Capitolo 4: Battaglia furiosa
Un bagliore illuminò le terre desertiche dell’Oltretomba egizio.
"Dunque questo sarebbe il vostro mondo dei morti?", domandò incuriosito Minosse, "Molto simile al nostro", rifletté il judge.
"I regni dell’Oltretomba sono tutti piani di una medesima dimensione, seppur aperti e guidati da divinità diverse", ribatté Sed di Vepvet, "fra cui il vostro Hades ed il nostro Anubi", sentenziò il Pharaon con la maschera di Sciacallo.
"Dove dobbiamo andare, Sed?", domandò Anhur, "Dritti dinanzi a noi", affermò il Pharaon di Vepvet.
Il gruppo avanzò nella zona desertica, evitando le file d’anime, che vagabondavano disperate.
"Dovrebbe essere oltre quella piccola montagna", affermò poi Sed, dopo alcuni minuti di lungo cammino.
I cavalieri salirono la cresta della piccola montagnola di terra nera, ma qualcosa fermò i loro passi, una figura che volteggiava nel cielo, "Salve, cavalieri olimpici, questa montagna sarà il vostro patibolo", esordì il misterioso essere volante.
"Fermi, cavalieri, è una questione privata per noi bersekers", affermò poi Adtula, facendosi avanti insieme a Jenghis.
"Siete sopravvissuti fin qui, bersekers?", affermò divertito il nemico, "Suppongo che vi ricordiate di me, Encedalus, il titano Alato", li schernì il malvagio comandante di 2° grado.
"Ho visto il vostro compagno con lo scudo ardere fino alle ossa e pensavo che voi due non sareste sopravvissuti tanto da rincontrarmi", continuò il titano.
"Taglia corto, mostro, ora subirai la giusta punizione", affermò seccamente Adtula, sollevando la Spada, stesso gesto fece Jenghis con la sua Ascia.
"Spada distruttrice", urlò il berseker del Leone, scatenando il proprio colpo, che investì in pieno Encedalus.
Il titano sollevò le mani dinanzi a se e parò il colpo, "Patetico", lo schernì Encedalus, "Ne sei sicuro? Guarda le tue mani", ribatté Adtula.
Il titano Alato notò dei profondissimi tagli sulle proprie mani, "Non ho colpito dei punti di rottura, ma i danni alle vestigia sono pur sempre presenti", affermò il comandante dei berseker, abbassando la Spada.
"Come è possibile?", balbettò Encedalus stupefatto, "Non siamo più i due guerrieri scappati dinanzi a te e Janus, le nostre capacità sono ormai superiori a quanto tu non possa mai immaginare, titano", gli rispose Jenghis, facendosi avanti, "E proprio riguardo Janus e Prometheus, mi sorge spontaneo il desiderio di vendicare anche loro, che hanno sofferto la pazzia ed il dubbio, per colpa tua e del tuo dio", ringhiò il berseker, alzando l’Ascia.
"Vendicare quei due titani? Al contrario dovresti essere felice per i pochi minuti che gli ho permesso di condividere", lo schernì Encedalus, preparandosi ad attaccare.
"Predatore celeste", urlò il titano Alato, scagliandosi contro il berseker dell’Avvoltoio, "Ascia della Guerra", ribatté Jenghis, scatenando il proprio attacco contro il nemico.
Le due ondate d’energia si scontrarono a mezz’aria, "Credi di potermi battere", lo derise Encedalus, "Si, titano", rispose semplicemente Jenghis, espandendo ancora di più il suo cosmo.
Le due energie esplosero, scagliando ambedue i combattenti nel vuoto.
"Jenghis!", urlò Adtula, notando il compagno d’arme cadere nel vuoto, ma non poté fare niente per soccorrerlo, poiché Encedalus riapparve dinanzi a lui, ferito ad una gamba, ma ancora in grado di volare.
"Spada distruttrice", urlò infuriato Adtula, ma stavolta il titano Alato non tentò di parare il colpo, anzi lo evitò del tutto, "Mi dispiace, ma non puoi ingannarmi due volte con la stessa tecnica", lo derise Encedalus.
