osservò il titano, preparandosi ad un secondo attacco, "Prova pure quanto vuoi, musico, ma quell’attacco è ormai inutile dinanzi alle mie fruste", lo derise il mariner di Calamary.
Mimas sorrise al nemico e scatenò nuovamente la "Percussione finale".
Nuovamente l’allievo di Shun sollevò le due fruste, "Rolling defense", urlò ancora, ma stavolta l’impatto non fece cadere il generale, ma gli produsse solo dei lievi tagli sulle braccia, lasciandolo però in piedi e pronto a contrattaccare.
"Ora, assassino, pagherai per la morte di Anfitride, perdendo quei due piatti", sentenziò il mariner.
Il cosmo di Argo si espanse incredibilmente, le fruste che coprivano le braccia del generale del Sud Pacifico si mossero, raggiungendo i polsi del guerriero, il quale sollevò le braccia verso il cielo e li mosse con freddezza e determinazione, "Tempest of whips", urlò infine.
Mimas cercò di evitare l’attacco, ma non capì quale realmente fosse il bersaglio del mariner: i due piatti di titanio.
Con un agile movimento il musico evitò la maggioranza delle fruste, ma alcune di esse riuscirono a raggiungerlo e proprio alle braccia, frantumando i due piatti e producendo diverse ferite sul corpo del titano. Un ultima decina di colpi, infine, lo investì al petto, lasciando a terra dolorante.
"Questo era per Anfitride, titano, ora subirai il colpo per il nostro grande oracolo di Nettuno", minacciò Argo, mentre Mimas si rialzava con le mani gravemente ferite.
"Non sperare in così tanta grazia, generale", sentenziò quietamente il titano, impugnando il proprio flauto, "Heaven symphony", cantò, prima di iniziare il suono del secondo strumento.
"Rolling defense", invocò il mariner, come difesa al nuovo attacco, però il colpo di Mimas arrivò a Argo con facilità.
"Ti senti paralizzato?", domandò il titano, "L’impeto della percussione può essere fermato da uno scudo materiale, ma l’ardente suono della sinfonia non colpisce il corpo direttamente, ma attraverso l’udito", spiegò Mimas, in una pausa.
Argo non riusciva a muovere un muscolo, "Calmo, generale, ora è il mio turno", esordì allora Reptile dell’Anaconda, facendosi avanti.
La scheletrica figura del mariner non si fermò dinanzi al suono del flauto di Mimas, "Sei abile e determinato, titano, ma mi dispiace assicurarti che il potere di questa musica non è così temibile ormai, non ho combattuto ad Asgard, eccetto che per alcuni minuti, ma sono lo stesso riuscito a migliorare, meditando con il santo di Virgo ed allenandomi con la sacerdotessa del Cancro in questi giorni", spiegò Reptile, sollevando le mani contro il nemico.
Mimas sentì un’energia scagliarsi contro di lui, "Cosa succede?", si disse il musico, "Questa è una variazione sul mio scudo difensivo, lo <Psico shield>", spiegò il mariner, aumentando la concentrazione.
Mimas, però, non si arrese ed aumentò l’intensità del flauto.
L’energia sonora e quella psichica si scontravano a mezz’aria fra i sassi vicini alle rive del Sanzu, mentre tutti gli altri cavalieri osservavano stupiti, "Incredibile il mariner dell’Antartico", esordì stupita Elettra.
"Non hai ancora visto niente, gli insegnamenti di mio padre sono solo la prima delle sue armi", spiegò Joen del Pavone, "Si, grandi sono le capacità di Reptile, che solo per il volere di Nettuno non è diventato il nostro comandante al mio posto", concordò Neleo di Hammerfish.
Lo scontro fra le due energie, nel frattempo, continuava, finché Mimas non percepì la propria energia sopraffare quell’avversaria, allora fermò il proprio suono, ma grande fu il suo stupore nel vedere chi aveva davanti: Titanio.
Nessuno dei cavalieri sapeva chi fosse costui, ma Mimas s’inginocchiò dinanzi a lui, "Comandante supremo?", balbettò il titano, "No, non può essere", si disse, riavvicinando le labbra al flauto, "Vorresti attaccarmi?", tuonò la figura dinanzi al musico, "No, mio signore", affermò egli, gettando a terra il flauto.
In quel medesimo momento Reptile riprese la sua forma reale, aprì la mano dinanzi a se, così da allontanare il secondo strumento dal titano, Mimas capì subito l’inganno e si gettò verso il proprio flauto, ma il mariner dell’Anaconda fu più veloce e prese il titano nelle sue spire.
"Anaconda gotch", esordì il generale dei mari, "Mi dispiace per te, titano, ma dinanzi alle mie spire non potrai fare altro che perdere la mobilita e morire", sentenziò Reptile.
"Davvero lo pensi?", domandò Mimas, gettandosi nell’acqua.
La lotta fra i due avversari, dapprima puramente psichica ed energetica, era ora diventata uno scontro corpo a corpo, in cui ambedue si sforzavano per sormontare l’altro fisicamente: Mimas frantumando l’esile corpo dell’avversario, Reptile stritolando il proprio nemico.