"Cavalieri, allontanatevi e cercate il corpo di Jenghis, ve ne prego", domandò il berseker, espandendo il suo cosmo.
"Si, allontanatevi, ma non troppo, eliminato quest’insetto, mi occuperò di voi", affermò divertito Encedalus.
"Heaven flap", urlò il titano, emanando l’energia cosmica delle proprie ali.
Fu un attimo, Adtula sganciò l’armatura dal proprio corpo e sorrise all’energia cosmica dell’avversario, "Sei già pronto a cadere, berseker?", domandò divertito Encedalus, osservando la scena, ma all’improvviso, qualcosa fece scomparire il sorriso dal suo volto: l’immagine del custode della Spada di Ares si era duplicata, ora vi erano due guerrieri del Leone dinanzi al titano alato e solo uno dei due fu colpito.
"Illusioni luminose", sussurrò soddisfatto il berseker, "Un giochetto per bambini, che ti ha salvato solo perché mi hai colto di sorpresa!", ringhiò Encedalus, gettandosi contro il nemico, "Predatore celeste", urlò il servitore di Urano.
Un cosmo gigantesco deviò l’attacco, scagliando il titano Alato verso il cielo, "Aura di battaglia", esordì una voce. Adtula vide Jenghis sollevarsi in cielo grazie al suo cosmo, per poi deviare l’attacco di Encedalus e atterrare a terra, vicino a lui.
"L’armatura dove la hai lasciata?", domandò il comandante dei bersekers, "Le vestigia dell’Avvoltoio sono integre, ma con loro non avrei potuto librare la mia aura", rispose l’allievo di Shiryu.
I due bersekers si sorrisero, "Ora sistemiamo questo titano, in troppi chiedono vendetta", esordì Adtula, mentre Encedalus si rialzava in volo dinanzi a loro.
"Continuate a nascondervi dietro la vendetta, vero?", domandò il titano, mentre il suo corpo s’illuminava di un’accecante luce bianca, "Dominatore celeste", urlò poi Encedalus.
"Lascialo a me, Adtula", esordì Jenghis.
Il berseker del Leone fu stupito nel vedere il cosmo del suo seguace esplodere oltre i limiti per lui immaginabili, "Avvoltoio energetico", urlò l’allievo di Shiryu.
Il falco di luce bianca e l’avvoltoio elettrico si scontrarono a mezz’aria e nuovamente le due forze si bloccarono vicendevolmente.
"Tu credi che noi ci nascondiamo dietro la vendetta, ma in realtà sei tu l’unico a nascondersi, dietro la sicurezza e la malvagità che ti caratterizzano. Non hai fatto niente per evitare che Janus impazzisse, hai lasciato che Prometheus, un titano dal gran cuore, ma torturato dai propri dubbi, ci combattesse, rischiando la vita contro di noi. Lui si è sacrificato e suo fratello è impazzito e tu, vile assassino, hai osservato tutto ciò combattendo freddamente", ringhiò Jenghis, prima che le due energie luminosi simili a volatili esplodessero, rotolando i due avversari alcuni passi più indietro.
"Nemmeno la mia tecnica massima è riuscita ad eliminarvi", balbettò spaventato Encedalus, "Dunque tutto il tuo coraggio e la baldanza sono scomparsi, titano?", lo derise Adtula, "Purtroppo per Jenghis, però, non sarà lui a darti il colpo di grazia", affermò rattristato il berseker, "sei riuscito a stordirlo con quel colpo, o meglio suppongo che abbia usato troppa energia per contrastarti", concluse il custode della Spada, aprendo le mani dinanzi a se.
"Dì addio alle tue vestigia di titanio", minacciò Adtula, "Bagliore d’Oriente", urlò poi, scatenando la sfera d’energia contro il titano Alato.
Encedalus si mosse velocemente ed evitò l’attacco, "Dominatore celeste", urlò il titano, ormai salvo dall’attacco.
"Illusioni luminose", ribatté Adtula, apparendo in tre direzioni diverse. Il rapace di luce si gettò contro l’immagine più vicina alla Spada e puntò su quella esatta: Adtula impugnò di scatto la Spada e deviò l’attacco, "Spada distruttrice", urlò il berseker, annullando il colpo nemico, ma producendosi diverse ferite sulle braccia e sulle gambe.
"Hai deviato anche tu il mio colpo, ma sembrerebbe che non sia andato completamente a vuoto", affermò divertito Encedalus, mentre evitava la "Spada distruttrice" di Adtula.
"Heaven flap", urlò il titano Alato, colpendo in pieno il berseker della Spada, che fu ferito in più punti e barcollò indietro, appoggiandosi sulla sua spada.
"Ora sei mio, non sprecherò nemmeno le mie tecniche migliori per eliminarti", lo minacciò il comandante di 2° grado, "Predatore celeste", urlò poi, scagliandosi contro di lui.
Il volto ferito e stanco di Adtula fu riempito da un sorriso e brillò di determinazione, "War sword fist", urlò il guerriero di Ares, sollevando la Spada.
Encedalus non riuscì a proferir parola, vide l’Arma di Ares brillare di una luce intensissima e poi esplodere un colpo, una lama energetica, seguita dalla vera Spada, che correva contro di lui, intento a gettarsi in picchiata, "Ti ho ingannato titano, sapevo che l’unico modo per colpirti sarebbe stato spingerti contro di me e dovevo riuscirci", urlò Adtula, prima che il suo colpo investisse in pieno il nemico.
Le vestigia alate andarono in pezzi, gettando nel vuoto il corpo dilaniato del titano, la Spada ricadde a terra, vicino al suo padrone, il quale la raccolse.
"Jenghis", si disse poi Adtula, avvicinandosi al proprio compagno d’arme.
"Cosa è successo?", domandò il berseker dell’Avvoltoio, risvegliandosi, "Ho sconfitto Encedalus", rispose Adtula, "Sei ferito", analizzò però Jenghis, "Ero pronto a sacrificarmi per vendicare Rasuin", furono le uniche parole che il custode della Spada disse prima di cadere in ginocchio.
Un urlo troncò la preoccupazione di Jenghis e la stanchezza e debolezza di Adtula, i due bersekers si voltarono e videro dinanzi a loro Encedalus, con dei frammenti di vestigia e due ali nere che gli si aprivano sulla schiena, "Vili mortali, ora vi distruggerò", urlò il titano, scagliandosi in picchiata.
Adtula ruggì e scattò contro il nemico, "Ricordati, Jenghis, ora tu sei l’unico protetto del dio della Guerra", urlò il berseker, prima di saltare nel vuoto contro il titano Alato.
Calde lacrime bagnarono gli occhi del custode dell’Ascia mentre osservava il volo del suo comandante che conficcò la Spada nel cuore dell’avversario, per poi perdersi nel vuoto insieme a lui, cadendo in un fossato pieno di cadaveri, in quell’angolo sperduto dell’Oltretomba egizio.
Jenghis si sentì svenire per il dolore, l’assassino dei bersekers era morto, ma con lui anche il comandante dei bersekers aveva lasciato questo mondo, furono le braccia di Sekhmet a sorreggerlo, aiutandolo a rialzarsi, poi il guerriero di Ares camminò da solo fino ai piedi della montagnola, dove riprese le sue vestigia e l’Ascia di cui era il custode.
Il gruppo avanzò ancora, "E’ quello il posto", affermò alla fine Sed, "Si, ma c’è chi ci aspetta", affermò divertito Anhur, osservando le due bianche vestigia che risplendevano nella oscura aria del regno dei Morti.
"Encedalus ha fallito, ma noi non faremo i suoi stessi errori, attacca tu per primo, Arma", ordinò uno dei due titani fermi dinanzi ai cavalieri.
Una nuova battaglia era sul punto di iniziare.