Poi, spontaneamente, Reptile si allontanò dal proprio avversario, lasciandolo libero, "Prendi il tuo flauto, sfidiamoci una terza volta", propose il generale, "Che vuoi fare?", domandò indifferente Mimas, impugnando lo strumento a fiato, "Se le tue note mi raggiungeranno per prima, mi paralizzerai ed ucciderai, se arriverà prima il mio attacco energetico, il tuo flauto andrà in frantumi", spiegò semplicemente il custode della Colonna Antartica.
Il musico sorrise all’esile nemico, "Heaven symphony", cantò poi, prima di scatenare la musica, "Eyes shock", ribatté il secondo.
La velocità del suono non era paragonabile a quella che i due usavano, le note di Mimas si muovevano alla velocità della luce, ma le sfere energetiche di Reptile no, quest’ultime avanzavano con il teletrasporto, guidate dall’energia del proprio bersaglio.
Fu Mimas a subire il colpo, venendo investito in pieno volto. Il suo volto rimase completamente scoperto e ferito, il flauto andò in pezzi ed egli cadde a terra.
"Ora rialzati, titano, per l’ultimo scontro", ribatté il mariner dell’Anaconda, "No, Reptile, sarò io il suo ultimo avversario", ribatté Argo, ormai ripreso dalla musica dell’avversario.
"Devo ancora vendicare il nostro oracolo", sentenziò il generale di Calamary, sollevando le proprie fruste.
"Serenata dei cieli", esordì allora Mimas.
Un suono impetuoso fece sgorgare molto sangue dalle ferite di Argo, anche Reptile stavolta iniziò a barcollare.
"Forse avete sconfitto l’impeto dei piatti e la potenza del flauto, ma contro l’arpa, l’arma definitiva, non avrete alcuna possibilità, lo capite questo?", domandò Mimas, suonando l’ultimo strumento rimastogli, "Il flauto colpiva i muscoli attraverso la mente, quindi date le tue doti, guerriero dell’Anaconda, sei riuscito a sconfiggerlo; i piatti erano armi offensive senza alcun’arte innata, quindi ti è stato facile, feroce Calamaro, abbatterle, ma contro l’arpa, uno strumento che con il suo melodioso e letale suono raggiunge il cosmo e lo spirito stesso del nemico, non avete possibilità alcuna", minacciò il comandante di 2° grado.
"Argo, non demordere, non arrenderti a questa fatale musica", ordinò Reptile, "ricorda il tuo maestro, Shun, caduto per mano di uno di questi titani, ricorda l’oracolo di Nettuno, un uomo grandioso che ci scelse tutti, malgrado ciò che eravamo prima e dopo gli addestramenti", suggerì il mariner, "trova in te la determinazione e la forza per resistere alla musica e se non potrai da solo, amico mio, ricevi questa mia energia", concluse.
Un’esplosione di luce circondò Argo, sembrava quasi che il cosmo di Reptile, proprio come il suo corpo, roteasse intorno al proprio parigrado, rilassando la mente di quest’ultimo, allontanandolo dalla musica.
Quando la luce cessò, Reptile cadde in ginocchio, mentre Argo era di nuovo in piedi, dinanzi a Mimas, che ancora suonava, più impetuosamente.
"Ora morirai, titano, per l’unità fra la mia potenza e la grande mente del mio parigrado. Rischia tuttora la vita per permettermi di vendicare quel grande uomo che entrambi riconoscevamo come signore e rappresentante di dio in terra", sentenziò il successore di Io di Scylla, congiungendo le mani sopra la testa, "Preparati a subire il vortice del Pacifico del Sud, la tecnica massima del mio predecessore ed anche mia, come segno di rispetto verso i miei compagni vivi e verso coloro che sono morti per salvare il regno dei Mari e la terra", minacciò.
"Big Tornado", urlò alla fine.
Gli occhi di Mimas si spalancarono, il terrore si dipinse per la prima volta sul suo volto, mentre il vortice d’energia lo investiva, lanciandolo in aria, fin quasi a scomparire, per poi ricadere a terra, fra le acque del Sanzu.
Le vestigia di bianco titanio erano ormai in pezzi, ma il musico era ancora in piedi.
"Che fai Mimas?", domandò una figura alle spalle del comandante di secondo grado, "Comandante, mi permetta di eliminarli", balbettò il musico, "Osserva la tua arpa: è distrutta come le altre armi, ormai mi sei inutile", tagliò corto il misterioso nuovo arrivato, aprendo la mano destra dinanzi al nemico di Argo.
Un soffio freddissimo riempì l’area circostante, poi di Mimas non rimase che una statua di ghiaccio.
"Costui è il nostro prossimo avversario", esordì Koryo, mentre sia Argo sia Reptile cadevano a terra stremati.
"Sorella, pensa a loro insieme ai Goshasei, te ne prego, difendili", affermò Kain, avanzando con Neleo.
Il titano nell’ombra guardò i due mariners ancora in piedi che avanzavano con un Beast Keeper e due amazzoni, "Pensate di combattere con me? Prima c’è un altro nemico che dovete conoscere", esordì il nemico, sollevando una fiamma azzurra sul palmo sinistra.